Giovani del 2000

Informazione per i giovani del III millennio

ANNO XVIII - numero VI (63)
dicembre 2016

Direttore
Maurizio Martini
Vice Direttore
Prof. Antonio Quatraro
Redattori
Massimiliano Matteoni
Luigi Palmieri
Giuseppe Lurgio
Sito web
Mario Lorenzini
sede
via Leonardo Fibonacci 5, 50131 - Firenze (FI)
Telefono e fax 055 580523
E-Mail redazione@gio2000.it
Sito internet www.gio2000.it
Tipologia: periodico trimestrale
Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Firenze al n. 4197 del 26.06.2000

Gli articoli contenuti nel periodico non rappresentano il pensiero ufficiale della redazione, ma esclusivamente quello del singolo articolista.

Rubriche

Giovani del 2000

In questo numero:

Editoriale
Tiriamo le somme di Mario Lorenzini
Comunicati
Stefano Pellicanò vince come medico e saggista storico Primo con il saggio sull’unità d’Italia e terzo con una ricerca sull’AidsTratto da “Il Crotonese”
Nuovo CD! di Redazione
Cucina
Un pranzo per le festività Natalizie un po’ diverso! di Sonia Larzeni
Cultura
Un’antica città riaffiora: DUKKI GEL, tesoro della Nubia Cuscita di Alessio Begliuomini
Unificazione dell’Italia: un genocidio dimenticato. E’ giunto il momento di riscrivere i libri di storia? (parte seconda) di Stefano Pellicanò
L’articolo 32 della Costituzione è ancora in vigore? parte II di Stefano Pellicanò
Filosofia
Una piccola grande SANTA! di Giuseppe Lurgio
Alieni alla politica di Corrado Malanga
Gli Elohim e il Serpente Piumato (quarta e ultima parte) di Costantino Paglialunga
Persona e sessualità: un'immagine Junghianadi Alessio Begliomini
I viaggi internazionali di papa Giovanni Paolo II e le loro motivazioni di Stefano Pellicanò
Neuroscienze e fede religiosa di Andrea Vaccaro
Informatica
Telefonini o smartphone? di Mario Lorenzini
Medicina
Vero o falso? - Il quizzone alimentare della salute! di Rossana Madaschi
Allarme Difterite: a volte ritornano di Stefano Pellicanò
Novità in medicina di Stefano Pellicanò
Le perdite. Quando sono realmente tali? cosa comportano? di Elisa Brancaleoni
Musica
Conosciamo il Maestro Fausto Fungaroli di Giuseppe Lurgio
HIDDEN BEAT di Marco Sileoni e Alessio Begliomini
Racconti e poesia
A mia figlia di Patrizia Carlotti
Un ricordo di Antonella Iacoponi
Riflessioni e critiche
Le sette proposte di Trump censurate dai media di Renzo Coletti
L’assistente sociale…che non assiste! di Patrizia Carlotti
Black Friday, cyber Monday, regali a palate o palle che sembrano regali? di Mario Lorenzini
Spazio donna
La papessa Giovanna di Stefano Pellicanò
Satira
Per sorridere un po. di Giuseppe Lurgio
Tempo libero
Hawaii, benvenuti in paradiso! di Gianfranco Pepe
Simpatica descrizione e amara considerazione sulla terza età. di Giuseppe Lurgio
Grande fratello: un nuovo modo per un vecchio atteggiamento di Mario Lorenzini

Editoriale

Tiriamo le somme

di Mario Lorenzini

Rieccoci qua, un altro anno se ne sta andando. Questo è il momento in cui molti sono chiamati a rispondere del proprio operato: manager, imprenditori, politici. Anche la redazione di “Giovani del 2000”, nel suo piccolo, si guarda indietro negli anni, in particolare quest’ultimo. E come è andata? Direi bene. Abbiamo oltre 1300 iscritti (e spero che in futuro le cifre crescano), il nostro giornalino ha subito un piccolo restyling, sono state razionalizzate le rubriche e il contenuto, in qualità e quantità è aumentato, questo è innegabile. Avevamo promesso una versione in formato pdf, ormai lo standard de facto per documenti e riviste in formato elettronico. E ci siamo riusciti. Mi piacerebbe che anche qualcun altro tenesse fede ai propri impegni, ovvero quei personaggi del mondo della politica che hanno sulle proprie spalle ben più responsabilità che la gestione di una rivista. Le questioni sono tante, una delle più imcombenti è senza dubbio il referendum del 4 dicembre; al momento in cui scrivo, purtroppo, non sono ancora noti i risultati. Se sarà sì o no vedremo. Ma chi, oltre al tempo, ci garantirà che il sì o il no rappresentano il cambiamento, inteso come risparmio per le spese politiche ed efficienza nel legiferare? Lasciando scorrere la fine dell’anno, tanto per aggiungere benzina al fuoco, anche il problema occupazione avrebbe bisogno di qualche idea nuova, non credo che i voucher ci porteranno molto lontano. E che fine farà tutta quella gente che ha perso la casa dopo la tragedia del terremoto? Dopotutto, che colpa hanno loro, se non quella di essersi trovati a vivere in una zona ad alto rischio sismico? Forse un po’ di peccati li hanno commessi le ammiinistrazioni locali, che hanno dato il permesso a costruire a privati e a ditte che hanno eretto strutture pubbliche come le scuole. E’ inutile ripetersi: anche qui un po’ più di serietà non avrebbe guastato! Prova è quell’abitazione antisismica costruita a regola d’arte che è rimasta in piedi in mezzo a un cumulo di macerie. E allora parte la macchina della solidarietà: dall’sms per contribuire, alle collette alimentari, all’invio di beni materiali e offerta di alloggi, ecc. Sono tutte incarnazioni della bontà condivisa tra persone dello stesso livello, generalmente medio basso. Sarebbe invece molto bello che persone altolocate e abbienti (vedi sopra) offrissero, di loro spontanea volontà, tirandole fuori dal loro borsellino, delle somme ragguardevoli. E’ perfettamente inutile la mossa del decreto tal dei tali per sovvenzionare le spese pro terremotati; tanto la manovra la pagheremo comunque tutti noi cittadini del ceto medio, nei prossimi anni, sommata alle tasse già esistenti e chissà a quante altre sorpresine. Comunque la mettiamo, siamo sempre noi a pagare. Prima le imperizia e le leggerezze sulla gestione territoriale, poi, oltre al danno le beffe. Invece di attendere un risarcimento dovuto, e delle scuse, passa una montagna di tempo nell’attesa di fondi che sembrano invisibili. Facciamo noi una raccolta, per comprare degli occhiali ai nostri politici che forse sbagliano a far di conto perché non vedono bene e, come risultato, non si accorgono che i soldi per garantire un sostegno a chi è colto da queste calamità naturali sono sempre lì, nel libro paga dei loro stipendi, tanto per dirne una, o in tutti i rendiconto delle società di favore che negli anni si sono arricchite alle spalle degli onesti contribuenti, grazie ad accordi mafiosi con elementi di spicco che tutti abbiamo avuto il dispiacere di conoscere in passato. Come al solito, non posso che augurare a tutti noi una buona lettura e un buon inizio di anno nuovo, sempre con la fiamma della speranza, forse un po’ utopistica e smorzata ma non spenta, che le cose prendano finalmente il verso giusto.


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Comunicati

Stefano Pellicanò vince come medico e saggista storico Primo con il saggio sull’unità d’Italia e terzo con una ricerca sull’Aids

tratto da "il Crotonese"

Stefano Pellicanò, medico dell’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, ha ottenuto due riconoscimenti al premio “Lettere, arte e scienza” dedicato a Domenico Smorto (1949 – 2012). La solenne cerimonia di consegna dei premi della quarta edizione si è tenuta venerdì 28 ottobre nella prestigiosa cornice di Palazzo Alvaro della provincia di Reggio Calabria e col patrocinio del consiglio regionale della Calabria, dell’amministrazione comunale e provinciale di Reggio e della Nobilis Academia Sancti Ambrosi Martyris. Pellicanò, specialista in malattie infettive, del fegato e del ricambio, membro dell’associazione medici internazionale di Lourdes, è autore di oltre duecento pubblicazioni scientifiche. “L’autore descrive in modo preciso ed impietoso come avviene il contagio. Il lavoro si può intendere come un testo divulgativo sull’Aids, dalla sua prevenzione alla terapia”, è la motivazione per il terzo premio assegnatogli per la sua ricerca medico-scientifica ‘Aids tra passato, presente e futuro’. Pellicanò ha vinto anche il primo premio per la ricerca storica ‘Genocidio. La conquista del Regno delle due Sicilie: la grande mistificazione, il dolore della memoria, il ricordo dopo l’oblio (dossier per il gtribunale internazionale dell’Aja)’. “Opera dal forte impatto storica- scrive la giuria nel motivare la scelta –che presenta rilevanti tracce di una sociologia ampiamente particolareggiata dall’autore. Si evince un grande dispendio di ricerca sulle fonti e una grande attenzione alla documentazione storica”. La ricerca scientifica è apparsa di particolare importanza perché l’Aids essendo divenuto patologia cronica grazie alle potenti terapie antiretrovirali non suscita più l’interesse dei mass media pertanto si assiste a un generale calo di attenzione sulla sua prevenzione. Il saggio ‘Genocidio’ (calzone.editore@libero.it) , basato su documenti storici, è stato inviato all’Aja per arrivare al ristabilimento della verità storica. “E’ scandaloso –spiega Pellicanò –che ancora oggi compriamo ai nostri figli a caro prezzo testi scolastici che parlano di un Meridione da sempre arretrato, povero, terra di ignoranti ed emigranti l’esatto contrario della realtà e non si parla invece che dopo l’Unificazione venne elaborata la teoria dell’inferiorità razziale dei meridionali con l’inizio del razzismo nei loro confronti con abusi, crimini ed atrocità di ogni tipo documentati negli atti parlamentari, negli Archivi di Stato dei capoluoghi coinvolti e nelle relazioni delle commissioni d’inchiesta sui primi campi di concentramento. E’ forse giunto il momento di recuperare la memoria storica e di riscrivere i libri di storia”.


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Nuovo CD!

di Redazione

E’ uscito il nuovo CD di Patrizia, contenente 11 brani con le più belle cover di oggi e di ieri. Per ricevere il disco e per informazioni inviare una mail a info@patriziaonmusic.it o consultare il sito ww.patriziaonmusic.it


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Cucina

Un pranzo per le festività Natalizie un po’ diverso!

di Sonia Larzeni

Care lettrici se siete stufe dei soliti menù Natalizi fatti di lasagne,cannelloni e di tutte quelle preparazioni culinarie che si usano sempre nelle festività più importanti perchè magari si va sul sicuro e non si rischia di preparare un piatto che non è gradito agli ospiti,ecco allora un menù diverso. Abbiamo scelto per voi delle ricette abbastanza semplici nella loro preparazione e di sicuro effetto sui commensali facendo un tris di antipasti e un doppio secondo di cui uno di carne e uno di pesce e anche un doppio contorno.! Bè, che dire, provate per credere! ANTIPASTI 1) Tartine alle Noci. Ingredienti per 8 persone: Grammi 160 di prosciutto grammi 200 di gherigli di noci Quattro cetriolini sott'aceto grammi 150 di burro 16 fette di pane in cassetta. Tritate finemente assieme i gherigli di noci, il prosciutto ed i cetriolini: quindi, amalgamate bene il tutto con il burro che avrete nel frattempo fatto ammorbidire. Spalmate poi il composto così ottenuto su fette di pane che avrete provveduto a far abbrustolire in forno. 2) PALLINE DI RICOTTA. per 8 persone. INGREDIENTI 700 g di ricotta 4 cucchiai di burro 4 uova 2 tazze di pangrattato 200 g di parmigiano grattugiato noce moscata grattugiata sale, pepe. PREPARAZIONE Mettete in una terrina la ricotta ed unitevi un uovo sbattuto, il parmigiano, la noce moscata e amalgamate il tutto. Sbattete l'altro uovo con sale e pepe. Fate con il composto di ricotta delle palline grandi quanto una noce, passatele prima nell'uovo sbattuto e poi nel pangrattato. Fate soffriggere nel burro; toglietele quando sono dorate e lasciatele intiepidire prima di servirle. 3) Torta rustica. Ingredienti: Burro 20 gr. Latte 1 bicchiere Mozzarella 150 gr. Parmigiano 60 gr. Pasta sfoglia 250 gr. Pepe nero Prezzemolo Prosciutto cotto 200 gr. Sale Uova 2 Pan carré 3 fette Carne tritata 150 gr. Preparazione Eliminate la crosta a 3 fette di pancarrè e immergetele in 1 bicchiere di latte. Quindi, strizzatele e sminuzzatele. Trasferite 2/3 del pancarrè in una ciotola con 150 g di carne tritata, 1 uovo, 30 g di parmigiano grattugiato, 1 ciuffo di prezzemolo tritato, un pizzico di sale e una macinata di pepe nero. Frullate 200 g di prosciutto cotto, amalgamate con il restante pancarrè, 1 uovo, 30 g di parmigiano grattugiato, il sale e una macinata di pepe nero. Stendete 250 g di pasta sfoglia, allo spessore di 3 mm, e foderatevi una teglia rotonda, unta con 20 g di burro. Spalmate sul fondo il composto di carne e coprite con 150 g di mozzarella affettata. Coprite con il composto di prosciutto e fate cuocere tutto in forno preriscaldato a 180 °C, per circa 40 minuti. Servitela fredda tagliandola in otto fette e aggiungerla agli altri antipasti. PRIMO Maccheroni di Natale al tonno INGREDIENTI PER 8 PERSONE: 700 grammi di ziti 700 grammi di passato di pomodoro 250 grammi di tonno sott'olio 6 acciughe sott'olio 2 spicchi di aglio un mazzetto di prezzemolo peperoncino in polvere olio d'oliva sale e pepe 1 Tritate finemente l'aglio e fatelo soffriggere con 4 cucchiai di olio in una casseruola larga e bassa: unite 2 cucchiai di prezzemolo tritato e le acciughe, stemperandole sul fuoco basso con il cucchiaio di legno. Quando le acciughe si sono disfatte aggiungete il passato di pomodoro e mezzo bicchiere di acqua. 2 Cuocete la salsa a fuoco vivo, mescolando spesso. A mano a mano che si asciuga bagnate con un mestolo di acqua calda e fatela evaporare, sempre a fuoco vivo. Dopo 20 minuti di cottura complessiva aggiungete il tonno scolato dall'olio e sbriciolato, regolate di sale e di pepe e cospargete con prezzemolo fresco tritato e un pizzico di peperoncino. 3 Cuocete i maccheroni in abbondante acqua bollente salata, scolateli al dente, trasferiteli nella pentola del sugo e mescolateli delicatamente, aggiungendo un giro di olio crudo. Trasferite la pasta in una zuppiera calda e servite. SECONDI 1) Tacchino alla carne mista. Ingredienti per otto persone: un tacchino del peso di quattro o cinque chilogrammi circa; una cipolla; grammi 200 di carne di vitello tritata; grammi 200 di manzo tritato; grammi 100 di prosciutto crudo in una sola fetta; due uova; pangrattato; olio; burro; vino bianco secco; sale e pepe. In un tegame con 30 grammi di burro, fate dorare su fiamma dolce la cipolla tritata. Appena questa tende ad appassire, aggiungete le carni tritate, il prosciutto che avrete tritato e, rimescolando di tanto in tanto, fate rosolare su fuoco dolce. Bagnate con il vino, alzate un po' la fiamma, fate evaporare e spegnete il fuoco. Lasciate raffreddare le carni. Quindi, aggiungete le uova e tanto pangrattato quanto basta per ottenere un composto omogeneo. Con l'impasto preparato, farcite il tacchino preparato già per la cottura. Cucitelo con filo per alimenti. Mettete olio e burro in una capiente casseruola: collocatevi il tacchino e passate il tutto in forno, già preriscaldato a temperatura di 180 gradi. Durante la cottura, spruzzatelo con il vino e con il suo sughetto di cottura. 2) Trote al vino bianco. Ingredienti e Preparazione: 8 trote di medie dimensioni gia eviscerate, 2 limoni 150 g di burro 1 l di vino bianco 8 foglie di alloro sale pepe in grani Sciacquate e asciugate le trote, salatele internamente e inserite in ciascuna 1 foglia di alloro, qualche grano di pepe e 10 g di burro. Disponete le trote in una teglia, bagnate con il vino, distribuite in superficie 20 g di burro in fiocchetti e profumate con la scorza del limone tagliata a listerelle. Fate cuocere su fuoco vivace fino a raggiungere l'ebollizione, trasferite la teglia in forno caldo a 200?C e continuate la cottura per 15 minuti. Levate dal forno, mettete le trote da parte e tenetele al caldo. Rimettete la teglia sul fornello, aggiungete il burro rimasto e fate ridurre il liquido di cottura a fuoco vivo, mescolando ogni tanto con un cucchiaio di legno. Velate le trote con questa salsina, portate in tavola e servite. CONTORNI Contorno per tacchino Champignon trifolati al vino bianco. Ingredienti e Preparazione: 700 g di champignon 2 spicchi di aglio mezzo bicchiere di vino bianco secco un cucchiaio di prezzemolo tritato 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva sale, pepe. 1) Pulite e affettate gli champignon e fateli insaporire in una padella con l'olio e uno spicchio di aglio intero ma sbucciato. 2) Dopo un paio di minuti spruzzate i funghi con il vino, fatelo evaporare a fuoco vivo, salate, pepate, abbassate la fiamma, coprite il recipiente e cuocete per 15 minuti circa. 3) Insaporite con il prezzemolo e con mezzo spicchio di aglio tritato e cuocete ancora per 10 minuti, scoperto. Servite i funghi ben caldi, spolverizzati, se vi piace, con altro prezzemolo tritato. Contorno per trota Insalata di Natale Pulite 500 g di insalata cicorino,o altra varietà, e tagliatela a pezzetti abbastanza piccoli; lavate e pulite 4 finocchi e affettateli molto sottilmente. Lessate per 30 minuti 600 g di patate a pasta bianca, sbucciatele e tagliatele a dadini. Mescolate i tre ingredienti preparati e conditeli con 6 cucchiai di olio extravergine di oliva, 3 cucchiaio di succo di limone e sale. Sciacquate 50 g di capperi sotto sale, affettate a rondelle 100 g di olive verdi snocciolate e mescolateli con tutte le altre verdure. Modellate tutto quanto a cupola in un piatto di portata, quindi decorate con fettine di limone, capperi, rondelle di olive e servite. A questo punto del pranzo vi consiglio di inserire al centro tavolo un piatto con varia frutta secca come nocciole, noci pistacchi mandorle ecc. Quindi passare alla frutta mista di stagione e al sottostante dolce affiancato sempre dal classico panettone all'uvetta o al pandoro secondo i gusti! DOLCE Tortelli di Natale alle castagne. INGREDIENTI PER 8 PERSONE: 500 grammi di farina 2 uova 4 cucchiaini di lievito in polvere 400 g di castagne surgelate 2 cucchiaini di caffè solubile mezzo cucchiaio di cacao amaro uvetta 200 g di cioccolato fondente 50 grammi di burro 2 cucchiai di latte un bicchierino di brandy 250 g di zucchero al velo Alloro sale Procedimento. 1) Cuocete le castagne con una foglia di alloro in acqua fredda per 10 minuti dal momento dell'ebollizione, scolatele e passatele attraverso uno schiacciapatate 2) Preparate una pasta con la farina, il burro, l'uovo, il lievito, un pizzico di sale e il latte, fatela riposare per 10 minuti in frigo e stendetela in una sfoglia dello spessore di 2 millimetri circa 3) Ricavate dei dischi del diametro di 6 centimetri con un tagliapasta rotondo, mescolate il purè di castagne con il caffè solubile, il cacao, il cioccolato tritato grossolanamente, un cucchiaio di uvetta e il brandy e disponete un cucchiaino di ripieno al centro di ogni disco di pasta 4) Ripiegate la pasta libera sul ripieno in modo da formare delle mezzelune, sigillate i bordi premendo leggermente e disponetele sulla teglia del forno rivestita con carta speciale. Cuocete a 180° per circa 10 minuti, passate i dolcetti ancora bollenti nello zucchero al velo e serviteli freddi. E ora terminiamo con un bel digestivo! BUONE FESTE A TUTTI!


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Cultura

Un’antica città riaffiora: DUKKI GEL, tesoro della Nubia Cuscita

di Alessio Begliuomini

La scoperta che ha fatto l'archeologo ginevrino Charles Bonnet con la sua equipe, nel cuore dell'attuale Nubia a poco meno di 1 chilometro dal sito dell'antica capitale del regno cuscita di Kerma, è eccezionale. -"Quella che abbiamo ritrovato -dice ora Bonnet- è un'intera città, un complesso notevole e al cui interno si stagliava una cittadella templare la cui porta maggiore raggiungeva allato murale un centinaio di metri. E poi l'architettura dell'intero complesso urbano è assolutamente originale, discostandosi tanto da quella cuscita a noi già nota come da particolari influenze egizie: non ne ravvisiamo equivalenti oggi su tutto il continente africano". Dukki Gel venne infatti edificata con mattoni crudi, assai poco resistenti alle incurie nel tempo; ora queste sue rovine ci riconnettono con una entità urbana fiorita probabilmente a partire dal diciannovesimo Secolo avanti l'era volgare: dunque un'epoca anteriore alla occupazione armata egizia dell’antichissimo regno di Kerma: luminoso esempio di plurimillenaria civiltà africana coeva e autonoma rispetto al ciclo faraonico. Ma ecco,come è stato possibile far riaffiorare da diecine e diecine di secoli di oblio Dukki Gel ? Ancora Charles Bonnet informa che " intanto essendo il terreno del ritrovamento di proprietà privata, non ovunque si è potuto, finora, ottenere autorizzazione legale a gli scavi; e pertanto, al fine di confermare o no, ma scientificamente, le supposizioni archeologiche fatte coi miei collaboratori di scavo, si è fatto arrivare qui due archeologi polacchi e di vaglia, specialisti in rilievi di tipo geomagnetico. Sfruttando questo preciso sistema, abbiamo rapidamente elaborato una carta piuttosto precisa delle vestigia dell'intero sito, in parte ancor sommerso dallle sabbie. E ora vediamo che Dukki Gel era piuttosto ampia, con almeno due templi di vaste dimensioni e di forma circolare e con corridoi di accesso". Il cerchio e l'ellisse sono geometrie ovunque ricorrenti a Dukki Gel. Bonnet ritiene che la gran parte della cittadella, le cui fondamenta sono riemerse proprio l'inverno scorso, abbia avuto la medesima funzione dell'ipogeo presso il tempio di Karnak in alto Egitto, con un profilo murale peraltro difforme: incurvato. In tanto gli scavi continuano incessanti, vigilati coll'amorevole impegno che Charles Bonnet mette ritornando, per mesi ogni inverno fino a primavera inoltrata, a Dukki Gel. La vicinissima Kerma, fu capitale di un regno potente, che alla metà del sedicesimo Secolo avanti l'era volgare spinse le proprie truppe all'invasione d'Egitto, destando sorpresa eppoi sgomento nelle armate faraoniche, le quali subirono allora una sconfitta tanto dura da obliarne tra di loro e verso i posteri ogni memoria scritta. Del resto, ciò che noi sappiamo della civiltà cuscita di Kerma, ci si affida, per lo più, a partire dai numerosi reperti archeologici a noi giunti da scavi che presso Kerma e dintorni continuano da appena una cinquantina d'anni. Mirabile, in diorite, la testa di giovine rinvenuta durante la campagna di scavi a suo tempo patrocinata dal Boston Museum of Fine Arts, ove si dà per certo che questo singolarissimo volto è databile fra 1784 e 1688 avanti Cristo. Da parte nostra, non esitiamo a vedere in questo preziosissimo manufatto la più elevata testimonianza scultorea individuale che finora ci abbia raggiunto dal mondo antico pre-ellenico. Guardate, la civiltà di Kerma è enigmatica; ma pure, anche i reperti in ceramica rinvenuti nei luoghi cusciti fiorenti al meglio tra 2000 e 1500 avanti Cristo, rendono buona testimonianza di una civiltà che incarna, ed estende, entro ulteriori forme del tempo del secondo Millennio dell'era volgare, le forze spirituali ispiratrici l'Egitto predinastico: oltre il quale, proprio dall'Antico Regno, s'avvia di questi la caduta. La civiltà di Kerma, sita oltre la terza cataratta del Nilo e dunque a metà strada fra Luxor e l'Etiopia, si arricchisce sviluppandosi al seno di ciò che si estranea dal coevo mondo egizio: mastodontico relitto, sconvolto nel vortice mentale della divinizzazione egoica dei propri faraoni. Ci è ben noto, che alla fine del sedicesimo Secolo avanti Cristo l'arrivo armato egizio nella regione oltre la terza cataratta provocasse la repentina alterazione degli usi funerarii cusciti, proiettandoli, mediante l'eternizzazione del cadavere ( mummie), proprio nel campo della magia nera dei dominatori faraonici; e d'acchito, allora, l'arte cuscita decade, quasi si dissolve; per ricomparire ridondante, "estetizzante" e però degradata di mistero al tempo dei cosiddetti faraoni neri: al tempo del "barocco nilotico"...


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Unificazione dell’Italia: un genocidio dimenticato. E’ giunto il momento di riscrivere i libri di storia? (parte seconda)

di Stefano Pellicanò

n) Berdardino Milon (1829-1881): ex-borbonico ed ex-garibaldino divenne col. dei bersaglieri e dirigeva da Rossano (CS). Riferì al gen. Sacchi, suo superiore: “Il mio arrivo qui ha prodotto terrore, e difatti ieri a notte in Sorbo quasi tutti gli abitanti dormirono in campagna per tema di essere da me arrestati” [e fucilati per tentata fuga]. Il suo ordine era “Atterrite queste popolazioni !”.Il 15.VII. 1869 scrive a Sacchi: ”La testa di Palma [un patriota, fig. a lato] mi giunse ieri; l’ho fatta mettere sotto spirito, e chieggo a lei se vuole che la porti per farla imbalsamare”. o) Gen. Pier Eleonoro Negri (1818-1887): commise crimini a Pontelandolfo (§ Fg). Con R. D. 1.VI.1861 ebbe la medaglia d’oro al v. m. “Per il brillantissimo valore da lui spiegato nella ricognizione del Garigliano del 29.X.1860”. p) Gen. Pallavicini: nel 1863 dispone che: ”i parenti degli inquisiti [fino al terzo grado] vengano arrestati e mantenuti in carcere a mia disposizione”. Con R. D. 1.VI.1861 ebbe la medaglia d’oro al v. m.”Per l'intelligenza, l'energia ed il valore dimostrati nel concorrere a formare il piano ed a dirigere le operazioni degli Abruzzi e dell'Ascolano e condurre una colonna all'assalto di Civitella del Tronto”. q) Cap. Augusto Paselli del 18°bers.: segnalò che: “[...] esecuzioni se da fare in pubblico occorre essere scortate dell’intera Compagnia per allontanare i pericoli della rivolta dei cafoni”. r) Gen. Ferdinando Augusto Pinelli (1810-1865): durante l’assedio di Civitella del Tronto (§ Fd) nel proclama alle truppe del 3 febbraio scrive “La pietà è un delitto” e per la fucilazione facile dei contadini fu sostituito dal gen. Luigi Mezzacapo. In seguito emanò il bando: “[...] Un branco di quella progenie di ladroni si annida tra i monti, correte a snidarli e siate inesorabili [...]”. Furono comminate pene di morte anche per modeste violazioni. A Vieste (FG) fucilò “più decine di persone” tra cui l’arcidiacono, quattro canonici, il cap. della Guardia Nazionale e 12 militi; a L’Aquila e Avezzano 250 persone, 526 nel Teramano, 159 a Gioia del Colle, 150 a Montefalcione, 45 ad Auletta (SA), 40 a Pietrelcina, 5 a Paduli (BN), 140 a Scurcola (AQ). A fine gennaio 1861 distrugge Torre S. Lucia (AP) con l’artiglieria pesante quindi i bersaglieri massacrano i rivoltosi. “Ordinò di bruciare tutti i villaggi fino ad Acquasanta e di fucilare ogni persona sospetta”; secondo la relazione ufficiale “vennero incendiati 22 paesi e fucilati un numero imprecisato. Tutte le masserizie ed il bestiame di sospetti partigiani furono confiscati e venduti al mercato di Ascoli”. Il 28 ottobre si dirige verso Pizzoli (AQ) saccheggiando masserie e case e uccidendo i contadini che incontra per strada; in una sola mattina 136 impiccandoli per risparmiare polvere da sparo. Arrivato a Pizzoli alloggia in casa di Alessandro Cicchettani fatto fucilare il mattino dopo sotto gli occhi della moglie perché aveva in casa un fiocco rosso (in onore del Re). A S. Vittorino (AQ) vedendo ovunque il colore rosso imprigionò chi incontrava per strada percuotendo, torturando, incarcerando e fucilando chi si rifiutava di sputare sulle nappe rosse. A Caserta fece fucilare parecchi preti e agli ufficiali che facevano presente che senza processo disse “Son preti e basta, siano fucilati come esempio”. Il suo bersagliere udinese Ermenegildo Novelli scrisse che avevano massacrato gente inerme lasciando i corpi nelle piazze. Dal diario del bersagliere valtellinese Carlo Mangolfo: il 20.VII.1861 dopo una caccia spietata “[...] di 232 briganti, tra i quali i preti del paese e tutte le autorità [...]” che domenica 21 diretti ad Avellino “coll’ordine al minimo movimento della popolazione passando per i paesi di fare fuoco giunti in Avellino pochi briganti abbiamo lasciato quindi partimmo per Nola dove il gen. fece gli elogi della bella caccia che avevamo fatto. Sortì una voce dicendo che lui era un galantuomo, figlio del sindaco”. Pinelli gli disse di mettersi da parte e fece fucilare i rivoltosi quindi gli chiese conferma e alla risposta affermativa gli disse “Ebbene andate, andate,ma di questa parte” e dopo trenta passi ordinò di “tirare a quel galantuomo che cascò anche lui vicino agli altri suoi compagni [...]”. Con R. D. 9.II.1862 ebbe la medaglia d’oro al v. m.“Per i soddisfacenti risultati ottenuti col suo coraggio e per l’instancabile sua operosità nella persecuzione del brigantaggio nelle provincie napoletane nel 1861” e inoltre gli vennero intitolate strade, piazze e dedicate targhe murali. s) Gen. Paolo Salaroli (1796-1878): scrive a Vittorio Emanuele II: “I contadini devono essere tutti fucilati, senza far sapere niente alle autorità. Imprigionarli non è conveniente perché si deve provvedere al loro sostentamento”. F) Alcuni crimini di guerra e contro l’umanità a) La strage di Partinico (Palermo, 16 maggio 1860) La sera del giorno dopo la sconfitta di Calatafimi una formazione borbonica giunse a Partinico accolta a fucilate dalla popolazione con 40 soldati trucidati e 15 prigionieri da consegnare come trofeo a Garibaldi che due giorni dopo accettò la cittadinanza offertagli. b) La tragedia di Bronte (Catania, agosto 1860) A Bronte ricadevano diversi grandi feudi tra cui la Ducea degli eredi dell’amm. Nelson verso cui i contadini, ridotti alla fame avevano fatto invano ricorso alla giustizia sostenuti dal liberale avv. Nicolò Lombardo. Garibaldi, con vari decreti del giugno 1860 promise la divisione delle terre e abolì demagogicamente le tasse esistenti ma ben presto però i siciliani si accorsero che era soltanto propaganda e il 2 agosto si ebbe una rivolta con sedici vittime. Garibaldi, su istigazione inglese, ordinò a Bixio una feroce repressione e gli insorti furono massacrati durante i tumulti o arrestati assieme a innocenti e giudicati da tribunali, impropriamente definiti, di guerra. Il 6.VIII.1860 Bixio era a Bronte e l’8 agosto scrive al magg. Giuseppe Dezza che avrebbe assistito alla fucilazione ancora prima dell’inizio del processo-farsa che con la sentenza della sera del 9 agosto ne condannava almeno cento persone, che in nome dei principi garibaldini si erano riappropriate delle terre e innocenti tra cui l’avv. Lombardo scambiato per borbonico che invitato a fuggire si sarebbe rifiutato per difendere il suo onore e d’altra parte era dalla parte di Bixio che dimostrò la sua disumanità impedendo ai parenti di avvicinare i condannati prima dell’esecuzione; vietò il permesso di portare due uova all'avvocato e quando ordinò di sparare a bruciapelo il colpo alla nuca al povero pazzo Nunzio Ciraldo Fraiunco sfuggito miracolosamente alle pallottole della scarica. c) Le infamie di Gaeta (12 novembre 1860-13 febbraio 1861) Nel febbraio 1861 nonostante la tregua il gen. E. Cialdini (§ Ec) bombardò ancora più furiosamente e sperimentò la Iª guerra batteriologica moderna infettando l’acquedotto di Monte Conca con carcasse di animali morti provocando una terribile epidemia di tifo petecchiale, la vera causa della resa e l’11 febbraio il col. G. Delli Franci cominciò a concordare la capitolazione mentre i piemontesi continuavano a sparare sulle abitazioni e l’ospedale. Il 13 durante i colloqui nel suo Q. G. fece entrare in azione altre due batterie di cannoni a canna rigata e alle 15 esplose la polveriera della batteria Transilvania con diciotto tonnellate di esplosivi. Mentre i plenipotenziari napoletani si commossero i piemontesi contravvenendo alle leggi non scritte dell’onore militare e della stessa ospitalità applaudirono fragorosamente e cominciarono a bombardare e mitragliare i barellieri per impedire i soccorsi con ulteriori 400 morti. Da notare che il 19.IX.1860 a Caiazzo i borbonici aiutarono molti garibaldini che rischiavano di affogare. Dopo la resa Cialdini non mantenne la promessa di integrare i soldati napoletani nel suo esercito e ne mandò 11.200 a morire nei lager. Venne insignito del titolo di Duca di Gaeta e medaglia d’argento al v. m. Nel 1960 a Gaeta in via Napoli venne trovata una fossa comune profonda 12 metri per 20 di diametro con 2000 cadaveri di trucidati dai piemontesi. d) Le infamie di Civitella del Tronto (20 marzo 1861) Alla resa della fortezza una commissione di guerra fucilò per brigantaggio l'alfiere Angelo (o Domenico) Messinelli, il volontario Supino di Bonaventura e il frate Leonardo Zilli. e) Il massacro di Montefalcione (Avellino, luglio 1861) Nel pomeriggio del 5.VII.1861 una sessantina di uomini, tra cui soldati borbonici, vi entrano, il popolo si solleva e la rivolta si propaga ai paesi vicini. Giungono tre compagnie del battaglione di fanteria e centoventi Ussari guidati dal magg. Girczy che attaccano le barricate degli insorti e “ne fa terribile macello” con fucilazioni indiscriminate (fig. a sotto) fino a notte con cadaveri in strada, in chiesa e nel monastero dei Padri Dottrinari quindi la legione ungherese saccheggia e incendia le case. L'Irpino il 10 luglio scrisse: “Nessun tristo è stato risparmiato”. Il bilancio delle vittime è imprecisato perché non si conosce il numero degli arsi vivi mentre i fucilati oscillerebbero tra 97 e 150. Molti partecipanti alla strage ottennero onorificenze, 4 ufficiali e 16 soldati furono decorati con la medaglia d'argento al v. m. e 32 ebbero una menzione onorevole. f) Il massacro di Auletta (Salerno, 30 luglio 1861) Il 28 luglio 1861 una colonna borbonica entrò in Auletta accolta festosamente. Un contingente di bersaglieri e la Legione ungherese espugnatala, al mattino del 30 luglio, si accanirono sulla popolazione civile, uccidendo, saccheggiando anche le chiese, bruciando e arrestando 200 cittadini. Tra le 45 – 130 vittime vi fu il parroco Giuseppe Pucciarelli mentre altri quattro religiosi furono pestati a sangue in piazza e costretti ad inginocchiarsi davanti al tricolore sabaudo, uno settuagenario che cercò di rialzarsi venne ucciso da un sergente a colpi di calcio di fucile alla testa.. g) Le atrocità a Casalduni e Pontelandolfo (14 agosto 1861) Sono ben descritte dal cap. Augusto Bracci, del 36° fanteria. Il 10 agosto i partigiani di Cosimo Giordano inseguirono 40 piemontesi che si erano macchiati di stupri e fuggirono a Casalduni dove catturati vennero fucilati. L’ordine per i massacri di Casalduni e Pontelandolfo (BN) fu del gen. Cialdini e eseguito per Casalduni dal magg. Melegari e per Pontelandolfo dal gen. Maurizio Gerbaix De Sonnaz, soprannominato Requiescant per le facili fucilazioni di preti e distruzione di chiese e abbazie, che coordinava entrambe le colonne, e dal gen. Pier Eleonoro Negri. Alle 2,00 venne invaso S. Lupo, qualcuno avvertì il sindaco di Casalduni per cui gli abitanti fuggirono in montagna tranne i malati e chi non credeva nell’efferatezza dei liberatori. Le case furono bruciate, oltre cento inermi vennero crivellati, si ebbero saccheggi, violenze e stupri; alcuni cittadini furono decapitati con le teste mozzate. Il ten. Mancini inviato dal magg. Melegari dal gen. De Sonnaz a Pontelandolfo per ricevere ordini riferì: “ Negri ha distrutto completamente Pontelandolfo. Ho visto mucchi di cadaveri, forse 500, forse 800, forse 1000 !”. Qui l’eccidio cominciò alle 4.00. I vecchi vennero fucilati subito e i bambini nel letto. I bersaglieri esaurite le munizioni uccidevano utilizzando le baionette. Le donne, seminude essendo ancora a letto, se vecchie venivano subito infilzate se giovani venivano prima violentate; trenta che si erano rifugiate intorno alla croce nella piazza del mercato furono uccise a colpi di baionetta; alcune fuggite in chiesa furono violentate sull’altare e a una che graffiò gli aggressori vennero mozzate le mani. Le chiese vennero profanate e spogliate, le ostie sante gettate via. Il sessantaseenne contadino Nicola Biondi venne legato nella stalla mentre dieci bersaglieri sotto i suoi occhi violentavano la figlia sedicenne Concettina per poi uccidere entrambi. Due giovani fratelli liberali un avvocato e un commerciante chiesero di parlare al gen. Negri che si giustificò che quella gente aveva massacrato 40 piemontesi e quando l’avvocato replicò che andavano presi i colpevoli e giudicati in tribunale li fece fucilare dopo che i bersaglieri li derubarono e negato la confessione. Il fratello dell’avvocato era ancora vivo dopo la scarica e il gen. Negri gli sparò. Dopo ore di stragi e furti il gen. De Sonnaz ordinò il ritiro ai soldati che avevano gli zaini pieni di refurtiva. Scrive il filatore di seta valtellinese Carlo Margolfo che partecipò al massacro: “[...] Al mattino del mercoledì. giorno 14 entrammo nel paese; subito abbiamo incominciato a fucilare i preti ed uomini, quanti capitava, indi il soldato saccheggiava, ed infine abbiamo dato l’incendio al paese, abitato da circa 4.500 abitanti [...]. Non si poteva stare d’intorno per il gran calore, e quale rumore facevano quei poveri diavoli che la sorte era di morire abbrustoliti, e chi sotto le rovine delle case “. Il 15.VIII.1861 il gen. Cialdini telegrafa da Napoli al Ministro della Guerra: “Ieri giustizia fu fatta !”. Gaetano Negri, futuro sindaco di Milano, scrisse al padre da Napoli nell’agosto 1861: “ Un battaglione di bersaglieri entrò a Pontelandolfo, uccise tutti, saccheggiò tutte le case, e poi lo mise a fuoco distruggendoto. La stessa sorte toccò a Casalduni.. Sembra che gli aizzatori della insurrezione fossero i preti che ci odiano a morte. Se si fucilassero tutti i curati (del Napoletano, ben inteso!), il castigo sarebbe più giustamente inflitto, e i risultati più sicuri”. Il magg. Angiolo de Witt, del 36° fanteria bersaglieri, a proposito di Pontelandolfo scrive nel suo diario: “[...] I fratelli Lo Russo presi per reazionari, con dei bene aggiustati colpi di carabina, gli uccisero tutti e due. Il mag. Rossi ordinò l’incendio e lo sterminio dell’intero paese. I bersaglieri snidarono dalle case i reazionari dell’ieri che costretti dalle baionette di scendere per la via , vi trovavano squadre di soldati che facevano una scarica a bruciapelo contro di loro”. Scrisse Civiltà Cattolica (4ª serie, anno 1861, vol XI): “Non solo spogliavano i morti, ma rubavano i feriti del denaro, catenine, crocifissi d’oro e medaglette d’argento, degli anelli dalle dita, degli orinoli dai taschini e se erano ufficiali, spiccavano loro le spalline e gli ordini cavallereschi, ond’erano fregiati”. In una memoria don Mastrogiacomo, parroco di Fragneto Monforte accusa i suoi paesani perché dopo che “i soldati, hanno istituito il mercato del bottino per poco denaro hanno acquistato degli oggetti”. Il governo per questa azione concesse la medaglia d’oro alla bandiera dei bersaglieri. Oggi a Pontelandolfo luogo della memoria c'è solo un piccolo monumento con tredici nomi e una lapide in memoria di Concetta Biondi, violentata e uccisa. Il 14 agosto 2011 in occasione del 150° dell’eccidio l’ex premier G. Amato su delega del Presidente della Repubblica G. Napolitano ha chiesto pubblicamente scusa a nome della Repubblica Italiana per i civili trucidati mentre Achille Variati, sindaco di Vicenza, città natale del gen. P. E. Negri si è inginocchiato ai piedi della lapide e nel chiedere anch’egli ufficialmente scusa ha pubblicamente promesso di intitolare al Paese una strada non secondaria o una scuola della sua città. h) Il massacro di Palermo (settembre 1866) Dopo l’Unificazione i funzionari settentrionali consideravano spesso il popolo siciliano inferiore che era rimasto profondamente deluso dalle (false) promesse di Garibaldi a tal punto che avvenne l’impossibile cioè si ritrovarono a combattere insieme borbonici, autonomisti, indipendentisti, radicali, azionisti e cattolici tradizionalisti. La scintilla fu le ottuse limitazioni alla feste di S. Rosalia, la patrona della città, l’introduzione del monopolio statale del tabacco e la leva obbligatoria. A Monreale (PA) una compagnia di granatieri fu fatta a pezzi, poi a Roccadifalco (PA) fu sterminato un reparto di carabinieri e a Misilmeri (PA) i piemontesi ebbero 27 morti e si ritirarono. I centomila contadini della Conca d’Oro insorsero marciando su Palermo appoggiati dalla cittadinanza, la Guardia Nazionale si rifiutò di sparare e molti passarono dalla loro parte. 30.000 rivoltosi (40.000 secondo il Procuratore Centrale della Corte d’Appello) batterono ripetutamente il Regio esercito. Il gen. Cadorna il macellaio impiegò oltre 40.000 uomini, la polizia e la marina che cominciò a bombardare Palermo, ordinò di sparare a vista sui passanti e sulla “nefasta setta clericale”, espropriò conventi e monasteri, soppresse 1027 corporazioni religiose, incarcerò i frati sfuggiti alle fucilazioni, fece arrestare il novantenne vescovo di Monreale Benedetto D’Acquino e 171 religiosi in tutta l’isola. La stampa estera parlò di sacrosanto moto indipendentista mentre nella stampa nazionale comparve solo qualche trafiletto in ultima pagina il mese dopo. I piemontesi ebbero oltre 200 caduti, oltre un migliaio di feriti e circa 2200 prigionieri. R. Cadorna, volendo emulare E. Cialdini (§ Ec) ricorse alla guerra batteriologica facendo infettare l’acquedotto con carcasse di animali provocando un’epidemia di tifo petecchiale. i) Esempi di fucilazione di bambini A Verzare, un casale di Montefalcione e in altre contrade del paese furono fucilati il tredicenne Giuseppe D'Amore (11 luglio 1861), Carmine d'Alelio in località Sant'Antonio Abate; Angelo Ciampa in contrada Chiaine e Pasquale Baldassarre sulla strada Taverne (Archivio della chiesa madre). I dodicenni Antonio Colucci venne fucilato il 12 marzo 1862 e Antonio Orsolino da Casalnuovo Monterotano (FG) il 2 marzo 1864. l) L’uccisione di un pastorello pugliese Scrive il magg. Angiolo De Witt che saputo che la banda di Nunzio di Paolo di Macchiagodena stava dirigendosi verso Casalciprano (CB) mosse la sua colonna verso Spineto per prenderlo alle spalle quasi riuscendoci se quando stava guadando il torrente Foce “un giovane pastore, che pascolava le sue capre nella sommità di una rupe, con degli urli, dei schiamazzi, e coll’agitare delle braccia come un ossesso, non avesse avvertito i [90] briganti della nostra presenza [che riuscirono a scappare....] ordinai alto alla compagnia e per infliggere la meritata punizione allo spione mandai [...] per arrestarlo [...]. Quel pastorello di appena 17 anni, era vestito di pelle di agnello, come usano i pastori delle Puglie, ed aveva in mano un piffero di legno [...], lunghi capelli neri [....]. Costui era, o una spia, o un brigantello, e forse un affiliato segreto allastessa banda di Nunzio; questa idea fu condivisa da tutti i miei soldati perlochè credetti di non commettere cosa indecorosa nello stramazzarlo al suolo con un colpo della mia sciabola che gli aprì il cranio e lo lasciò ivi più morto che vivo [...]”. m) L’uccisione di un cafone [contadino] Il cap. Augusto Bracci del 36° fanteria, il 30 luglio 1861 scrive: “Pattugliando da 6 ore con un forte caldo arrivammo nei campi di Casalduni e qui scorgendo un cafone nella campagna decisi di far riposo sfuttando quel momento.Afferratolo per il collo gli intimai di dirci chi nel suo paese fosse contrario alla nuova Italia. Guardando fisso nel basso non pronunciava alcunché bensì ansimava. Ed allora gli ordinai di urlare viva Vittorio Emanuele. Ma niente. Poi afferrata la pala gli ordinai di scavarsene la fossa e questi quasi a compiacersene si diede a farlo di gran lena. Finito il lavoro il sergente Bertacchi ridendo di cuore lo fece entrare nello sterrato ed il disgraziato eseguì e presea pregare come sestesse per finire di lì a qualche momento la sua esistenza. Poi fu ricoperto con la terra fino al mento e con sassi e massi intorno e sopra la testa. Solo in quel momento con poca voce ripeteva quanto primo gli era stato comandato. Allora il sergente gli disse di essere libero e di andarsene ma con le sue forze. Fu un gran ridere per tutti ed il cafone stava ancora là ad invocare il nostro amatissimo sovrano ed a cercare di uscire dalla sua tomba”. n) Esempi di sentenze dei tribunali Giuseppe Cassetta di 52 anni in base alla sentenza del 9 febbraio 1865 per aver dato da mangiare a una comitiva armata come complice di briganti ebbe 15 anni di lavori forzati, l'interdizione dai pubblici uffici e cadute in confisca le palle di fucile e la zucca formanti corpo di reato. Domenico Ressa che aveva gridato viva Francesco II venne incriminato per pubblico discorso da eccitare lo sprezzo ed il malcontento contro la sacra persona del Re. Augusto Iatosti venne condannato perchè avrebbe dato Grane cinque ai contadini per farli gridare viva Francesco II e chiamato due suoi cani Garibaldi e Vittorio Emanuele II. G) I tentativi di deportazione all’estero (documentazione degli anni 1862-1873) I piemontesi allontanando migliaia di persone dal Sud speravano di aver risolto il problema ma ben presto nelle prigioni del Nord ne insorsero di ordine pubblico. Il gen. Cialdini propose a Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele di farli arruolare nell’esercito sudista e li trasportarono a New Orleans nel gennaio-maggio 1861. I napoletani si batterono valorosamente e il 10° Rgt svolse un ruolo fondamentale nella vittoria sudista di Manassas e se il presidente J. Davis avesse ordinato l’avanzata fino a Washington la Storia sarebbe stata diversa. Da notare che nel settembre 1861 si arruolarono coi nordisti fuoriusciti mazziniani inquadrati nel 39° Rgt Guardia di Garibaldi che presi prigionieri dopo un comportamento vergognoso dopo uno scambio di prigionieri i nordisti li sottoposero alla marcia della vergogna. Questa deportazione mascherata cessò per le proteste statunitensi e a questo punto il governo tentò la loro deportazione in una terra lontana come scrisse il premier gen. Luigi F. Menabrea alla Regia Marina Militare (Oggetto colonia penitenziaria) ricevendo una risposta negativa per problemi di bilancio anche perché non poteva chiedere fondi al Parlamento che avrebbe dovuto rimanerne all’oscuro. Così furono effettuati vari tentativi (Documenti Diplomatici Italiani e dell’Ufficio Storico della Marina Militare, scritti in francese) collezionando umilianti smacchi diplomatici con Portogallo, Argentina, Tunisia, Borneo, Danimarca, Australia, Regno Unito per l'isola di Socotra, un ulteriore tentativo in Borneo e Nuova Guinea. H) La creazione dei campi di concentramento Il 17 marzo 1861 il Parlamento delibera per la prima volta da Torino e deve subito affrontare la guerra civile nel Sud. Il governo si ritrova con 1700 ufficiali napoletani e 24.000 soldati prigionieri rimasti fedeli a Francesco II (un Dio e un Re) e coi renitenti catturati nei rastrellamenti. Un primo tentativo di risolvere il problema fu il D. 20.XII.1860 anche se le prime deportazioni erano cominciate già nell’ottobre. Nei lager oltre 40.000 uomini furono fatti morire per fame, stenti, malattie e maltrattamenti, una drammatica realtà storica completamente rimossa dalla storiografia ufficiale. La maggior parte dei prigionieri vennero stipati nelle navi senza cibo e acqua per giorni (anche se molti percorsero a piedi l'intero tragitto) e fatti sbarcare a Genova, da dove, attraversando laceri e affamati la via Assarotti, e smistati nei campi di concentramento di Fenestrelle (il più famigerato), S. Maurizio Canavese, Alessandria, nel forte di S. Benigno (GE), Milano, Bergamo, Forte di Priamar (SV), Parma, Modena, Bologna, Ascoli Piceno e altre località del Nord mentre in migliaia vennero confinati in varie isole come Gorgonia, Elba, Giglio, Capraia, Ponza. Molti prigionieri si suicidavano gettandosi in mare e talvolta ci furono suicidi in massa. Le autorità risolsero il problema facendo accompagnare le navi da piccole imbarcazioni per raccogliere i tentati suicidi ma il loro numero aumentò nei lager. a) Campo di concentramento di Fenestrelle (TO) E’ ancora visibile su un muro l'iscrizione Ognuno vale non in quanto è ma in quanto produce che ricorda Arbeit macht frei. A circa 2000 mt d’altezza furono imprigionati giovani di 22-32 anni che in base agli accordi dopo la resa di Gaeta dovevano essere lasciati liberi dopo 15 giorni come a es, scrissero alcuni prigionieri il 18.X.1861, dopo otto mesi, alla Stampa Meridionale mescolati a vecchi, uomini di cultura, popolani, sacerdoti e delinquenti comuni, spesso disconoscendo il capo d’imputazione e il vero motivo era il sequestro dei loro beni. I deportati vi affluirono per circa dieci anni e non per uno come spesso affermato. Erano in camice di tela quando i locali indossavano tre maglioni uno sull’altro, il pasto era miserabile, senza pagliericci, senza coperte, senza luce mentre la temperatura era quasi sempre sotto lo zero. Per accrescere la loro sofferenza vennero divelti deliberatamente i vetri e gli infissi nei cameroni per accelerarne la morte di migliaia di prigionieri non registrati (Civiltà cattolica 1860, serie IV, vol. IX: 30). Scrisse Civiltà Cattolica: “Quei meschinelli, appena coperti da cenci di tela, rifiniti di fame perché tenuti a mezza razione con cattivo pane ed acqua ed una sozza broda, furono fatti scortare nelle gelide casematte di Fenestrelle e d'altri luoghi posti nei più aspri luoghi delle Alpi a spasimare di fame e di stento per le ghiacciaie”. Intorno al Forte esiste ancora una mulattiera che i locali chiamano la strada dei siciliani, segno di lavori forzati. Ci lavorarono in migliaia. Non si conoscono le cifre esatte di questa tragedia, la sopravvivenza media era di 3-4 mesi, morivano di stenti, di freddo e di malattie. Nei registri della parrocchia esistono indicazioni di prigionieri meridionali morti presso il piccolo ospedale militare ma della maggior parte dei decessi non esiste traccia perché spesso non venivano registrati e i cadaveri venivano ammassati in botole di calce viva che liquefaceva anche le loro ossa affinché non restasse tracce dei misfatti compiuti. b) Campo di concentramento di S. Maurizio Canavese (TO) Nel 1861-1870 accolse circa 8.000 soldati (il territorio di San Maurizio Canavese era molto più esteso dell’attuale). Civiltà Cattolica nel 1861 descrisse che stremati dalle fatiche avevano diritto a “mezza razione di cattivo pane e ad una ciotola d’acqua sporca”. In una terra dove l’autunno è freddo e l’inverno freddissimo, dormivano in tende senza giaciglio e con ripari approssimativi morendo di fame e di freddo. Poiché in questo campo i prigionieri non superarono mai gli 8.000 mediamente forse era un campo momentaneo da cui andavano via chi accettava di vestire la divisa sabauda, chi moriva e chi veniva inviato a Fenestrelle a sostituire coloro che morivano perché era necessario un ricambio continuo. Si ignora dove i morti sono stati sepolti. c) Campo di concentramento delle Lande di San Martino (TO) Venne istituito per la rieducazione dei militari sbandati con metodi di inaudita crudeltà. I) L’aggressione al Regno delle Due Sicilie (Cronistoria si una guerra non dichiarata) Cavour all’inizio considerò la spedizione dei Mille dannosa per i rapporti con la Francia perché sospettava che il vero obiettivo di Garibaldi fosse Roma ma poi valutò che avrebbe potuto scoppiare una sollevazione all'interno del Regno delle Due Sicilie che lo avrebbe costretto a intervenire. In preparazione della spedizione vennero assoldati delinquenti per le sommosse e corrotte personalità del Regno per agevolarla. Nel 1860 l’esercito del Regno delle Due Sicilie era il più numeroso d'Italia (93.000 uomini e 4 reggimenti di mercenari) e il III in Europa. I Mille erano quasi tutti Cacciatori delle Alpi cui nella IIª guerra d’indipendenza Cavour pochi mesi prima non aveva mandato rinforzi ma che ora era a Genova a controllare i preparativi della spedizione segreta anche se i Borbone erano informati, erano già arrivate le loro proteste diplomatiche e all'inizio di maggio avevano mandato nella zona di Marsala reparti dell'esercito col gen. Giuseppe Letizia (che in seguito entrò nell’esercito piemontese) e il magg. D’Ambrosio e varie navi da guerra che non interverranno. Alcuni episodi: 5 maggio 1860: partenza in serata dallo scoglio di Quarto al Mare (poi Quarto dei Mille), simulando il furto delle navi Piemonte e Lombardo . 10 maggio: i reparti di Letizia vengono allontanati. 11 maggio: a Marsala, in mattinata, giungono le navi da guerra inglesi Intrepid e Argus. L'arrivo dei Mille, senza bandiera (fig. sotto), viene subito segnalato mediante telegrafo elettrico a Trapani. Viene chiesto alle navi inglesi di spostarsi per non essere colpite ma prendono tempo per cui quando si inizia a sparare lo sbarco è già terminato aiutato anche dai pescatori legati agli inglesi. 15 maggio: nella battaglia di Calatafimi eroica impresa garibaldina, in realtà l'8° Btg. Cacciatori superiore per addestramento e mezzi ai Mille (e dotato del nuovo fucile Minié) mette in fuga Garibaldi quando riceve dal gen. Francesco Landi l'ordine di ritirarsi permettendo loro di poter arrivare agevolmente a Palermo. Si scoprì che il traditore aveva ricevuto una fede di credito di 14.000 ducati per la sua ritirata poi in Calabria 10.000 suoi soldati si arresero senza combattere. Dopo l'Unificazione fu promosso gen. di Corpo d'Armata con una cospicua pensione. Morì il 2.II.1861 di un colpo apoplettico quando scoprì che la fede di credito era falsa valendo solo 14 ducati. Il gen. Tommaso Clary comandante territoriale in Sicilia contrastò disastrosamente i garibaldini tra l’altro frazionando i suoi uomini in piccoli reparti. 27 maggio: Garibaldi a Palermo è praticamente indisturbato dai 16.000 napoletani che il gen. Lanza aveva confinato nelle fortezze e i garibaldini rubano 5.000.000 ducati al Banco delle Due Sicilie con violenze e saccheggi di ogni tipo. La sera del giorno dopo arrivano truppe che erano state trattenute da gen. Landi e all'alba del 30 attaccano con successo ma mentre si accingevano ad assaltare il palazzo di Garibaldi, senza vie di scampo, arriva l'ordine del Lanza di sospendere i combattimenti perché era stato stipulato un armistizio (mai richiesto), così l'8 giugno i 24.000 napoletani si imbarcano tra lo stupore della popolazione. 19 luglio: a Messina Clary fa imbarcare quattro compagnie che ferma al momento della partenza e il giorno dopo nella battaglia di Milazzo 2.000 napoletani sgominano circa 10.000 garibaldini. Garibaldi rischia di morire ma per il mancato arrivo dei rinforzi del gen. Clary sono costretti a ritirarsi nel forte che il 22 a capitolazione imminente telegrafa di non arrendersi. Lo stesso giorno il Ministro della Guerra Pianell ordina lo sgombero di Messina e della Cittadella nonostante la strategia delineata era quella di tenerla ad ogni costo per poi ripartire alla riconquista dell’Isola, come nel 1849. 25 luglio il gen. Medici entra a Messina senza incontrare resistenza poiché Clary dal giorno prima si è ritirato nella Cittadella. Per ordine scritto di Francesco II pervenuto due giorni dopo viene sciolto l’esercito a Messina perché ingannato e mal consigliato crede di poter liberare tutta l’Italia insieme al cugino Vittorio Emanuele II. 28 luglio: Garibaldi giunge a Messina. I gen. Clary e Medici concordano il suo abbandono da parte dei napoletani a patto che non venissero arrecati danni alla città. La Real Cittadella, affacciata sul porto, si arrenderà otto mesi più tardi, il 12 marzo 1861. Mancava, secondo gli auspici di Francesco II, un impegno di Garibaldi di cessare le ostilità. A inizio agosto Clary viene apertamente contestato dai soldati e alcuni generali lo accusano di collusione con Garibaldi quindi l’8 agosto viene richiamato a Napoli dove il 14 agosto il re non vuole riceverlo e il Ministro della Guerra Pianell gli disse che “la patria aveva molto a dolersi di lui” venendo emarginato. Il 7 settembre si reca a Gaeta dove viene posto agli arresti domiciliari e poi cacciato, si trasferisce quindi a Roma dove, dopo la caduta del Regno, fu un dirigente del brigantaggio politico organizzando vari tentativi legittimisti tutti falliti nonostante il molto denaro ricevuto. Nell'estate 1863 su pressioni del governo italiano il comando francese romano lo fa relegare a Civitavecchia; di lui non si sa più nulla dopo la presa di Roma (1870). Dopo lo sbarco a Marsala Francesco II fece molte concessioni liberali richiamando in vigore la Costituzione del 1848; al precipitare degli eventi cercò persino un'alleanza col cugino Vittorio Emanuele II di Savoia (giugno-luglio 1860) che la rifiutò e anzi mentre scriveva ipocritamente: “ Casa Savoia non è mossa da fini ambiziosi o da brama di signoreggiare l’Italia [...]non sarebbe migliore salvaguardia dell’indipendenza d’iItalia che il buon accordo fra i due maggiori potentati di essa” e condannava (falsamente) l'impresa dei Mille, ordinava al gen. Cialdini di partire per Napoli senza alcuna dichiarazione di guerra e all'amm. Carlo Pellion di Persano di salpare. Napoleone III aveva proposto un'alleanza fra i due Regni. Francesco II si dimostrò favorevole facendo arrendere Messina mentre il governo piemontese dissimulò il rifiuto con l'autonomia operativa di Garibaldi. 20 agosto: all’alba viene conquistata Reggio. Il gen. Fileno Briganti dopo aver tradito a Palermo nella difesa di Reggio commise innumerevoli errori tattico-strategici nonostante l’enorme superiorità numerica. 23-24 agosto: 4.000 borbonici a Villa S. Giovanni (RC) comandati dai gen. Briganti e Nicola Melendez vengono attaccati. Il gen. Ruiz arretra fino a Bagnara; il comandante in capo gen. Giambattista Vial, non invia rinforzi; il 23 Briganti si arrende imitato il giorno dopo da Melendez. Da notare che il gen. Briganti inviato a difendere la costa calabrese tra Scilla e Reggio rimase a Catona (RC) con i soldati in spiaggia a prendere il sole non ostacolando lo sbarco dei Mille, consegnando i forti di Reggio e Scilla, impedendo la reazione degli altri comandanti e andando a pranzare con Garibaldi. Francesco Francesconi, un 19enne soldato borbonico poi brigante e soldato papalino scriverà nel 1913 che a Mileto (VV) appena lo videro “abbiamo fatto una scarica di circa sessanta fucili [...]: Dopo [...] abbiamo tutti corso a Monteleone [Vibo Valentia] per prendere l’altro traditore, Viallo [il gen. Vial] ma era fuggito [...]”. I giudici napoletani giudicarono incapace e traditore il gen. Vial mentre i piemontesi lo collocarono subito a riposo. 26 agosto: Il gen. Caldarelli parte per Salerno senza combattere e le sue truppe si sbandano. 30 agosto: A Soveria Mannelli (CZ) oltre 10.000 uomini del gen. Giuseppe Ghio si arrendono senza combattere. I soldati tentarono di ucciderlo ma riuscì a fuggire a Napoli chiedendo protezione a Garibaldi che a settembre lo nominò comandante della piazza di Napoli, a novembre venne collocato a riposo; morì di morte violenta, forse suicida. Garibaldi entra a Cosenza che il gen. Giuseppe Caldarelli gli consegna senza combattere. I suoi soldati volevano ucciderlo ma si salvò passando alle camicie rosse. La strada per Napoli è libera. 4 settembre: a Napoli si decide di rischierarsi tra Gaeta e Capua, tra i fiumi Volturno e Garigliano. 6 settembre (ore 18): Francesco II lascia Napoli per Gaeta senza combattere per evitare che la città fosse devastata sulla nave da guerra Messaggero con la regina e pochi fedeli mentre la flotta si rifiuta di seguirlo emanando un proclama che impressionò la popolazione: ”[...] Ho preferito lasciare Napoli, la mia propria casa, la mia diletta capitale per non esporla agli orrori d’un bombardamento, come quelli che hanno avuto luogo in Capua e Ancona. Ho creduto di buona fede che il Re del Piemonte, che si diceva mio fratello, mio amico, che mi protestava disapprovare la invasione di Garibaldi, che negoziava col mio governo un’alleanza intima per veri interessi d’Italia, non avrebbe rotto tutti i patti e fatte violare tutte le leggi, per invadere i miei Stati in piena pace, senza motivi nè dichiarazioni di guerra. Se questi erano i miei torti, preferisco le mie sventure ai trionfi dei miei avversari” lasciando gli arredi delle regge e non prelevando ducati del suo ricchissimo patrimonio personale perché “i suoi beni appartenevano al popolo”. Coerentemente con sé portò oggetti di devozione e ricordi familiari e non ritirò i suoi depositi dalle banche. Cavour ordina alla flotta di salpare verso Ancona. Il 7 settembre arrivano gli ambasciatori di Austria, Prussia, Russia e Spagna. Garibaldi parte per Napoli in treno giungendovi alle 13.30 accolto da L. Romano (§ L) mentre i borbonici si arrendono senza combattere. 9 settembre: i garibaldini entrano a Napoli depredando, saccheggiando, violentando, assassinando, violando i monasteri e profanando le chiese. 11 settembre: Garibaldi abolisce l'Ordine dei Gesuiti e ne confisca i beni, vengono incarcerati nobili, sacerdoti, civili e militari contrari all’Unificazione mentre vengono liberati tutti i delinquenti comuni. Il Palazzo Reale viene saccheggiato e gli oggetti più preziosi vengono inviati a Torino. Decreta inoltre la confisca dei beni privati di Francesco II dal Banco delle Due Sicilie che viene rapinato di tutti depositi. Intanto i piemontesi invadono lo Stato Pontificio. Pesaro e Urbino cadono immediatamente seguiti da Senigallia (il 13), Foligno e Perugia (il 14 settembre). 18 settembre: sconfitta dei pontifici a Castelfidardo. L'amm. Persano inizia a bombardare Ancona. 19 settembre: Inizia la battaglia di Caiazzo di importanza strategica perché raggiunta Caserta sarebbe stato facile ributtare a mare i garibaldini. La vittoria non viene sfruttata adeguatamente ma i garibaldini per la prima volta subiscono una sonora sconfitta. I soldati borbonici, con vero senso di umanità, ne traggono in salvo molti che rischiavano di affogare evitando inoltre di sparare loro alle spalle. Con questa sconfitta si infrange il mito di Garibaldi invincibile e la sua campagna militare divenne difensiva tranne la disastrosa battaglia di Carpinone (IS) del 17 ottobre. 28 settembre: resa di Ancona. 1 ottobre: battaglia principale a sud del fiume Volturno dove Garibaldi arresta la ripresa offensiva dei borbonici. Vi partecipò anche Carmine Crocco, allora sconosciuto disertore passato con Garibaldi (poi famoso brigante). 12 ottobre: 39.000 piemontesi, cui poi si aggiungeranno 25.000 garibaldini, senza dichiarazione di guerra allo Stato Pontificio, attraversano Marche e Umbria e passano il Tronto, contro 50.000 napoletani. Resistono ancora le fortezze di Gaeta, sotto un assedio feroce dove vengono commessi crimini di guerra (§ Fc), Capua, la Cittadella di Messina e Civitella del Tronto (§ Fd). 26 ottobre 1860: nuova linea difensiva sul Garigliano. L'impresa dei Mille si conclude con l’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele (fig. sopra) presso il ponte di Cajanello (oggi San Nicola), frazione di Borgonuovo (Teano, CE) o al bivio di Taverna della Catena, a Vairano Scalo, frazione del comune di Vairano Patenora (CE), impropriamente incontro di Teano. 2 novembre: la flotta francese si ritira da Gaeta. Inizia quindi l’assedio dove diecimila soldati guidati dal gen. Giosuè Ritucci resistettero eroicamente per tre mesi, dal 12.XI.1860 all'esercito piemontese del gen. Cialdini superiore in uomini e mezzi che bombardò con 160.000 bombe utilizzando i modernissimi cannoni rigati con 4.200 metri di gittata stando comodamente seduto sulla terrazza della (modesta) villa privata di Ferdinando II a Mola (Formia). Nel frattempo i Tribunali francesi sentenziarono che il Regno delle Due Sicilie era vittima di una vergognosa aggressione. Il ventiquattrenne Francesco II e la moglie diciannovenne dimostrarono grande valore e con l'inasprirsi dei bombardamenti Sofia era sui bastioni incurante dei bombardamenti, aiutando e soccorrendo i feriti (la sua causa di beatificazione venne indetta il 9.VII.1859) diventando il simbolo dell'assedio, l’ eroina di Gaeta del Journal du siége de Gaëte. Napoleone III fece concordare una tregua dall’8 al 19.I.1861 per convincere Francesco II ad abbandonare Gaeta avendo ormai salvato l’onore che il 15.I.1861 gli scrisse: “Come cedere, quando in tutte le province del mio Regno con sentimento spontaneo si insorge contro la dominazione piemontese ? Il mio diritto è ora il solo mio patrimonio, ed è mestiere che per difenderlo io mi faccio seppellire, se necessario, sotto le fumanti rovine di Gaeta”. Gaeta si difese valorosamente per tre mesi fino al 13 febbraio 1861 e gli assedianti si macchiarono di vari crimini (§ Fc). Senza rifornimenti e senza viveri gli ultimi soldati napoletani si batterono attuarono addirittura sortite offensive. Fra le lacrime della popolazione, ufficiali e soldati inginocchiati la notte del 14 febbraio 1861 i reali salparono per Roma. Francesco II alla partenza per l’esilio disse profeticamente al comandante Vincenzo Criscuolo: “Vincenzino il Nord non lascerà ai meridionali neanche gli occhi per piangere”. Formalmente il Regno delle Due Sicilie cessò di esistere il 20 marzo 1861 con la resa della fortezza di Civitella del Tronto (TE) la cui resistenza aveva assunto un grande valore simbolico dopo un assedio di sei mesi (15.X.1860) dopo due giorni di terrificanti bombardamenti. Alle 13,45 viene fucilato, senza processo, il serg. Messinelli per aver disobbedito all’ordine di resa. Nel 1862 Francesco II inviò una grossa somma di danaro ai napoletani vittime di una eruzione del Vesuvio. A Roma visse ospite di papa Pio IX fino all'occupazione piemontese (1870) dove sperando nell’aiuto di Austria e Francia creò un consiglio di reggenza. Si giunse a ridicolizzare i reali in esilio inviando a tutti i governi del Continente dei fotomontaggi pornografici di Maria Sofia (fig. pag. precedente) con lo scopo di screditare anche la Corte pontificia che ne era l'ospite “sollevando un grido di indignazione di tutta la gente onesta, né a Roma soltanto, ma a Parigi, a Vienna, a Monaco, a Torino e a Napoli”. Dal 1870 Francesco II visse a Parigi senza grandi mezzi economici perché il Regno d'Italia gli aveva confiscato i beni proponendone la restituzione a patto di rinunciare ad ogni pretesa sul trono cosa che rifiutò rispondendo che il suo onore non era in vendita. Morì ad Arco di Trento, dove si era recato per cure termali, nel Trentino allora austriaco. Nel testamento scrisse fra l’altro: “Ringrazio tutti coloro che mi hanno fatto del bene, perdono a coloro che mi hanno fatto del male e domando scusa a coloro i quali ho in qualche modo nociuto”. Papa Pio IX rifiutò di riconoscere il Regno d’Italia ma quando seppe della imminente scomparsa di Vittorio Emanuele II (9.I.1878) inviò al Quirinale mons. Marinelli che per motivi sconosciuti non fu ricevuto. L) Il tradimento politico del Regno delle Due Sicilie a) Liborio Romano (1793-1867) ex carbonaro e ministro dell'Interno sotto Francesco II era un vanesio e vagamente idealista, l’essenza del traditore-tipo, usato dai piemontesi per compiere atti devastanti all’interno del governo del Regno e che consacrò l’intreccio politica-delinquenza infatti scarcerò camorristi detenuti col compito di mantenere l'ordine all'arrivo di Garibaldi a Napoli e ne inserì diversi nelle istituzioni con incarichi di polizia e facendo loro amministrare l'erogazione di 75.000 ducati. b) Luigi di Borbone conte d’Aquila (1824-1897), zio di Francesco II, era il comandante della Real Marina. Accusato di preparare un colpo di stato il 14.VIII.1860 venne esiliato in Francia. Francesco di Paola, conte di Trapani (1827-1892), era privo di capacità politiche. c) Leopoldo di Borbone, conte di Siracusa (1813-1869) di scarsa intelligenza il 24.VIII.1860 scrisse una lettera distribuita a tutte le cancellerie europee e ai giornali (Tab. I) con lo scopo di abbattere il nipote enfatizzata dalla propaganda anti-borbonica. Qualche giorno dopo la sua diffusione andò a bordo della Maria Adelaide dell'amm. Persano, alla fonda nel golfo di Napoli per avere la conferma della promozione a vicerè in Sicilia preceduto dal biglietto: “Pretendo di essere salutato colla bandiera allo stemma dei Savoia, quale suddito di S.M. Vittorio Emanuele II, solo Re degno di regnare sull’Italia” ma gli venne offrire solo una transitoria e platonica Luogotenenza in Toscana. Morì a Pisa, in circostanze misteriose, forse suicida. M) Il tradimento del Real Esercito e Real Marina del Regno delle Due Sicilie Gli episodi in quegli incredibili cinque mesi furono così numerosi che è difficile considerarli tutti. Qualche ufficiale si suicidò mentre altri, passati con l’esercito piemontese poi italiano, furono umiliati, guardati con diffidenza e subito pensionati. Dal diario dell’amm. C. Pellion di Persano, conte e futuro ministro della Marina sappiamo che con tre milioni di piastre turche d’oro (20 Tabella I: La lettera di Leopoldo di Borbone, conte di Siracusa. "Sire, Se la mia voce si levò un giorno a scongiurare i pericoli che sovrastavano la Nostra Casa, e non fu ascoltata, fate ora che, presaga di maggiori sventure, trovi adito nel vostro cuore, e non sia respinta da improvvido e più funesto consiglio. Le mutate condizioni d'Italia, ed il sentimento della unità nazionale, fatta gigante nei pochi mesi che seguirono la caduta di Palermo, tolsero al governo di V.M. quella forza onde si reggono gli stati, e rendettero impossibile la Lega col Piemonte.Le popolazioni della Italia superiore, inorridite alla nuova delle stragi di Sicilia, respinsero co' loro voti gli ambasciatori di Napoli, e noi fummo dolorosamente abbandonati alla sorte delle armi, soli, privati di alleanze, ed in preda al sentimento delle moltitudini, che da tutti i luoghi d'Italia si sollevarono al grido di esterminio lanciato contro la Nostra Casa, fatta segno alla universale riprovazione.Ed intanto la guerra civile, che già invade le province del continente, travolgerà seco la dinastia in quella suprema rovina, che le inique arti di consiglieri perversi hanno da lunga mano preparata alla discendenza di Carlo III di Borbone; il sangue cittadino, inutilmente sparso, inonderà ancora le mille città del reame, e voi, un di speranza e amore dei popoli, sarete riguardato con orrore, unica cagione di una guerra fratricida. Sire, salvate, che ancora ne siete in tempo, salvate la Nostra Casa dalle maledizioni di tutta l'Italia! Seguite il nobile esempio della Regale Congiunta di Parma, che allo irrompere della guerra civile sciolse i sudditi dalla obbedienza, e li fece arbitri dei propri destini. L'Europa e i vostri popoli vi terranno conto del sublime sagrifizio; e Voi potrete, o Sire, levare confidente la fronte a Dio, che premierà l'atto magnanimo della M.V. Ritemprato nella sventura il vostro cuore, esso si aprirà alle nobili aspirazioni della Patria, e Voi benedirete il giorno in cui generosamente Vi sacrificaste alla grandezza d'Italia. Compio, o Sire, con queste parole il sacro mandato, che la mia esperienza m'impone; e prego Iddio che possa illuminarvi, e farvi meritevole delle sue benedizioni”. milioni €), moneta usata nel commercio internazionale, vennero corrotti nobili, politici e ufficiali e il 6 agosto 1860 così conclude una lettera a Cavour: “[...] Termino colla buona notizia che possiamo oramai far conto sulla maggior parte dell'ufficialità della regia marina napoletana [...] Ho dovuto Eccellenza somministrare altro denaro. Ventimila ducati al Devincenzi, duemila al console Fasciotti, giusta invito del marchese di Villamarina, e quattromila al comitato. Sebbene tutto questo sia fatto secondo le formole stabilite perché non un soldo passi per le mie mani, pure questa faccenda di denaro m'intisichisce”. Le prime avvisaglie si ebbero subito dopo lo sbarco a Marsala, come esempi i gen. Tonson La Tour (ad Augusta), Locascio (a Siracusa), Giuseppe Ruiz e Carlo Gallotti (nel reggino), De Benedicts (in Abruzzo), Pinedo (a Capua). Il gen. Francesco Bonanno in Sicilia restò inoperoso mentre in Puglia perse una brigata ottenendo in seguito una pensione dal governo italiano; il gen. Camillo Bonaparte di stanza a Palermo venne riciclato tra i vincitori; il maresciallo Filippo Flores, comandante in capo in Puglia si arrese pur in superiorità numerica, si recò a omaggiare Garibaldi a Napoli e successivamente chiese (non accettato) di entrare nell’esercito italiano; il gen. Gennaro Gonzales prima a Messina e poi in Calabria perse un’intera brigata; il gen. Alessandro Nunziante, uno dei militari più stimati del Regno, nel luglio 1860 si dimise e passò nell'Esercito italiano. A Giuseppe Salvatore Pianell , ministro della Guerra, il 18.VIII.1860 venne presentata una petizione che invitava Francesco II a lasciare Napoli senza combattere e anziché fare condannare i promotori all’impiccagione, come sarebbe avvenuto in Piemonte e Inghilterra, si accontentò del suo ritiro. Si dimise dopo poche settimane, partì per la Francia rientrando il 2 marzo 1861 per essere nominato il 17 Luogoten. Generale nell’Esercito italiano. A settembre il giornale francese L’Ami de la Réligion lo accusò con l’ex gen. A. Nunziante di corruzione. Il Luogoten. Paolo Ruffo, principe di Castelcicala incapace e pavido non seppe contrastare i garibaldini nonostante la netta superiorità numerica. Rimosso dall’incarico Francesco II non volle più incontrarlo. Circa tremila ufficiali dell'esercito borbonico vennero integrati nell'esercito sabaudo. La Real Marina passò quasi al completo agli ordini dell'amm. Persano. Come esempi di traditori citiamo l’amm. Nunziante che si ritirò a vivere a Torino dove venne abbandonato da tutti; il com. Marino Caracciolo, i cap. di fregata Amilcare Anguissola e Giovanni Vacca; il cap. Napoleone Scrugni, artefice delle diserzioni in massa nella flotta, che divenne Ministro della Marina nel governo dittatoriale di Garibaldi a Napoli; il cap. di fregata Guglielmo Acton che dopo l'Unificazione divenne amm. e poi sen. e Min. della Marina. Caustico il giudizio di Cavour su di loro: “Hanno sino all’ultimo cercato di tenersi la via aperta per approfittare degli eventi qualunque essi fossero”. N) Il complotto internazionale contro il Regno delle Due Sicilie (i veri motivi dell’Unificazione dell’Italia) I) I motivi dell’appoggio della Francia all’Unificazione Napoleone III mirava a estendere la sua influenza in Italia a danno dell'Austria, sperava di sostituire i Borbone con un discendente di G. Murat (re di Napoli 1808 - 1815) e di creare un Regno satellite nell'Italia centrale con l'ambiguo ruolo di protettrice di Roma e principale alleato del Regno di Sardegna. II) I motivi e l’appoggio del Regno Unito all’Unificazione Il suo imperialismo suggerì la maggior parte delle decisioni di Cavour. Dal 1856 in poi a Napoli ci furono vari attentati con morti e Il 25.VI.1857 ci fu lo sbarco di Pisacane a Ponza (LT). Dietro queste azioni c’era spesso Mazzini da Londra, il cui governo aveva affidato anche a Cavour l'incarico di far scoppiare sommosse negli altri Stati italiani per legittimare l'intervento del Piemonte per sedarle. Nel Mediterraneo in previsione dell'apertura del canale di Suez (17.XI.1869) i suoi obiettivi principali erano l'eliminazione della Russia dal Mediterraneo, ottenuta con la guerra di Crimea (1853 - 1856), il ridimensionamento dell'influenza politica della Francia e l’eliminazione della potente flotta mercantile meridionale passata dalle 5.328 unità (102.112 tonnellate) del 1834 alle 9.847 unità (259.917 tonnellate) del 1860 con unità a più elevato tonnellaggio segno della volontà di Ferdinando II di incrementare l'influenza commerciale nel Mediterraneo c della flotta più potente nel Mediterraneo (11 moderne fregate, 5 corvette e 6 brigantini a vapore e altre navi a vela) . Ancora un’Italia unita avrebbe potuto, fra l’altro, bilanciare da sud la Francia. Altri motivi furono la revoca del loro monopolio dello zolfo siciliano (il 90 % della produzione mondiale), materiale strategico pagato a prezzo quasi irrisorio e il contenzioso per il possesso dell'Isola Ferdinandea, nel Canale di Sicilia in acque territoriali del Regno (fig. sotto) emersa completamente nella notte fra il 10 e l'11 luglio 1831 importante approdo per le flotte ribattezzata Graham dagli inglesi e Iulia dai francesi. La disputa venne evitata perché l'8 dicembre l’isola scomparve ma venne interpretata come un altro indice della volontà di Ferdinando II di affermare il suo Regno come potenza marinara nel Mediterraneo centro-meridionale in contrasto con gli interessi inglesi. Il fattore determinante fu l’accordo commerciale tra il Regno e l'Impero Russo che appoggiava la flotta nei suoi porti. Con coerente neutralità nella guerra di Crimea non venne permesso l'uso dei suoi porti alle flotte anglo-francesi alienandogli parecchie simpatie. a) Appoggio del Regno Unito a livello propagandistico A Londra l’associazione Amici dell’Italia, animata da Mazzini d’accordo col governo raccoglieva denaro per la spedizione in Sicilia. Lord Palmerston denunciò più volte all'opinione pubblica europea l'inciviltà del governo borbonico. Il conservatore W. Gladstone rientrato in patria da Napoli scrisse due lettere al Parlamento britannico con vasta eco in Europa in cui sosteneva che lo Stato borbonico fosse in una terribile situazione sociale e di essere rimasto scioccato dalle condizioni dei detenuti ma tornato a Napoli tra il 1888 e il 1889 le sconfessò. Il 22.I.1861 F. Petruccelli della Gattina sull’ Unione di Milano ammise: “Poerio [Carlo, un detenuto politico] è un'invenzione convenzionale della stampa anglofrancese per personificare la negazione di questa orrida dinastia”. Secondo alcuni dati la linea di Ferdinando II verso i detenuti politici non fu delle più dure, tra il 1851 ed il 1854, infatti, i tribunali emisero 42 condanne a morte per delitti politici commutate in 19 ergastoli, 11 in trenta anni di reclusione e 12 in pene minori viceversa nel Regno di Sardegna il ricorso alla pena capitale era notevole, 113 nel periodo 1851-1855 come lamentato in parlamento il 26.III.1856 dall’on. A. Brofferio ma nonostante ciò una parte della stampa italiana si scagliò contro il sistema carcerario borbonico, che in realtà attuava i principi della Scuola Penale Positiva per il recupero sociale dei detenuti. Addirittura il 19.III.1857 il genovese Corriere Mercantile sostenne che era adoperata come strumento di tortura la cuffia del silenzio, una serie di fasce metalliche intorno alla testa del detenuto con una lingua di ferro ricurva che entrava fino al palato in realtà ampiamente utilizzata in Inghilterra. b) Appoggio economico Dal 1848 il Regno Unito fornì ingenti prestiti ai Savoia per le guerre di Unificazione e finanziò la spedizione di Garibaldi con 3.000.000 franchi francesi utilizzati in gran parte per garantire a circa 2300 ufficiali traditori il reclutamento nell'esercito del nuovo Regno (§ L). c) L’appoggio militare Avvenne l’’11 maggio 1860 a Marsala (§ I) ma anche mediante lo schieramento di navi da guerra a Palermo; durante la difesa di Milazzo; a Messina e nel corso del traghettamento in Calabria come Garibaldi riconobbe pubblicamente a Londra: Se non fosse stato per il governo inglese [di Palmerston], non avrei mai potuto passare lo stretto di Messina. O) I plebisciti d’annessione al Regno di Sardegna Avvennero per dare una parvenza di legittimazione popolare a un’azione già effettuata. Votarono solo i possidenti, 2 % della popolazione, in Sicilia meno del 20 % preceduti da una campagna stampa dove si definivano nemici della patria e rei di morte i contrari, scoraggiata la stampa di bollettini contrari e alle popolazioni rurali si fece credere che, in caso di voto contrario, sarebbero incorse in sanzioni (Civiltà Cattolica). F. Curletti capo della polizia politica sabauda afferma in un memoriale (Archivio di Stato di Modena) che vennero inserite schede nell’urna prima dello scrutinio pertanto talvolta risultavano (stranamente talvolta pure oggi) più voti rispetto agli aventi diritto. Il 21.X.1860 si svolge il plebiscito per l'annessione del Regno delle Due Sicilie in centri presidiati da militari o camorristi con la coccarda tricolore con urne palesi, bastonature, omicidi e violenze di ogni genere per chi voleva votare NO. Poiché chi votava SI non veniva registrato poteva andare a votare in tutti i seggi. Ci furono critiche come quelle dell’ex premier Massimo D'Azeglio e del liberale britannico Lord Russell (dispaccio inviato a Torino il 31.I.1861). P) Le comunicazioni nel Regno delle Due Sicilie Il tratto ferroviario Napoli-Portici inaugurato il 3.X.1839 venne utilizzato in un solo mese da circa 60.000 persone. Come indotto il 6.XI.1840 venne aperto il grande opificio di Pietrarsa per produrre materiale ferroviario. Etichettata dalla storiografia ufficiale come limitato capriccio del sovrano in realtà la ferrovia raggiunse anche Torre del Greco (1.V.1841), Castellammare di Stabia e Torre Annunziata (1.VIII.1842) con diramazione per Pompei, Scafati, Angri, Pagani e Nocera (18.V.1844) con prolungamento a Salerno (1853). All'Unificazione arrivata fino a Vietri sul mare. Ancora la Napoli-Cancello-Caserta (11.VI.1843) e la Napoli-Caserta (25.V.1844) che venne prolungata fino a Capua con diramazione Cancello-Nola (3.VI.1846) e nel 1856 fino a Sarno. Nel 1855 iniziò la costruzione da Napoli al confine pontificio fino al Tronto nel 1860 quasi ultimata; nel 1857 venne aperta la Napoli - Brindisi. Nel 1859 iniziò la costruzione della Caserta - Foggia con diramazioni a sud verso Brindisi e Taranto ad est verso Manfredonia e a nord verso L'Aquila e fu progettata anche la Salerno - Eboli Conza (AV) che avrebbe dovuto proseguire verso l'Abruzzo e la Calabria bloccata dalla perdita dell'indipendenza. Furono costruite tre nuove grandi strade lastricate che univano Napoli con Abruzzo, Puglia e Calabria con un servizio postale quotidiano che, grazie all'assenza di fermate e ai frequenti cambi di cavalli, era molto veloce. Erano particolarmente rinomate e diffuse le grandi carrozze di Avellino. Dai Registri doganali i traffici commerciali marittimi erano valutati per circa 500.000.000 ducati tra import/export (1 ducato=16 €) e il commercio e l'industria si servivano delle tante compagnie di navigazione (§ N). Q) I primati scientifico-tecnologici-socio-culturali del Regno delle Due Sicilie Il Regno era uno degli Stati più progrediti del mondo (se non diversamente specificato i seguenti primati vanno intesi come nazionali). A) Primati culturali I° Museo Mineralogico nel mondo (1801, fig. a lato); I° Orto Botanico (NA, 1807). 1860: Napoli è la Iª città per teatri, conservatori musicali, tipografie (113) e pubblicazioni di giornali/riviste. b) Primati economici 1856: alla Mostra di Parigi la tecnologia e la capacità dell'economia del Regno vengono riconosciute le migliori dopo Francia e Regno Unito col I° premio internazionale per la produzione di pasta e di coralli. 1859: I° Stato Italiano in Europa per produzione di guanti (700.000 dozzine di paia/anno). 1860: La più alta quotazione di rendita dei titoli di Stato (120 % alla Borsa di Parigi vs un costo d’acquisti dell’ 80’%). Minore carico tributario erariale in Europa e maggior quantità di Lire-oro nei Banchi Nazionali (l’80 % dei 668 milioni Lire-oro, patrimonio di tutti gli altri Stati italiani cioè 443 milioni). c) Primati ingegnieristici/industriali 1832: Iª realizzazione al mondo di ponti in ferro a impalcato sospeso, il Real Ferdinando I , con componenti metalliche realizzate a Mongiana. 1835 (5 aprile): inaugurazione del ponte in ferro Maria Cristina sul fiume Calore Irpino (fig. a lato). 1839: Iª ferrovia italiana (Napoli-Portici, fig. sotto). 1840: inaugurazione del I° grandioso complesso industriale Reale Opificio di Pietrarsa (NA) con oltre mille addetti e nascita di numerose scuole di Arti e mestieri per la formazione del personale (la Breda nascerà nel 1884, la Fiat nel 1897). 1845: Iª locomotiva a vapore a Pietrarsa. d) Primati marittimi 1781: I° Codice Marittimo nel mondo; 1792: I° atlante marittimo nel mondo; 1818 (24 giugno): la Real Ferdinando (fig. sotto) inaugura la navigazione a vapore nel Mediterraneo toccando più Stati (Ponti?cio, Granducato di Toscana e Regno di Sardegna) quattro anni prima del rimorchiatore inglese Monkey; 1835: inaugurazione del collegamento Palermo-New York (primato mondiale); Iª nave da crociera in Europa Francesco l; 1836: Iª Compagnia di Navigazione a vapore nel Mediterraneo (cantiere di Castellamare di Stabia); 1841: I° faro lenticolare a luce costante a Nisida (isole Flegree) negli anni successivi installato su tutte le coste del Regno (fig. centrale); 1843: Iª nave da guerra a vapore, la pirofregata a ruote Ercole, varata a Castellammare di Stabia. Le navi da guerra del Regno furono le prime a entrare nei porti statunitensi e nell'America del Sud per addestramento. 1847 (maggio): I° battello a vapore con propulsione a elica (Giglio delle Onde) per servizio passeggeri e postale; il 14 novembre varo della pirofregata a ruote Ettore Fieramosca, Iª nave progettata con macchina a vapore costruita interamente nel Real Opificio di Pietrarsa; 1852: I° bacino di carenaggio in muratura (NA); 1853: I° collegamento regolare per l'America col Sicilia in 26 giorni (primato mondiale); 1860: Iª flotta mercantile e Iª militale d'Italia (nel mondo seconda rispettivamente a Regno Unito e terza dopo Inghilterra e Francia); Iª nave a elica (Monarca) varata a Castellammare, la più grande industria navale d'Italia (2000 operai) dove il 18 gennaio viene varata la nave più potente della flotta, la fregata Borbone di 3.444 tonnellate, Iª nave militare a elica e in ferro (fig. a lato). E) Primati medici 1782: I° intervento di profilassi anti-tubercolare; 1813: I° Ospedale Psichiatrico (Aversa). 1814: Nasce a Scilla (RC) il chimico Raffaele Piria scopritore dell'acido salicilico. 1821: Matthias Marenzeller medico capo delle armate austriache diffonde l’Omeopatia nel Regno; 1822: Iª pubblicazione omeopatica; apertamente favorita dai Borbone si diffuse molto meno negli altri Stati italiani per motivi politici in quanto era considerata Medicina di scuola asburgica. 1843: I° periodico psichiatrico. 1860: più alta percentuale di medici/abitanti (9390 su circa 9.000.000 di abitanti vs. 7087 su 13 milioni di Piemonte, Liguria, Lombardia,Toscana e Romagna) e minor tasso di mortalità infantile. f) Primati scientifici 1819: I° osservatorio astronomico (Capodimonte); 1840: I° centro sismologico (Vesuvio); 1841: Iª struttura scientifica nel mondo per lo studio dei fenomeni vulcanici ad Ercolano (Osservatorio Vesuviano). 1845 (20 settembre): VII Congresso Scientifico Italiano (NA) con 1.408 scienziati; (28.IX): inaugurato il I° Osservatorio Meteorologico (alle falde del Vesuvio). 1852 (31 luglio): I° telegrafo elettrico che collega la capitale con Terracina, Ariano Irpino e Salerno e successivamente fino alla Sicilia; (20 settembre): I° esperimento di illuminazione elettrica (Capodimonte, Napoli) importante perché la lampada di Edison apparve nel 1877 e la prima a filamento nel 1879; 1855 (marzo): Napoli viene collegata telegraficamente con Roma, Parigi e Londra. 1856: I° sismografo elettromagnetico nel mondo di L. Palmieri. 1860:Il Regno dispone di una imponente rete di linee telegrafiche (nella sola Sicilia oltre 100 stazioni) e un sistema d’emergenza che verranno distrutte dopo l’Unificazione. g) Primati scolastici 1735: Iª Cattedra di Astronomia (NA); 1754: Iª Cattedra di Economia nel mondo (NA); 1762: Accademia di Architettura, una delle prime in Europa. 1811: Iª scuola di ingegneria civile a Napoli. Il Politecnico di Milano fu fondato solo nel 1863. 1812: Iª scuola di ballo nel Teatro San Carlo (NA). h) Primati sociali Colossali opere di bonifica delle paludi Sipontine (Manfredonia), di Brindisi, del bacino inferiore del Volturno, dei Regi Lagni e del Simeto terre distribuite poi gratuitamente. 1763: I° cimitero per poveri (Poggioreale, NA); 1783: I° cimitero in Europa per tutte le classi sociali (PA); 1789: Iª assegnazione di Case Popolari e Iª istituzione di assistenza sanitaria gratuita a San Leucio (CE). 1813: I° sistema pensionistico (con ritenute del 2 % sugli stipendi degli statali). 1835: I° albergo dei poveri; Iª illuminazione a gas (terza in Europa dopo Londra e Parigi) con 350 lampade; I° Istituto per sordomuti; 1853: Iª applicazione dei principi della Scuola Positiva Penale per il recupero dei detenuti. 1850: Napoli è la Iª città con un piano regolatore e la prima città al mondo con acqua corrente nelle case. 1859 (1 gennaio): emissione filatelica Effigie di Ferdinando II tra le più belle del mondo. 1860: I° Stato per orfanotrofi, ospizi, collegi, conservatori e strutture di assistenza e formazione. Napoli è la Iª città d'Italia, e IIIª d'Europa, per numero di abitanti. 1931 (21 febbraio): varo delle navi scuola, volute da B. Mussolini, Amerigo Vespucci e Cristoforo Colombo, nei cantieri di Castellammare di Stabia riaperti per l’occasione perché vi erano i progetti dell’ing. navale duosiciliano Sabatelli del Monarca (1850) l’ammiraglia della Real Marina, una delle più prestigiose e la più grande nave da guerra degli Stati pre-unitari (20 obici e 50 cannoni) rispetto al quale presentano un frazionamento velico più moderno, lo scafo in ferro e non in legno e una piccola differenza dell’inclinazione del bompresso. Conclusione Alla luce dell’abbondante documentazione una mente onesta e libera intellettualmente non può rifiutarsi di rimettere in discussione la consolidata storia risorgimentale. Il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja deve stabilire se si riscontrano i reati di: aggressione (art. 5, par. 1 dello Statuto di Roma della ICC-CPI) perche l'entrata dell'esercito sabaudo nei territori del Granducato di Toscana, Ducato di Modena, Regno delle Due Sicilie e Stato della Chiesa non fu preceduta da una formale dichiarazione di guerra; genocidio (art. 6), crimini contro l’umanità (art. 7) e crimini di guerra (art. 8) onde poter arrivare alla condanna postuma dei colpevoli e dei mandanti con la revoca delle medaglie al v. m. e dei titoli onorifici, cancellazione di vie e piazze a loro ancora intitolate e soprattutto allo ristabilimento della verità storica. Riteniamo, con molta umiltà, che l’enorme numero di morti e di atrocità dei liberatori ancora spesso misconosciute e i circa 23.000.000 di emigrati meritano il rispetto e un riconoscimento ufficiale internazionale finora negati. E’ giunto pertanto il momento della traslazione del paradigma e di riscrivere i libri di storia. Liberamente tratto dal Saggio: ”Genocidio. La conquista del Regno delle Due Sicilie: la grande mistificazione, il dolore della memoria, il ricordo dopo l’oblio (Dossier per il Tribunale Internazionale dell’Aja)” di Stefano Pellicanò ISBN: 978-88-97215-11-0 Per gentile concessione di Calzone Editore (www.wix.com/calzone_editore/home; calzone.editore@libero.it). © Copyright 2012 CE Calzone Editore Tutti i diritti artistici e letterari sono riservati.


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L’articolo 32 della Costituzione è ancora in vigore? parte II

di Stefano Pellicanò

Nel numero di marzo ci chiedevamo retoricamente se l’articolo 32 della Costituzione fosse stato abrogato a nostra insaputa e abbiamo dimostrato con alcuni esempi (su cui ovviamente non ritorniamo) che con l’alibi che le Regioni hanno autonomia in tema di Sanità, pur non essendo l’Italia uno Stato federale, in pratica quello che vale in una Regione può non valere in un’altra con gravi ripercussioni per la salute e le tasche del cittadino. La parola d'ordine è ormai: “Risparmio a tutti i costi” ottenuto in barba a medici e pazienti e finché la Sanità sarà considerata dai politici solo come una fonte di spesa l'assistenza sanitari subirà continui peggioramenti fino allo sfascio completo del S.S.N., di conseguenza tra i pazienti si conteranno innumerevoli pre-morienze con beneficio per le casse dell'I.N.P.S. che risparmierà l'erogazione di molti trattamenti pensionistici. Ma, come dicono gli “esperti”, la speranza di vita si è … allungata ! Nel 2016 gli italiani che hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie nell'ultimo anno a causa di difficoltà economiche, non riuscendo a pagare di tasca propria le prestazioni (dati CENSIS) sono stati 11 milioni (2 milioni in più rispetto al 2012) un fenomeno che riguarda, in particolare, 2,4 milioni di anziani e 2,2 milioni di nati dal 1980 al 2000 circa.Da un’altra recente ricerca del CENSIS in Italia cresce la spesa sanitaria privata che è arrivata a 34,5 miliardi €, con un incremento in termini reali del 3,2% negli anni 2013-2015, il doppio dell'aumento della spesa complessiva per i consumi delle famiglie nello stesso periodo, pari a +1,7% una dinamica dovuta in parte all’allungamento progressivo delle liste d’attesa che rappresenta il moltiplicatore dell'attrazione della sanità a pagamento e il forte aumento dei ticket visto che il 45,4% (cioè 5,6 punti percentuali in più rispetto al 2013) ha pagato tariffe nel privato uguali o di poco superiori al ticket richiesto nel pubblico. Sono 7,1 milioni gli italiani che nell'ultimo anno hanno fatto ricorso all'intramoenia, il 66,4% di loro proprio per evitare le lunghe liste d'attesa e il 30,2% si è rivolto alla sanità a pagamento anche perché i laboratori, gli ambulatori e gli studi medici sono aperti nel pomeriggio, la sera e nei weekend. Per il 45,1% degli italiani, precisamente il 39,4 % dei residenti nel Nord-Ovest, il 35,4% nel Nord-Est, il 49 % al Centro, il 52,8 % al Sud, la qualità del S.S. Regionale è peggiorata negli ultimi due anni; per il 41,4% è rimasta inalterata e per il 13,5% è migliorata. Il 52% degli italiani lo considera inadeguato con una percentuale che sale al 68,9% nel Sud e al 56,1% al Centro mentre scende al 41,3 % al Nord-Ovest e al 32,8 % al Nord-Est. Sono più di 26 milioni (57,1%) gli italiani che si dicono propensi a sottoscrivere una polizza sanitaria o ad aderire a un Fondo sanitario integrativo. Se la sanità integrativa attraesse effettivamente tutte queste persone, considerando una spesa pro-capite pari all'attuale spesa privata media nel complesso, si avrebbero 15 miliardi €/annui per la salute. Tra gli aderenti alla sanità integrativa, il 30,7 % ha aderito perché spendeva troppo di tasca propria e ora risparmia, e il 25 % perché la copertura è estendibile a tutta la famiglia. Sono 5,4 milioni gli italiani che nell'ultimo anno hanno ricevuto prescrizioni di farmaci, visite o accertamenti diagnostici che si sono rivelati inutili tuttavia il 51,3 % si dichiara contrario a sanzionare i medici che fanno prescrizioni inutili. Riguardo alla legge che fissa le condizioni che rendono una prestazione sanitaria necessaria e da pagare solo con il ticket, e non per intero, il 64 % degli italiani è contrario, il 50,7 % perché ritiene che solo il medico può decidere se la prestazione è effettivamente necessaria e il 13,3 % perché giudica che le leggi sono motivate solo dalla logica dei tagli. Secondo recenti statistiche, dopo la fuga dei cervelli, sono sempre più gli over 60 che decidono di trasferirsi all’estero dove l’I.N.P.S. spedisce i pagamenti all’estero in nazioni dove la pensione vale di più anche se sembra che l’occhio vorace del fisco sta preparando nuove brutte sorprese per loro. Oltre 36.000 hanno lasciato l’Italia tra 2003 – 2015; 5.345 nel solo 2014 Adesso le nuove mete sono Costarica, Thailandia, Canarie (Spagna), Ecuador, Marocco, Romania, Repubblica Dominicana, Lanzarote e Tenerife , Bulgaria, Portogallo,convenienti per il clima e perché a portata di … volo mentre appaiono in calo Egitto e Tunisia per motivi di sicurezza. Se la residenza viene mantenuta in Italia le tasse vengono pagate qui se invece la si trasferisce per almeno 183 giorni/anno si è soggetti al fisco dello Stato estero. Per ottenere l’assistenza sanitaria nei paesi U.E., Svizzera e Spazio economico europeo (Islanda, Norvegia e Liechtenstein) a carico del nostro S.S.N., bisogna trasferire la residenza nello Stato estero e compilare il modello S1 scaricabile sul sito del Ministero della Salute e da presentare all’ufficio assistenza sanitaria all’estero. L’Italia ha firmato convenzioni che danno copertura sanitaria ai residenti in alcune nazioni non-U.E. ed i residenti all’estero senza copertura assicurativa hanno diritto alle prestazioni ospedaliere urgenti e a cure gratuite in Italia per massimo 90 giorni all’anno. Teniamo presente che nel mondo ci sono Ospedali italiani dove presentando il tesserino S.S.N. è come se si fosse in Italia. La recente vittoria dei favorevoli alla brexit in Gran Bretagna han scatenato un vento freddo di sgradito cambiamento e atteggiamenti razzisti, con la conseguenza che il personale medico (78,5%) proveniente da settembre 2015 da altri Paesi (3,6% dall’U.E. e il 4% dal Commonwealth) si sente meno sicuro e minacciato rispetto al passato. Per quanto riguarda la problematica dei farmaci per l’Epatite C cronica, di cui abbiamo parlato nel precedente articolo, l’Agenzia Italiana del Farmaco (A.I.F.A.) con l’obiettivo finale di favorire l’accesso ai nuovi farmaci ad azione antivirale diretta di II ª generazione (DAAs) per tutti i pazienti affetti da Epatite cronica C e garantire al tempo stesso la sostenibilità del S.S.N., ha individuato una strategia di accesso modulata sulla base dell'urgenza clinica al trattamento e ha individuato i criteri di rimborsabilità prioritaria al trattamento con i nuovi DAAs che individuano i seguenti sette gruppi di pazienti: pazienti con cirrosi classe di Child A o B e/o con H.C.C. [epatocarcinoma] con risposta completa a terapie resettive chirurgiche o loco-regionali non candidabili a trapianto epatico nei quali la malattia epatica sia determinante per la prognosi; Epatite ricorrente HCV-RNA+ del fegato trapiantato in paziente stabile clinicamente e con livelli ottimali di immunosoppressione; Epatite cronica con gravi manifestazioni extra-epatiche HCV-correlate (sindrome crioglobulinemica con danno d'organo, sindromi linfoproliferative a cellule B); Epatite cronica con fibrosi METAVIR F3 (o corrispondente Ishack); in lista per trapianto di fegato con cirrosi MELD < 25 e/o con H.C.C. all'interno dei criteri di Milano con la possibilità di una attesa in lista di almeno 2 mesi; Epatite cronica dopo trapianto di organo solido (non fegato) o di midollo con fibrosi METAVIR = 2 (o corrispondente Ishack); Epatite cronica con fibrosi METAVIR F0-F2, o corrispondente Ishack, (solo per simeprevir). Per gli altri pazienti niente da fare ! Per i pazienti diabetici è da poco disponibile un misuratore (laser) della glicemia che evita il fastidioso uso dell’ago poco più grande di una moneta da due euro e si applica con un microago dietro il braccio. Per sapere qual è la propria situazione basta avvicinare il lettore al sensore e in meno di un secondo si ottiene la risposta, visualizzata sul touch screen a colori. Questo strumento è un altro esempio della probabile abrogazione dell’art. 32 a nostra insaputa. Tranne l’Emilia Romagna nelle altre Regioni va acquistato dal paziente on-line ma il problema è che dopo l’acquisto iniziale (un lettore e due sensori per 169,90 €) ogni quindici giorni vanno sostituiti i sensori (24/anno per 1.437,60 €). Quanto costano attualmente alle Regioni i pungi dito e le striscette ? Che prezzo le A.S.L. potrebbero spuntare alla Casa acquistandoli direttamente e non lasciando da soli i pazienti ? E quale beneficio ci sarebbe per un paziente che deve fare otto-dieci misurazioni di glicemia al giorno, anche in termini di qualità della vita e di acquisto (probabile) di farmaci antidepressivi ? La determina A.I.F.A. n° 458 del 31 marzo 2016 con oggetto “Equivalenza terapeutica fra medicinali contenenti differenti principi attivi” presente solo in Italia e passata sotto silenzio, indica alle Regioni come procedere alla gare di acquisto per farmaci considerati “terapeuticamente equivalenti”, farmaci messi a gara che devono essere in commercio da almeno un anno, appartenere alla stessa classe ATC di 4° livello, presentare studi che ne comprovino la stessa efficacia rispetto agli altri della stessa classe, avere indicazioni terapeutiche principali sovrapponibili, medesima posologia e via di somministrazione mentre i farmaci con differenti principi attivi messi a gara possano non avere tutte le indicazioni sovrapponibili. In pratica si prevede un taglio alla rimborsabilità di circa 1.500 specialità medicinali specialmente farmaci innovativi e per malati cronici, oltre 1.700 della fascia “H” ospedaliera e circa 1000 “a distribuzione diretta” o “per conto”, cioé acquistati dalle A.S.L. a prezzi scontati e poi distribuiti in farmacia. In totale 2.700 specialità farmaceutiche, oltre la metà delle quali destinate a diventare presto a carico degli assistiti a meno che non si accetti di utilizzare un farmaco “terapeuticamente equivalente” che non è un generico detto anche farmaco equivalente ma un medicinale “con profilo rischio-beneficio sovrapponibile” che può contenere anche un principio attivo diverso in pratica un’altra terapia. Proprio mentre la ricerca scientifica punta verso terapie sempre più personalizzate ai farmaci non è sufficiente appartenere alla medesima classe ATC per avere la stessa efficacia sul singolo paziente che già risponde in modo diverso ingerendo la stessa molecola in compresse o bustine, in base alla sua tollerabilità quindi non sappiamo come risponderà con un principio attivo diverso o ancora un potrebbe essere costretto ad usare un anno un farmaco e quello successivo quello che si è aggiudicato la gara. Il fatto che si indichino le gare di farmaci ospedalieri e a distribuzione diretta come principale scopo della determina AIFA non esclude che il criterio dell’equivalenza terapeutica possa venire poi esteso anche ai farmaci venduti in farmacia in quanto la determina prevede che per ogni classe di farmaci la quota da mettere all’asta non deve superare l’80 % quindi un farmaco a prezzo inferiore resterà mutuabile mentre tutti quelli cosiddetti ad equivalenza terapeutica diventeranno a totale carico degli assistiti, esenti compresi. Il medico dovrebbe motivare per iscritto perché si richiede la somministrazione di un altro farmaco non acquistato dalla Regione. Questo accanimento sui farmaci comincia ad essere patetico in quanto lo spreco gigantesco che nasce dal rapporto tra fornitore di servizi sanitari ed utente non è neanche preso in considerazione e considerando infine che sulla spesa sanitaria totale i farmaci incidono solo per il 7,5% un ulteriore taglio non porterà nessun risparmio ma solo un’inutile riduzione del livello assistenziale lasciando inalterato il costo totale del sistema. Torniamo a chiederci: l’art. 32 della Costituzione è ancora in vigore?


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Filosofia

Una piccola grande Santa!

di Giuseppe Lurgio

Il quattro settembre 2016 è la data che i posteri leggeranno per sapere quando e stata santificata Madre TERESA DI CALCUTTA. Giovanni Paolo II l'ha definita "l'icona della missione nel XXI secolo", mentre Papa Francesco definendola "testimonianza eloquente della vicinanza di Dio ai più poveri dei poveri", l'ha proclamata santa, precisando: "Consegno questa emblematica figura di donna e di consacrata a tutto il mondo del volontariato". Già di lei si era occupato Paolo VI in occasione del suo viaggio in India del 1964. Semmai lo specifico di Bergoglio sta nella scelta di prendere a modello la santa albanese e indiana: un modello per la propria azione ch'egli pone quasi alla pari con Francesco d'Assisi, il santo di cui ha preso il nome. Già nella prima enciclica, Fidei Lumen (La luce della fede), del 2013, quella scritta a quattro mani con papa Benedetto XVI, cita la poverella di Calcutta insieme al poverello di Assisi: "Hanno capito il mistero che c'è nei sofferenti: Francesco d'Assisi nel lebbroso, Madre Teresa nei suoi poveri". Nata nel 1910 a Skopje, in Macedonia, da una famiglia della minoranza albanese, Anjezë Gonxhe Bojaxhiu entrò diciottenne tra le Suore di Loreto che, dopo un periodo di preparazione in Irlanda, la inviarono in India, dove insegnò in una scuola dell'istituto. Ma Ella si sentì chiamata a servire più direttamente i poveri. Perciò, diventò madre Teresa, fondò le "Missionarie della carità" che, partendo da Calcutta, con lei si dedicarono anima e corpo, prima in India e poi in molti altri paesi, ai più emarginati: agli abbandonati, come rifiuti, dalla società, ma anche a persone "povere di Dio" per aver smarrito ogni riferimento spirituale. Per sostenere le sue opere, che si moltiplicarono sempre più, madre Teresa accettò donazioni non solo da persone semplici ma, anche, da parte di politici non sempre dediti a difendere i diritti umani nei loro paesi. Fù definita per questo un'ingenua "apolitica" e più di una volta fu rimproverata. ,Madre Teresa da parte sua, non si curò affatto delle chiacchiere e si dedicò così totalmente alla sua vocazione, da essere rispettata non solo nel suo paese adottivo, popolato in prevalenza da indù e da musulmani, ma nel mondo intero; tanto che, nel 1979, ricevette il premio Nobel per la pace. Lei,una piccola donna di aspetto insignificante, ma con un carisma straordinario, fù l'unica persona straniera ad avere avuto un solenne funerale di Stato in India. Madre Teresa. morta nel 1997 e beatificata in tempi record da Giovanni Paolo II senza attendere i cinque anni per l'apertura del processo canonico, è stata proclamata santa da Papa Francesco il 4 settembre 2016. Il miracolo attribuito all'intercessione di Madre Teresa, che ha reso possibile la canonizzazione, è stato approvato dal Papa lo scorso 17 dicembre, giorno del suo compleanno. Il caso di guarigione straordinaria è stato vagliato dai medici, dai teologi e quindi dai cardinali e vescovi della Congregazione per le cause dei santi. Si tratta della guarigione straordinaria, avvenuta il 9 dicembre del 2008, di un uomo brasiliano, oggi quarantaduenne, che era in fin di vita a motivo di "ascessi multipli cerebrali con idrocefalo ostruttivo" ed era già stato "sottoposto a trapianto renale e in terapia con immunosoppressori", come si legge nella cartella clinica. Un caso davvero critico con una prognosi decisamente infausta che senza alcun intervento chirurgico si era risolta repentinamente in modo completo e duraturo. I medici della consulta della Congregazione avevano dichiarato all'unanimità, con sette voti su sette, scientificamente inspiegabile la guarigione. La proclamazione a santa, in effetti, aggiunge poco alla fama diMadre Teresa, che ormai da mezzo secolo era già una delle figure cristiane più note nel mondo,non a caso le sue "figlie" hanno case in 139 Paesi, e il cui genio della carità, capace di congiungere umanesimo europeo e religiosità dell'India, le attirò nei decenni l'ammirazione di tanti. In Italia ebbe estimatori anche in campo laico, da Pier Paolo Pasolini a Tiziano Terzani. Proprio Pasolini rimase tantissimo affascinato da lei, e la descrisse come una donna molto alta, nonostante la sua statura minuscola; "un essere che, quando guarda, vede e vede qualcosa che io non vedo. Vi è impressa in lei una bontà che affascina". Papa Francesco ha ammesso che tutti, lui compreso, "avremo un pò di difficoltà nel chiamarla santa Teresa, perché la sua santità è tanto vicina a noi, tanto tenera e feconda che spontaneamente continueremo a dire madre Teresa". Sicuramente lei sarebbe stata contenta di essere chiamata come si è sempre chiamata visto che non aveva certo manie di grandezza,non a caso scriveva in un suo diario,"Se mai diventerò una santa, sarò di sicuro una santa dell'oscurità. Sarò continuamente assente dal Paradiso per accendere la luce a coloro che sulla terra vivono nell'oscurità" Inutile dire che la sua azione ha oltrepassato ogni confine, sbriciolando muri ideologici e confessionali, poiché Madre Teresa si prendeva cura di chiunque, si chinava su chiunque fosse sfinito, senza far caso a chi fosse, se musulmano o indù, se appartenente alla casta degli intoccabili o sprofondato ai margini della società. Durante un intervista le fù chiesto di parlare del suo incontro con la principessa Diana, ebbene lei rinnegò che ci fosse mai stato un incontro. Eppure tutti erano a conoscenza di un incontro avvenuto qualche tempo prima sulla via Casilina, dove la suora aveva aperto una casa per aiutare gli ultimi; c'erano le fotografie, i filmati. Lo stupore dell'intervistatore lasciò spazio al silenzio rotto da una frase lapidaria: "Io non ho mai ricevuto la principessa, io ho ricevuto l'infelice Diana, che è una cosa diversa. Per me principi o principesse, o altri, sono la stessa cosa. Chiunque ha bisogno di amore è un povero". Madre Teresa e la Principessa Diana morirono nello stesso giorno. Alla cerimonia di canonizzazione sedeva, vestita di bianco, privilegio accordato solo alle regine, Sofia di Spagna. Anche lei buona amica di Madre Teresa. Un altro filo invisibile che è stato annodato per aiutare, per soccorrere, per realizzare opere di luce. Fu la regina Sofia ad insistere. Voleva conoscere la suora di cui tutti scrivevano sui giornali. Era il giugno del 1980, e in quel periodo Madre Teresa si trovava a Madrid. Da quel momento la principessa Sofia divento' una formidabile collabboratrice per la realizzazione di tante opere di Teresa in Spagna. Madre Teresa si definiva spesso "una matita nelle mani del Signore",e non a caso scrisse libroni di carità, di compassione, di conforto e di gioia quella piccola matita! Ha consacrato la sua esistenza ai poveri, sottolineando in particolare come i bambini non ancora nati e minacciati nella loro esistenza siano i più poveri tra i poveri". Ciascuno di loro infatti dipende, più di qualsiasi altro essere umano, dall'amore e dalle cure della madre e dalla protezione della società. Il concepito non ha nulla di suo, ogni sua speranza e necessità è nelle mani di altri. Egli porta con sé un progetto di vita e di futuro e chiede di essere accolto e protetto perché possa diventare ciò che già è: uno di noi! La piccola grande SANTA sapeva anche che una delle forme più lancinanti di povertà consiste nel sapersi non amati, non desiderati, disprezzati. Una specie di povertà presente anche nei Paesi e nelle famiglie meno povere, e anche nelle persone appartenenti a categorie che dispongono di mezzi e possibilità, ma che sperimentano il vuoto interiore di aver smarrito il significato e la direzione della vita o sono violentemente colpiti dalla desolazione dei legami spezzati, dalla durezza della solitudine, dalla sensazione di essere dimenticati da tutti o di non servire a nessuno. Santa Teresa insomma ha saputo alleviare ogni tipo di disagio e di povertà e sofferenza spaziando da quella cosidetta fisica a quella spirituale,e sicuramente come lei ci ha preannunciato continuerà a farlo da lassù! Sono sicuro che basterà invocarla e lei discretamente come ha sempre fatto ci verrà incontro! Lasua tomba - alta, una specie di altare - sorge al centro dell'ingresso della Casa generalizia. Una stanza nuda e spoglia, alle cui pareti sono appesi dei cartelli con delle frasi di Madre Teresa, meta di un pellegrinaggio incessante. Sopratutto da parte degli induisti. Termino questo scritto citando alcune di queste frasi: "Come possiamo amare Dio che non vediamo se non amiamo i nostri vicini che vediamo, tocchiamo e con i quali viviamo?"... "Essere rifiutati è la più grande delle malattie. L'indifferenza è la più grande povertà: essere rifiutati da chi ci è accanto". "Fate non delle grandi cose, delle piccole cose ma con grande amore. La sofferenza in sé e per sé non è nulla, ma la sofferenza condivisa è gioia, è un dono meraviglioso".


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Alieni alla politica

di Corrado Malanga

Questo mese daremo uno sguardo alla nostra politica e come essa si è posta, durante 13 legislature, di fronte al problema delle "interferenze aliene". Sovente i nostri politici si sono dedicati al problema ufo con risultati ed eco sui mass media decisamente variabili, fino a stabilizzarsi, nel tempo, in azioni poco incisive da parte di alcuni parlamentari e di risposte senza senso da parte dei nostri ministri. Forse pochi sanno che negli ultimi anni ci sono state tredici interpellanze parlamentari, sul problema ufo, alla Camera dei Deputati italiana: alcune di queste interpellanze hanno ottenuto, in tempi brevissimi, anche risposte scritte (onorevoli Abete, Scovacricchi, Scaiola). Praticamente, quasi tutto l’arco costituzionale ha avuto modo di esprimersi su questo problema dal dopoguerra ad oggi, tranne una fetta parlamentare che riguarda la sinistra. Bisogna però tener conto del fatto che la sinistra, che una volta era costituita principalmente dal defunto PDS e da Rifondazione, è sempre stata attenta a problemi sociali, economici e pragmatici cioè toccabili con mano del cittadino e quindi non ha creduto di dover sprecare sforzi in direzioni quantomeno impalpabili e poco visibili. Poco visibile e molto risibile, secondo la maggior parte de parlamentari italiani, comunque era e rimane il problema ufo a tutt’oggi. Quando si cerca un’alleanza politica, che conduca ad una interpellanza parlamentare sul problema Ufo, è evidente che si cerca una persona, un parlamentare che abbia la possibilità di attuare questo progetto, ma si dovrebbe tener conto anche di quella che è un’estrazione politica, un pensiero ben preciso, una affinità elettiva con la persona scelta. La vecchia ufologia italiana, cioè il CUN (Centro Ufologico Nazionale) si è sempre definito apolitico, apartitico, a…, appunto per poter usare a piacimento qualsiasi parte politica, senza badare alle etichette. Gli ufo non hanno partito, si diceva e questo, si vedrà in seguito, è assolutamente vero, ma non nel senso che si è creduto fino ad ora. La sindrome italiana è proprio questa: nessuno prende mai posizioni decise. Così mentre al Governo quasi tutti ormai dicono di essere di centro con varie sfumature, i gruppi ufologici italiani parlano di ufo come se si trattasse di tutto ed il contrario di tutto. Esiste l’area 51 ma non si sa cosa ci facciano, ci sono le foto degli ufo in volo ma i responsabili di questi centri dicono che le foto possono essere truccate. Gli americani scrivono libri sui rapimenti alieni, ma quando se ne parla in Italia, gli ufologi seri, quelli lontani dal sensazionalismo, si voltano dall’altra parte. Noi, dal nostro osservatorio, non abbiamo ancora capito come si fa a non fare del sensazionalismo quando si parla di Ufo: non si parla mica della lista della spesa della massaia! L’argomento è di per sé sensazionale e non far sensazionalismo vuol semplicemente dire che non se ne vuol parlare. A volte ci si rivolge al tal politico, sperando di utilizzarlo. Sì, utilizzarlo è il termine giusto, poiché all’interno di quei gruppi che dicono di fare ufologia non sensazionalistica, si è pensato di poter utilizzare un politico per i propri fini. Peccato che il politico ha altresì sempre ed unicamente utilizzato l’ufologo di turno solo ed esclusivamente per fare carriera all’interno del parlamento. Questa è la ragione del perché le interpellanze parlamentari sono sempre state condotte da politici di secondo piano che avevano bisogno, ad un certo punto della loro carriera, di essere notati e di mettersi in vista nel loro stesso partito politico. Così si sceglieva di impegnarsi in una azione politica breve, indolore, che se da un lato portava lustro al politico stesso, avrebbe comunque permesso, dall’altro, di mettersi in mostra. Così l’ufologo, che aveva spinto il politico di secondo piano a fare l’interpellanza, pensava di essere, di riflesso, diventato importante lui stesso e poco gli importava, in realtà, di come miseramente tale azione politica sarebbe finita. Si promuoveva un’azione politica, tanto per fare qualcosa, ma nessuno dei promotori avrebbe voluto raggiungere in realtà un obbiettivo. Ai politici italiani, infatti, del problema degli Ufo non importava niente! La frase che dissi una volta: "…con gli ufo non ci si mangia…", esprime ancora bene quale sia la vera natura dedi molta della politica in Italia. Tutto ciò mi ricorda alcune frasi dette da alcuni eminenti esponenti dell’ufologia italiana: "…noi non abbiamo mai detto che il filmato di Santilli sia falso!!…" Io personalmente, però, non ricordo che avessero detto che era vero… Certo! Dire che una cosa è falsa o è vera, vuol dire prendere posizione e l’ufologo serio e non sensazionalista non prende posizione…, ma non prendere mai posizione vuol dire non dire mai niente: "…ma noi studiamo gli ufo, mica dobbiamo dire cosa sono gli ufo…" D’altra parte, il politico di turno, nei suoi discorsi, sembra dire: "…ma io devo, voglio, governare il paese mica attuare un programma politico…!" Le interpellanze parlamentari, che sono state condotte sul problema ufo in Italia negli ultimi trenta anni, si sono svolte con lo stesso registro. Basta vedere, per esempio, l’ultima in termini di tempo, condotta dall’onorevole Sandro Delmastro delle Vedove, che chiede al Ministro della Difesa, in data 18 gennaio 2000, quanto segue: DELMASTRO DELLE VEDOVE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: anche quest'anno, come del resto tutti gli anni nel periodo estivo, si moltiplicano gli avvistamenti dei "dischi volanti", o, più genericamente, dei cosiddetti "Ufo"; il fenomeno, depurato da ogni impostazione semplificatrice, è da sempre all'attenzione delle forze armate di tutto il mondo, che dispongono di sezioni speciali per la raccolta delle segnalazioni e delle informazioni sugli oggetti non identificati; il problema attiene evidentemente alla sicurezza del Paese: se esista, presso le forze armate italiane, una sezione o un dipartimento destinato all'analisi delle informazioni e delle segnalazioni degli oggetti non identificati e, in caso affermativo, se il detto ufficio collabori con gli analoghi uffici delle forze armate dei Paesi alleati. (3-04078) (20 luglio 1999). Risponde, nella seduta 653 del 18 gennaio, Gianni Rivera, sottosegretario di Stato per la Difesa: GIOVANNI RIVERA, Sottosegretario di Stato per la difesa. In merito alla problematica relativa agli oggetti volanti non identificati, cosiddetti UFO, si rappresenta che l'aeronautica militare, alla quale spetta il controllo dello spazio aereo, provvede, attraverso il proprio reparto generale sicurezza, alla raccolta delle segnalazioni di presunti avvistamenti al fine di verificarne la veridicità sotto il profilo generale della sicurezza. La raccolta di tali segnalazioni viene utilizzata esclusivamente con finalità statistiche allo scopo di monitorare il fenomeno. Al momento tale attività non è coordinata con i paesi alleati. Alla inutile ed evasiva risposta di Rivera, che da esperto di palloni si è riciclato in esperto di palloni sonda, fa eco la controrisposta di delle Vedove: SANDRO DELMASTRO DELLE VEDOVE "Signor Presidente, onorevole sottosegretario, non posso dichiararmi soddisfatto per la risposta, che definire stringata significherebbe usare un eufemismo. Ero e sono perfettamente consapevole, onorevole sottosegretario, che su tale argomento è addirittura fin troppo facile ironizzare, visto che occupa, di solito, le cronache ferragostane dei quotidiani a corto di notizie. Peraltro, ho voluto affrontare tale questione sia perché vi sono precedenti, in questo Parlamento, di interrogazioni a cui sono state date risposte più impegnate da parte del Ministero della difesa, sia perché, essendo pacifico che le Forze armate dei paesi più importanti del pianeta investono risorse umane e finanziarie in questo settore, appare strano che l'aeronautica militare italiana si limiti solo a quanto detto dal sottosegretario. Senza scadere nella banalità giornalistica, va detto che vi sono informazioni che lasciano capire come questo fenomeno meriti di essere studiato. Infatti, è noto, per essere stato pubblicato in tutto il mondo, che una comunicazione alla base di uno degli astronauti che faceva parte dell'equipaggio che atterrò per primo sulla luna fu interrotta in quanto egli, cambiando tono di voce, sembrava avesse avvistato uno di tali oggetti. Il problema è pertanto serio, perché non si tratta solo di qualche svitato che, nel periodo estivo, magari sotto i fumi dell'alcool, vede cose strane. Parliamo di uomini con grandi responsabilità anche scientifica, quali coloro che hanno partecipato alle imprese della NASA, e parliamo soprattutto di enormi investimenti delle forze armate americane e sovietiche. Da questo punto di vista, mi sembra che l'indicazione di un'attività di raccolta dei presunti avvistamenti con finalità meramente statistica, ma soprattutto l'indicazione che su una questione di questo genere non vi sia alcun tipo di collaborazione neppure con le forze armate dei paesi alleati (mentre risulta, addirittura, che vi sia collaborazione tra le forze armate di paesi non alleati, quali, ad esempio, Russia e Stati Uniti) lascino veramente a desiderare. Ciò significa semplicemente che il Ministero della difesa non attribuisce a questo fenomeno l'importanza che probabilmente esso ha dal punto di vista oggettivo perché altrimenti - lo ribadisco - non vi sarebbe alcuna necessità da parte dei paesi più importanti della terra di investire ingenti risorse finanziarie ed umane su questo settore. Per tali motivi non posso che dichiarare la mia più completa insoddisfazione, impegnandomi sin d'ora a tornare in modo più preciso e puntuale su tale argomento". Ed il balletto si ripete per la tredicesima volta nella storia di 13 legislature con un nulla di fatto. La risposta di Rivera si commenta da sé ove recita: "…la raccolta dei dati ha solo fini statistici…" Sarebbe come dire: "…statisticamente stiamo valutando quando creperemo tutti senza accorgercene". Poi si spara una grossa bugia: "…Al momento tale attività non è coordinata con i paesi alleati". Cosa si intende con "al momento"? In quei tre secondi che il sottosegretario ha letto la risposta, forse. E come mai il giudice per le indagini del caso Ustica avrebbe chiesto alla Nato se quella fatidica sera dell’incidente dell’aereo Itavia si erano segnalati voli di ufo sulla zona? Perché fare una richiesta formale alla Nato se non c’è nessun collegamento con i nostri alleati? Gli ufficiali del Secondo Reparto dell’aeronautica militare, qualche anno fa, sono andati addirittura a Tolosa a far visita al dottor Velasco capo del SEPRA, la struttura che studia gli ufo per conto del Governo francese. Forse Rivera voleva dire che non ci sono azioni "non segrete" coordinate con i nostri alleati. Infatti, non ci sono azioni coordinate alla luce del giorno, altrimenti non si spiegherebbe come il professor Tullio Regge, eminente fisco dell’Università di Torino ed allora esponente del PDS ed europarlamentare al CERT (commissione europea ricerca e tecnologia), fosse stato incaricato di svolgere un’indagine preliminare sulla possibilità di istituire una commissione all’interno dell’Europa Unita sul problema Ufo. Regge non sapeva neanche che esistesse il SEPRA e siamo stati noi, in quell’occasione, a tentare, con scarsi risultati, nell’impresa disperata di istruirlo sul problema ufo. D’altra parte l’onorevole Delle Vedove, non essendo uno studioso ed uno storico del problema ufo, punta l’attenzione, nella sua arringa conclusiva, sugli aspetti più decisamente puerili della fenomenologia in oggetto: si parla della NASA, dell’occultamento delle prove, del primo uomo sulla Luna, che avrebbe visto le astronavi aliene, ma si trascurano le evidenze delle analisi di tracce al suolo, le evidenze filmiche fotografiche, anche in mano al secondo reparto dell’aeronautica militare. Non si fa cenno alle percentuali isotopiche di reperti di indubbia origine ufologica, non si parla di abduction, non si fa cenno alle decine di testimonianze dei piloti della stessa aeronautica, che ormai da anni fanno finta di non veder niente perché, altrimenti, l’ordine di scuderia è di buttarli fuori dal loro posto di lavoro! Non viene nemmeno menzionato il secondo reparto dell’aeronautica militare che scheda da anni questi fatti, senza capirci niente, ovviamente. Tutto ciò ha dell’incredibile, sia da parte del Governo che da parte di chi di solito, magari con un minimo di buona volontà, affronta un’interpellanza su un problema di cui non sa quasi nulla. Ed è incredibile anche la risposta degli ufologi italiani, quelli seri e non sensazionalisti, che assistono con indomito piacere a questo che sembra un balletto fra trapezisti paraplegici. Ed il giorno dopo nessuno si ricorda più di nulla. Ed i deputati che si incontrano al Parlamento dopo qualche tempo? Ci sembra di sentire le loro voci: "…ma tu non eri del centro destra? No io sono sempre stato a destra del centro sinistra…"! E gli ufologi non sensazionalisti si meritano il Governo che hanno mentre agli altri… non resta che piangere!


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Gli Elohim e il Serpente Piumato (quarta e ultima parte)

di Costantino Paglialunga

In questo periodo avvengono tumulti, guerre, sottomissioni. Ma un grande essere scaturisce dall’ incontro delle due razze: l’ Essere Atlantideo: fisico robusto, colore della pelle roseo bruno, alto, di spiccata intelligenza e di capacità strabilianti. E’ nato il RE dei RE in un nuovo paradiso terrestre. Dall’ ascesa di questa nuova razza nasce la più potente generazione che l’ umanità ricordi. Durante il periodo pre-Atlantideo numerosi mezzi provenienti dallo spazio esterno si posano su alcune alture. Hanno la forma di un uovo lucente (disco volante). Gli occupanti di questi mezzi possiedono virtù psico-fisico-spirituali e si denominano: figli del sole. Sono proprio costoro che istruiscono nell’ Arte Divina gli Atlantidei e rendono possente quel popolo. Dalle lontane vie del Cielo si muovono gli Spiriti Eletti e, scesi sui monti dell’ Atlantide, portano sulla Terra la sapienza dell’ Eterno Padre di tutti i Cieli. In loro vi è il Paradiso, in loro rispecchia l’ ordine Universale, in loro vi è profusa la Grande Coscienza del primo seme di tutte le conoscenze visibili ed invisibili. Loro sono la mano benigna della Luce Divina e per mezzo loro, Dio operò dal grande Logos che emana linfa della vita, della ragione del bene infinito. Essi vengono chiamati Dei Solari ed in loro omaggio il popolo adora il suo primo, vero Dio: l’ Universo, la Grande Coscienza che crea con l’ eterno suo amore e che illumina i sentieri infiniti dei Sette Cieli. Il tempo si perde nell’ infinito, centinaia di milioni di anni trascorrono dalla prima alba dell’ umanità in questo mondo. Ma vi sono stati, nel periodo atlantideo, uomini di bellezza divina, venuti da un mondo lontano, con dischi volanti infuocati, somiglianti al grande Astro Solare. Essi edificano i Regni di Dio sulla Terra, dando al forte popolo atlantideo una sapienza capace di raggiungere le più alte mete dello sviluppo spirituale e materiale. Sono loro gli esseri divini dal dolcissimo sguardo, Maestri dell’ Arte Universale, conoscitori di profonda scienza, dotti nell’ arte del visibile e dell’ invisibile. Essi sono adorati come Dei Solari e per essi si edificano templi di meravigliosa bellezza. Gli Atlantidi sono l’ ammaestramento di queste divinità venute dallo spazio profondo dei cieli e in breve tempo gran parte di questo popolo diviene il più potente e ricco della Terra. La segretezza delle più care iniziazioni è riservata a coloro che dovranno poi divenire gli eredi delle Virtù Celesti. Questo primo periodo che dura migliaia e migliaia di anni, è caratterizzato da eventi grandiosi. La scienza e l’ arte ed il commercio hanno uno sviluppo grande e fiorente, mentre l' etica di questo popolo raggiunge mete tanto alte da paragonarsi all’ etica perfetta dello Spirito. Grandi metropoli nascono ovunque con lineamenti di imparagonabile bellezza d’ arte resa mirabile dalle rifiniture in oro calco, che i Divini hanno con facilità costruito con la loro arte atavica. Una di queste grandi città sorge in una altura piana a nord-est della attuale isola di Capoverde. In un promontorio di questa grande metropoli si mostra maestoso il più grande ed il più ricco tempio di tutti i secoli. Tutto in oro, esso è circondato da giardini immensi ed odorosi e da mille altre bellezze. Residenza del Capo Spirituale del grande popolo atlantideo, è meta di coloro che hanno la fortuna di apprendere con amore la Saggezza Divina e gli ammaestramenti della sua grande Opera. Le carovane numerose vanno e vengono, partendosi ora dalle coste africane ora dalle coste americane. Il commercio si estende pure nella bassa Europa sud-occidentale (l’ attuale Portogallo, Francia, Germania). Il Paradiso di Dio si stabilisce in questo tempo sulla Terra. Una grande colonia forte e prosperosa si sposta vero oriente, edificando una grande metropoli nel basso Nilo (attuale Egitto), facendo di queste terre zone ricchissime, allargando sempre più il loro dominio nelle vaste e deserte distese dell’ Alto Egitto e dell’ Africa sud-orientale e sud-occidentale. In quest’ ultima zona si edifica il tempio delle Tre Porte d’ Oro, detto pure il tempio della Sapienza. Lo sviluppo delle qualità psichiche di questo popolo diviene tanto potente da concedersi le facoltà più ampie della potenza spirituale. Il costante equilibrio spirituale-corporale è una educazione assidua e sorvegliata di questo popolo ormai all’ apice dell’ evoluzione. La scienza dell’ alchimia, esclusivo dominio della casta sacerdotale degli Dei Solari, rimane un segreto per il popolo e ancora oggi gli uomini si affannano vanamente a rendere quest’ arte priva di mistero. Tale periodo storico risale ad oltre un milione di anni fa per concludersi dopo duecentomila anni circa. L’ atmosfera è più densa di quella di oggi come l’ acqua è più fluida di quanto non lo sia adesso. Alla fine di questo primo periodo c’è stato un fatale avvenimento che il tempo ha via via maturato. Ancora una volta l’ Africa e l’ America si danno uno strappo di allontanamento. Dura molto tempo la tragica seppur lenta deriva delle due immense zolle di terra. Le voragini divengono sempre più larghe tanto da permettere sempre più alle acque di penetrare e di allargare il loro dominio. Le parti più basse di quella terra vengono invase dalle acque. Il sud di questo grande continente diviene un gruppo di grandi isole circondate dalla prepotenza delle acque in continuo agguato. Tali avvenimenti che segnano il primo periodo atlantideo e l’ inizio del secondo periodo, gettano lo scompiglio e la disperazione in quel paradiso che gli uomini hanno costruito. Poseidone resiste tenacemente al continuo dilagare della involuzione degli animi al cospetto delle esibizioni sessuali, che ormai hanno condotto gran parte di quel popolo, estendendosi rapidamente verso il nord. Sette segrete nascono con a capo donne spregiudicate in morale e in corpo, attanagliando l’ ingenuo e puro elemento che per mera viene a contatto con queste sette. L’ intervento degli iniziati non riesce a stroncare la ormai mostruosa degenerazione fisico-sensitiva. Lotte sanguinarie si susseguono lungo il tempo ponendo sotto la sferza della distruzione quel caldo giaciglio che gli avi chiamarono: paradiso terrestre. Ma la grande volontà del Vecchio Vegliardo degli antichi giorni dà al mondo l ‘ iniziativa di porre fine al dilagare continuo dei tremendi vizi degeneratori. Avviene che la grande Groenlandia, allora unita agli attuali continenti nord-orientali (Scandinavia) e nord-occidentali (Alto Canada) barriera naturale alle pressanti acque del nord, comincia a dar segni di movimento provocando immense voragini sempre più amplificate dal continuo movimento migratorio. Le acque, trovano modo di incanalarsi attraverso quelle enormi fenditure, si precipitano verso il sud, provocando le inondazioni dell ‘ Alto Atlantide e sommergendo gran parte di quel territorio, per sua natura molto basso e di molto rispetto alle acque nordiche. La Groenlandia apre le porte e man mano che essa va alla deriva, le acque furiose ed instancabili invadono sempre più il Continente ricongiungendosi con le acque del sud. Codesta seconda catastrofe avviene circa duecentomila anni fa. La mappa sottostante illustra la situazione del periodo che va da duecentomila a dodicimila anni or sono. Tale situazione nel tempo cambia leggermente a causa di una nuova catastrofe. Dell ‘ Atlantide non rimangono che poche isole qua e la sparse nell ‘ immenso attuale Oceano Atlantico. Molti periscono e altri sfuggono al fatale destino. Ormai il mare è divenuto padrone della terra più ricca del globo. Passano migliaia di anni e la grande isola del Sole, Poseidone, forte ed instancabile nell ‘ opera dello Spirito e della Saggezza Divina, risplende più che mai come a voler dire agli uomini perduti che Iddio, irato per l ‘ opera nefasta che hanno intrapreso, promette alle forze della materia e degli elementi di operare distruzione e morte. Molte sono le pecorelle smarrite che ritornano nuovamente all ‘ arte della pace e dello Spirito. Perciò avviene ancora un ‘ altra catastrofe circa 75.000 anni or sono. Intanto gli Elohim, tramite gli esecutori della loro volontà, attuano l ‘ ultimo intervento genetico sulle razze umane. Perciò, per intensificare i rapporti e i controlli sul pianeta Terra, gli extraterrestri 175.000 anni fa poggiano le loro basi sul satellite Luna. Da queste bassi avviene una corrispondenza di osservazione che si espleta in maniera definitiva circa 75.000 anni or sono, collocando uno strumento sul nostro pianeta, con capacità memorizzativa eccezionale e con qualità trasformativa di energia solare in energia biodinamica o bioritmica. In tale strumento viene inserito un programma riguardante l ‘ evoluzione dell ‘ uomo e i flussi e riflussi degli elementi naturali in armonia o in disarmonia con la coscienza di questa umanità. Tale strumento, chiamato Zed, è posto all ‘ interno della piramide di Cheope (Egitto) ed in altre, disseminate nei vari continenti attuali. Esso è in diretto collegamento con il programmatore principale del pianeta, posto dagli extraterrestri in una loro base- continente all ‘ interno del pianeta Terra, grande come quattro volte l ‘ attuale terra di Spagna ed esattamente al centro della mitica città di El Dorado . El Dorado, pur restando fino ad oggi il miraggio e il sogno inappagato di numerosi esploratori, non è sorta dalla fervida immaginazione di qualche sognatore, non è frutto di fantasia, non è mito né simbolismo: El Dorado esiste realmente, quale fantascientifica città sotterranea, forgiata in oro purissimo, costruita molto tempo prima della scomparsa di Atlantide, prima ancora che gli abitanti di quel continente degenerassero usando scienza e mezzi ricevuti dai Confederati Intergalattici, Signori della Luce, dalle caratteristiche multidimensionali. La loro base operativa era collocata nell‘ isola di Poseidonia allo scopo di istruire gli Atlantidei sulla Legge Cosmica e di realizzare i presupposti ideali al fine di raggiungere l‘ integrazione del Pianeta nella Confederazione. La loro progressiva degenerazione impedì tale progetto. Alcuni Atlantidi realizzati, non contaminati dalla degenerazione, furono, per loro scelta, destinati al popolare l‘ Eldorado. Ad altri, non sufficientemente idonei, venne concesso di emigrare, prima che si verificasse il cataclisma, in Oriente ed in Occidente. Attualmente nell‘ Eldorado esistono una feconda collaborazione e una imponente attività al fine di salvare il pianeta da una catastrofe nucleare. La città d‘ oro è una parte di quel Paradiso Terrestre, altro biblico luogo di biblica memoria, perduto dall‘ umanità, ed ha propria vita, indipendente dalla vita di superficie, alimentata dall’ energia di un Sole artificiale emanante Luce Dorata. Essa si trova nel cuore del pianeta, con una ricca e lussureggiante vegetazione, con laghi e fiumi di acqua cristallina purissima, con animali servizievoli e mansueti, con edifici confortevoli tutelati da fantascientifiche strutture di sicurezza contro eventuali atti vandalici dei terrestri, e istruiti da dinamismi particolari. Tuttavia Eldorado non è totalmente isolata dal resto del pianeta: essa ha numerose vie di comunicazione, lunghi e comodissimi tunnel che consentono ai sofisticatissimi mezzi, di cui la città d’ oro dispone, di raggiungere la superficie. Le principali uscite, le più comunemente utilizzate dai suoi abitanti per le loro missioni, sono i due Poli. Quando queste due uscite non sono aperte per la presenza dei ghiacci, utilizzano le uscite secondarie che esistono in vari punti della Terra, fra le quali le più attive si trovano nel Triangolo delle Bermude e nel Lago Titicaca in Perù. Nell’ Eldorado esiste pure un cosmoporto capace di accogliere numerose navi spaziali provenienti dagli spazi esterni. Alcuni esploratori del nostro tempo, ad esempio l’ Ammiraglio della Marina Militare U.S.A. Richard E. Byrd, avventuratesi nelle immense distese di ghiaccio dell’ Artico e dell’ Antartico alla ricerca del punto focale dei Poli, narrano di essersi imbattuti in una popolazione di giganti e di essersi addentrati in zone ricche e lussureggianti di vegetazione non certo polare e illuminate da una fulgida luce dorata proveniente da una fonte a loro sconosciuta e accarezzate da un clima mitissimo di eterna primavera. Naturalmente i loro racconti sono stati presi per fantasie e allucinazioni. Resta il fatto che la città dell’ Eldorado è stata costruita appositamente per lo studio evolutivo dell’ uomo terrestre ma soprattutto per iniziare tutti quegli individui, sondati e programmati, capaci di governare saggiamente e coscienziosamente la futura umanità del terzo millennio. Attualmente il popolo dell’ Eldorado è composto in maggioranza di terrestri accuratamente scelti, viventi in fraterna comunione con abitanti di altri pianeti facenti parte della Confederazione. Le coordinazioni di tutte le strutture sociali sono affidate a scienziati fra i quali figurano l’ eminente fisico Ettore Majorana ed altri suoi colleghi, scomparsi misteriosamente dalla superficie terrestre. Con essi operano altri scienziati della Confederazione, ai quali sarà affidato il compito, un domani, di dirigere e reggere l’ evoluzione scientifica del pianeta. Nella Città d’ Oro non esistono né templi né chiese, non si officiano riti né si seguono culti perché la Legge, la religione del popolo dell’ Eldorado è: ama il prossimo tuo come te stesso. La Giustizia, la Pace, l’ Amore e la Fratellanza sono nel cuore di ogni abitante. Eldorado in futuro riemergerà. In un futuro ormai prossimo riemergerà dal cuore del pianeta per accogliere il nuovo popolo e la nuova civiltà, mentre le terre dell’ attuale civiltà conosceranno le profondità degli abissi del ciclico alternarsi della Legge di flusso e riflusso, quale purificazione e renovatio di ogni cosa. E’ certo che il potere di questo regna è inviolabile, tutelato com’ è da una scienza e da una tecnica che supera ogni più accesa fantasia fantascientifica umana. Ritorniamo ora all’ ultimo periodo atlantideo cioè al tempo in cui l’arte della guerra rende bruti un gran numero di uomini che, privi ormai del sensato amore per il prossimo, affila le armi nelle alture delle coste americane del sud in preda a deliri avversi e sanguinari. Gli attacchi continui e selvaggi sottomettono alle loro leggi sanguinarie gran parte di quel popolo, ritornato alle leggi ataviche degli antichi Maestri venuti dal Cielo. Ma la lotta, seppur tremenda, viene contenuta per lunghissimi anni al di là della grande isola di Poseidonia, isola sacra ove il Tempio in oro calco splende come un sole scintillante. Il tempo diviene avverso e le orge selvagge e abbruttite dell ‘ arte della guerra, costringono alla resa il rimanente e ormai decimato popolo atlantideo. Molti fuggono verso Oriente (attuale Egitto), portando con se la storia immortale del mondo e delle più eccelse conoscenze dell’ arte Divina dello Spirito. Gli invasori, occupate le isole, istituiscono i loro templi di sangue e di orrore perseguitando coloro che vogliono, ad onda del supremo sacrificio, gridare ancora la loro fede nell’ arte celeste. Nel contempo anche i mori ed alcune tribù bionde stringono alleanza con i conquistatori delle isole. Le orge si susseguono nello sprazzo lussurioso di incontentabile bassezza edificando la più povera di tutte le involuzioni di tutti i tempi. I fuggiaschi hanno per méta le grandi distese del Nilo e ritrovano i loro fratelli ormai padroni di quelle terre ed hanno asilo ed insieme instaurano i grandi principi che la sorte avversa a messo a dura prova. Diventano potenti, e questa volta, armati e guardinghi ad eventuali imprese degli ormai nemici. Le isole conquistate sono diventate ora méta di comitive di sanguinari e di esseri irruenti e selvaggi. Il delirio del sesso, della lussuria, della materialità e del sensualismo drogato, ha reso debole ogni loro iniziativa barcollando come forsennati nelle loro stesse amarezze. Parecchi iniziati, tra i quali un Genio Cosmico definito Vecchio Vegliardo, tentano per l’ ultima volta di redimere quel popolo ormai sulla via della perdizione, ma il loro tentativo è vano. Infatti questo Genio Solare, ad esempio, viene perseguitato, torturato ed egli, pur avendo, a causa delle macabre torture, il cervello fuori dal cranio, dimostra di essere uno Spirito padrone della vita e della morte. Parecchi uomini fuggono atterriti da questa visione ed Egli, il Vecchio, dopo aver benedetto l’ unico giovane rimastogli accanto, lancia la triste profezia dell’ ultima definitiva distruzione della antica terra di Atlantide. Il giovane, di nome BAHRAT, viene inviato tempo prima della catastrofe nella lontana terra di Oriente: l’ attuale Egitto. In questa terra inizia l’ insegnamento spirituale, morale e sociale per tutti gli uomini: infatti viene chiamato dagli uomini il tre volte grandissimo. La terra di Atlantide viene distrutta per la caduta di uno dei due piccoli asteroidi che roteano intorno alla Luna che , perdendo l’ orbita a causa di un’ onda anomala magnetica generata dagli interpreti della Divina Giustizia, impatta con il Continente distruggendolo completamente, rimanendo poi sommerso dalle acque. Il più piccolo dei due asteroidi precipita infatti circa 12.000 anni or sono sull’ Oceano Atlantico, facendo sobbalzare il pianeta e provocando un lento ma inesorabile sprofondamento del continente atlantideo composto da grandi isole che dall’ attuale costa occidentale africana si estendono sino alle coste dell’ America Centrale e Meridionale. Le acque sono state notevolmente scosse e le parti basse della superficie terrestre vengono parzialmente sommerse. Prima che il nucleo igneocosmico si assesta definitivamente, si sono avuti ulteriori scossoni tali da provocare maremoti di notevole intensità e ondate alte sino a 175 metri. Una delle ultime e da collegare alla costruzione dell’ arca di Noè. Il flusso e riflusso delle maree hanno poca durata. Gradatamente le acque raggiungono il normale assetto lasciando riemergere la terra sommersa. Molte città costiere sono in gran parte demolite dalla titanica furia delle acque ed altre sepolte dal fango, dai detriti e da altro.Oggi, è facile scoprirle se si toglie lo spesso ed indurito manto che le copre. Non è quindi la pioggia a provocare questa globale catastrofe. Le crisi periodiche di assestamento infatti provocano oscillazioni ondulatorie da est verso ovest e viceversa, con conseguenti flussi e riflussi degli oceani e dei bacini ed innalzano onde anomale alte sino a 175 metri e con un potere di penetrazione sulla superficie terrestre di diversi chilometri. Ha così fine il potente regno degli Atlantidi che la storia ha nascosto nell’ abisso del tempo e nelle ali dello spazio, ove l’ uomo sfiora con la sua anima, con la sua intelligenza e con il suo amore un passato, che ignorando gli appartiene. Per quanto riguarda l’ Arca, ci sarebbe molto da dire, così come ci sarebbe da dire di più sulla reale personalità di Noè o di altri contattati o mutanti. L’ eterno passato e l’eterno futuro vivono nell’ eterno presente. Dovete scoprirlo e, se necessario, sperimentarlo nuovamente. Allora e soltanto allora sarete in grado di non violentare un ordine che vi sovrasta, di non turbare gli equilibri vitali dell’ Armonia Cosmica. Potrebbe ripetersi e con un "ARCA" che non conoscerà le acque. APPENDICE 1 7.465.006 è il numero di coloro destinati a possedere la genetica G.N.A.; cioè la nostra genetica che non è, certamente, di questo mondo. Non vi stupite e non vi rammaricate se sarete rigettati da coloro che posseggono la genetica d.n.a.. La dinamica evolutiva materiale in fase crescente è la risultante della dinamica spirituale in fase crescente ascensionale proiettata al di là dei valori primordiali creativi - A.B.C.D.- con lo sviluppo della genetica G.N.A. La vostra coscienza viene spinta al di fuori della coscienza C.D. (uomo-animale), assumendo caratteristiche sostanzialmente diverse e manifestando qualità spirituali, materiali e morali in contrasto con C.D. La vostra storia è tessuta da flussi e riflussi non certamente comprensibili dall’ infima capacità dell’ intelligenza, vincolata dai valori creativi ed organizzativi primordiali e da tutti gli altri valori politici, scientifici, religiosi e morali scaturenti e che sono il corredo evolutivo iniziale. Per coloro che hanno raggiunto il gradino di questa nuova attività genetica, comprendere questo mio discorso non è difficile, anche se non credo il momento giusto per ampliarlo ulteriormente. Su questo argomento ci sentiremo ancora. Intanto vi invito a studiare seriamente e profondamente il grafico che vi ho espresso. A presto. Pace. Adoniesis Nicolosi, 4-1-1977 APPENDICE 2 Anno 1991 Il trattamento genetico effettuato circa 100 milioni di anni or sono dai Genisti Cosmici, Archetipi solari della specie umana, sta subendo modificazioni assai preoccupanti. riemergono caratteristiche somatiche e comportamentali molto simili a quelle del primate sottoposto ad operazioni di cosmica mutazione genetica per essere idoneo a svincolarsi dallo spirito collettivo e cioè per assumere l’ Ego Sum: Io Sono. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, la specie umana di questo pianeta subisce una lenta ma inesorabile perdita dell’ innesto genetico che l’ avrebbe dovuta portare verso le frontiere della quarta dimensione. Gli esseri umani, per fortuna non tutti, stanno retrocedendo rigettando le caratteristiche primarie di quell’ innesto che, in forza a quanto e stato detto e scritto: voi siete dei e farete cose più grandi di me, avrebbe dovuto acquisire i superiori valori della Coscienza Cosmica e quindi della Deità. Purtroppo, ed è noto a tutti, la maggior parte di questa umanità priva della virtù del discernimento, valore eterno ed immutabile della Legge Divina, sta precipitando nel tenebroso abisso delle recessioni con la probabile perdita dell’ Ego Sum e con il tragico e penoso ritorno in uno spirito collettivo animale. morte seconda. I validi consigli e le necessarie sollecitazioni al ravvedimento sono state appalesate a tutti gli uomini del pianeta in modi diversi e tutti validi per fermare i perniciosi mali che sconfiggono la Giustizia, l’ Amore e la Pace. L’ uomo terrestre sta ancora una volta rifiutando la redenzione cioè l’ accettazione cosciente della Legge Cosmica. Anche sul pianeta Venere esiste una civiltà in fase evolutiva e prevalentemente acquatica. La struttura biofisica del loro corpo ha avuto inizio da un animale acquatico con sviluppo simile a quello del serpente piumato dorato terrestre. L’ innesto genetico sugli esseri del pianeta Venere, per opera dei Genisti Cosmici arrivati dall’ Alpha Centauri, da Sirio, e dal nostro Sole, è avvenuto all’ incirca 1 milione di anni fa, sempre secondo i principi temporali terrestri. Pertanto, mentre gli uomini di Venere stanno iniziando il primo ciclo di crescita dell’ innesto genetico, l’ uomo terrestre sta terminando il settimo ciclo o settima crescita per passare al primo ciclo della quarta dimensione. E’ doveroso, a tal proposito, riportare un fatto di cronaca molto importante che ci permette di capire quello che in realtà sta avvenendo nel vicino pianeta Venere. La notizia è stata riportata in data 5 settembre 1989 dal giornale Weekly World News (Iowa - Stati Uniti). Ecco il 1° testo integrale. " SOVIETICI CATTURANO EQUIPAGGIO DI NAVE STELLARE. " Ricercatori sovietici hanno salvato 9 alieni spaziali feriti durante il disastro di una nave stellare e li stanno ora studiando in una località segreta vicino Mosca, secondo documenti classificati Top Secret. Lo sconvolgente rapporto è venuto alla luce in Jugoslava sette settimane dopo il disastro del velivolo, precipitato in fiamme nei pressi della città portuale siberiana di Nyda, ed è stato confermato da scienziati dissidenti in USSR e avallato da fonti jugoslave. Secondo il rapporto, il disastro ed il recupero degli alieni sopravvissuti ha avuto luogo dopo una settimana di attività UFO senza precedenti in Siberia. Si presumono numerose vittime del disastro. Ma i sopravvissuti - sebbene malamente ustionati - sono stati recuperati con incredibile velocità. Le creature sono state descritte simili a bambini umani con tre scioccanti eccezioni: semprano essere senza sesso, sono ricoperti da microscopiche scaglie color carne e non hanno bocca. Un biofisico jugoslavo ha detto ai reporters che i sovietici erano pronti a spendere milioni negli sforzi della ricerca. " Da documenti che ho ricevuto da amici in USSR è chiaro che le priorità sovietiche sono. 1 -riportare gli alieni in buone condizioni di salute; 2 - stabilire qualche mezzo di comunicazione ha spiegato lo scienziato, che ha rifiutato di essere identificato, a parte per il nome in codice ‘Zikovic’ . " C’è la prova, anche nel rapporto preliminare, che si trovano sulla buona strada per raggiungere entrambi obbiettivi. E’ stato detto che gli alieni sono fisicamente resistenti e disponibili alla cooperazione. Non vi è stata alcuna comunicazione verbale tra i sovietici e gli alieni almeno fino al momento in cui fu stillato il rapporto". Secondo testo integrale. " HO MIO DIO, E’ VIVO" , ESCLAMA MEDICO TESTIMONE ALLA NASCITA. DOTTORI FANNO NASCERE BIMBO-UFO. Alcuni dottori sovietici affermano di aver fatto nascere il bimbo alieno da uno dei nove extraterrestri recuperati dal relitto di una nave stellare precipitata in Luglio. In esclusiva mondiale la storia. La nascita supersegreta di un bimbo alieno è stata rivelata in un rapporto top secret da uno scienziato testimone al parto e che ha scattato questa foto. L’ incredibile sviluppo di questa storia è venuta alla luce grazie ad un rapporto segreto contrabbandato in Iugoslavia, dopo il sensazionale articolo sul salvataggio degli alieni apparso su News. Fonti jugoslave dichiarano che la nascita del neonato, avvenuta in una località segreta nei pressi di Mosca, ha preso i sovietici completamente di sorpresa. Il neonato era tanto grottesco, hanno aggiunto, che i dottori inizialmente rifiutarono di credere alla possibilità che fosse vivo, come riferito in un memorandum ufficiale inviato a ricercatori scientifici sovietici dal dr. Saoar Kurylev . "Ho assistito al parto dall’ inizio alla fine", ha scritto, "ma quando la cosa iniziò a dimenarsi e a sollevare la testa, l’ unica cosa che pensai fu ‘Oh mio Dio, è vivo?. "Era molto brutto e deforme. Era simile ad un rettile, un rettile venuto alla luce in un urlo d’ agonia da incubo". La cartella clinica dei progressi del bimbo alieno e del suo comportamento è composta da registrazioni di quattro controlli orari, a cui segue un ordine d’ autopsia manoscritto. Non è chiaro, comunque, se il neonato è morto per cause naturali o se è stato soppresso dagli scienziati. " L’ ipotesi che il neonato sia stato ucciso potrebbe essere sottintesa, ma si intuisce tra le "righe", ha dichiarato il biologo Milorad Gusacov ai reporters: "Non vi è alcun dubbio che i sovietici rimasero scioccati e forse anche un po spaventati da ciò che la madre aliena aveva dato alla luce". Gusacov ha dichiarato che alla nascita il peso del neonato era di tre pound e sette once. Era poco più lungo di tre pollici e aveva la forma di un pallone da football. " Apparentemente aveva tre appendici, braccia o gambe che fossero, ricoperte da uno spesso strato di scaglie ". " La testa era simile a quella di una lucertola, con piccoli occhi neri, senza naso e con una singola narice. Il colore della pelle era descritto come bluastro ". Come riferito dal News recentemente, gli adulti alieni sono simili ai bambini umani, con l’ eccezione che non hanno bocca e sono ricoperti da microscopiche scaglie color carne. Gli ultimissimi documenti venuti alla luce in Iugoslavia fanno scarso riferimento agli adulti. Contengono una breve nota riguardo la madre, la quale presumibilmente fu ricoverata per il parto in pochi minuti e che non mostrò alcuna emozione per la morte della sua creatura. " Sembrerebbe che gli alieni siano stati curati dalle ferite subite durante il disastro e che forse sono stati spostati in un altra località ", ha detto Gusacov. " Sapevamo che era di priorità assoluta farli stare bene in salute cos’ da potersi concentrare sul modo di trovare un mezzo per comunicare. Se questo è ciò a cui stanno lavorando, speriamo che abbiano presto successo. Forse così il Cremlino renderà pubblica l’ intera storia ". Finisce cos’ una delle migliaia di notizie su esseri provenienti da altri mondi, le quali potrebbero avere miglior sorte e soprattutto potrebbero aiutare l’ umanità ad uscire dal tenebroso tunnel dell’ ignoranza e della recessione spirituale. In ultima analisi, questi Genisti Cosmici, che hanno permesso con i loro mezzi di far arrivare da Venere una delle tante rappresentanze di quel pianeta, ci vogliono far capire che hanno fatto lo stesso innesto sul primate venusiano per perpetuare la vita in una delle sue innumerevoli forme e sostanze. L’ uomo terrestre esprime ancora una volta la sua ostilità, la sua congiura del silenzio sulla verità del tempo di tutti i tempi. La responsabilità dell’ uomo, al contrario, deve essere quella di sovrintendere alle cose create con saggezza e lume di consapevolezza affinché la vita sia un lieve ascendere verso la somma bellezza del Paradiso Celeste fatto di pace, di amore e di giustizia. L’ uomo terrestre non ha voluto ubbidire alla Legge del Creatore: Gli uomini di Venere si. L’ umanità della Terra sta rifiutando per l’ ennesima volta l’ immagine e la somiglianza al suo Creatore e Giorgio Bongiovanni, il testimone del celeste " Terzo messaggio di Fatima", con le sue Stimmate sanguinanti nelle mani e nei piedi, vuole chiarissimamente dire: " il terzo segreto di Fatima, che la Chiesa ha ritenuto nascondere all’ intera umanità, sta per realizzarsi e i segni sono palesi a tutti. Chi ancora non conoscesse il contenuto di questo Divino, Celeste Messaggio, si premuri a conoscerlo affinché prenda coscienza che la Verità fa liberi gli uomini, liberi davvero. Rimanere ciechi e sordi non giova alla salvezza dei vostri spiriti dalla morte seconda ". APPENDICE 3 Sono state ultimamente divulgate, attraverso alcuni giornali, notizie importanti, seppur diverse tra di loro, che confermano la veridicità del messaggio divulgato da Eugenio Siragusa, il contattato dalle Potenze Celesti. Il " MESSAGGERO" di Roma - 7 Gennaio ‘92 Un’ egiziana ha dato alla luce un bimbo la cui parte inferiore somiglia alla coda di un pesce, secondo il quotidiano " Al Ahram" il neonato pesa due chili e ottocento grammi ed è privo di organi genitali, il parto è avvenuto ad Alessandria. Il quotidiano egiziano non ha fornito altre notizia. Dal settimanale "EUROPEO" - 10 Gennaio ‘92 L’ animale marino cui siamo appartenenti più strettamente non è né il delfino né il dipnoo (sottoclasse antichissima con primordiali polmoni) ma il rarissimo Celacanto . Lo sostengono tre ricercatori tedeschi dell’ istituto di biochimica " Max Plank" di Monaco, secondo i quali i valori di emoglobina più vicini a quelli dell’ uomo si riscontrano nel Celacanto. Il Celacanto è un pesce che si riteneva estinto, ma alcuni esemplari del quale sono stati pescati anche di recente. Secondo il Prof. Thomas Goor, uno degli autori dello Studio, discenderebbero dal Celacanto anche le rane, un anfibio pure vicino all’ uomo. Ricordiamo pure che oltre 10 anni fa lo scienziato canadese Dale a. Russel propose al mondo intero la sua teoria riguardante la probabile evoluzione di un dinosauro bipede. Egli ha affermato che se i dinosauri non si fossero estinti, oggi i loro discendenti sarebbero al posto dell’ Homo Sapiens. Sono discorsi straordinari che danno una nuova veduta sulla evoluzione e sull’ origine della specie umana. Avvicinare l’ uomo alla coscienza e alla consapevolezza di una più elevata verità è stato il compito di Eugenio Siragusa e di tutti i Geni che hanno tentato di svincolare l’ essere umano dall’ ignoranza e dal suo isolamento cosmico. Oggi una nuova era bussa ormai alle porte ed occorre averne sveglia coscienza perché chi non saprà adeguarsi alle esigenze evolutive del Cosmo non potrà far parte dell’ umanità del terzo millennio, aureolata dalla conoscenza e dalla comunione con altre specie viventi del Creato. Dicembre 1991 Riedizione SaraS 1999


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Persona e sessualità: un'immagine Junghiana

di Alessio Begliomini
riedizione di una conferenza junghiana a cura di Alessio Begliomini

Come personificazione concreta dell'immagine dell'anima, all'uomo, a causa del carattere femminile della sua anima, si addice soprattutto una donna, alla donna invece un uomo. Ovunque esista un rapporto assoluto che agisce magicamente fra i sessi, si tratta di una proiezione dell'immagine dell'anima. Poiché rapporti di tal genere sono frequenti, anche l'anima deve essere di frequente inconscia, vale a dire che molte persone devono essere inconsapevoli del modo con il quale essi si comportano rispetto ai processi psichici interiori. Poiché questa inconsapevolezza va sempre di pari passo con una identificazione proporzionalmente completa con la Persona, è chiaro che tale identificazione deve avvenire di frequente. Ciò coincide con la realtà, in quanto moltissimi individui si identificano effettivamente con il loro atteggiamento esterno e non posseggono alcun rapporto cosciente con i processi interni. Tuttavia si verifica anche il caso opposto, che cioè l'immagine dell'anima non venga proiettata ma rimanga presso il soggetto: ne deriva una identificazione con l'anima, in quanto il soggetto in questione è convinto allora che il modo e la maniera coi quali egli si comporta nei riguardi dei suoi processi interiori siano anche il suo unico e vero carattere. In questo caso è la Persona ad essere proiettata, perché inconscia, e precisamente sopra un oggetto di sesso uguale: il che costituisce il fondamento di molti casi di omosessualità o di traslazione sul padre negli uomini e sulla madre nelle donne. Casi siffatti riguardano sempre individui con adattamento esterno difettoso e caratterizzati da una relativa mancanza di rapporti, dato che la identificazione con l'anima produce un atteggiamento che s'orienta prevalentemente sulla base della percezione dei processi interni, così che vien tolta al soggetto la possibilità di esercitare una influenza determinante. Se l'immagine dell'anima viene proiettata, subentra un legame affettivo incondizionato con l'oggetto. Se essa non viene proiettata, ha origine uno stato contraddistinto da una mancanza relativa di adattamento che Freud ha in parte descritto come narcisismo. La proiezione dell'immagine dell'anima svincola il soggetto dall'interesse per i processi interiori, fin tanto che il comportamento dell'oggetto concorda con l'immagine dell'anima. In tal modo il soggetto è messo in grado di vivere la propria Persona e di svilupparla ulteriormente. Senonché, a lungo andare,l'oggetto non sarà quasi più in grado di corrispondere sempre alle esigenze dell'immagine dell'anima, benché vi siano delle donne che, trascurando la propria vita, riescono a rappresentare per molto tempo l'immagine dell'anima a gli occhi dei loro mariti. Le soccorre in ciò l'istinto biologico femminile. Anche l'uomo può inconsciamente fare lo stesso con la sua compagna, solo che in ciò egli viene indotto a commettere atti i quali finiscono con l'andare oltre le sue capacità sia nel bene che nel male. Anche questo caso è reso possibile dall'istinto biologico, maschile. Quando l'immagine dell'anima non viene proiettata, ha origine col tempo una differenziazione addirittura morbosa del rapporto con l'inconscio. Il soggetto viene sommerso in misura crescente da contenuti inconsci che egli, per difetto di rapporto con l'oggetto, non può ne utilizzare né comunque elaborare altrimenti. Va da sé che tali contenuti pregiudicano in alto grado il rapporto con l'oggetto. Questi due atteggiamenti sono naturalmente casi limite, fra i quali stanno gli atteggiamenti normali. Come è noto,l'individuo normale non si distingue affatto per una particolare chiarezza, purezza o intensità dei suoi fenomeni psicologici, bensì semmai per la loro smortezza e sbiaditezza. Nelle persone dall'atteggiamento esterno bonario e niente affatto aggressivo l'immagine dell'anima ha di regola carattere maligno. Nella letteratura abbiamo un esempio di ciò nella donna demoniaca che accompagna Zeus nella "Primavera" olimpica di Spitteler. Per le donne idealiste l'uomo depravato costituisce assai spesso una personificazione dell'immagine dell'anima: di qui quelle "fantasie di redenzione" così frequenti in questi casi; la stessa cosa si verifica negli individui di sesso maschile, nel qual caso è la prostituta a divenire cinta d'aureola dell'anima da redimere.


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I viaggi internazionali di papa Giovanni Paolo II e le loro motivazioni

di Stefano Pellicanò

I viaggi costituiscono la caratteristica più evidente del lungo pontificato di papa Giovanni Paolo II spesso chiamato il “messaggio di verità del Vangelo” in una società secolarizzata caratterizzata dal passaggio a post-industriale ed approdata alla globalizzazione con numerose trasformazioni geo-politico. Come vescovo di Roma ha visitato 317 parrocchie, su 333 ed ha compiuto 146 visite pastorali in Italia. Ha viaggiato più di tutti i suoi predecessori messi assieme compiendo inoltre 104 viaggi apostolici internazionali percorrendo 1.163.865 chilometri in aereo in 544 gg, 3? e 19’ tenendo 2.248 discorsi arrivando a stare lontano da Roma per oltre 2 anni e mezzo “come un parroco che prima riceveva visite in canonica mentre adesso va lui a trovare ...”. Applicando i dettami del Concilio Vaticano II che riprendendo gli insegnamenti degli Apostoli aveva invitato ad andare ad gentes per far conoscere il Cristianesimo filosofo prima che vescovo e Papa capovolse l’impostazione dell’ evangelizzazione ribadendo che per dare risposte adeguate bisognava ascoltare le esigenze delle popolazioni pertanto viaggia in tutto il globo sostenuto da una forza fisica, morale e spirituale non comune che l’hanno fatto amare dai cattolici e rispettare da credenti di altre religioni e dagli atei confrontandosi sulle tematiche più controverse. Anche negli ultimi anni del pontificato, sebbene visibilmente sofferente, col suo carisma ha continuato a suscitare un grande fascino. Elenchiamo i suoi viaggi internazionali e le motivazioni che li hanno ispirati. 01) 25 gennaio -1 febbraio 1979 - Repubblica Dominicana (Santo Domingo de Guzmán), Messico (Puebla de Zaragoza, Città del Messico, Cuilapan, Oaxaca de Juárez, Guadalajara, Monterrey), Bahamas (Nassau) “per presiedere la IIIª Assemblea dei vescovi latino-americani a Puebla”. 02) 2-10 giugno 1979 - Polonia (Varsavia, Gniezno, Czestoçhowa, Craco via, Kalwaria Zebrydowska, Nowy Targ, Oswiecim-Brzezinka, Wadovi ce) “per parlare a tutti i Paesi comunisti dell’Est ed all’intera Europa”. 03) 29 settembre - 8 ottobre 1979 - Repubblica d'Irlanda (Dublino, Drogheda, Clonmacnois, Galway, Knock, Maynooth, Limerick, Shannon), U. S.A. (Boston, New York, Filadelfia, Des Moines, Chicago, Washington) “per cancellare ogni genere di tortura e di oppressione fisica e morale” 04) 28 - 30 novembre 1979 - Turchia (Ankara, Istanbul, Smirne, Efeso) “per instaurare un costruttivo dialogo ecumenico con gli Ortodossi”. 05) 2 -12 maggio 1980 - Zaire (Kinshasa, Kisangani), Repubblica del Congo (Brazzaville), Kenya (Nairobi), Ghana (Accra, Kumasi), Burkina Faso (Ouagadougou), Costa d’Avorio (Abjdian, Adzopé, Yamoussoukro) “per stimolare le popolazioni africane ad uscire dal sottosviluppo liberando la Chiesa dalle responsabilità di essersi compromessa col colonialismo”. 06) 30 maggio-2 giugno 1980 - Francia (Parigi, Lisieux) “per contribuire ad umanizzare il lavoro e sottolineare il ruolo della cultura per la costru zione di un mondo che ponga in primo piano la dignità dell’individuo”. 07) 30 giugno-12 luglio 1980 - Brasile (Brasilia, Belo Horizonte, Rio de Janeiro, Sao Paulo, Aparecida, Porto Alegre, Curitiba, Salvador de Bahia, Recife, Teresina, Belém do Parà, Fortaleza, Manaus) “per parlare del lavoro, dei poveri e della democrazia”. 08) 15-19 novembre 1980 - Germania Ovest (Colonia, Bonn,Osnabrück, Magonza, Fulda, Altötting, Monaco) “per promuovere il dialogo con i Protestanti, rendendo omaggio a Lutero ed agli Ebrei e per contribuire alla riconciliazione tra Tedeschi dell’Ovest e della D.D.R.” 09) 16-27 febbraio 1981- Pakistan (Karachi), Filippine (Manila, Quezon City, Cebu, Davao, Bacolod, Iloilo, Legaspi, Subic, Morong, Baguio), Guam (Agana, U.S.A.), Giappone (Tokio, Hiroshima, Nagasaki), Alaska (Anchorage, U.S.A.) “per far conoscere di più il messaggio cristiano in Estremo Oriente, per avviare un dialogo con le grandi religioni asiatiche e con quelle grandi realtà di diverso segno politico”. 10) 12-19 febbraio 1982 - Nigeria (Lagos, Enugu, Onitsha, Kaduna, Ibadan), Benin (Cotonou), Gabon (Libreville), Guinea Equatoriale (Malabo, Bata) “per incoraggiare le popolazioni africane a liberarsi dalle interferenze esterne ed esprimere il loro grande potenziale”. 11) 12-15 maggio 1982 - Portogallo (Lisbona, Fátima, Villa Viçosa, Coimbra, Sameiro, Porto)“per ringraziare la Madonna di Fatima dopo l’attentato subito il 13 maggio 1981”. 12) 28 maggio - 2 giugno 1982 - Gran Bretagna (Londra, Canterbury, Coventry, Liverpool, Manchester, York, Edimburgo, Glasgow, Cardiff) “per favorire la riconciliazione con la Chiesa Anglicana dopo lo scisma del 1534 e per invocare la pace con l’Argentina in guerra perlla questione delle isole Falkland/Malvine”. 13) 10-13 giugno 1982 - Brasile (Rio de Janeiro), Argentina (Buenos Aires, Luján)“per invocare la pace tra Argentina e Gran Bretagna”. 14) 15 giugno 1982 - Svizzera (Ginevra) “per parlare dei problemi del lavoro”. 15) 29 agosto 1982 - Repubblica di San Marino “per ricordare la sua origine religiosa e rendere omaggio alla sua indipendenza e libertà”. 16) 31 ottobre - 9 novembre 1982 - Spagna (Madrid, Segovia, Avila, Alba de Tormes, Salamanca, Guadalupe, Toledo, Siviglia, Granada, Loyola, Javier, Saragozza, Montserrat, Barcellona, València, Alcira, Santiago de Compostela) “per confrontarsi con la sua nuova realtà sociale e per stimolare la Chiesa ad adeguarsi più velocemente ai tempi secondo il Concilio Vaticano II”. 17) 2-10 marzo 1983 - Portogallo (Lisbona), Costa Rica (San José, Managua), Nicaragua (León), Panama (Panamá), El Salvador (San Salvador), Guatemala (Guatemala, Quezaltenango, Tegucigalpa), Honduras (San Pedro Sula), Belize (Belize), Haiti (Port-au-Prince) “per far sentire la voce della Chiesa in situazioni locali drammatiche” 18) 16-23 giugno 1983 - Polonia (Varsavia, Niepokalanów,Czestoçhowa, Poznan, Katowice, Breslavia, Góra Swietej Anny, Cracovia)“per portare conforto dopo la proclamazione della legge marziale”. 19) 14-15 agosto 1983 - Francia (Tarbes, Lourdes) “in occasione della festa dell’Assunta”. 20) 10-13 settembre 1983 - Austria (Vienna, Mariazell) “per riscoprire le radici cristiane dell’Europa e ricomporne l’unità politico-religiosa”. 21) 2-12 maggio 1984 - Alaska (Fairbanks, U.S.A.), Repubblica di Corea (Seoul, Daegu, Gwangju, Sorokdo, Busan), Papua Nuova Guinea (Port Moresby, Mount Hagen), Isole Salomone (Honiara), Thailandia (Bangkok, Phanat Nikhom, Sampran) “per manifestare la crescente attenzione della Chiesa verso popolazioni di antiche tradizioni cultural-reliose impostando una nuova evangelizzazione”. 22) 12-17 giugno 1984 - Svizzera (Kloten, Lugano, Ginevra, Chambésy, Friburgo, Belp, Kershatz, Berna, Lohn, Flüeli, Sachseln, Einsiedeln, Lucerna, Sion) “per visitarne diverse città per discutere di vari problemi interni della Chiesa fra cui il celibato ed il ruolo delle donne ed aprire un dialogo col Consiglio Ecumenico delle Chiese”. 23) 9-21 settembre 1984 - Canada (Québec, Montréal, St.John’s, Moncton, Halifax,Toronto, Huronia, Winnipeg, Edmonton, Yellowknife, Vancouver, Trois Rivières, Ottawa) “per riproporre il Vangelo in un Paese ricco, come un padre chiamato Papa ed un fratello in umanità ubbidiente a Gesù”. 24) 10-13 ottobre 1984 - Spagna (Saragozza), Repubblica Dominicana (Santo Domingo), Porto Rico (San Juan) “per gettare le basi per una nuova evangelizzazione”. 25) 26 gennaio - 6 febbraio 1985 - Venezuela (Caracas, Maracaibo, Mérida, Ciudad Guyana) Ecuador (Quito, Latacunga, Cuenca, Guayaquil), Perù (Lima, Arequipa, Cusco, Ayachuco, Callao, Piura, Trujillo, Iquitos), Trinidad e Tobago (Port of Spain) “per conoscere i disagi di quelle popolazioni”. 26) 11-21 maggio 1985 - Olanda (Eindhoven, ‘s-Hertogenbosch, L’Aia, Utrecht,Maastricht, Amersfoort, Schiphol), Lussemburgo (Lussemburgo, Esch-s.-Alzette, Echternach), Belgio (Bruxelles, Anversa, Leper, Gent, Mechelen, Beauraing, Namur, Bierset, Liegi, Lovanio, Louvaine la Neuve, Tilff, Banneux) “per promuovere il dialogo con i Cattolici olandesi da tempo autonomi pur nel rispetto della Santa Sede”. 27) 8-19 agosto 1985 - Togo (Lomè, Pya, Kara, Togoville), Costa d'Avorio (Abidjan), Camerun (Yaoundè, Garoua, Bamenda, Douala), Repubblica Centrafricana (Bangui), Zaire (Kinshasa, Lubumbashi), Kenya (Nairobi, Masai Mara Park), Marocco (Casablanca)“per ribadire il pensiero della Chiesa verso un Continente che continua a soffrire e per promuoverne lo sviluppo“. 28) 8 settembre 1985 - Svizzera (Kloten), Liechtenstein (Vaduz) “con l’intento di rafforzare la fede del piccolo Principato”. 29) 31 gennaio – 11.02.1986 - India (New Delhi,, Ranchi, Calcutta, Shil long, Madras, Goa, Mangalore, Cochin, Trichur, Kottayam, Trivandrum, Bombay, Vasay, Pune) “per avviare un dialogo con quelle religioni”. 30) 1- 8 luglio 1986 - Colombia (Bogotà, Chiquinquira, Cali, Tumaco, Popayán, Pereira, Chinchiná, Medellín, Armero, Lerida, Bucaramanga, Cartagena, Barranquilla), Santa Lucia (Castries, Hewanorra), “per stimolare la Colombia a ritrovare la via della riconciliazione nazionale ed intraprendere un cammino di fiducia e non di paura”. 31) 4-7 ottobre 1986 - Francia (Lione, Annecy, Taizé, Paray le Monial, Ars, Dardilly)“per riscoprirne e riproporne le radici cristiane“. 32) 18 novembre - 1 dicembre 1986 - Bangladesh (Dhaka), Singapore , Figi (Nadi, Suva), Nuova Zelanda (Auckland, Wellington, Christchurch), Australia (Canberra, Brisbane, Sydney, Hobart, Melbourne, Darwin, Alice Springs, Adelaide, Perth), Seychelles (Victoria) “per portare il Vangelo e per conoscere dal vivo i problemi di quella lontana e vasta area geo-politica”. 33) 31 marzo - 13 aprile 1987 - Uruguay (Montevideo), Cile (Santiago, Valparaíso, Punta Arenas, Puerto Montt, Concepción, Temuco, La Sere na, Antofagasta), Argentina (Buenos Aires, Bahía Blanca, Viedma, Men doza, Córdoba, Tucumán, Salta, Corrientes, Paraná, Rosario) (Giornata Mondiale della Gioventù 1987) “per favorire la riconciliazione interna in Cile ed Argentina e tra i due Stati dopo la controversia sul Canale di Beagle risolta tramite la diplomazia vaticana”. 34) 30 aprile - 4 maggio 1987 - Germania Ovest (Colonia, Bonn, Münster, Kevelear, Bottrop, Essen, Gelsenkirchen, Monaco, Augusta, Spira)“per stimolare i tedeschi a riflettere su come e perchè si seguirono a larga maggioranza le scelte del Terzo Reich”. 35) 8-14 giugno 1987 - Polonia (Varsavia, Lublino, Tarnów, Cracovia, Stettino, Gdynia, Danzica, Czestoçhowa, Lódz) “per favorire la collaborazione delle forze sociali di un Paese in forte difficoltà economica-politica”. 36) 10-21 settembre 1987 - U.S.A. (Miami, Columbia, New Orleans, San Antonio, Phoenix, Los Angeles, Monterey, Carmel, San Francisco, Detroit), Canada (Fort Simpson) “come amico dell’America e degli americani di buona volontà di tutte le religioni”. 37) 7-18 maggio 1988 - Uruguay (Montevideo, Melo, Florida, Salto), Bolivia (La Paz, Cochabamba, Oruro, Sucre, Tarija, Santa Cruz de la Sierra, Trinidad), Perù (Lima), Paraguay (Asunción, Mariscal Estigarri bia, Encarnación, Villarica, Caacupé)“per gettare le basi di una nuova evangelizzazione che faccia riscoprire l’autentico messaggio cristiano”. 38) 23-27 giugno 1988 - Austria (Vienna, Eisenstadt, Mauthausen, Salisburgo, Enns-Lorch, Gurk, Innsbruck) “per fugare le ombre nel cattolicesimo austriaco e rilanciarlo nel segno del rinnovamento”. 39) 10-19 settembre 1988 - Zimbabwe (Harare, Bulawayo), Botswana (Gaborone), Lesotho (Maseru, Thaba-Bosiu, Roma), Swaziland (Manzini, Maputo), Mozambico (Beira, Nampula) “per condannare l’apartheid e denunciare la terribile povertà di queste popolazioni”. 40) 8-11 ottobre 1988 - Francia (Strasburgo, Metz, Nancy, Mont S.te-Odile, Mulhouse) Alsazia, Lorena) “per parlare al Parlamento Europeo auspicando la presenza delle nazioni dell’Est (accadrà nel 2004)”. 41) 28 aprile - 6 maggio 1989 - Madagascar (Antananarivo, Antsiranana, Fianarantsoa), Réunion (Saint-Denis), Zambia (Lusaka, Kitwe), Malawi (Blantyre, Lilongwe) “per garantire un futuro diverso a popolazioni da poco indipendenti”. 42) 1-10 giugno 1989 - Norvegia (Oslo, Trondhein, Tromsø), Islanda (Reykjavík, Thingvellir), Finlandia (Helsinki, Turku), Danimarca (Copenaghen, Roskilde, Øm), Svezia (Stoccolma, Uppsala, Vadstena, Linköping) “per parlare di Vangelo a popolazioni molto lontane da Roma anche sotto il profilo culturale e religioso”. 43) 19-21 agosto 1989 - Spagna (Santiago de Compostela, Oviedo, Covadonga). “in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù”. 44) 6 - 16 ottobre 1989 - Sud Corea (Seoul), Indonesia (Jakarta, Yogyakarta, Maumere, Ritapiret, Dili, oggi Timor Est), Malaysia (Medan), Mauritius (Plaisance, Le Reduit, Mont Thabor, La Ferme, Sain Croix, Rose Hill, Curepipe) “per allargare la minoritaria presenza de Cristianesimo nel continente asiatico”. 45) 25 gennaio - 1 febbraio 1990 - Capo Verde (Sal, Praia, Mindelo), Guinea-Bissau (Bissau, Cumura), Mali (Bamako), Burkina Faso (Ouagadougou, Bobo-Dioulasso), Ciad (N’Djamena, Moundou, Sarh)“al grido di mai più schiavismo e discriminazioni di qualsiasi genere”. 46) 2-22 aprile 1990 - Cecoslovacchia (Praga, Velehrad, Bratislava)“per farle riprendere anche visibilmente, dopo la caduta del Muro, il suo posto nella storia di popoli che mai avevano pensato di estrometterla anche in presenza di ordinamenti statali ed ideologici di segno opposto”. 47) 6-14 maggio 1990 - Messico (Città di Messico, Tuxtla Gutiérrez, Villaermosa, Aguascalientes, San Juan de los Lagos, Victoria de Durango, Chihuahua, Monterrey, Zacaiecas), Curaçao (Willemstad)“per beatificare i tre martiri di Tlazcala, Cristóbal, Juan, Antonio di don José María de Yermo y Parres e per confermare il culto di Juan Diego”. 48) 25-27 maggio 1990 - Malta (Luqa, Valletta, Attard, Mellieha, Ta’Pinu, Victoria, Cottonera, St.Julian’s, Ta’Qali, Rabat, Tal Virtù, Mdina, Floriana) “per denunciare che i sistemi socio-politici possono essere condizionati da un’oppressione ideologica come accaduto nell’Europa dell’Est”. 49) 1-10 settembre 1990 - Malta (Luqa), Tanzania (Dar Es Saalam, Songea, Mwanza, Tabora, Kia, Moshi), Burundi (Gitega, Bujumbura, Mwanza), Ruanda (Kigali, Kabgayi), Costa d'Avorio (Yamoussoukro) “per approfondire le loro problematiche prima del Sinodo dei vescovi per l’Africa”. 50) 10-13 maggio 1991 - Portogallo (Lisbona, Fátima e Hangra do Heroismo, Ponta Delgada, Funchal nelle Azzorre) “per recarsi a Fatima nell’anniversario dell’attentato del 13 maggio 1981 e di fronte ai cambiamenti epocali ed all’apertura di nuovi orizzonti per l’umanità”. 51) 1-9 giugno 1991 - Polonia (Koszalin, Rzeszów, Przemysl, Lubacz ów, Kielce, Radom, Lomza, Bialystok, Olsztyn, Wloclawek, Plock, Varsavia) “per ricostruire un ethos collettivo con una Chiesa rinnovata che possa intervenire sui mutati costumi sociali e stile di vita”. 52) 13-20 agosto 1991 - Polonia (Cracovia, Wadowice, Czestoçhowa), Ungheria (Budapest, Esztergom, Pécs, Máriápocs, Nyíregyháza, Debrecen, Szombathely “per presiedere la VIª Giornata Mondiale della Gioventù e per approfondire la riflessione sui pericoli della mutata situazione politica-morale-sociale polacca”. 53) 12 -21 ottobre 1991 - Brasile (Natal, São Luís, Brasília, Goiânia, Cuiabá, Campo Grande, Florianópolis, Vitória, Maceió, Salvador) “per denunciare le diseguaglianze socio-economiche e per sollecitare le riforme, a cominciare da quella agraria”. 54) 19-26 febbraio 1992 - Senegal (Dakar, Ziguinchor, Poponguine, Gorée), Gambia (Banjul), Guinea (Konakry) “per denunciare la deportazione dei locali da parte dei negrieri”. 55) 4-10 giugno 1992 - Angola (Luanda, Huambo, Lubango, Cabinda, M’Banza Congo, Bengueka), São Tomé e Príncipe (São Tomé) “per contribuire alla fine di una guerra civile che durava in pratica dal 1975”. 56) 9-14 ottobre 1992 - Repubblica Dominicana (Santo Domingo, Higüey) “per partecipare all’Assemblea dei vescovi latino-americani per iniziare una nuova evangelizzazione riconoscendo gli errori commessi dalla Chiesa durante la conquista ed il genocidio commesso dai Conquistadores 500 anni prima”. 57) 3-10 febbraio 1993 - Benin (Cotonou, Ganvié, Parakou), Uganda (Entebbe, Kampala, Gulu, Kasese, Soroti), Sudan (Khartoum) “per promuovere la promozione umana di un continente proiettato sulla scena internazionale”. 58) 25 aprile 1993 - Albania (Tirana, Scutari) “per proclamare la fede di Cristo in uno Stato ufficialmente ateo fino alla caduta della dittatura”. 59) 12-17 giugno 1993 - Spagna (Siviglia, Dos Hermanas, Huelva, Moguer, Palos de La Frontera, La Rábida, El Rocío, Madrid) “per stimolare i cattolici a nuove forme di partecipazione sociale in un Paese notevolmente cambiato”. 60) 9-16 agosto 1993 - Giamaica (Kingston), Messico (Mérida, Izamal), U.S.A. (Denver, Saint Malo Retreat Center) “per partecipare all’ VIIIª Giornata Mondiale della Gioventù, a Denver, per verificare e discutere con i giovani come riproporre i valori del messaggio cristiano in un mondo secolarizzato”. 61) 4-10 settembre 1993 - Lituania (Vilnius, Kaunas, Siauliai, Siluva), Lettonia (Riga, Anglona), Estonia (Tallinn) “per poter finalmente visitare le ex-repubbliche sovietiche, soprattutto della Lituania la cui storia è intrecciata con quella polacca”. 62) 10-11 settembre 1994 - Croazia (Zagabria) “per condannare la guerra fratricida tra le popolazioni dell’ex-Jugoslavia”. 63) 11-21 gennaio 1995 - Filippine (Manila), Papua Nuova Guinea (Port Moresby), Australia (Sydney), Sri Lanka (Colombo) “per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù (Manila) e per gettare le basi della crescita della Chiesa in Asia nel III millennio”. 64) 20-22 maggio 1995 - Repubblica Ceca (Praga, Olomouc, Ostra va), Polonia (Skoczów, Bielsko-Biala, Zywiec) “per fare il punto con i vescovi sulla nuova evangelizzazione dopo il Sinodo speciale del 1991 e per anticiparne uno nuovo per il 1999 per riflettere sui mutamenti in Europa partecipare a delle ricorrenze significative ed a due canonizzazioni di Jan Sarkander (1576-1620) e Melena Gòrecka Zdislava (1220-1252)”. 65) 3-4 giugno 1995 - Belgio (Bruxelles) “per implorare nel 50° della fine della IIª guerra mondiale, la Madonna che non vi siano più guerre che sono sempre fratricide essendo tutti fratelli e per la beatificazione di Padre Damiano (1840-1889) che si dedicò ai lebbrosi”. 66) 30 giugno - 3 luglio 1995 - Slovacchia (Bratislava, Nitra, Sastin, Kosice, Presov, Spisska Kapitula, Velické Pleso, Monti Trata, Poprad, Levoca) “per reinterpretare una storia caratterizzata da conflitti politico-religiosi in uno spirito di dialogo ecumenico”. 67) 14 -20 settembre 1995 - Camerun (Yaoundé), Sudafrica (Città del Capo, Johannesburg, Pretoria), Kenya (Nairobi) “per una nuova evange lizzazione con i vescovi africani protagonisti della sua applicazione”. 68) 4-9 ottobre 1995 - U.S.A. (Newark, New York, Brooklyn, Baltimora) “per richiamare l’unica potenza mondiale, dopo la disgregazione dell’URSS nel 1991, alle sue responsabilità e per auspicare all’Assemblea dell’O.N.U. il rispetto dei diritti delle nazioni e l’affermazione della giustizia e della libertà nei rapporti internazionali”. 69) 5 -12 febbraio 1996 - Guatemala (Guatemala, Esquipúlas), Nicaragua (Managua), El Salvador (San Salvador), Venezuela (Caracas, Coromoto) “per scuotere le coscienze delle classe dirigenti, cambiate dopo tredici anni, e per confortare le classi sociali più deboli”. 70) 14 aprile 1996 - Tunisia (Tunisi, Cartagine) “per riprendere il discor so avviato con l’Islam undici anni prima a Casablanca attualizzandolo e rivolgendosi a tutte le popolazioni del Maghreb fino al Medio Oriente”. 71) 17-19 maggio 1996 - Slovenia (Lubiana, Postumia, Maribor) “per esortare la popolazione a costruire il futuro in una salda fede cristiana”. 72) 21-23 giugno 1996 - Germania (Paderborn, Berlino) “per sottolineare il contributo della Sede apostolica all’apertura del popolo tedesco verso la nuova Europa in costruzione”. 73) 6-7 settembre 1996 - Ungheria (Budapest, Pannonhalma, Giör) “per preparare la Chiesa magiara al III millennio”. 74) 19-22 settembre 1996 - Francia (Tours, St. Laurent, S.te Anne D’Aray, Reims) “per celebrare a Reims il XV centenario del battesimo di Clodoveo, fondatore del Regno dei Franchi e per una definitiva riconciliazione con la cultura moderna e facendo propri i principi di libertà, uguaglianza e fraternità della Rivoluzione francese ma originariamente cristiani”. 75) 12 -13 aprile 1997 - Bosnia-Erzegovina (Sarajevo) “per gridare: mai più la guerra”. 76) 25-27 aprile 1997 - Repubblica Ceca (Praga, Hrádec Kralové) “per l’anniversario di s. Adalberto (956-997), modello di rettitudine nella vita socio-politica da imitare”. 77) 10-11 maggio 1997 - Libano (Beirut, ’abda, Harissa, Bkerké) “per anticipare il viaggio a Gerusalemme”. 78) 31 maggio - 10 giugno 1997 - Polonia (Breslavia, Legnica, Poznan , Gorzów Wielkopolski, Gniezno, Kalisz, Czestoçhowa, Ludzmierz, Zakopane, Cracovia, Dukla, Krosno) “per la chiusura del 46° Congresso Eucaristico Internazionale incentrato sul tema Eucarestia e Libertà”. 79) 21 - 24 agosto 1997 - Francia (Parigi, Châlo-St-Mars, Évry) “per la XII Giornata Mondiale della Gioventù e per chiedere perdono per la strage degli Ugonotti nella notte di san Bartolomeo (23-24.VIII.1572)”. 80) 2-6 ottobre 1997 - Brasile (Rio de Janeiro) “per l’Incontro mondiale delle famiglie e per il Congresso Teologico Pastorale”. 81) 21-26 gennaio 1998 - Cuba (L’Avana, Santa Clara, Camagüey, Santiago) “per fare aprire Cuba al mondo e questo al popolo cubano”. 82) 21-23 marzo 1998 - Nigeria (Abuja, Onitsha) “per la beatificazione di padre Cyprian Michael Iwene Tansi (1903-1964), il primo del Paese, e per favorire la ripresa della democrazia nel Continente”. 83) 19-21 giugno 1998 - Austria (Salisburgo, Vienna, St. Pölten) “per la proclamazione di tre nuovi beati, suor Maria Restituta (Helena Kafka, 1894-1943), padre Giacomo Francesco Alessandro Kern (1897-1924) e padre Anton Maria Schwartz (1852-1929) e per costruire ponti tra Occi dente ed Oriente per costruire di un’Europa dall’Atlantico agli Urali”. 84) 2-4 ottobre 1998 - Croazia (Zagabria, Spalato) “per la beatificazione del card. Alojzije Viktor Stepinac (1898-1960) e per contribuire a supera re le ferite del popolo croato prima e dopo la IIª guerra mondiale”. 85) 22-28 gennaio 1999 - Messico (Città del Messico), U.S.A. (St. Louis) “per illustrare il documento Ecclesia in America”. 86) 7-9 maggio 1999 - Romania (Bucarest) “per incontrare il Patriarca Ortodosso Arapasu Tioctist (1915-2007)”. 87) 5-17 giugno 1999 - Polonia (Danzica, Pelplin, Elblag, Bydgoszcz, Lichen, Torun, Elk, Wigry, Sieldce, Drohiczyn, Varsavia, Sandomierz, Zamosc, Radzymin, Lowicz, Sosnowiec, Cracovia, Stary Sacz, Wadowice, Gliwice, Czestoçhowa) “per ricordare ai Polacchi le Beatitudini in vista del Giubileo del 2000, per ribadire che soltanto la forza dell’amore insegnata da Gesù è in grado di trasformare il mondo nel segno della pace, della giustizia e della solidarietà”. 88) 19 settembre 1999 - Slovenia (Maribor) “per la beatificazione di Anton Martin Slomsek (1800-1862)e per denunciare nazionalismi e pulizie etniche”. 89) 5-9 novembre 1999 - Nuova Delhi (India), Georgia (T’bilisi, Mtskheta) “per tenere aperto il dialogo con le altre religioni”. 90) 24-26 febbraio 2000 – Egitto (Il Cairo, monastero di S. Caterina in Sinai) “per riproporre il messaggio cristiano partendo dai luoghi della salvezza”. 91) 20-26 marzo 2000 - Giordania (Amman, Monte Nero, Wadi Al-Kharrar), Israele (Tel Aviv-Giaffa, Gerusalemme, Al-Maghtas, Betlemme, Korazim, Cafarnao, Nazareth) “per continuare il dialogo con altre religioni con spirito aperto”. 92) 12-13 maggio 2000 - Portogallo (Lisbona, Fatima) “per la beatificazione dei due pastorelli Francesco (1908-1919) e Giacinta Marto (1910-1920) cui apparve la Madonna nel 1917 e per rinnovarle il ringraziamento per averlo protetto durante gli anni del pontificato”. 93) 4-9 maggio 2001 - Grecia (Atene), Siria (Damasco, Quneitra), Malta (Gudja, Valletta, Rabat, Floriana, Hamrun) “per completare i viaggi nei luoghi della salvezza e sviluppare il dialogo con la religione ortodossa ed islamica, sulle orme di s. Paolo”. 94) 23-27 giugno 2001 - Ucraina (Kiev, L’Viv, Sykhiv, Bryukhovyochi) “per beatificare 27 martiri, e nel segno della riconciliazione per chiedere perdono per gli errori commessi nel passato”. 95) 22-27 settembre 2001 - Kazakistan (Astana), Armenia (Etchmiadzin, Erewan, Khor Virap) “per lanciare un appello a cooperare per la giustizia e la pace, contro tutte le forme di violenza e le guerre che aggravano i problemi anzichè risolverli”. 96) 22 - 26 maggio 2002 - Azerbaijan (Baki), Bulgaria (Sofia, Rila, Plovdiv) “per spingere il dialogo interreligioso necessario per approfondire la conoscenza reciproca sulla scia dei santi Cirillo e Metodio e per sensibilizzare le diverse religioni nella lotta alla violenza ed al terrorismo per arrivare ad una coesistenza pacifica”. 97) 23 luglio - 2 agosto 2002 - Canada (Toronto), Guatemala (Guatemala), Messico (Città del Messico) nonostante le precarie condizioni di salute “per partecipare alla XVII Giornata Mondiale della Gioventù a Toronto e per canonozzare il beato Hermano Pedro de San José de Betancurt (1626-1667) in Guatemala e il beato azteco Juan Diego Cuauhtlatoatzin (1474 ca.-1548) in Messico”. 98) 16-19 agosto 2002 - Polonia (Cracovia, Balice, Kalwaria Zebrzydowska) “per invocare la misericordia di dio per la Polonia e per la situazione internazionale”. 99) 3-4 maggio 2003 - Spagna (Madrid) “per incontrare i giovani e canonizzare i beati, Pedro Proveda Castroverde (1874-1936), José Maria Rubio y Peralta (1864-1929), Genoveva Torres Morales (1870-1974), An gela de la Cruz (1846-1932), Maria Maravillas de Jésus (1891-1974)”. 100) 5-9 giugno 2003 - Croazia (Fiume, Ragusa, Osijek, Djakovo, Zara) “per pacificare e riconciliare”. 101) 22 giugno 2003 - Bosnia-Erzegovina (Banja Luka) “per beatificare Ivan Merz (1896-1928) e per accendere la speranza dopo le sofferenze di una guerra tremenda”. 102) 11-14 settembre 2003 - Slovacchia (Bratislava, Trnava, Banská Bystrica, Kosice, Roznava) “per abbracciare spiritualmente i suoi figli comprese le minoranze nazionali e di altre religioni”. 103) 5-6 giugno 2004 - Svizzera (Berna) “per incontrare i giovani in occasione del loro raduno nazionale”. 104) 14-15 agosto 2004 - Francia (Lourdes) “per celebrare il 150° anniversario del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria e per portare ai suoi piedi le angosce di un’umanità turbata da guerre, fame, malattie ed incertezze economiche e per riaccendere la speranza”. Tratto da “S. Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II il Grande, il Papa della misericordia che ha cambiato la Storia” di Stefano Pellicanò ISBN: 978-88-97215-14-1 Per gentile concessione di Calzone Editore (www.wix.com/calzone_editore/home; calzone.editore@libero.it). © Copyright 2014 CE Calzone Editore Tutti i diritti artistici e letterari riservati.


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Neuroscienze e fede religiosa

di Andrea Vaccaro

Quando Augusto del Noce, nella magistrale opera Il problema dell'ateismo del 1965, propose una catalogazione delle varie espressioni del fenomeno ateo, difficilmente avrebbe potuto immaginare che sarebbe sorta anche quella forma che prende il nome di “neuroateismo”, ultima scoperta della scorribanda delle neuroscienze nel territorio dell'esperienza religiosa. Il primo interesse delle neuroscienze in questo ambito si diresse, una ventina di anni fa, sui correlati neurali della meditazione profonda, ovvero su ciò che accade nel cervello di un monaco buddista in un picco di autotrascendenza o in quello di una suora cristiana durante un itinerario di unio mystica. Una pietra miliare di questi studi è il libro di A. Newberg e E. d'Aquili, Dio nel cervello. La prova biologica della fede (2001), che ha dato il via alla cosiddetta “neuroteologia”. Le ricerche in questa direzione si sono moltiplicate, raffinando l'indagine sulle differenti tecniche di meditazione e le riviste neuroscientifiche del primo decennio del 2000 sono ricche di titoli tipo Mappe cerebrali della meditazione; Flussi di sangue negli stati meditativi; La neurobiologia della meditazione passiva ed attiva ... L'investigazione non ha certo potuto dire nulla intorno all'esistenza di Dio, ma molto ha detto circa la potenza della “pura energia spirituale”, per chiamarla così, nel modificare l'attività fisica del cervello. Successivamente l'attenzione si è rivolta sul contenuto della credenza, per verificare se fossero rilevabili differenze a livello sinaptico tra la fede dell'ateo e quella del credente. Studi di neuroimaging, come I correlati neurali della convinzione religiosa e atea (Sam Harris et al., 2009), non hanno individuato dissomiglianze notevoli. L'attivazione cerebrale è risultata content-indipendent, il che vuol dire che credere all'immortalità dell'anima o nella nullificazione totale, nel Caso o nel Logos, non è determinato dalle configurazioni cerebrali, ma, evidentemente, da altri fattori. Per poter parlare appropriatamente di neuroateismo, tuttavia, occorre aspettare il 2012, quando compaiono due articoli della coppia di psicologi Ara Norenzayan e Will Gervais della British Columbia University: Il pensiero analitico promuove l'ateismo, pubblicato su “Science” e Le origini dell'ateismo, in “Trends in Cognitive Sciences”. La tesi sostenuta dai due autori è piuttosto innovativa: l'esercizio privilegiato del pensiero analitico produce un'abitudine cognitiva e un corrispondente quadro neurologico che favorisce l'ateismo e addirittura indebolisce la fede dei credenti. Con “pensiero analitico” s'intende il procedere calcolante, algoritmico, sillogistico tipico del problem solving e della rigorosa concatenazione logico-scientifica a cui si contrappone – secondo uno schema ormai consolidato che ha in Jerome Bruner uno dei capisaldi – il pensiero intuitivo, olistico e creativo. Lo studio su “Science” riporta l'esito di quattro esperimenti condotti su 650 americani di varia età, cultura, estrazione sociale. Ad essi, nella prima fase, è somministrato un questionario per misurare il livello personale di religiosità con domande come: “sento spesso la presenza del divino nella mia vita?”, “prego prima di prendere decisioni importanti?”, “credo in Dio ... in Satana … negli angeli?”. Quindi i partecipanti sono suddivisi in due gruppi: il primo viene sottoposto ad una serie di test che richiede uno sforzo di pensiero analitico; il secondo, invece, prosegue con test “neutri” di personalità. Come terza ed ultima fase, tutti quanti si confrontano nuovamente con il questionario della religiosità. Ebbene, la media della religiosità del gruppo sottoposto al training di pensiero analitico è risultata più bassa di circa il 10% rispetto ai risultati di partenza, mentre quella del gruppo di controllo è rimasta inalterata. Congiuntamente, gli autori hanno potuto appurare che i partecipanti dichiaratisi atei avevano ottenuto i punteggi più alti nei test analitici, per una doppia conferma incrociata: i “cervelli atei” sono analitici; l'esercizio analitico promuove l'ateismo. Lo studio trova sostegno nell'omologa indagine di Gordon Pennycook et al. Lo stile cognitivo analitico predice la credenza religiosa e paranormale (“Cognition” 2012) che, forte di una netta conferma nella stessa direzione, si concede l'epigrafe pascaliana: “è il cuore che percepisce Dio, non la ragione”. In questo senso, Pennycook identifica la ragione con il solo pensiero analitico, dislocando nella zona “cuore” tutto quanto pertiene all'intuizione; una scelta non molto in linea con la tendenza della psicologia cognitiva contemporanea che non compie classifiche di serie A e B tra intelligenza analitica e intelligenza intuitiva, empatica, narrativa, sociale ecc. Tali studi hanno suscitato un certo clamore. Alcuni critici hanno osservato che gli “stress test” analitici potevano agire negativamente sulla religiosità solo in via temporanea. Pennycook ha risposto qualche mese fa con Atei e agnostici sono più analitici dei credenti (2016), cancellando l'obiezione con nuove evidenze e rilanciando con una statistica scioccante che pone gli atei circa venti punti più avanti dei credenti nella misurazione dell'intelligenza analitica. Ancor più recentemente, Anthony I. Jack et al. con Perché credi in Dio? avvalora la tesi. Se, però, il pensiero analitico promuove l'ateismo, è forse possibile che l'esercizio del complementare pensiero intuitivo sviluppi la fede? La domanda è sorta in non pochi scienziati del settore e l'intuizione si è rivelata per l'appunto positiva. Sottoporre soggetti non tanto a setting di quiz analitici quanto alla visione di rilassanti immagini di stupore e coinvolgimento cosmico, come aurore boreali, formazione di galassie, paesaggi incantevoli procura, sulla falsariga degli studi antagonisti, una condizione neurale che accresce il sentimento religioso. Confermano la tesi studi quali C.-C. Liu, La relazione tra religione e Intelligenza emotiva (2010), A. Shenav et al., Intuizione divina (2011), P. Valdesolo et al., Stupore, incertezza e agency (2013). Il nuovo sentiero di ricerca è suggestivo e i dati già generosamente raccolti sollecitano interpretazioni, interrogativi e addirittura orientamenti educativi. Se infatti l'“allenamento” in uno specifico stile cognitivo influenza il soggetto su opzioni tanto profonde quanto la posizione religiosa e anche la condotta morale e sociale (come incipienti consimili studi lasciano intendere) diventa decisamente importante che l'educazione sia fondata su un concetto “largo” di ragione che presenti la pari dignità di tutte le modalità di pensiero e tutte le coltivi integralmente. Solo così l'essere umano, fatte salve le propensioni peculiari, potrà costruire liberamente, in piena coscienza e, soprattutto, senza “neurocondizionamenti”, le scelte personali più importanti.


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Informatica

Telefonini o smartphone?

di Mario Lorenzini

Con entrambi possiamo telefonare. La diferenza sostanziale è lo schermo touch di dimensioni più elevate e un sistema operativo che governa il dispositivo e rende l’apparecchio assimilabile a un piccolo computer. Di telefoni cellulari a tastiera non si parla praticamente mai. Non sono pubblicizzati sui volantini dei grandi store nazionali. Sono stati relegati a soluzione economica per quelle persone di una certa età che poca dimestichezza hanno con la tecnologia. Il tutto considerando che, con una somma di circa 20 – 30 euro, possiamo acquistare un prodotto che, oltre alle classiche funzioni di un telefono cellulare come invio e ricezioni di sms e mms, possiede un registratore audio e video e la radio fm incorporate. Ha un agenda appuntamenti e può navigare su internet. Il tutto però, ahimé, con i tasti anziché un touch screen di grandi dimensioni. Inoltre, e questo è il punto che fa la differenza, è dotato di un sistema operativo proprietario dalle ridotte capacità. E’ proprio quest’ultima caratteristica che ha decretato il successo degli smartphone. Benché anche i telefonini con i pulsanti possano scambiare dati via bluetooth o cavetto usb, la loro capacità di immagazzinamento dati è ridotta, così come l’utilizzo dei file scambiati, se non adoperati come suoneria. Gli smartphone invece, oltre a poter archiviare una notevole quantità di dati, possono elaborare i files avvicinandosi alle funzioni di un vero elaboratore. Se acquisiamo una foto, possiamo ritoccarla con un piccolo software; per inciso, le app sono i software ridotti, paragonabili alle applicazioni presenti sui pc e i notebook. Anche whatsapp è un’applicazione che va per la maggiore di questi tempi. Disponibile come tante altre app per sistemi operativi android e iphone, non la troverete mai su un piccolo cellulare a tastiera. Anche il mondo dei social networrk è appannaggio dei grandi schermi touch. E’ vero che anche i cellulari a tastiera possono usare internet, ma la finestra di scorrimento con cui visionare le pagine rende l’esperienza d’uso veramente frustrante. Uno schermo da 2,2” non può competere con uno che supera spesso i 5”, dotato di un elevata risoluzione grafica che consente la visualizzazione di una buona fetta di una pagina web con una matrice di pixel 3 o 4 volte maggiore e oltre. E, a proposito di definizione, vogliamo parlare di fotocamere? Inserite da anni come accessorio nei vecchi dispositivi a tastiera, che oggi incorporano obiettivi da non più di 5 megapixel, sono ormai rimaste al palo rispetto alle ultime generazioni di smartpohones che adottano vere e proprie minifotocamere, che non hanno solo una densità di oltre 10 – 14 megapixel, ma una qualità della lente molto alta, nonché la possibilità di inquadratura attraverso un grande schermo e l’opzione di applicare filtri ed effetti all’immagine. Possiamo crearci facilmente un archivio di foto, salvandolo nella nostra memoria micro sd o in remoto nel cloud. Lo stesso vale anche per file video o audio. A un gradino più elevato, ma non di molto, possiamo editare sì le e-mail, ma soprattutto dei file di testo, proprio come un wordprocessor tradizionale. Chiaramente, la tastiera riprodotta di solito nella parte inferiore dello schermo, non è adatta a lunghe sessioni di lavoro. Però possiamo sicuramente considerare uno smartphone come l’anello di congiunzione tra il mondo della telefonia mobile e quello informatico dei pc, dove non solo si può telefonare, ma espletano molte altre operazioni che includono creazione, modifica e condivisione di files. Nel parlare di software, non possiamo dimenticare il fatto che esistono, sia da parte del mondo Apple, che su piattaforma android, soluzioni per la fruizione di questi dispositivi da parte di persone con handicap, nello specifico non vedenti o ipovedenti. Apple fornisce già a corredo il voiceover, mentre i sistemi android offrono il talkback. Entrambe sono gratuite e possono essere attivate semplicemente. Ci sono poi alternative come il programma audiophone, anch’esso su android, che descrive in modo più accurato gli oggetti a schermo. Gettando uno sguardo al passato recente, non possiamo dimenticare il talks, leggendaria, se non la prima sintesi vocale, presente sui sistemi symbian della Nokia e che ancora possiamo trovare su qualche telefonino sopravvissuto alla moda delle gesture touch. Ora, vista la penuria e la difficoltà di reperimento di questi ultimi modelli, se un non vedente deve “soltanto” telefonare, come fare? In un certo qual modo è costretto ad acquistare oggetti di culto molto costosi, non potendo sfruttare i vecchi telefonini a tastiera da poche decine di euro. Il mio suggerimento è comunque quello di provare il cellulare, dotato d sintesi vocale inclusa o comprata separatamente, prima di pagare per qualcosa che ha il pregio in fare foto scintillanti ma non riproduce fedelmente in parlato gli oggetti del desk. Solo a quel punto potrete decidere, magari provando con un cellulare che ha già un vostro amico.


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Medicina

Vero o falso? Il quizzone: alimentare della salute!

di Rossana Madaschi

Molte credenze in ambito alimentare non sono vere e in contraddizione con la ricerca scientifica. Volete scoprirne alcune? Mettetevi alla prova e rispondete: “Vero” o “Falso” ai quiz sotto riportati! Le risposte le troverete al termine delle varie domande (controllate il numero corrispondente). Siete pronti? 1. Gli spinaci sono consigliati soprattutto alle persone anemiche. Vero o Falso? 2. La qualità nutrizionale degli alimenti surgelati è inferiore a quella degli alimenti freschi. Vero o Falso? 3. Il the verde contiene teina. Vero o Falso? 4. Chi mangia pane o pasta alla sera rischia di ingrassare maggiormente. Vero o Falso? 5. Per alimentarsi bene è più importante tener conto della qualità di un alimento rispetto alla quantità. Vero o Falso? 6. Le spremute di agrumi possono danneggiare lo smalto dei denti. Vero o Falso? 7. Mangiare del formaggio a fine pasto fa male. Vero o Falso? 8. I prodotti a base di soia contribuiscono ad abbassare il colesterolo cattivo. Vero o Falso? 9. Un succo di frutta può sostituire un frutto. Vero o Falso? 10. La margarina è più sana del burro. Vero o Falso? 11. Masticare a lungo il cibo aumenta il senso di sazietà. Vero o Falso? 12. L’aglio influenza positivamente la pressione arteriosa. Vero o Falso? 13. Il caffè lungo è più leggero. Vero o Falso? 14. Per friggere in modo dietetico bisogna usare poco olio. Vero o Falso? 15. Ci sono cibi o comportamenti alimentari che favoriscono il gonfiore di pancia. Vero o Falso? Di seguito le risposte “Vero” o “Falso” con alcune indicazioni nutrizionali. 1) Gli spinaci sono consigliati soprattutto alle persone anemiche. Vero o Falso? Falso. Infatti malgrado gli spinaci contengano molto Ferro, solo una piccola parte viene assorbita dal nostro intestino e assimilata, perché la sua biodisponibilità è piuttosto bassa. Per biodisponibilità si intende la quantità di un nutriente che l'organismo riesce effettivamente ad assorbire e, per favorire l’assorbimento di questo importante sale minerale, sarebbe utile aggiungere ai vari piatti che lo contengono la vitamina C, presente ad esempio nei limoni, peperoni, prezzemolo, ecc. 2) La qualità nutrizionale degli alimenti surgelati è inferiore a quella degli alimenti freschi. Vero o Falso? Falso. Infatti, se il processo di surgelamento degli alimenti surgelati è condotto rispettando una corretta procedura tecnica, hanno quasi lo stesso valore nutritivo di un alimento fresco, compreso quello vitaminico e minerale. 3) Il the verde contiene teina. Vero o Falso? Vero. Anche se la quantità di teina del the verde è inferiore rispetto a quella contenuta nel the nero, pertanto ha un effetto più blando a livello gastrico. In ogni caso non bisogna esagerare con l’utilizzo del the perché l’abuso di teina, come di caffeina, può causare diverse controindicazioni (ad esempio insonnia ed ipertensione). 4) Chi mangia pane o pasta alla sera rischia di ingrassare maggiormente. Vero o Falso? Falso. L’importante è che le porzioni non siano troppo abbondanti, che non si superi la quantità delle calorie totali giornaliere e si rispettino i tempi di digestione prima di andare a letto (circa 2 - 3 ore, anche in relazione alla quantità e al tipo di alimenti introdotti). Questo vale sia per le calorie che derivano da carboidrati come pasta o pane, sia da alimenti proteici come carne, pesce, formaggi. 5) Per alimentarsi bene è più importante tener conto della qualità di un alimento rispetto alla quantità. Vero o Falso? Falso. Infatti consumare un alimento di qualità in abbondanti quantità, può essere altrettanto dannoso come quando mangiamo alimenti di scarsa qualità. Quindi per una corretta alimentazione sono assolutamente importanti sia la qualità che la quantità di un alimento. 6) Le spremute di agrumi possono danneggiare lo smalto dei denti. Vero o Falso? Falso. Infatti le spremute di agrumi (di arancia, di limone o di pompelmo) non danneggiano in alcun modo lo smalto dei denti che, invece, è spesso intaccato da miscele ben peggiori, come ad esempio alcune bevande dolci molto zuccherate e consumate di frequente 7) Mangiare del formaggio a fine pasto fa male. Vero o Falso? Vero. Il formaggio è un alimento che per il suo contenuto in grassi e proteine va equiparato ad un secondo piatto. L’abitudine di terminare il pasto con del formaggio, aumenta in modo considerevole l’apporto di calorie e di grassi trasformandolo in una vera “bomba calorica”. Inoltre i grassi presenti nei formaggi, andrebbero a sommarsi ai grassi di altri cibi già presenti nel menù, appesantendo e rallentando la digestione. Ricordiamo che il formaggio non andrebbe consumato ogni giorno ma 2-3 volte a settimana. 8) I prodotti a base di soia contribuiscono ad abbassare il colesterolo cattivo. Vero o Falso? Vero. È la lecitina che svolge questa azione, inoltre le funzioni cerebrali sono favorite dalla presenza di colina all’interno della lecitina, per avere però questo effetto è necessario assumerla come integratore. Inoltre, i fitoestrogeni contenuti nella soia riducono le fastidiose vampate di calore legate alla menopausa. 9) Un succo di frutta può sostituire un frutto. Vero o Falso? Falso. Perché il succo di frutta contiene meno vitamine, perché vengono neutralizzate sia dai trattamenti termici a cui è sottoposto (ad esempio pastorizzazione, sterilizzazione, ecc.), sia dalla presenza di luce. Inoltre nei succhi di frutta sono assenti o quasi le fibre, non dissetano e non saziano come un frutto. Cerchiamo almeno di scegliere i succhi con l’indicazione “100% frutta” e, possibilmente, senza zucchero aggiunto facendo attenzione anche che non contengano dolcificanti chimici come saccarina o aspartame. 10) La margarina è più sana del burro. Vero o Falso? Falso. Infatti la margarina viene ottenuta attraverso un processo chiamato idrogenazione che consente di trasformare i grassi vegetali insaturi, presenti nella margarina, in acidi grassi saturi, rendendoli così solidi a temperatura ambiente. Gli acidi grassi saturi, che sono presenti prevalentemente in alimenti di origine animale, se assunti in eccesso possono favorire le malattie coronariche, l’aterosclerosi, aumentare il colesterolo cattivo, ecc. Inoltre, alla margarina sono spesso aggiunti dei coloranti (ad esempio il betacarotene) per richiamare la colorazione naturale del burro. 11) Masticare a lungo il cibo aumenta il senso di sazietà. Vero o Falso? Vero. Perché l’informazione dello stimolo della sazietà impiega circa 15 minuti per raggiungere il cervello partendo dallo stomaco, quindi se si mastica lentamente ci si sente più sazi ed introdurremo meno calorie. Ricordiamo inoltre che la prima digestione avviene in bocca e che lo stomaco non ha denti e, come diceva anche Gandhi (politico e filosofo indiano), dovremmo “bere i cibi solidi e masticare i cibi liquidi”, nel senso che i cibi solidi dovrebbero essere masticati fino ad essere ridotti in poltiglia, mentre i liquidi non andrebbero bevuti celermente. 12) L’aglio influenza positivamente la pressione arteriosa. Vero o Falso? Vero. I benefici dell'aglio sulla pressione alta sono noti già da tempo. Infatti questo vegetale contiene un principio attivo importante chiamato allicina a cui sono riconosciute proprietà antipertensive, antiossidanti e antitrombotiche. L’aglio inoltre ha proprietà antibiotiche, antibatteriche e vermifughe. 13) Il caffè lungo è più leggero. Vero o Falso? Falso. Perché solo il sapore e l’aroma sono meno forti, ma la quantità di caffeina contenuta nel caffè lungo, o “caffè all’americana” come viene anche chiamato, è persino maggiore rispetto ad un espresso normale, in quanto c’è più tempo per estrarre la caffeina. 14) Per friggere in modo dietetico bisogna usare poco olio. Vero o Falso? Falso. Perché per far assorbire meno olio possibile, bisogna usarne molto e ben caldo in modo che sulla superficie dei cibi si formi una crosticina impermeabile e che dall'interno esca del vapore. Il vapore, da una parte, ostacola la penetrazione del grasso, dall'altra, abbassa per alcuni istanti la temperatura del cibo. Invece quando nella padella c'è poco olio, la crosta non riesce a formarsi rapidamente e l'olio penetra nel cibo che ne assorbe elevate quantità. 15) Ci sono cibi o comportamenti alimentari che favoriscono il gonfiore di pancia. Vero o Falso? Vero. Ad esempio mangiare troppo velocemente senza masticare correttamente i cibi, fare pasti troppo abbondanti, saltare i pasti, masticare chewingum continuamente o bere bevande gassate, soprattutto se zuccherine. La situazione peggiora anche quando intercorrono troppe ore di digiuno tra un pasto e l’altro, con una vita troppo sedentaria, stressata o con molte tensioni, così come possono influire variazioni ormonali, come accade nella fase premestruale o in menopausa. Riferimenti bibliografici e sitografici: www.bda-ieo.it www.ilfattoalimentare.it www.nutrizione33.it www.scienzavegetariana.it www.benessere.com www.nutrition-foundation.it/homepage.aspx www.iofbonehealth.org “I miti dell’alimentazione” Cannella C., Carrada G., Salani Editore “Le bugie nel carrello” Dario Bressanini Chiarelettere Editori “Miti e realtà dell’alimentazione umana” Armando D’Elia Edizioni Sì Linee guida per una sana alimentazione italiana Tabelle di composizione degli alimenti (aggiornamento 2000)


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Allarme Difterite: a volte ritornano

di Stefano Pellicanò

La difterite è una malattia infettiva descritta da Ippocrate dovuta a Corynebacterium diphteriae, bacillo aerobio pleiomorfo, bastoncellare di 1-8 x 0,3-0,8 µm, gram positivo, immobile, asporigeno ed acapsulato. Cresce su terreni all’agar comune con colonie bianco-grigiastre; su terreno di Loeffler (brodo glucosato con sangue di bue coagulato) dopo incubazione 12-18?, dà colonie piccole, circolari, grigiastre a margini regolari più grandi e dentellate se l’incubazione si prolunga e grigio-nerastre su terreni selettivi al sangue-tellurito di Pergola, Clauberg o Muller. I bacilli difterici sono uccisi dalla luce solare, dal calore (58° C per 10’) e dai comuni disinfettanti ma resistono a essiccamento e alle basse temperature; nella polvere dei pavimenti rimangono vitali per 4-5 settimane. Epidemiologia e patogenesi. Predilige la stagione invernale, favorita da basso tenore socio-economico, umidità ed assembramento di bambini. L’infezione avviene per contatto diretto o indiretto con oggetti di uso comune. La virulenza è legata ad una esotossina che da faringe, laringe, mucosa nasale, oculare, genitale, ulcere cutanee ed ustioni va in circolo provocando lesioni cellulari. Sintomatologia. Dopo incubazione 2-4 giorni si ha febbre, astenia, cefalea, nausea, vomito, dolore faringeo; tonsille ipertrofiche e faringe edematoso, arrossato coperto da essudato bianco-grigiastro che nelle successive 24-48? confluisce in pseudomembrane bianco-bluastre o grigio-scuro maleodoranti che dalla regione tonsillare invadono i pilastri anteriori, l’ugola ed il palato molle e si asportano con difficoltà. Associate all’edema delle parti molli ostacolano il transito aereo con le fasi di disfonia, dispnea, asfissia; adenopatia angolo-mandibolare e latero-cervicale. Nel neonato e lattante è tipica la rinite con secrezione sierosa poi muco-purulenta o emorragica con formazione di croste ematiche e erosioni di narici e labbro superiore anche con formazione di pseudomembrane, modiche tumefazioni delle linfoghiandole satelliti e raramente fenomeni tossici. Nella prima infanzia è tipica la laringite o croup. Diagnosi. Tampone faringeo. Profilassi. Isolamento fino a tre esami batteriologici del secreto rinofaringeo negativi; sorveglianza dei conviventi per 7 giorni; ricerca portatori con esame batteriologico; vaccinazione con anatossina precipitata o assorbita su fosfato o idrossido di alluminio. In Italia non è commercializzato il vaccino singolo contro la difterite ma è incluso nell'esavalente contro anche antitetanica, antipoliomelite, antiepatite B, pertosse ed Haemophilus influenzae tipo b. Il Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.) a un recente Congresso di Pediatria (Firenze) ha dichiarato un caso di insulto difterico in Italia ed è allarme legato al calo dei vaccini poiché ci si attende anche casi di poliomielite. Ancora in Italia ci sono 670.000 bambini che rischiano di contrarre il morbillo perché non vaccinati e circa un milione e mezzo di giovani adulti a rischio, per un totale di circa 2 milioni di persone suscettibili all'infezione. Secondo il Rapporto Meridiano Sanità nel 2015 la copertura nazionale media per le vaccinazioni contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, pertosse ed Haemophilus influenzae è stata del 93,4%, con un calo di 1,3 punti percentuali rispetto al 2014 e di quasi 3 punti percentuali rispetto al 2011 mentre i dati di copertura vaccinale per morbillo e rosolia hanno perso 5 punti percentuali dal 2011 al 2015, passando dal 90,1% all'85,3%.


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Novità in medicina

di Stefano Pellicanò

A) Novità +in Infettivologia a) Malattie infettive più comuni in età pediatrica: revisione sistematica dell’E.C.D.C. Attualmente non esiste un approccio comune europeo per il controllo delle malattie infettive dei bambini e ragazzi che frequentano gli asili e le scuole perché le informazioni esistenti sono incerte e frammentate. Per questo, l'European Centre for Disease Prevention and Control (E.C.D.C.) ha realizzato una revisione sistematica che ha esaminato periodi di incubazione, contagiosità e diffusione di trenta delle malattie infettive più comuni in età un mese - 18 anni con un'analisi del periodo di esclusione dagli asili e dalle scuole a causa loro. I risultati sono suddivisi in IV gruppi di malattie: I) prevenibili con vaccino (morbillo, meningite meningococcica, parotite, pertosse, rosolia e varicella); II) trasmesse da cibo e/o acqua come infezioni da enterovirus, gastroenterite virale da adenovirus, astrovirus, calicivirus (norovirus e sapovirus) o rotavirus, epatite A, campylobatteriosi, infezioni da Escherichia coli, infezioni da Salmonella (non tifoidee e tifoidee), shigellosi; giardiasi; III) trasmesse per via aerea come influenza, mononucleosi infettiva, infezioni da virus respiratorio sinciziale, infezioni da streptococco (scarlattina, faringite streptococcica, impetigine); IV) impetigine da stafilococco, V e VI malattia, colonizzazione ospedaliera da patogeni resistenti e infezioni da Staphylococcus aureus meticillino-resistente o M.R.S.A. I risultati possono essere utilizzati a supporto di azioni di salute pubblica, come ad es. la definizione del periodo minimo di assenza da scuola di un bambino/ragazzo malato e possono costituire la base per l'elaborazione di linee-guida per il controllo e prevenzione della loro diffusione. b) Dati 2015 sul morbillo in UE Il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) ha diffuso il 6 giugno us. i dati sui 1.800 casi di morbillo nell’UE nel 2015. Dopo Lituania e Romania nel rapporto casi/milioni di abitanti in Italia nel periodo 1 giugno 2015-31 maggio 2016 sono stati segnalati 515 casi (28% del totale UE), il numero più alto in assoluto, in terza posizione di cui 365 segnalati da gennaio a maggio 2016. Altri Paesi con un elevato numero di casi sono stati la Germania (362), la Romania (243) e il Regno Unito (212). Oltre la metà dei casi UE (58%) sono stati segnalati nei primi cinque mesi del 2016 con un caso complicato da encefalite acuta. Diversi paesi, in particolare Belgio, Francia, Germania, Italia, Romania e Regno Unito hanno riportato un aumento del numero di casi dall'inizio dell'anno, dato compatibile con la stagionalità dello sviluppo della malattia, che nei climi temperati registra picchi a fine inverno /inizio primavera. La diagnosi di morbillo è stata confermata dal laboratorio (sierologia, rilevamento o isolamento di virus) nel 74% dei casi. Dei 1.783 casi in cui l’età dei pazienti era conosciuta, 527 (30%) erano bambini di meno di 5 anni di età mentre 747 (42%) avevano un'età di 20 anni o più. Il 75% dei pazienti non era vaccinato, il 9% era stato vaccinato con una dose, il 3% con due o più dosi, l’1% è stato vaccinato con un numero imprecisato di dosi e il 12% ha avuto un stato vaccinale sconosciuto. La percentuale di casi con stato vaccinale sconosciuto era più alta negli adulti di 30 anni e oltre, raggiungendo il 22% in questa fascia di età. La proporzione di casi non vaccinati è stata più alta tra i bambini sotto un anno, età prematura per ricevere la prima dose di vaccino. A questo proposito l’ECDC ricorda che i neonati sono particolarmente vulnerabili alle complicazioni del morbillo e sono meglio protetti dall’immunità di gregge che si ottiene quando la copertura della popolazione con la seconda dose di vaccino specifico è superiore al 95%. c) Dati 2015-2016 sulla copertura vaccinale anti-influenzale In questa stagione, in UE c’è stata un’incidenza di casi non particolarmente elevata di virus influenzali e hanno circolato prevalentemente i tipi A(H1N1) pdm09 e B mentre in Italia soprattutto B ed A (H3N2). Per la stagione influenzale appena conclusa si è assistito al calo della copertura osservato negli ultimi anni, complessivamente infatti si è vaccinato il 13,9% della popolazione e il 49,9% degli over-65 contro, rispettivamente, il 13,3% e il 48,6% della stagione 2014/2015. La regione col maggior numero di vaccinati è stata l’Umbria (17,9% per la popolazione generale e il 62,8% tra gli over-65) mentre quella con la cifra più bassa la provincia autonoma di Bolzano (8,8% e 37,8%). Dai dati del Ministero della Salute dopo l’aumento costante nei primi anni 2000, con il picco nella stagione 2009-2010 (19,6%) per la popolazione generale, c’è stato un calo progressivo fino al dato più basso registrato nella scorsa stagione. d) Vaccinazione anti-influenzale con vaccino universale Il virus dell’influenza A è particolarmente sfuggente, in grado di infettare un gran numero di specie ospiti ed è caratterizzato da una rapida deriva antigenica, il che spiega la difficoltà nella creazione del vaccino per la stagione influenzare successiva. Se i ceppi virali predominanti in una stagione sono altamente virulenti, come nel 1918, le conseguenze possono essere devastanti. L’approccio proposto si basa sul fatto che il componente immunogeno dell’influenza verso il quale si vuole creare la risposta si suddivide in una parte immunodominante a seguito delle infezioni naturali e delle vaccinazioni ed è altamente variabile pertanto il problema delle vaccinazioni antinfluenzali consiste nel fatto che l’immunità conferita è temporanea, nel sistema proposto si aumenta invece la difesa dell’ospite contro la seconda parte dell’immunogeno mediante emoagglutinine chimeriche che conferirebbe una protezione reattiva ad ampio spettro (American Society for Microbiology, ASM, Microbe, 19 giugno 2016). B) Novità in A.I.D.S. a) Sottotipo B Per almeno tre decenni dai primi anni ’80 l’epidemia di H.I.V. in Occidente è stata dominata da infezioni da sottotipo B, la sub-epidemia ha viaggiato dall’Africa agli U.S.A. passando per Haiti ma il profilo della susseguente diffusione resta poco compreso. Una recente indagine (Infect Genet Evol. online 01.06.16) ha dimostrato che il sottotipo B ha viggiato per gran parte della prima fase dall’America settentrionale alla sola Europa occidentale quindi Francia, Regno Unito e Svizzera hanno scambiato isolati virali più con le nazioni extra- che con quelle europee probabilmente rispecchiando la distribuzione geo-politica dell’era della IIª guerra mondiale e soprattutto la nascita e la caduta della cortina di ferro ed il colonialismo europeo. b) Ultimi dati nazionali Secondo i dati dell’8ª Conferenza ICAR (Italian Conference of AIDS and Antiviral Research, Milano, 6 - 8 giugno 2016) in Italia i pazienti in AIDS sono 120.000 e ogni 2 ore si verifica un nuovo caso, 4.000/anno riguardanti soprattutto giovani di 25-29 anni. Di questi la diagnosi nel 60 % avviene in fase tardiva di infezione. La Lombardia, con circa 20mila sieropositivi, è tra le regioni più colpite insieme a Liguria, Emilia Romagna e Lazio. Alla stessa Conferenza sono stati presentati i dati di un’indagine demoscopica su un campione di mille persone i cui risultati hanno evidenziato che a 35 anni dalla sua scoperta gli italiani conoscono poco l’HIV, come si trasmette e la sua terapia. La paura del contatto con un HIV+ diminuisce al crescere dell’età in una passando dal 55% a vent’anni al 36% negli over-64. Solo il 37% dei 25- 34enni lo considera curabile vs il 62% degli over-64. Oltre la metà ha rilevato nei mass media un approccio finalizzato a evidenziare il lato scandalistico/allarmistico anzi quasi uno su tre, oltre il 30% degli over-45, ritiene di aver visto associato HIV a peste o cancro dei gay stereotipi che sembravano superati. c) Nuovo test point-of-care I primi stadi dell’infezione da HIV, compresa la fase acuta, sono cruciali per la salute individuale e per la prevenzione del contagio. Un nuovo test point-of-care (POTC) di quarta generazione ha dimostrato un significativo miglioramento delle capacità di rilevare la proteina core dell’HIV p24 rispetto agli altri attualmente in uso con una sensibilità dell’88%, una specificità del 100% e lettura entro 20’ comunque l’impatto dei test sul sangue intero nel flusso di lavoro clinico deve essere ancora esplorato (Sex Transm Infect online 7 giugno 2016). d) Anticorpo sperimentale mantiene la soppressione senza HAART L’anticorpo monoclonale sperimentale PRO 140 impedisce all’HIV di entrare nelle cellule immunitarie sane e di infettarle ed ha mantenuto la soppressione virale per oltre un anno in dieci pazienti HIV+ in soppressione virale, di cui uno non assume ancora alcun farmaco antiretrovirale da 96 settimane, consentendo di evitare a lungo gli effetti collaterali della terapia (American Society for Microbiology, Microbe, 20 giugno 2016). C) Novità in Oncologia a) Un vaccino basato sull’immunoterapia: una notizia perematura Un recente studio tedesco dell’Università di Mainz, su un vaccino testato nei topi e in tre pazienti che indurrebbe una fortissima risposta antitumorale del sistema immunitario ha avuto grande risalto nei mass media europei. Sappiamo che il sistema immunitario non attacca le cellule cancerose in quanto somigliano alle cellule normali e perché il tumore con la sua diffusione riesce ad evitare forti segnali infiammatori che scatenerebbero una risposta immunitaria. Il vaccino è costituito da una capsula di molecole di grasso con nanoparticelle di RNA con le istruzioni per attivare le cellule del sistema immunitario. Iniettato endovena raggiunge i distretti immunitari del corpo, milza, linfonodi, midollo osseo dove attiva una risposta immunitaria contro il tumore. Funziona in maniera semplicissima e ha un carattere di potenziale universalità poiché l’RNA è intercambiabile a seconda della neoplasia, così da costituire un antigene tumore-specifico. Il vaccino è stato testato positivamente sui topi con diversi tipi di cancro e successivamente su tre pazienti in stadio avanzato di melanoma [tumore maligno che origina dal melanocita, cellula della cute che sintetizza la melanina , fig.] dove già a basso dosaggio ha avviato una forte risposta immunitaria. Dato il ristretto numero di pazienti il vaccino ha bisogno di ulteriori verifiche nonostante l’efficacia certa dell’immunoterapia che sta dando grandi risultati. b) Realizzata la proteina che blocca le neoplasie Una proteina ingegnerizzata della famiglia Rbfox è in grado di legarsi al particolare acido nucleico miR-21 (elemento associato allo sviluppo di cellule tumorali) come una chiave con la sua serratura e, una volta all’interno della cellula tumorale, riesce a inibirne lo sviluppo è stata scoperta da dieci ricercatori delle Università di Trento e di Washington. L’interazione tra proteine e acidi nucleici, specialmente RNA è molto complessa e comprendere come avvenga e come sia regolata permette di creare, tra l’altro, molecole ingegnerizzate con nuove proprietà biologiche, per scopi di ricerca e terapeutici (Nature, Chemical Biology, luglio 2016). c) Resistenza delle neoplasie ai farmaci I tumori si difendono e diventano farmaco-resistenti grazie a nuovi meccanismi molecolari. Analizzando il DNA di circa cento neoplasie ricorrenti è stato scoperto che quando recidivano sono più aggressivi e insensibili alle terapie perché si evolvono sviluppando nuove e precise alterazioni genetiche che li rendono farmaco-resistenti come se avessero imparato a difendersi e ad aggirarli. Poiché alcune di queste alterazioni potrebbero essere potenzialmente aggredite, conoscerle potrebbe portare a terapie personalizzate. d) Tumori e stile di vita Nel 20-40% dei casi totali di neoplasie la metà delle morti si potrebbero prevenire adottando stili di vita più sani. Secondo uno studio della Harvard Medical School che ha esaminato 140.000 volontari, infermieri e medici i fattori chiave nella prevenzione sono quattro: non fumare, mantenere un peso sano, evitare di bere molti alcolici e fare attività fisica. Le neoplasie i cui rischi aumentano maggiormente sulla base di obesità, fumo, alcol e mancanza di movimento risultano quelle legate a colon, seno, polmoni, esofago e pancreas. Il cancro si potrebbe prevenire nell’80-90% dei casi per quello dei polmoni evitando di fumare e nel 60% dei casi per altri come quello di colon o vescica. e) Tumori gastrici avanzati: nuovo anticorpo incrementa sopravvivenza L’anticorpo IMAB362 aggiunto alla chemioterapia standard (epirubicina, oxaliplatino e capecitabina) estende la sopravvivenza nei pazienti con tumori gastrici avanzati (studio FAST). L’anticorpo lega la claudina-18, una proteina delle giunzioni serrate che viene espressa da un certo numero di neoplasie, tra cui quelli gastrici e della giunzione gastro-esofagea. Una sua variante, la claudina 18.2, si riscontra nel 70-90 % dei tumori dei dotti biliari, pancreatici, gastrici ed ovarici mucinosi e nel 10% circa dei polmonari non a piccole cellule ma non viene espressa in nessun tessuto sano, tranne la mucosa gastrica. Si stima che la metà dei pazienti con tumori gastrici avanzati potrebbe essere candidata a questo nuovo trattamento. f) Perchè i turni lavorativi notturni aumentano il rischio di neoplasie Chi fa turni di notte presenta un maggior rischio di neoplasie probabilmente perché l’alterazione del ritmo sonno-veglia distrugge i geni lancette come Bmal1 e Per2 dell’orologio biologico che servono anche a controllare la crescita cellulare. La luce colpisce la retina e manda un segnale al cervello nella regione del nucleo soprachiasmatico dove risiedono gli ingranaggi dell’orologio biologico da dove partono i segnali che regolano i geni lancette agendo come un pulsante di reset che azzera l’orologio pertanto quando si perde questo segnale si perde il ritmo naturale in tutte le cellule dell’organismo. Le conseguenze del danno sui topi possono essere molto pesanti in quanto quei geni regolano la tempistica con cui viene acceso il gene c-myc che controlla la crescita cellulare pertanto se i geni lancetta vengono rotti attraverso un danno diretto al Dna o per un alterato ritmo sonno veglia, c-myc diventa super attivo e accelera la crescita cellulare facendola proliferare in modo incontrollato col rischio di generare un tumore aggressivo. Dall’analisi di biopsie di pazienti con neoplasie polmonari nelle cellule malate i geni Bmal1 e Per2 sono molto meno attivi rispetto alle cellule sane. (Cell Metabolism, 2016). g) Nuova laser-terapia per le neoplasie cerebrali I neurochirurghi dell’Università di S. Louis (USA), che utilizzano il laser per il trattamento del cancro al cervello, hanno scoperto una tecnica per abbattere la barriera emato-encefalica, attualmente in un trial clinico di seconda fase consistente in una piccola sonda laser appuntita che si riscalda e uccide i tumori dall’interno verso l’esterno. Dopo questa terapia i pazienti vengono trattati con doxorubicina (o adriamicina), un antibiotico anti-neoplastico della famiglia delle antracicline dotato di un ampio spettro, che normalmente ha scarse probabilità di superare la barriera emato-encefalica. Si stanno anche utilizzando gli inibitori PD-1 per rafforzare il sistema immunitario per combattere il cancro, in combinazione con la terapia laser, e i primi risultati sono promettenti. Queste scoperte, dimostrando una barriera emato-encefalica collassata per circa quattro settimane dopo la laser-terapia se confermate potrebbe portare a nuove opzioni di trattamento che altrimenti non potrebbero arrivarci. h) Onde magnetiche da batteri e virus per sconfiggere i tumori E’ una rivoluzionaria ricerca cui sta lavorando il prof. Luc Montagnier, premio Nobel 2008 per la Medicina, iniziata nel 2006 quando casualmente si è scoperto che alcuni microrganismi come batteri e virus in certe condizioni possono generare onde elettromagnetiche di bassissima frequenza che si portano dietro informazione genetiche degli stessi batteri e virus che le emettono. Queste microonde dirette su colture cellulari di diverse forme di neoplasie hanno ucciso le cellule neoplastiche in 5 - 10 giorni e quest’ultime sono state capaci di leggere il segnale genetico portato dalle onde il ché non avviene nelle cellule sane. In atto sono cominciati anche i primi test nei topi utilizzando diverse linee di cellule tumorali (seno, glioblastoma ecc.) e tutte sono morte se esposte a questi segnali mentre le cellule normali non sono influenzate probabilmente a causa del loro differente metabolismo infatti le centraline elettriche delle cellule tumorali (mitocondri) si deteriorano quando le cellule sono esposte a questi deboli segnali elettromagnetici. C ) Neurologia a) Emicrania e patologie/mortalità cardiovascolare femminile Si stima che l’emicrania interessi il 20% della popolazione, una persona su cinque con una frequenza 3-4 volte superiore nelle donne e sarebbe associata ad un aumentato rischio di ictus ischemico o emorragico, in particolare quella con aura [sintomi neurologici, come formicolii al braccio o alla mano o alterazioni visive, reversibili e di durata 5-20’], precedono, accompagnano e seguono il mal di testa tipico. Questi attacchi dolorosi sono meno frequenti e un andamento nel tempo più irregolare rispetto all’emicrania senz’aura. In uno studio dell’Università di Berlino e di Harvard, dal 1989 al giugno 2011, sono state seguite 115.541 infermiere americane di 25-42 anni senza patologie cardiovascolari di cui 17.531 (15,2%) erano affette da emicrania. Nel corso dei venti anni si sono verificati 1.329 eventi cardiovascolari maggiori (infarto, ictus) con 223 decessi. L’emicrania è risultata associata ad un rischio di patologie cardiovascolari maggiorato del 50% con un rischio di infarto aumentato del 39%, quello di ictus del 62%, quello di angina/procedure di rivascolarizzazione coronarica del 73% e a mortalità cardiovascolare (+37%). Una storia di emicrania andrebbe dunque considerata come un marker di aumentato rischio di eventi cardiovascolari. b) Arriveremo a cancellare i ricordi traumatici ? Il gene della neuroplastina produce una proteina importante per l’elasticità del cervello. I ricercatori dell’Università di Lovanio in Belgio e dell’istituto Leibniz di Neuroscienze in Germania hanno insegnato a topolini a muoversi tra due gabbiette in risposta a un lampo di luce. Il lampo precede uno stimolo fastidioso alle zampine così il topolino appena vede il lampo si sposta nell’altra gabbietta (apprendimento per associazioni, un meccanismo importante per la nostra memoria). Bloccando il gene della neuroplastina i topolini perdono il ricordo del lampo e del suo significato quindi quando vedono la luce non scappano più per andarsi a rifugiare nell’altra gabbietta. Una volta compreso come funziona la neuroplastina si potrebbero cancellare i ricordi traumatici. c) Le esplosioni producono cicatrici nel cervello L’esposizione a esplosivi ad alto potenziale può provocare danni cerebrali caratteristici rilevate dalle tecniche di neuroimaging. I ricercatori dell’Università Militare di Bethesda (U.S.A.) hanno confrontato campioni di cervelli di militari deceduti in combattimento a seguito di esplosioni confrontandoli con altri di deceduti in altre circostanze. Nei casi di scoppio cronico, con morte dopo più di sei mesi dall’esposizione al trauma, è stato rilevato un caratteristico tessuto cicatriziale astro-gliale che coinvolge la componente subpiale gliale, i vasi sanguigni corticali, le giunzioni di materia grigia e bianca e le strutture che rivestono i ventricoli cerebrali. Nei casi di scoppio acuto, con decesso da quattro a sessanta giorni dopo il trauma, hanno trovato lo stesso tipo di cicatrici astro-gliali nelle medesime aree cerebrali. D) Gastroenterologia Alimentazioni e farmaci: associazioni pericolose ? Arance, albicocche, pomodori Ricche di K sono controindicate con gli ACE-inibitori (anti-ipertensivi) perchè aumentano la sua concentrazione nel sangue. ? Banane Ad alto contenuto di K (100 gr banane = ca. 380 mg di K) vanno usate con moderazione assieme agli ACE-inibitori (per insufficienza cardiaca ed ipertensione) perchè tendono a trattenere il K. Concesse a chi assume i diuretici (per ovviare alla carenza di K) tranne che nel caso dei “diuretici risparmiatori di K” (amiloride, spironolattone, triamterene). ? Bevande calde Tè, caffè e cioccolata ritardano l’effetto dei farmaci. ? Caffeina A chi assume ipnotici e sedativi stimolando il S.N.C. ne contrasta l’azione calmante e può aumentare gli effetti indesiderati come irrequetezza, tremori, tachicardia e sudorazione; contrasta l’azione dei Beta-bloccanti usati nell’ipertensione e patologie cardiache e l’azione di alcuni anti-asmatici (broncodilatatori, aminofillina, teofillina, epinefrina). Da lieve dipendenza (sedazione leggera, affaticamento, sonnolenza, malessere, irritabilità) già con 1-2 tazze/die e scompare 3-4 gg dopo la sospensione del caffè. L’espresso ha meno caffeina perchè la velocità di passaggio dell’acqua bollente attraverso la polvere è maggiore rispetto agli altri modi di preparazione per cuii la quantità di caffeina estratta è minore. Il decaffeinato non fa male (si pensave per i residui dei solventi per l’estrazione della caffeina). I chinolonici se assunti con caffeina ne aumentano i livelli ematici provocando eccitabilità ed agitazione. A chi assume antiacidi il tè è sconsigliato perchè stimola la produzione di acido gastrico. ? Cioccolato, gelato, miele Il cioccolato è un antidepressivo naturale per il triptofano, aminoacido che stimola la produzione di serotonina (ormone del buonumore) ma è controindicato coi farmaci ansiolitici ed anti-depressivi. Cioccolato, miele e gelato contengono alte dosi di tiramina che associata agli anti-depressivi IMAO (inibitori dell’amino-ossidasi) può provocare sbalzi d’umore e crisi ipertensive. Stesso effetto con formaggi fermentati, broccoli, fave, insaccati. Il cioccolato è invece consentito ma con moderazione se si assume SSRI (anti-depressivi Inibitori selettivi della serotonina). ? Fritture Controindicate assieme ad antiacidi e nel reflusso gastro-esofageo. Influiscono sulla velocità di assorbimento dei farmaci perchè ritardano lo svuotamento gastrico ed aumentano la possibilità di risalita dei succhi acidi. ? Latte, latticini Il latte, anche in piccole quantità, riduce fino all’80% la disponibilità di alcuni anribiotici, come ciprofloxacina, penicillina, tetraciclina [e tiroxina] perchè si legano al calcio che ne ostacola l’assorbimento. Evitarne quindi l’assunzione assieme ad alimenti ad alto contenuto in calcio [Latte, mandorle; legumi: fagioli, tofù, tempeh; formaggi; verdura cruda (rucola, radicchio verde, ecc); verdura cotta (foglie rapa, cicoria, cardi, bieta, broccoli, ecc); frutta (fichi secchi)] come anche con burro, yogurt e formaggi. Assumendo bi-sfosfonati, farmaci anti-osteoporosi, poichè l’assorbimento può essere ridotto anche dopo 2-3? dal consumo di latticini assumerli a stomaco vuoto. I prodotti caseari vanno evitati durante terapia anti-micotica perchè ne aumentano l’assorbimento e quindi il rischio di effetti collaterali. Il latte va evitato assieme agli antiacidi perchè i suoi grassi e proteine stimolano la secrezione di succhi acidi e rallentano lo svuotamento dello stomaco. ? Liquirizia Il suo principale principio attivo, la glicirrizina, riduce nel fegato l’attività di un enzima responsabile del metabolismo di alcuni farmaci. Ad alte dosi può provocare ipertensione, per ritenzione di Na+ e perdita di K, quindi è controindicata con digitale, Beta-bloccanti ed altri anti-aritmici perchè la riduzione del K potenzia l’azione dei farmaci con effetti indesiderati come aritmie, nausea, vomito e confusione. L’abuso di liquirizia in chi assume cortisonici e diuretici favorendo la ritenzione di liquidi può interferire con la loro azione ? Pasta, riso, pane, caffè, cola Interferiscono con i principi attivi di broncodilatatori come aminofillina, teofillina, epinefrina usari nell’asma bronchiale. I carboidrati riducono l’attività dei broncodilatatori a base di teofillina mentre alimenti e bevande con stimolanti come la caffeina agiscono negativamente sul S.N. riducendo l’effetto del principio attivo. ? Peperoncino Stimola la produzione di acido gastrico, quindi da evitare con gli antiacidi ed in chi ha reflusso ed ulcera. Consumato regolarmente stimola lo scioglimento dei coaguli del sangue ma un uso eccessivo in chi assume anti-coagulanti come il warfarin poichè ne potenzia l’azione espone al rischio di emorragie, pericolo doppio in chi predilige spaghetti, aglio, olio e peperoncino perchè anche l’aglio, come la cipolla, grazie all’allicina favorisce la dissoluzione dei coaguli. Cautela nel consumo di vegetali a foglia verde come cavoli, spinaci, lattuga, broccoli, cavolini di Bruxelles, che per le loro percentuale di vit. K antagonizza l’anticoagulante riducendo la capacità di mantenere il sangue fluido. ? Salumi, formaggi stagionati Salumi, formaggi stagionati, pesci grassi o troppo condimento comportano ritenzione idrica, ad opera del sale, per cui vanno evitati: con i diuretici, con gli ansiolitici e neurolettici e con antipertensivi e cardiovascolari. ? Succo di ponpelmo Fa alterare l’azione di molti farmaci aumentando il rischio di azioni negative: dai vaso-dilatatori ai Ca-antagonisti, da alcune benzodiazepine ad alcuni anti-epilettici ed ipoglicemizzanti os. Il meccanismo alla base dell’interazione è il citocromo CYP3A4 indispensabile per il corrretto metabolismo di alcuni farmaci, presente soprattutto sulle pareti di intestino e fegato. L’azione della sua riduzione inizia molto tempo dopo l’assunzione del succo e dura fino a molte ore dopo con conseguente ritardo dell’assunzione del farmaco. Il pompelmo può favorire la tossicità del farmaci portando ad un aumento della concentrazione del principio attivo nel sangue con aumento del rischio di reazione avverse. Bastano 250 ml di succo per raddoppiare o triplicare l’azione di alcuni farmaci. Il Mapo [ponpelmo + mandarancio] sembra avere la stessa azione del ponpelmo. Il ponpelmo che aumenta la concentrazione plasmatica e biodisponibilità dei farmaci potrebbe essere utile ad es. per ridurre le dosi di chemioterapia. ? Interazioni positive La capacità di alcuni alimenti di interferire con i farmaci può essere sfruttata positivamente. I cibi ricchi di K (banane, cereali integrali, latte, agrumi e patate) si sposano bene con diuretici, cortisinici e digitalici che favoriscono la sua deplezione. E) Novità in Farmacopea a) Consumo dei farmaci nel 2015 Nel 2015 scondo i dati dell’ultimo Rapporto OsMed, in Italia sono state consumate 1.791 dosi/die/1.000 abitanti cioè ogni italiano ha assunto in media circa 1,8 dosi di farmaco/die il 70,8% delle quali erogate dal S.S.N. mentre il restante 29,2% acquistati direttamente (acquisto privato di classe A, classe C con ricetta e automedicazione). Per quanto riguarda l’assistenza territoriale complessiva, pubblica e privata, sono state dispensate 1,9 miliardi di confezioni, in aumento rispetto all’anno precedente del +0,1% determinato principalmente dall’aumento delle confezioni dei farmaci di classe A acquistate privatamente dal cittadino (+2,1%) e dei farmaci di automedicazione (+0,8%) bilanciato da una riduzione delle confezioni erogate in assistenza convenzionata (-0,2%) e dei farmaci in classe C con ricetta (-0,8%). Nell’ambito dell’assistenza convenzionata invece il Rapporto evidenzia che ogni italiano ha consumato in media poco più di una dose al giorno (1.114,9 dosi/die/1000 abitanti), in lieve aumento rispetto all’anno precedente (+1,7%). Il numero di prescrizioni è diminuito del -2,2% rispetto allo scorso anno e ha toccato i 596 milioni di ricette. Infine, per quanto riguarda le strutture sanitarie pubbliche, sono state erogate 154,1 dosi di farmaci/die/1000 abitanti,in aumento del +2,2% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda le categorie di medicinali più prescritti nel 2015, secondo il Rapporto anche per quest’anno i farmaci per il sistema cardiovascolare si confermano al primo posto per consumi; gli ACE-inibitori i più prescritti in regime di assistenza convenzionata; i sartani al secondo posto e precedono le statine, che rimangono la categoria a maggior spesa. I farmaci del sangue e organi emopoietici sono al terzo posto in termini di consumi (269,2 dosi/die/1.000 abitanti) e al sesto posto in termini di spesa farmaceutica complessiva (€ 2.122 milioni). La spesa pro capite totale è stata pari a 34,9 €. I farmaci del Sistema Nervoso Centrale si posizionano al quarto posto in termini di consumi (165,9 dosi/die/1.000 abitanti) e al quinto in termini di spesa farmaceutica complessiva (€ 3.313 milioni) mentre i farmaci dell’apparato respiratorio si collocano al quinto posto in termini di consumi (93,9 dosi/die/1.000 abitanti) e al settimo posto in termini di spesa farmaceutica complessiva (€ 1.838 milioni) infine mentre i farmaci antineoplastici ed immunomodulatori si confermano al secondo posto in graduatoria tra le categorie terapeutiche a maggiore impatto di spesa farmaceutica complessiva (€ 4.213 milioni) e al dodicesimo posto per consumi pari a 13,8 dosi/die /1.000 abitanti, i farmaci antimicrobici per uso sistemico diventano i primi in termini di spesa (nel 2014 erano alla quinta posizione) e l’undicesima per il consumo, registrando un ammontare complessivo di spesa pari a € 4.402 milioni e 37,8 dosi/die/1.000 abitanti. Passando agli antibiotici nel 2015 il 37,1 % dei soggetti con diagnosi di affezioni virali delle prime vie respiratorie (influenza, raffreddore, laringotracheite acuta) ne ha ricevuto una prescrizione. Nel 2015 ne sono state consumate 22,8 dosi /die1000 abitanti, con una riduzione, rispetto al 2014, del -2,7 % considerando sia l’erogazione in regime di assistenza convenzionata sia l’acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche. Per quanto riguarda la spesa emerge una riduzione, rispetto al 2014, del -3,2%, per un valore procapite pari a 14,77 € in quasi tutte le Regioni. I consumi hanno continuato a mostrare un’ampia variabilità regionale con un gradiente Nord-Sud. Tornando ai consumi, al primo posto troviamo le associazioni di penicilline (con 9,6 dosi/die/1000 abitanti) seguite da macrolidi e lincosamidi (4,1 dosi/die/1000 abitanti) e chinoloni (3,5 dosi/die/1000 abitanti). Tutte queste categorie hanno presentato una riduzione dei consumi rispetto all’anno precedente. I maggiori incrementi dei consumi sono stati invece registrati per i monobattami (+29,8%) e gli antibiotici contro germi resistenti in esclusivo uso ospedaliero (+4,0%). La spesa totale per antibiotici (sia a uso territoriale che ospedaliero) è stata pari a € 898,1 milioni e ha inciso per il 4,1 % sulla spesa a carico del S.S.N. Passando all’U.E. l'uso di antibiotici nel 2016 è rimasto a un livello simile a quello del 2013 dopo un netto calo tra il 2009 e il 2013, dal 40% al 35% (sondaggio Eurobarometer della Commissione U.E.). La media U.E. nel 2016 è del 34% ed è in lieve calo (-1% su 2013) e il dato disaggregato mostra un’alta variabilità tra gli Stati infatti il più alto consumo si registra a Malta (48%) e in Spagna (47%) con l’Italia quarta col 43% mentre è più bassa in Svezia (18%) e Olanda (20%). Rispetto al 2016 la Spagna (con + 9%) e l’Italia (+7%) sono i due Paesi che, in controtendenza, hanno più aumentato i consumi. La conoscenza della problematica connessa all’eccessivo uso di antibiotici è ancora scarsa infatti solo 1/3 degli europei riceve informazioni sul loro corretto uso e Italia con il 15 % p il fanalino di coda. Il Rapporto ha anche considerato il consumo e la spesa dei farmaci orfani, cioè quelli potenzialmente utili per trattare una malattia rara, cioè a bassa frequenza nella popolazione (in UE è considerata tale quando colpisce sotto un abitante su duemila) che in condizioni normali di mercato non sarebbero commercializzati in quanto poco remunerativi. 87 risultano autorizzati dall’E:M.A. di cui sessantasei sono autorizzati e commercializzati in Italia. Dei restanti ventuno, undici sono in attesa dell’attribuzione della fascia C-nn, mentre per due le rispettive Aziende non hanno presentato le relative domande di negoziazione rimborsabilità/prezzo. Infine, otto farmaci sono accessibili tramite i canali di erogazione alternativi al percorso autorizzativo standard che l’A.I.F.A. [Agenzia Italiana del Farmaco] mette a disposizione (L. 648/96 e art. 8 L. 326/03). Nel 2015 la loro spesa, comprensiva della quota relativa all’acquisto e all’erogazione in assistenza convenzionata, è stata di oltre € 1,2 miliardi, il 5,5% della spesa farmaceutica con un impatto della spesa, classificati nella fascia di non rimborsabilità S.S.N. rispetto alla spesa totale per questa categoria dello 0,85% (0,11% nel 2014). Per quanto riguarda il consumo, nel 2015 ne sono state utilizzate 10,3 milioni di dosi, appena lo 0,04% del consumo farmaceutico totale. L’incidenza del consumo di non rimborsati dal S.S.N. sul consumo totale ammonta all’1,5%, dato in notevole aumento rispetto al 2014 (0,0007%). Infine considerando le categorie terapeutiche le prime tre in termini di spesa sono gli agenti anti-neoplastici/ immuno-modulatori (ATC L) per il 49%, i medicinali per l’apparato gastro-intestinale/metabolismo (ATC A), 20%, e quelli per il sistema cardio-vascolare (ATC C) per l’11%. Per quanto riguarda i consumi, il 41% è dovuto, come negli anni precedenti, agll anti-neoplastici e immuno-modulatori, il 13% ai farmaci per il sistema cardio-vascolare e l’11% ai farmaci del sistema nervoso (ATC N). b) Rischi associati all’uso di valproato nelle donne in età fertile e in gravidanza Il valproato (Depakin ®) è un farmaco utilizzato principalmente per trattare l'epilessia e il disturbo bipolare usato quindi come anticonvulsante e come stabilizzante del tono dell'umore. Può provocare malformazioni congenite, nel 10,73 % dei figli di madri epilettiche, soprattutto difetti del tubo neurale, dismorfismo facciale, labio-palato-schisi, cranio-stenosi, difetti cardiaci, renali e urogenitali, difetti degli arti (inclusa aplasia bilaterale del radio) e anomalie in diversi distretti corporei mentre l’esposizione in utero anche a un aumentato rischio di disordini dello sviluppo, rischio di malformazioni maggiori rispetto al 2-3 % circa della media generale e il rischio è dose dipendente quindi massimo a dosaggi superiori a 1 gr/die. La terapia va iniziata e monitorata da uno specialista nella diagnosi e nel trattamento dell’epilessiae tutti i farmaci che lo contengono sono sottoposti al Monitoraggio Addizionale per la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. In atto non è possibile stabilire una soglia al di sotto della quale non esiste alcun rischio, analogamente ai disordini dello sviluppo fisico e mentale dei bambini esposti in utero. Poiché l’esatto periodo gestazionale a rischio è incerto la possibilità di un rischio durante tutta la gravidanza non va esclusa. Studi su bambini in età pre-scolare esposti in utero al valproato nel 30 - 40 % presenta ritardi dello sviluppo precoce, come ritardo nel camminare, minori capacità intellettive, disturbi nel parlare e comprendere e problemi di memoria inoltre il quoziente intellettivo (Q.I.) in 6enni con esposizione al valproato in utero, in media era più basso di 7-10 punti rispetto a quello di esposti ad altri anti-epilettici. Anche se il ruolo dei fattori di confondimento non va escluso, nei bambini esposti al valproato il rischio di compromissione intellettiva potrebbe essere indipendente dal Q.I. materno. I pochi dati disponibili a lungo termine mostrano che quelli esposti in utero hanno un rischio aumentato di circa tre volte di disordini dello spettro autistico e di autismo infantile di circa cinque volte rispetto alla popolazione generale. - Prima prescrizione in età pre-puberale Lo specialista deve confermare che il trattamento è appropriato in quanto gli altri trattamenti hanno dato esito negativo; discutere con la paziente e con i familiari interessati/rappresentante legale i rischi per la gravidanza associati alla condizione e quelli correlati al trattamento, inclusi quelli in caso di gravidanza; la necessità di un metodo contraccettivo efficace per evitare una gravidanza imprevista, di rivalutazioni regolari del trattamento e del momento migliore per consigli sui metodi contraccettivi efficaci e invio della paziente ad uno specialista, se necessario; assicurarsi che si siano comprese le potenziali conseguenze in caso di gravidanza e un livello di comprensione adeguato dei rischi. Alla paziente, come pure per le possibilità che descriveremo dopo, va consegnato un opuscolo informativo con le informazioni di sicurezza in relazione alla teratogenicità e che evidenzia i punti chiave per la gestione del trattamento; un modulo di accettazione delle informazioni sui rischi firmato dalla paziente e/o dal suo rappresentante legale con una copia conservata in cartella; una carta per che riepiloga le informazioni sui rischi. La paziente dovrà contattare il Medico immediatamente se si accorgesse di essere incinta o pensasse di poterlo essere. Programmare infine di rivalutare la necessità del trattamento quando la paziente entrerà in pubertà. - Donna che non sta pianificando una gravidanza Oltre a quanto detto sopra lo specialista dovrà valutare l’importanza di una consulenza pre-concepimento. - Donna che sta pianificando una gravidanza Rivalutare il rapporto rischio/beneficio del suo uso, valutando una possibile alternativa ma se si prosegue, come nella gravidanza non pianificata, ridurre la dose in diverse piccole dosi/die, al dosaggio minimo efficace possibilmente preferendo una formulazione a rilascio prolungato. Se si sta pianificando una gravidanza e in caso di gravidanza non pianificata le politerapie anti-epilettiche che includono il valproato sono associate ad un rischio maggiore di esiti avversi della gravidanza rispetto alla mono-terapia come pure la supplementazione di acido folico può ridurre il rischio generale di difetti del tubo neurale ma non si sa se possa ridurre il rischio di difetti congeniti associati all’esposizione al valproato in utero. Valutare una consulenza pre-concepimento consegnardo alla paziente/rappresentante legale gli opuscoli suindicati. - Gravidanza non pianificata Programmare urgentemente un incontro con la paziente/chi se ne prende cura per rivalutare il trattamento il prima possibile, valutando il rapporto rischio/beneficio del farmaco proseguendo col trattamento fino alla visita. c): Daclizumab (Zinbryta ®) per la Sclerosi multipla La Sclerosi multipla (S.M.) è una malattia autoimmune cronica che colpisce il S.N.C. interrompendo la comunicazione tra il cervello e altre parti del corpo oggi tra le più comuni cause di disabilità neurologica nei giovani adulti soprattutto donne. Negli U.S.A. per il trattamento di adulti con forme recidivanti è stato approvato daclizumab (Zinbrytaº) un anticorpo monoclonale umanizzato autosomministrabile dal paziente per via sottocutanea una volta al mese in pazienti che non abbiano avuto risposte adeguate a due o più terapie controllando la funzionalità epatica prima dell’inizio della terapia, mensilmente prima di ogni dose e fino a sei mesi dopo l'ultima dose. Le reazioni avverse più comuni includono nasofaringite, infezione del tratto respiratorio superiore, eruzioni cutanee, influenza, dermatiti, mal di gola, eczema e ingrossamento dei linfonodi mentre in un altro studio depressione, eruzioni cutanee e un aumento dei valori di alanina amino transferasi (ALT). Nell’U.E. il farmaco ha ricevuto parere positivo dal Comitato per i Medicinali per uso umano (CHMP) ad aprile 2016. d) Idrossinorketamina: farmaco ad azione rapida anti - depressione Il problema dei farmaci antidepressivi è ormai datato perché agiscono dopo 2-3 settimane o addirittura un mese dalla prima somministrazione e se inefficaci bisogna passare a una nuova terapia senza benefici per mesi. Per un certo periodo si è ritenuto che la ketamina fosse la risposta all’esigenza di rapidità, infatti agisce nel giro di poche ore ma a fronte di pesanti effetti collaterali (allucinazioni, dissociazioni) e dell’uso come stupefacente. Il nuovo farmaco si chiama idrossinorketamina, è un sottoprodotto della ketamina, ad azione rapida senza gli effetti avversi della molecola - madre perché agisce su un recettore non implicato in fenomeni allucinatori o dissociativi. e) Acido obeticolico (Ocaliva ®) per il trattamento della colangite biliare primitiva La colangite biliare primitiva (CBP) è una malattia cronica con infiammazione dei dotti biliari, il loro danneggiamento e la loro distruzione con conseguente ristagno della bile nel fegato che con il tempo danneggia le cellule epatiche provocando lo sviluppo di tessuto cicatriziale e la cirrosi compromettendone la funzionalità con rischio di insufficienza epatica o di morte. Negli U.S.A. è stata concessa l'approvazione accelerata per l’acido obeticolico (Ocalivaº) per il trattamento della CBP in combinazione con UDCA [acidi biliari] negli adulti che non rispondono adeguatamente o sono intolleranti all’UDCA. L’acido obeticolico, controindicato nell’ostruzione biliare completa, somministrato per via orale, è un agonista del recettore farnesoide X (FXR) del nucleo delle cellule nel fegato e intestino, regola la sintesi degli acidi biliari e aumentando il flusso biliare dal fegato e sopprimendo la produzione di acidi biliari, prevenendone l’accumulo che può risultare tossico con una riduzione del livello della fosfatasi alcalina (ALP). Gli effetti indesiderati più comuni sono prurito, affaticamento, dolori addominali, artralgia, dolori alla gola, vertigini e stipsi. f) Atezolizumab per il trattamento del carcinoma uroteliale Il carcinoma uroteliale è più comune cancro della vescica. Per esso l’F.D.A. (Food and Drug Administration) ha approvato l’atezolizumab, primo farmaco della sua categoria indicato per la forma localmente avanzata o metastatica in progressione dopo una terapia a base di platino nel setting metastatico o per i pazienti che mostrano un peggioramento della malattia entro un anno dalla chemioterapia neo- o adiuvante. Il suo meccanismo di azione comprende l’inibizione del legame di PD-L1 a PD-1, il che può riattivare le cellule immunitarie soppresse ma lasciando intatte le interazioni PD-L1/PD-1 che possono preservare l'omeostasi immunitaria. Gli effetti indesiderati più comuni sono stati affaticamento, diminuzione dell'appetito, nausea, infezioni del tratto urinario, febbre e costipazione. Effetti collaterali gravi sono infezioni dei polmoni, colon e del sistema endocrino. L’F.D.A. ha concesso al farmaco la revisione prioritaria, garantita ai farmaci che offrono un significativo miglioramento di sicurezza ed efficacia nel trattamento di gravi patologie. g) Humalog KwikPen nel diabete mellito: note di sicurezza E’un analogo insulinico rapido ora disponibile nella forma iniettabile in penna preriempita da 200 U/ml per il trattamento del diabete mellito dell’adulto, massimo 60 U/die per pazienti che assumono più di 20 U di insulina rapida/die. Contiene 600 U di insulina lispro in 3 ml di soluzione iniettabile, corrispondente a una concentrazione doppia rispetto a HumalogKwikPen 100 U/ml e va somministrata esclusivamente con la penna preriempita pertanto non va trasferita insulina dalla penna 200 U/ml ad altri sistemi di erogazione per evitare sovra- o sotto-dosaggio. Su entrambe le penne la finestrella del conta-dose mostra il numero di unità da iniettare, indipendentemente dalla concentrazione e non va fatta nessuna conversione del dosaggio quando si passa ad una nuova concentrazione per evitare sotto/sovradosaggio. h) Ketoconazolo per infezioni fungine: nuovo divieto di prescrizione Nel maggio 2016 l’F.D.A. (Food and Drug Administration) americana ha rinnovato l’invito del 2013 a non prescrivere antimicotici a base di ketoconazolo compresse per il trattamento delle infezioni fungine della pelle e delle unghie, usi peraltro non approvati in quanto si conferma il rischio di gravi danni al fegato, alle ghiandole surrenali e serie interazioni con altri farmaci. Nell’U.E. questo farmaco per via orale è stato sospeso nel 2013 ma nel 2014 è stato autorizzato Ketoconazolo HRA (contenente ketoconazolo in forma orale) per il trattamento della sindrome di Cushing [un disturbo ormonale causato da alti livelli di cortisolo] mentre negli U.S.A. resta autorizzato per gravi infezioni fungine sistemiche quando manca un’altra terapia antimicotica. i) Lifitegrast (Xiidra®) nella secchezza oculare La secchezza oculare grave e non curata può causare dolore, ulcere o cicatrici corneali. E’più comune nelle donne, aumenta con l’età e colpisce circa il 5% in età 30-40 anni e il 10-15% degli over 65. L’occhio secco può rendere più difficile utilizzare un P.C. o leggere per un lungo periodo di tempo e può ridurre la tolleranza agli ambienti asciutti, come l’aereo. Il Lifitegrast soluzione oftalmica (Xiidra), inibitore dell’antigene LFA1 associato ai linfociti, per il trattamento di questa sindrome è stato approvato di recente dall’FDA. Gli effetti indesiderati più comuni includono irritazione agli occhi, visione offuscata e disgeusia [distorsione o abbassamento del senso del gusto]. l) Idelalisib (Zydelig ®): raccomndazioni Il PRAC (Comitato per la valutazione dei rischi per la farmacovigilanza) dell’EMA ha confermato che i benefici del medicinale sono superiori ai rischi nel trattamento della leucemia linfocitica cronica (LLC) e del linfoma follicolare. Il PRAC tuttavia ha confermato che vi è un rischio di gravi infezioni con Zydelig, tra cui la polmonite da Pneumocystis jirovecii (ex-Carinii) pertanto per la sua prevenzione vanno somministrati antibiotici durante il trattamento fino a 2-6 mesi dopo la sua interruzione. Il farmaco non va utilizzato in caso di leucopenia [valori di globuli bianchi ridotti] che aumenta il rischio di infezione ed in caso di infezione generalizzata. Può essere iniziato in pazienti con CLL precedentemente non trattato le cui cellule tumorali hanno specifiche mutazioni genetiche (delezione 17p o mutazione TP53) soltanto se non possono essere impiegati trattamenti alternativi ed a condizione che siano seguite le misure per prevenire l’infezione. m) Zalmoxis nel trapianto di cellule staminali nel cancro ematico ad alto rischio L'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha raccomandato il rilascio di un’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata nell’UE, uno dei principali meccanismi dell’EMA per facilitare l’accesso precoce da parte dei pazienti ai farmaci che soddisfano esigenze mediche insoddisfatte, per Zalmoxis, un nuovo prodottoraccomandato come terapia aggiuntiva, o add on, nel trattamento di adulti sottoposti a trapianto aploidentico di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) [cellule non specializzate che possono svilupparsi in diversi tipi di cellule del sangue specializzate da un donatore parzialmente compatibile per aiutare il midollo osseo a produrre cellule del sangue sane] per vari tipi di neoplasie ematologiche come leucemie e linfomi per favorire la ricostituzione immunitaria e ridurre il rischio di malattia del trapianto contro l’ospite. I trapianti da donatori parzialmente compatibili sono più facilmente disponibili ma comportano un rischio più elevato di malattia del trapianto contro l’ospite. Zalmoxis si basa sull’impiego di cellule T [un tipo di cellule immunitarie] del donatore, separate dal resto delle cellule nel trapianto e geneticamente modificate per includere il gene suicida HSV-TK. Le cellule T aiutao l’organismo a combattere le infezioni, aumentano le possibilità di successo del trapianto e favoriscono effetti anti-cancro di lunga durata tuttavia possono anche causare la malattia del trapianto contro l’ospite ma il gene suicida presente in Zalmoxis le rende sensibili al farmaco ganciclovir che uccide le cellule T col gene suicida, impedendo l’ulteriore sviluppo della malattia. n) Farmaci a base di canagliflozin (Invokana ®) e rischio di amputazione a livello degli arti inferiori Nello studio CANVAS - CANagliflozin cardioVascular Assessment Study con canagliflozin (Invokana ®) è stata riscontrata un’incidenza due volte superiore di casi di amputazione a livello degli arti inferiori, soprattutto a carico delle dita del piede. Il rischio nei gruppi trattati con canagliflozin è risultato 6 per 1.000 anni-paziente, rispetto a 3 per 1.000 anni-paziente in quelli trattati con placebo indipendentemente da fattori di rischio predisponenti anche se il rischio assoluto era maggiore nei pazienti con precedenti amputazioni, con malattia vascolare periferica o neuropatia. Non è stata osservata una correlazione dose-risposta. Il meccanismo alla base non è ancora noto anche se nella patogenesi potrebbe essere coinvolta la disidratazione e la deplezione di volume. Nei pazienti trattati con Invokana e Vokanamet (canagliflozin/metformina) è importante la cura routinaria preventiva del piede, l’attento monitoraggio dei pazienti con fattori di rischio per amputazione e una sufficiente idratazione. o) Posaconazolo (Noxafil ®): problematica di posologia Questo farmaco, indicato per le infezioni fungine gravi, è disponibile per via orale in compresse (100 mg) e sospensione orale (40 mg/ml) ma la posologia raccomandata per le due formulazioni è diversa. L’E.M.A. (Agenzia europea per i medicinali) informa che le sue Informazioni del prodotto devono essere aggiornate per rafforzare le avvertenze riguardo la non intercambiabilità delle due formulazioni indicate per via orale alla stessa dose e la confezione sarà anche modificata per distinguere le due forme in modo più chiaro. p) Riociguat (Adempas ®): controindicazione Riociguat (Adempas ®) è utilizzato per migliorare la capacità di esercizio fisico in adulti con ipertensione polmonare trombo-embolica cronica in cui i vasi sanguigni dei polmoni sono ostruiti o ristretti da coaguli di sangue e ipertensione polmonare arteriosa, condizione in cui le pareti dei vasi sanguigni dei polmoni sono ispessite e i vasi ristretti. L’E.M.A. (Agenzia europea per i medicinali) aggiornerà le Informazioni sul prodotto controindicandolo in “ipertensione polmonare sintomatica associata a polmonite interstiziale idiopatica”. q) Sofosbuvir/velpatasvir (Epclusa ®) e Grazoprevir/elbasvir (Zepatier ®): nuovi antivirali ad azione diretta per l’Epatite cronica C L’E.M.A. (Agenzia Europea dei Medicinali) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio di due nuove terapie di combinazione contro l’epatite cronica da HCV: Sofosbuvir/velpatasvir (Epclusa ® ) che agisce su tutti i sei genotipi del virus e Grazoprevir/elbasvir (Zepatier ®) che agisce sull’1 e 4. Questi antivirali ad azione diretta bloccano l'azione delle proteine essenziali per la replicazione virale rispettivamente NS5B e NS5A (Epclusa) e NS3 / 4A e NS5A (Zepatier). Nei pazienti con genotipo 3 il tasso di risposta a Epclusa è stato di circa il 90 %, negli altri di oltre il 90 %. Gli effetti collaterali più comuni sono stati cefalea, nausea e stanchezza. Zepatier contiene due nuovi inibitori della proteina dell’HCV, ed è particolarmente efficace in caso di malattia renale cronica a prognosi infausta. Gli effetti collaterali più comuni sono stati affaticamento, mal di testa e nausea. r) Nuovi Inibitori delle Proteasi (IPs) In Italia da poco tempo è già disponibile un nuovo I.P., il Darunavir 800 mg + 150 mg di Cobicistat come booster [potenziatore] (Rezolsta ®) da assumere a dosaggio 1 cpr/die col cibo in over-18 valida alternativa alla precedente associazione Darunavir + Ritonavir a dosaggio 2 cpr/die in paziente intolleranti a quest’ultimo. Tra breve sarà disponibile Atazanavir 300 mg + Cobicistat 150 mg come booster (Evotaz ®) da assumere a dosaggio 1 cpr/die col cibo. s) Vaccini per la prevenzione del Colera nei viaggiatori Il Colera è una malattia infettiva causata dal batterio Vibrio colera, soprattutto da sierogruppo 01 secondo l’O.M.S., e si contrae ingerendo acqua o cibo contaminati la cui forma grave è caratterizzata da diarrea intensa e vomito che possono portare a grave disidratazione. L’F.D.A. (Food and Drug Administration) per la sua prevenzione da sierogruppo 01 ha approvato recentemente Vaxchora, il primo vaccino vivo attenuato da assumere in singola dose liquida orale almeno dieci giorni prima del viaggio. Le reazioni avverse più comuni sono stanchezza, mal di testa, dolori addominali, nausea o vomito, mancanza di appetito e diarrea. Il nuovo vaccino bivalente orale anti-colera (BivWC) ha ottenuto risultati non uniformi nel senso che la Iª dose ha generato una risposta adeguata da parte delle cellule secernenti anticorpi mentre la IIª dopo 14 giorni ha generato una risposta minima. In alcune aree con elevati livelli espositivi una singola dose di vaccino potrebbe essere sufficiente ma in quelle non precedentemente esposte al Colera o in cui la memoria immunitaria si è estinta sarebbe opportuno separare le dosi di vaccino con periodi di tempo più prolungati onde ottenere i massimi benefici dalla IIª dose. F) Altre novità a) Artrosi e Impero Romano Il più grande studio realizzato su oltre 2.000 scheletri trovati nelle necropoli suburbane della Capitale, con esami fotografici integratati da moderne tecniche di imaging come la Tomografia Computerizzata multistrato (TC), così da valutare lesioni impossibili da scoprire prima ha evidenziato che l’artrosi arrivava a 30 anni, le articolazioni soffrivano per il terribile carico di lavoro a cui lo scheletro era sottoposto con sofferenze fisiche oggi inimmaginabili. Mancava la prevenzione e la terapia, le fratture venivano ricomposte senza intervento chirurgico e gli arti venivano ingabbiati in una struttura di legno in attesa della guarigione. Alcuni reperti sono così particolari che presuppongono buone conoscenze sulle tecniche di guarigione delle ossa. b) Fumo: nuova direttiva U.E. Il 20 maggio 2016 è entrata in vigore la direttiva europea sui prodotti del tabacco con le seguenti novità. Il 65 % della parte anteriore e posteriore dei pacchetti di sigarette dovrà essere coperto da immagini e scritte con avvertimenti sanitari sulla pericolosità del fumo. Anche il 50 % dei lati sarà occupato da scritte come “il fumo uccide”. Regole analoghe saranno valide anche per i pacchetti di tabacco da arrotolare. Saranno vietate confezioni considerate accattivanti per i consumatori, e in particolare per i giovani. Ogni pacchetto dovrà essere di forma parallelepipeda e dovrà contenere minimo 20 sigarette con la scomparsa quindi delle confezioni da 10. Trascorso un periodo di transizione di 4 anni ci sarò la graduale scomparsa di sigarette e tabacco aromatizzati quindi non si troveranno più, ad es., le sigarette al mentolo. Per quanto riguarda le sigarette elettroniche è stabilito un tenore massimo di concentrazione di nicotina, un volume massimo delle cartucce, dei serbatoi e dei contenitori di liquidi che dovranno avere anche una chiusura a prova di bambino. Sarà obbligatorio l’inserimento di avvertimenti sanitari sulle confezioni e vietati elementi promozionali. I produttori dovranno notificare i nuovi prodotti agli Stati membri prima di immetterli sul mercato.


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Le perdite. Quando sono realmente tali? cosa comportano?

di Elisa Brancaleoni

24 Agosto 2016, ore 03.36. La terra ha tremato, ed è stato così anche per i cuori degli abitanti di Amatrice, Accumoli, Arquata del tronto, San Benedetto del tronto e paesi limitrofi. Immaginate una notte: una raffica di vento, il vostro letto che inizia a tremare, i muri che scricchiolano, la gente che corre. E poi la consapevolezza di aver perso tutto. Ecco cari lettori: quando si ha veramente la consapevolezza, nella nostra psiche, di aver perduto tutto ciò che avevamo? Una perdita, sia essa fisica o affettiva, morale o materiale, è psicologicamente paragonabile ad un lutto. Lutto, come certo tutti saprete, significa morte. Morte di una persona, di un sentimento, di una casa che non c'è più. Ed ogni lutto attraversa 4 fasi, che ora vi andrò ad elencare: - negazione: "è vero, ho perso la mia casa, ma si recupererà, ne sono sicura; il terremoto è stato terribile, ma so per certo che prima o poi tutto si sistemerà". Oppure, per cambiare esempio: "il rapporto con questa persona non è che sia terminato, ma siamo in una pausa di riflessione". In questa fase vi è un vero e proprio rifiuto della perdita, non riconoscendola neanche come tale. Perché sapete, il nostro cervello è strano. A volte non si rende conto neanche di cose basilari, come appunto la perdita di una persona amata; - rabbia: "perché proprio la mia casa? perché sono venuta in vacanza qui? potevo starmene nel mio paese, invece di venirmi a rovinare la vita. Perché è morto proprio il mio amico? è colpa del padre eterno, del demonio, degli stranieri, degli italiani, dello stato, del governo, del mondo intero". Oppure: "il rapporto con questa persona è terminato. è stata solo colpa mia, lui non ha fatto alcun tipo di errore... il rapporto è terminato solo ed esclusivamente per colpa sua, non ha mai capito nulla di noi". In questa fase si inizia realmente ad elaborare la perdita. Il nostro cervello inizia a prendere coscienza del fatto che questa cosa\persona non ci sia più, nonostante non riesca ancora a far qualcosa per superare il difficile momento; - depressione: "non c'è più nulla da fare". Questa frase, utile per tutti i tipi di perdite, rappresenta la terza fase del percorso utile per affrontare il lutto. È una frase sbagliatissima, dal momento in cui rappresenta un enorme ostacolo al completo superamento delle perdite. Ma è necessaria, per arrivare al passo successivo; - l'ultimo passo è appunto quello dell'accettazione: "è vero, ho perso tutto, non si può fare più niente. ma posso lottare per vivere la mia vita al meglio". in questa ultima fase si ha la completa realizzazione della perdita, avendo inoltre la possibilità di elaborare il tutto, cercando però nuovi mezzi per ricostruire una casa come una vita. Quindi, cari lettori, l'unico consiglio che vi posso dare è: non abbiate timore di perdere ciò che è vostro, perché attraverso queste 4 fasi riuscirete a superare ogni difficoltà. "e se non fosse così"? Beh, a quel punto dovrete chiedere aiuto a qualcuno sicuramente più competente di me. posso però dirvi che, sebbene ognuno abbia il suo tempo per elaborare i fatti, fermarsi troppo su uno di questi 4 step può farvi molto male. Immaginate di dover percorrere una scala, formata da 4 gradini. È vero, se già avete un forte dolore alle gambe può essere difficilissimo percorrerli di corsa! Ma pensate anche a quanto potrebbe essere difficile rimanere fermi immobili, per mesi e mesi, su uno di questi scalini. Che brutto mal di piedi vi verrebbe! e così funziona per la nostra mente: elaborare velocemente una perdita può essere difficoltoso. Ma fermarsi lo è di più! e poi, come certo saprete: "chi si ferma è perduto!"


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Musica

Conosciamo il Maestro Fausto Fungaroli

di Giuseppe Lurgio

Chi ama e segue la musica classica sicuramente conosce questo personaggio che andrò di seguito a presentarvi in questo spazio. Per chi non lo conosce sarà una piacevole scoperta. È con immenso piacere che voglio presentarvi il Maestro Fausto Fungaroli. Nato nel 1972 in un piccolo paesino in provincia di Avellino chiamato Calabritto. Giovanissimo intraprese lo studio della musica col padre e successivamente presso i conservatori "Domenico Cimarosa" di Avellino e "San Pietro a Majella"di Napoli, studiando Composizione col Maestro Giacomo Vitale e conseguendo i Diplomi in Clarinetto, Strumentazione per Banda e Direzione d'orchestra. Cresce musicalmente sotto la guida di alcuni illustri Maestri del calibro di Helmuth Rilling.Masaaki Suzuki e Christoph von Dohnanyi. La sua bravura viene premiata nel 2005 quando riceve una Borsa di Studio dal Conservatorio di Napoli, che gli permette di studiare un anno presso la "Hochschule für Musik und Theater" di Amburgo, sotto la guida del Prof. Christof Prick. Dal 2006 fino al 2010 è stato il direttore stabile dell'Eppendorf Sinfonieorchester di Amburgo, dirigendo piu di trenta concerti, tra cui nel 2008, la prima esecuzione assoluta in Germania della Sinfonia Nr.1 in re minore di Giuseppe Martucci. Dal 2009 al 2015 è il direttore principale dell'orchestra giovanile di stato di Amburgo. Nel 2007 Fungaroli dirige il Concerto di Capodanno al Teatro San Carlo di Napoli ottenendo un grande successo di pubblico e di critica... Dal 2012 Fausto Fungaroli è il nuovo direttore principale dell'Orchestra dell'Università di Lubecca. Naturalmente ho citato solo alcune tappe del cammino artistico di Fausto Fungaroli,altro ci dirà direttamente lui visto che ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune mie domande. INTERVISTA. D) Maestro Fungaroli di solito le mie interviste con i miei ospiti si svolgono confidenzialmente non usando formalismi ma semplicemente creando una sorta di chiacchierata trà amici. Vuole anche lei uniformarsi a questa abitudine o preferisce che le dia del lei? R) Caro Giuseppe diamoci tranquillamente del tu. D) Bene, incominciamo subito ringraziando il nostro ospite anche a nome della redazione per la sua cortese partecipazione. La prima domanda e anche questa tipica del mio spazio e serve proprio a far capire chi è Fausto Fungaroli senza la bacchetta di direttore d'orchestra in mano! R) Sono una persona semplice di umile e venerata famiglia, sono molto curioso e interessato allo svolgersi della vita quotidiana in tutte le sue sfaccettature. Mi piace leggere, viaggiare, pratico il Wing Tsun una forma di arte marziale cinese;Il senso dell'umorismo non mi manca visto che sono un patito del grande Toto'. D) Da giovanissimo hai intrapreso lo studio della musica. C'erano dei musicisti in famiglia da cui tu hai ereditato per così dire la passione o e tutto sbocciato in tè? R) Si, oltre a mio padre che e' stato il mio primo maestro, anche i miei zii e mio nonno praticavano la musica nella banda del paese. D) Quando studiavi già avevi le idee chiare su cosa fare dopo? Volevi diventare direttore d'orchestra a qualsiasi costo o magari ti sarebbe piaciuto anche avere un altro ruolo sempre inerente la musica? R) Ho iniziato a studiare il clarinetto all'età di 12 anni, gli studi di direzione d'orchestra sono arrivati relativamente tardi, ma già da bambino stavo con la penna in mano e dirigevo tutto quello che sentivo in televisione, specialmente il Te deum di Charpentier, quando c'era il famoso collegamento in eurovisione. D) Leggendo un pò la tua biografia vedo che lavori e sei molto di più apprezzato all'estero che in Italia. È stata una tua scelta,una circostanza o magari e proprio così per tutti i musicisti che vogliono emerger musicalmente? R) nel 2004 dopo il Diploma di Direzione d'orchestra mi e' stata offerta dal conservatorio di Napoli una borsa di studio che mi ha permesso di studiare un anno alla Hochschule di Amburgo. Naturalmente mi sarebbe piaciuto ritornare e lavorare in Italia, ma la Germania non mi ha lasciato più andare via dandomi la possibilità di lavorare. Certamente la situazione musicale in Italia sta attraversando un periodo molto difficile e questo mi dispiace moltissimo ma speriamo in un futuro migliore. D) Nelle grandi e prestigiose orchestre dove tu hai diretto hai mai incontrato musicisti disabili? Secondo te un disabile potrebbe tecnicamente dirigere un orchestra? Magari ad esempio, un ragazzo su una sedia a rotelle può diventare un bravo direttore? R) Certamente! La musica si realizza quando incontra la coscienza umana sotto l'attento controllo del cuore e della ragione; si può dirigere anche solo con lo sguardo emanando energia. Nella storia della direzione d'orchestra basti pensare come esempio al grande maestro Victor de Sabata che aveva sofferto di poliomelite infantile, i suoi movimenti direttoriali claudicanti erano compensati dai suoi occhi infuocati. Un direttore disabile che ho conosciuto e' stato Jeffrey Tate, grande direttore, estremamente sensibile. D) Una domanda che spesso mi sono posto e che spero di esprimerti con chiarezza. Un buon direttore da cosa si giudica?Il talento stà tutto nel modo con cui si muovono le bacchette o ci sono altri diciamo, "accorgimenti"che fanno si che un opera abbia un grande successo? R) Lo strumento del direttore e' l'orchestra, per far suonare bene un orchestra bisogna tener conto di alcuni fattori fondamentali che sono: la chiarezza tecnica, quindi il gesto, Non bisogna imporre mai un idea musicale ma condividerla con l'orchestra, convincerla, aiutarla nei momenti in cui ha bisogno di aiuto e lasciarla suonare negli altri. Il direttore deve essere come un punto di fuga in una prospettiva, tutte le linee convergono ad esso ma alla fine il punto non si vede. Come diceva totò: è la somma che fa il totale. D) Secondo tè la musica classica e più seguita in Italia o all'estero? Trà i sostenitori di questo genere musicale antico vi sono molti giovani appassionati o la maggioranza e oltre i 50? R) All'estero senz'altro ci sono più sostenitori della musica classica, per quando riguarda il pubblico vedo ancora molte persone adulte, si potrebbe fare di più per avvicinare un pubblico giovane alle sale da concerto, magari scegliendo programmi interessanti in progetti che non abbiano solo fini di lucro. D) Quale compositore ti piace più dirigere? R) Difficile rispondere;Tutti quelli che riescono a toccare la mia coscienza, se proprio devo fare un nome direi Brahms. D) C'è un motivo? R) Non saprei, diciamo che riesce a far vibrare le corde della mia anima più degli altri attraverso la sua profetica inquietudine... Qualche tempo fa ho diretto i suoi Lied del destino. Prova ad ascoltarli attentamente e poi mi riferirai la tua esperienza in proposito. D) Puoi anticipare un tuo prossimo avvenimento in anteprima per i nostri lettori e lettrici? R)Martedi 1 Novembre parto per Astana, il 5 ho un concerto con l'orchestra da camera di stato del kazachistan. A Febbraio prossimo dirigero' i Berliner Sinfoniker nella sala grande della Philharmonie a Berlino. D) Torni spesso a Calabritto il tuo paesino natale? Hai ancora gli amici di quando eri ragazzino? R) Cerco di tornare quanto più spesso possibile, in Estate e a Natale, per vedere la mia famiglia e i miei amici. D) Fausto Fungaroli ha un sogno nel cassetto che vorrebbe vedere realizzato? R) Si ma te lo dico quando ci incontreremo personalmente. D) Bene chiudiamo quì questa piacevolissima chiacchierata! Prima di separarci devo chiederti di lasciare ai nostri lettori una parola,una frase una aforisma o semplicemente un tuo modo di dire! Sai,sarà di buon auspicio per noi e pure per tè! R) E' stato un piacere e un onore dialogare con te Giuseppe, saluto tutti i lettori e mi congedo citando una frase di Nietzsche : " La vita senza la Musica sarebbe un errore" e "se la Musica è nutrimento d'amore allora musica!"


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HIDDEN BEAT

di Marco Sileoni e Alessio Begliomini

Controcorrente rispetto a chi sostiene che i Beatles aprirono i giovani degli anni Sessanta al consumo massiccio di droghe e all'abbandono del cristianesimo, Piero Scaruffi nella sua "Storia della musica rock" afferma che I Beatles ebbero la funzione storica di paladini della reazione. I loro sorrisi e i loro ritornelli tennero nascosti i fatti di quell'epoca per la borghesia che non voleva sapere nulla della insofferenza dei giovani e dello underground emergente. La sentenza, lapidaria, risulta azzeccata, Infatti, continua Scaruffi a differenza di Bob Dylan, non causarono disordini studenteschi, a differenza di Jefferson Airplane e Grateful Dead non causarono il fenomeno degli hippies, a differenza di Jim Morrison e Jimi Hendrix non causarono il mito della droga, a differenza di Mick Jagger e Franck Zappa non ebbero alcun impatto sulla rivoluzione sessuale; ecco allora che la influenza che i Beatles esercitarono non fu di carattere propriamente musicale, in quanto i Beatles facevano canzonette quando tanti altri musicisti rock di quella epoca e che andavano per la maggiore facevano tutto meno che canzonette. E questo in quanto il rock nasceva proprio come alternativa alla canzonetta. Le radio FM nacquero per suonare musica rock e non canzonette e ad ascoltare allora i Beatles erano dunque i giovani a cui dava fastidio la genuina musica rock. Da parte nostra , riteniamo certo che proprio i Beatles proiettarono la superficiale sensibilità che le generazioni precedenti, fino a meta' del xx Secolo, traevano dalla lettura di Dickens, (autore la cui fortuna è già in declino dal primo dopoguerra), sull'ultima generazione di adolescenti d'inizio anni '60: la quale non aveva fatto in tempo a conciliarsi d'entusiasmi col primo e violento rock and roll americano o per via del quindicenne francese Johnny Hallyday i cui concertini, intorno al 1958/59 finivanocon lo sfascio dei cinema e dei teatri prestati alla bisogna. Si trattava insomma, al di la' e ancor piu' al di qua della Manica, di un pubblico di teen/agers piccolo borghese e gaudente, pavido e presuntuoso . Spente le luci sui Beatles e sul loro decennio di pessime illusioni, questa stessa generazione giovanile, da quegli "salvaguardata" , arrafferà spregiudicatamente, nel giro di due decenni,tutti i vantaggi e i facili posti di comando secondario generati nel nuovo ordine morale occidentale : vale a dire uno status, proprio questo ultimo e degenerante, inescato da interpretazioni operative ma del tutto arbitrarie del Vaticano II, interpretazioni a loro volta rapidamente accompagnate dall' avallo calcolato delle gerarchie di potere capitalistico le quali , ad oggi,nel crogiolo del loro pseudo umanesimo, mediante ulteriori leggi approvate anche a Bruxelles, sulla eutanasia infantile, materializzano il sadomasochismo di massa. Musicalmente irrilevante e sociologicamente fittizio, il caso dei Beatles diventa curioso , piuttosto,per il radicarsi, dopo il loro scioglimento, di un enigma legato a Paul Mc Cartney. E ora , col libro intitolato "Paul is dead?" (Robin Edizioni,Torino), Glauco Cartocci aggiorna, in un' opera rigorosa e appassionante,ricerche da lui intraprese nel giro degli ultimi tre lustri: studi condotti sul versante di una possibile "sostituzione" operata a suo tempo ei confronti del piu' celebre dei bassisti pop. Sia gli appassionati dei Beatles che tutti gli altri , i quali, nella persistenza di temi enigmatici della storia trovano conferma al dubbio che parte consistente di ciò che viene raccontato in forma ufficiale dai grandi mezzi di comunicazione altro non sia che FABULA CONVENUTA, ecco trarranno da questo testo avvincente del Cartocci, solidi argomenti per formarsi nuove idee intorno alla carriera del "Quartetto di Liverpool".


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Racconti e poesia

A mia figlia

di Patrizia Carlotti

Avvertivo un senso d’onnipotenza… Il mistero della vita si concretizzava dentro me In quei mesi vissuti in un crescendo tra euforia e paura A breve avrei stretto tra le braccia il dono più bello…Un figlio! Si compirà il miracolo e le paure svaniranno… L’aria settembrina ti avvolse in un abbraccio gradevole ed accogliente Il sole tiepido del mattino baciò il tuo meraviglioso faccino Strinsi forte al petto il mio capolavoro …e di nuovo insicurezza e paura tornarono a far visita… Troppo piccola e fragile eri tu come me… Ma ecco che la forza dei primi vagiti fecero intendere subito l’istinto materno Ilaria…sei sbocciata… Il mio bocciolo è diventata una meravigliosa rosa. C’è nell’aria un profumo nuovo, buono, raffinato ed elegante dal retrogusto agrodolce… Leggiadra e spensierata… Distratta e disordinata… Leggera danzi ancora tra le nuvole… Ti regalerò la forza, la speranza… Sono già tue la dolcezza e l’umiltà Regala ogni giorno il tuo sorriso…Amati e ama… Avrai la combinazione giusta per aprire i cuori Se lo vorrai custodirai la verità… Cammina decisa non barcollare… Quando cadrai ti rialzerai… Le ferite faranno male ma guariranno Osserva con attenzione… Gli occhi tuoi saranno lo specchio dell’anima… Ascoltati, la tua bocca si sazierà di saggezza a testa alta vivrai ogni giorno piccola donna!


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Un ricordo

di Antonella Iacoponi

A Amberto Martini Premessa. Desidero ringraziare pubblicamente la nostra articolista nonché poetessa Antonella Iacoponi, la quale ha scritto una poesia dedicata alla scomparsa di mio padre avvenuta il primo ottobre scorso. Antonella non lo ha mai conosciuto, ma con poche informazioni da me fornitele, ha descritto meravigliosamente la sua essenza. Un grazie personale e commosso. Maurizio Martini 1 ottobre 2016 Vola nel cielo un’anima candida, buona,, in alto, sulla stella più luminosa, accarezza un raggio di luna, fluttua sopra la vigna più rigogliosa, l’uliveto, l’orto, tutto il suo mondo… Il sorriso vive in un ricordo d’amore, il viso diveniva ancor più dolce, rotondo, la cara voce, nel segreto del cuore, reca visioni di un tempo incantato: le corse incontro al suo motorino, all’uscita dell’asilo, spesso con un gelato; abile segantino, contadino,… vicino al la nipotina, la perla più bella, in giro sulla Bianchina; la raccolta delle olive, le balle portate a spalla, la legna, pronta per l’inverno, ancora una volta, la casa, frutto di mille sacrifici, la timidezza, l’orgoglio, la battuta fulminante, da offrire ai tanti amici,… la poesia asciuga una lacrima caduta.


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Riflessioni e critiche

Le sette proposte di Trump censurate dai media

di Renzo Coletti

Il candidato repubblicano è stato in grado di interpretare quella che potremmo chiamare la ‘ribellione della base’. Meglio di chiunque altro ha percepito la frattura sempre più profonda tra le élite politiche, economiche, intellettuali, e mediatiche da una parte, e la base dell’elettorato conservatore dall’altra. Il successo di Donald Trump (come la Brexit nel Regno Unito, o la vittoria del ‘no’ in Colombia) significa innanzitutto una nuova clamorosa sconfitta dei grandi mezzi di comunicazione e degli istituti di sondaggio. Ma significa anche che tutta l’architettura mondiale, stabilita alla fine della Seconda Guerra Mondiale, viene adesso travolta e si sfalda. Le carte della geopolitica sono completamente da rifare. Comincia un’altra partita. entriamo in un’era sconosciuta. Adesso tutto può accadere. Come è riuscito Trump ha invertire una tendenza che lo vedeva sconfitto e riuscire a imporsi nel finale di campagna? Questo personaggio atipico, con le sue idee grottesche e le sue idee sensazionalistiche, aveva già sovvertito tutti i pronostici. Contro pesi massimi come Jeb Bush, Marco Rubio o Ted Cruz, che potevano anche contare sul sostegno dell’establishment repubblicano, pochissimi lo vedevano imporsi alle primarie del Partito Repubblicano, tuttavia ha carbonizzato i suoi avversari, riducendoli in cenere. Bisogna capire che dalla crisi finanziaria del 2008 (dalla quale non siamo ancora usciti) nulla è uguale a prima. I cittadini sono profondamente delusi. La democrazia stessa, come modello, ha perso credibilità. I sistemi politici sono stati scossi fin dalle fondamenta. In Europa, per esempio, si sono moltiplicati i terremoti elettorali (tra cui la Brexit). I grandi partiti tradizionali sono in crisi. Ovunque rileviamo una crescita delle formazioni di estrema destra (in Francia, in Austria e nei paesi nordici) o di partiti antisistema e anticorruzione (Italia e Spagna). Il panorama politico è radicalmente trasformato. Questo fenomeno giunse negli Stati Uniti nel 2010, attraverso un’ondata populista devastatrice, incarnata allora dal Tea Party. L’irruzione del miliardario Donald Trump alla Casa Bianca estende quell’onda e costituisce una rivoluzione elettorale che nessun analista ha saputo prevedere. Anche se sopravvive, in apparenza, la vecchia bicefalia tra democratici e repubblicani, la vittoria di un candidato tanto eterodosso come Trump costituisce un vero e proprio terremoto. Il suo stile diretto, da uomo della strada, il suo messaggio manicheo e riduzionista, che si appella ai più bassi istinti di certi settori della società, molto diverso dal tono abituale dei politici statunitensi, gli ha conferito un carattere di autenticità agli occhi dei settori più delusi dell’elettorato di destra. Per molti elettori irritati dal «politicamente corretto», che credono adesso non sia più possibile dire quello che si pensa senza ricevere accuse di razzismo, la «parole libere» di Trump sui latinos, sugli immigrati e i musulmani, sono state percepite come un vero e proprio sollievo. A questo proposito, il candidato repubblicano è stato in grado di interpretare quella che potremmo chiamare la ‘ribellione della base’. Meglio di chiunque altro ha percepito la frattura sempre più profonda tra le élite politiche, economiche, intellettuali, e mediatiche da una parte, e la base dell’elettorato conservatore dall’altra. Il suo discorso violentemente anti-Washington e anti-Wall Street ha sedotto, in particolare, gli elettori bianchi, poco colti e impoveriti dagli effetti della globalizzazione economica. Bisogna precisare che il messaggio di Trump non è similare a quello di un partito neofascista europeo. Non si tratta di un’estrema destra convenzionale. Lui stesso si definisce come un «conservatore dal senso comune» e la sua posizione nella gamma della politica, si colloca esattamente alla destra della destra. Imprenditore miliardario e stella dei reality show, Trump non è un antisistema, né ovviamente un rivoluzionario. Non censura il modello politico in sé, ma i politici che lo stanno guidando. Il suo discorso è spontaneo ed emotivo. Si appella agli istinti, alle viscere, non al cervello o alla ragione. Parla a quella parte del popolo statunitense dove è iniziato diffondersi lo scoraggiamento, l’insoddisfazione. Si rivolge alle persone stanche della vecchia politica, della «casta». Promotore di immettere onestà nel sistema; rinnovare i nomi, i volti e gli atteggiamenti. I media hanno dato una grande diffusione ad alcune sue dichiarazioni e proposte più odiose o grottesche. Ricordiamo, per esempio, la sua affermazione che tutti gli immigrati clandestini messicani sono «corrotti, criminali e stupratori». O il progetto di espellere gli 11 milioni di immigrati clandestini latini che vuole mettere su degli autobus ed espellere dal paese, mandandoli in Messico. Oppure la sua proposta, ispirata a «Games of Thrones», di costruire un muro frontaliero di 3145 chilometri lungo valli, montagne e deserti, per impedire l’entrata illegale di immigrati latinoamericani il cui investimento di 21 miliardi di dollari sarebbe stato finanziato dal governo messicano. Anche la sua affermazione che il matrimonio tradizionale, formato da un uomo e una donna, è «la base di una società libera», e la sua critica alla decisione del Tribunale Supremo di considerare il matrimonio tra persone dello stesso sesso un diritto costituzionale. Trump appoggia le cosiddette «leggi di libertà religiosa», promosse dai conservatori nei vari Stati, per negare i servizi alle persone LGTB. Senza dimenticare le sue dichiarazioni «sull’inganno» del cambiamento climatico, un concetto «creato da e per i cinesi, al fine di rendere il settore manifatturiero statunitense meno competitivo». Questo catalogo di sciocchezze detestabili, è stato ripetuto e diffuso massivamente dai media dominanti negli Stati Uniti e nel resto del mondo. La principale domanda che alta gente si è fatta è stata: come è possibile che un personaggio con queste idee abbia tanto seguito tra gli elettori statunitensi, che ovviamente non possono essere tutti lobotomizzati? Qualcosa non quadrava. Per rispondere a questa domanda dobbiamo spaccare la muraglia informativa e analizzare più da vicino il programma completo del candidato repubblicano, per scoprire sette punti fondamentali, taciuti dai media mainstream. 1) I giornalisti non gli perdonano, in primo luogo, che attacchi frontalmente il potere mediatico. Gli rimproverano il fatto di incoraggiare il pubblico, costantemente, nei suoi comizi a fischiare i media disonesti. Trump afferma spesso: «Non sono in competizione con Hillary Clinton, ma contro i mezzi di comunicazione corrotti». In un recente tweet, per esempio, ha scritto: «Se i ripugnanti e corrotti media si occuperanno di me in maniera onesta e non inventeranno falsità, vincerò su Hillary con il 20%». Considerando ingiusta o sleale la copertura mediatica, il candidato repubblicano non ha esitato a ritirare gli accrediti stampa in occasione di suoi eventi a veri media importanti come: The Washington Post, Politico, Huffington Post e BuzzFeed. E si è spinto fino ad attaccare Fox News, la grande catena della destra mondiale. 2) Un’altra ragione per cui i media mainstream hanno attaccato violentemente Trump è perché lui denuncia la globalizzazione economica, convinto che sta facendo scomparire la classe media. Secondo lui, l’economia globalizzata sta colpendo sempre più gente, e ricorda che, negli ultimi quindici anni, negli Stati Uniti, più di 60.000 fabbriche hanno dovuto chiudere e quasi cinque milioni di lavoro ben pagati sono spariti. 3) Si tratta di un fervente protezionista. Propone di aumentare le tasse sui prodotti importati. «Riprenderemo il controllo del paese, renderemo di nuovo gli Stati Uniti un grande paese», afferma spesso riprendendo lo slogan della sua campagna. Sostenitore della Brexit, Donald Trump ha rivelato che una volta eletto presidente, cercherà di far uscire gli Stati Uniti dal Trattato di Libero Scambio dell’America del Nord (NAFTA). SI è anche espresso contro l’Accordo di Associazione Transpacifico (TPP), ed ha assicurato che ottenuta la Presidenza, farà uscire il paese dallo stesso: «Il TPP sarebbe un colpo mortale per l’industria manifatturiera degli Stati Uniti». In regioni come il rust belt, il «cinturone dell’ossido» del nordest, dove le delocalizzazioni e la chiusura delle fabbriche manifatturiere hanno causato alti livelli di povertà e di disoccupazione, questo messaggio di Trump ha colpito in profondità. 4) Proprio come il suo rifiuto dei tagli neoliberisti in materia di sicurezza sociale. Molti elettori repubblicani, vittime della crisi economica del 2008 o che hanno più di 65 anni, hanno bisogno della Social Security (pensione) e del Medicare (assicurazione sanitaria) che ha sviluppato il presidente Barack Obama, ma che altri leader repubblicani vogliono eliminare. Trump ha promesso di non toccare questi avanzamenti sociali, di ribassare il prezzo dei farmaci, di contribuire nella risoluzione dei problemi dei «senza tetto», riformare la fiscalità dei piccoli contribuenti ed eliminare l’imposta federale che colpisce 73 milioni di famiglie a basso reddito. 5) Contro l’arroganza di Wall Street, Trump propone di aumentare in modo significativo le tasse sui mediatori di hedge fund che guadagnano fortune, e supporta il ripristino della legge Glass-Steagall. Adottata nel 1933, durante la Grande Depressione, questa legge separava le banche tradizionali dalle banche d’investimento con l’obiettivo di evitare che le prime potessero fare investimenti ad alto rischio. Ovviamente, l’intero settore finanziario è assolutamente contrario al ripristino di questa misura. 6) In politica internazionale Trump vuole stabilire un’alleanza con la Russia per combattere con efficacia l’Organizzazione dello Stato Islamico (ISIS il suo acronimo in inglese). Anche per questo Washington deve riconoscere l’annessione della Crimea da parte di Mosca. 7) Trump crede che con il suo enorme debito pubblico, gli Stati Uniti non abbiano più le risorse necessarie per condurre una politica estera interventista indiscriminata. Non possono imporre la pace a qualsiasi prezzo. In contraddizione con diversi Ras del suo partito, e come conseguenza logica della fine della guerra fredda, vuole cambiare la NATO: «Non ci sarà mai più una garanzia di protezione automatica degli Stati Uniti per i paesi della NATO». Tutte queste proposte non invalidano le assolutamente inaccettabili, odiose e a volte nauseabonde dichiarazioni del candidato repubblicano riportate con grande enfasi dai media mainstream. Ma spiegano meglio i motivi del suo successo. Nel 1980, l’inaspettata vittoria di Ronald Reagan alla presidenza degli Stati Uniti fece entrare l’intero pianeta in un ciclo di quarant’anni di neoliberismo e di globalizzazione finanziaria. La vittoria di oggi di Donald Trump può farci entrare in un nuovo ciclo geopolitico la cui pericolosa caratteristica ideologica principale – che vediamo sorgere ovunque, in particolare in Francia con Marine Le Pen – è l’autoritarismo identitario. Un mondo si sgretola e quindi arrivano le vertigini.


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L'assistente sociale...che non assiste!

di Patrizia Carlotti

Non si può e non si deve generalizzare, fare di tutta l’erba un fascio, ma per quanto riguarda la mia esperienza diretta, vuoi per conoscenza di amicizie,vuoi per quello che si legge o si sente dire in tv di casistiche eclatanti che hanno finali tristi, posso affermare che, per quanto riguarda la figura dell’assistente sociale, non posso parlarne in modo positivo, o per meglio dire, solo alcuni di questi soggetti, a giudizio personale , non dovrebbero svolgere questo tipo di lavoro! L’assistente sociale ha indubbiamente una preparazione, un bagaglio di competenze umane e psicologiche, oltre che conoscitive in materia assistenziale; aiuta le persone in difficoltà, sostiene, sistema situazioni difficili, compromettenti, talvolta pericolose, salvaguardando minori, e/o handicappati ecc. ecc. Insomma, protegge coloro che, vivendo nel disagio ed essendo estremamente vulnerabili, si trovano in contesti più o meno gravi. Purtroppo però non è sempre così! C’è da dire che in ogni professione vi è una responsabilità, c’è chi svolge bene il proprio operato investendovi impegno e passione, c’è chi invece vuol solo arrivare alla fine del mese per prendere lo stipendio fregandosene del risultato, scrollando le spalle, anche se ciò si ripercuoterà negativamente su gli altri! In questo scritto non starò ad elencare i casi positivi, che sicuramente saranno tanti, ma punterò l’indice su quelli che svolgono la loro attività facendo danni irreparabili. La storia, se pur non raccontata nel dettaglio, ha a che fare con questo profilo professionale. La mia carissima amica, rimasta vedova con una figlia, senza lavoro e con problemi gravi di vista, trascurata soprattutto per assistere il marito malato terminale. All’improvviso si ritrovò “dalle stelle alle stalle”! La bambina era stata sempre con la madre, seguita in tutto, fino al momento in cui si ammalò suo padre. Da allora calò il sipario su una vita vissuta tranquillamente e felicemente. I problemi da superare erano tanti…di salute ed economici… I suoceri, con cui non aveva mai avuto un rapporto idilliaco, “dichiararono” immediatamente guerra! L’incompatibilità di carattere era sempre stata molto evidente tra loro… Il prevaricare, il comandare, il decidere tutto, imporsi con tutti…Pur essendo molto giovane non tollerava per nulla questi modi di fare… aveva sempre difeso la sua libertà! Il fratello del marito , anch’esso opportunista e insensibile, freddo come il ghiaccio è sposato con un’assistente sociale. Questa donna non ha mai fatto niente per mediare tra le parti e mitigare i toni, le forti tensioni che non hanno giovato a nessuno…soprattutto alla bambina! Le angherie che madre e figlia hanno subito sono state innumerevoli. E pensare che avrebbe potuto denunciare questi parenti, rafforzata dal suo stato di handicap, poteva avvalersene e ottenere provvedimenti restrittivi nei loro confronti! Ha sopportato da questa gente ricatti e offese. Anni in cui attori sono stati cattiveria, bugie e tanto dolore gratuito! Si domanda oggi, la mia amica, che ha un’altra vita ed è nuovamente una donna felice assieme al compagno e alla figlia ora maggiorenne, come mai la sua ex cognata non abbia mosso un dito ma sia stata passivamente a guardare…menefreghismo? Convenienza? Semmai ci sia stato l’intervento degli assistenti sociali, è stato su richiesta dei suoceri che hanno tentato, illegalmente e ingiustamente, di avvalersene per togliere la tutela della minore alla madre! Ma grazie all’intercessione di amici, nel ramo legale e sociale, il piano di imporre un tutore a gestione della bambina, è stato sventato. Anzi, devo dire che, a distanza di tempo, altri colleghi assistenti sociali, venuti a conoscenza dei fatti, si sono fatti tante risate sui loro bravi aiutanti: infatti madre e figlia erano state chiamate a colloquio per giudicare la madre non vedente incapace di gestire la figlia! Roba d’altri tempi! Da arretratezza e contorsione mentale. Questo era il modo, secondo questi personaggi, di amare e star vicini… Hanno perduto anni preziosissimi della loro unica nipote…e hanno ricevuto anche una diffida da parte del giudice tutelare per via dei loro atteggiamenti, approcci totalmente sbagliati con le giovani donne…eppure, nonostante questo, i cognati non si sono mai esposti, non c’è mai stata una telefonata, un appuntamento faccia a faccia tra persone adulte e intelligenti per parlare, trovare una soluzione, un punto d’incontro per far vivere una vita psicologicamente serena almeno a tutti! A mio giudizio penso e insegno anche a mia figlia che prima di tutto bisogna essere in pace con la coscienza, puliti nell’anima, che si deve sempre fare il possibile prima di gettare la spugna e dire che tutto è perduto…solo quando si è dato e fatto il possibile ci si rassegna. Concludendo, mi chiedo come faccia tanta gente, o tanti professionisti di settori così delicati, a guardarsi allo specchio, a fare la propria vita, a lavorare ogni giorno in certi campi e sentirsi a posto con se stessi! Tuttavia, a parte il fatto da me conosciuto ed esposto, si sentono e si leggono casi di bambini tolti alle famiglie a volte proprio ingiustamente, legittimandolo che è per il bene del minore…Altre volte invece non vengono né visti né considerati casi gravi dove c’è violenza o abuso, ed è lì che spesso si arriva troppo tardi!


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Black Friday, cyber Monday, regali a palate o palle che sembrano regali?

di Mario Lorenzini

Dall’America prendiamo ormai di tutto, non solo novità tecnologiche ma pure tradizioni e usanze di vario genere. E’ il caso del “venerdì nero” il periodo di fine settimana in cui i grandi magazzini effettuano vendite con forte sconto. E’ assalto ai grandi centri commerciali; gente che si azzuffa per accaparrarsi un capo firmato, l’ultimo modello di smartphone, attrezzature per fitness e quant’altro,tutto in edizione limitata. E proprio per questa ristrettezza numerica che si alimenta non solo la curiosità, ma anche la rivalità tra altri compratori che potrebbero insidiare l’oggetto dei desideri. Ma non è solo questo; i pezzi rimanenti in sconto, in numero esiguo, fanno credere ancor di più che ci sia un ribasso di prezzo cospicuo e davvero reale. Non sto qui a giudicare l’operato del mercato oltre oceano,piuttosto il modo, come sempre, in cui noi italiani adottiamo in maniera stravolta gli usi di altri paesi. Infatti, anche da noi, dopo che da svariati anni si festeggia halloween, adesso è giunto il momento del black Friday. I negozi si tappezzano di cartelloni inneggianti a sconti colossali, dal 20 al 70 per cento, c’è chi prende l’occasione per dichiarare guerra per la settimana intera, e chi arriva al lunedì con le offerte via internet, il cosiddetto cyber Monday. Ma il punto è sempre lo stesso delle grandi affermazioni. Dobbiamo credere che un asino vola solo perché qualcuno lo dice? Se non andate in un negozio da mesi e passate davanti alle sue vetrine in questi giorni di saldi, è facile essere preda di quelle scritte che sbandierano questi deprezamenti. In effetti però, come possiamo essere certi della buona fede del negoziante? Il prezzo vecchio indicato e quello nuovo diminuito sono veri? Diciamo che, per la mia esperienza personale, solo alcune realtà commerciali si sono rivelate oneste. La maggior parte invece, ha usato i cosiddetti “specchietti per le allodole”; come gridando con caratteri cubitali su sfondo scuro al venerdì nero, molti negozianti del web, che avevano già una loro sezione dedicata alle offerte, in questo caso il venditore non ha fatto altro che rinominare tale sezione con il nome del periodo in questione. Non ha aumentato lo sconto delle proposte di quella parte del sito e non ha aggiunto prodotti scontati. Insomma, non è cambiato nulla. L’e-commerce offriva dei prodotti a una cifra e così è stato anche nei giorni in stile America. Ma c’è di peggio: segnalare un prezzo scontato mentre non si è fatto altro che aumentarlo e poi, con una mossa da prestigiatore, indicare a lato una percentuale che riporta il prezzo all’origine, quindi nessuno sconto! Esempio: maglia sportiva marca xxx, prezzo 45 euro. Nel black Friday, lo stesso capo veniva annunciato con uno sconto del 25%, dopo che il prezzo nominale veniva ritoccato a 60 euro. Quindi, 60 Euro, sconto 25%, risultato 45 euro, vale a dire lo stesso di prima. Naturalmente questo è valutabile solo se, come me, che effettuo acquisti online su vari siti, controllate quasi quotidianamente i prezzi dei prodotti. Posso dire con certezza che per mesi alcuni articoli sono offerti con una cifra sottostante, poi accade una delle due situazioni sopra raccontate. Ho ricontrollato più volte, ma è stata una triste delusione. Una di quelle volte in cui vorremmo aver torto. E non sappiamo più in cosa credere. Ma perché succede ciò? A mio avviso sono due le cause possibili, a parte il fatto che comunque sia, resta sempre un inganno posto in essere dal commerciante. 1. Il nostro, come dire, onnipresente bisogno atavico di raggirare il prossimo, pensando che nessuno se ne accorga; 2. La necessità di ricorrere a certi espedienti perché, vista la nota pressione fiscale a cui sono sottoposte le aziende, risulta per loro molto problematico mettere in atto una politica di offerta commerciale scontata valida, che si tradurrebbe in una perdita economica ulteriore. Questi sono a mio parere i punti del problema. Beato chi non è solito andare a far shopping e non fa caso a questi imbrogli. Non mi sento ad ogni buon conto, di colpevolizzare i negozianti; la situazione economica italiana indebolisce senza ombra di dubbio la struttura commerciale, nostrana, molte sono le attività costrette a chiuder bottega, molto spesso rimpiazzate da altre di origine straniera, che hanno innegabili sgravi fiscali e agevolazioni in nome di non so bene quale diritto. Speriamo che le condizioni cambino in futuro, perché i negozianti italiani, rispettosi di normative di sicurezza e qualità dei prodotti,realizzati in loco e non in località estere, possano essere in grado di fronteggiare il nostro stato fiscale e i vari antagonisti fuori paese, ed essere in grado di proporre periodi con vere chicche in offerta speciale.


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Spazio donna

La papessa Giovanna

di Stefano Pellicanò

Johanna (Agnese o Jutta) von Ingelheim (Giovanni VIII o Johannes Anglicus o la papessa Giovanna) secondo una leggenda fu Papa nel periodo 853-855 ai tempi della fine dell’Impero di Carlo Magno (742 – 814, regno dall’800). Essendo femmina non poteva studiare. Mentre nella Chiesa primitiva alla diaconessa, allo stato clericale, era affidata la cura dei malati e dei poveri oltre a compiti liturgici nel tempo le donne ora potevano entrare solo nei conventi per far parte degli Ordini religiosi con voti semplici. Dopo la morte in battaglia del fratello ne prende l’identità (Fratello Johannes) entra nel monastero benedettino di Fulda dove frequenta la scuola nella cattedrale di Dorstadt dove conosce il Conte Gerold, nobiluomo della corte del vescovo, del quale s'innamora e dove vivrà facendo il Medico. Quando la sua vera identità sta per essere scoperta assieme al suo amante Frumenzio, frate benedettino, si recarono ad Atene; quando lui morì Giovanna per rientrare in Patria passò da Roma dove fu ospitata alla Scholae Graecorum (come Giovanni Anglio). Tre anni dopo il suo arrivo (843) Papa Sergius (844- 847) era gravemente malato e lo guarisce. Dopo diventa Medico personale e consigliere di Papa Leone IV (?-855, dall’847) che la nominò docente di Teologia nella scuola di S. Martino col nome di Padre Giovanni e suo segretario privato e particolare. Alla sua morte per avvelenamento (855), viene eletta come Papa Giovanni VIII e nominò ciambellano privato Floro, figlio di Papa Leone ed una notte (lei aveva 42 anni) lo circuì e rimase incinta. Dopo circa quindici giorni con visioni notturne e crisi convulsive mentre a Roma si abbatterono allagamenti, piogge torrenziali, un’invasione di locuste e ci furono sommosse popolari durante una processione per Pasqua la folla entusiasta si strinse attorno al suo cavallo che reagì, quasi provocando un incidente ed il trauma provocò un travaglio prematuro. La popolazione insorse e la giustizia romana prese dei provvedimenti con versioni che differiscono (venne legata agli zoccoli di un cavallo e trascinata o venne lapidata nei pressi di Ripa Grande). Le succedette Papa Benedetto III (855-858) ed il nome Giovanni VIII fu assunto da un altro Papa (872-882). Giovanna compare comunque in alcuni elenchi di Papi, principalmente nel Duomo di Siena, dove la sua immagine appare tra quella degli altri. Grazie al pastore protestante francese David Blondel (1590/1- ?) la storia fu etichettata come leggenda. Sua parte essenziale era il rito che ogni nuovo Papa, all’investitura (dal 1099 al 1513) doveva sedersi su due sedie di porfido rosso (“seggi curuli”) dotate sul sedile di un taglio a mezzaluna (attraverso il quale i diaconi avrebbero tastato per assicurarsi del suo sesso) in realtà antichi water (?), sgabelli per il parto imperiale (?) o significato teologico (la sedia madre Chiesa che genera i suoi figli ?) ma comunque le sedie sono antecedenti risalendo all’età dell’Imperatore Costantino I il Grande (274-337, imperatore dal 306). Oggi viene ritenuta una leggenda perché a Papa S. Leone IV (regno 847-855) Papa Benedetto III succedette nel giro di settimane per cui è impossibile che Giovanna abbia regnato dall'855; non ci sono fonti coeve al periodo in cui la vicenda si sarebbe svolta (IX sec.); ci fu confusione sull'ordine dato ai Papi di nome Giovanni, alcuni erano anti-Papi, nell’elenco manca Giovanni XX; la processione di Pasqua non passava nella strada indicata; la lapidazione non è in sintonia col diritto medioevale mentre l'esser trascinata da un cavallo per le strade è sanzione da ricondurre ad Autori di epoche successive quando era in uso con funzioni catartiche. Fino al XVII secolo venne dato ampio credito alla leggenda, soprattutto in ambienti anticlericali e protestanti per motivi propagandistici (la vicenda della donna dissoluta e simbolo di oscuro potere femminile), interpretazione simbolica dello strapotere delle vere padrone di Roma, le corrotte patrizie Teodora e la figlia Marozia, amanti, madri e assassine di diversi Papi (“periodo della pornocrazia romana”) ancora la leggenda compare con la morte di Federico VII Hohenstaufen di Svevia (Federico I di Sicilia o Federico II del Sacro Romano Impero, 1194-1250) quindi è stata una satira anti-papale collegata allo scontro Papato-Sacro Romano Impero facendo leva su tre paure cattoliche medioevali: un Papa sessualmente attivo; una donna (che nell’immaginario medioevale era considerata espressione del diavolo) in posizione di autorità dominante sugli uomini e l'inganno portato nel cuore stesso della Chiesa. Tratto da “Le Donne nella Medicina e nella Società (dalla Preistoria agli inizi del XXI secolo)” di Stefano Pellicanò. ISBN: 978-88-97215-08-0 Per gentile concessione di Calzone Editore (www.wix.com/calzoneeditore/home; calzone.editore@libero.it). © Copyright 2011. CE Calzone Editore Tutti i diritti artistici e letterari riservati.


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Tempo libero

Hawaii, benvenuti in paradiso!

di Gianfranco Pepe

Ci troviamo a 4.200 metri di altitudine, indossiamo scarpe da trekking e giacche di piumino. Nell'aria rarefatta e tersa, la cupola di un cielo blu cobalto comincia ad ammantarsi di milioni di stelle. Il sole sta tramontando ai nostri piedi e si sta spegnendo laggiù in basso in un oceano di soffice panna, donando alle nuvole che lo stanno inghiottendo straordinarie sfumature di colore. Mentre una falce di luna completa l'idilliaco paesaggio, è giunta l’ora di lasciare la brulla cima prima che diventi buio, per riscendere di 1500 metri lungo la tortuosa strada che ci riporta al centro visitatori. No, non siamo sulle Alpi e tantomeno in Tibet. Le pendici del vulcano che affrontiamo in fuoristrada con grande prudenza, sono quelle del Mauna Kea, il più alto vulcano delle Hawaii. Quassù si trova un famoso osservatorio astronomico che ospita telescopi tra i più potenti del mondo, in quanto il posto garantisce più di 300 notti stellate all'anno. Nella fascia sottostante, al contrario, tra i 1.000 e i 2.500 metri di altitudine, regnano le nuvole. Infatti, gli alisei che soffiano regolarmente da nord est, incontrando le altissime cime dei vulcani, nelle zone sopra vento creano a quote intermedie un microclima assai umido, donando ad alcuni luoghi il record mondiale di piovosità. Domani ci dimenticheremo di giacche e scarponi, per tuffarci nelle acque cristalline di qualche baia orlata da sinuose palme accarezzate dal vento. Ed è proprio questo uno degli aspetti più straordinari e affascinanti di queste isole, l'incredibile diversità degli ambienti e dei paesaggi che si susseguono anche a pochissima distanza l'uno dall'altro. Basta una variazione di altitudine, basta girare una curva, per passare dal sole cocente a uno scroscio di pioggia tropicale, per passare da un assetato deserto a una foresta pluviale traboccante di lussureggiante vegetazione, o da una spiaggia di sabbia nera a un idilliaco ambiente alpino. E' proprio questo che ha attratto la nostra curiosità, il nostro desiderio di bellezza, con la voglia di non limitarsi a prendere il sole su una bella spiaggia, ma di usare le gambe per andare alla scoperta di mille sorprese, di usare gli occhi per imprimere nella mente indimenticabili immagini, e il cuore per custodire i ricordi che ci lasceranno questi splendidi luoghi per noi così lontani. Le Hawaii sono tra le terre emerse più isolate del pianeta, a più di 4000 chilometri di distanza dal continente americano e da qualsiasi altra isola del Pacifico. Sono tutte isole di origine vulcaniche in quanto si trovano proprio su uno dei punti caldi della crosta terrestre, e la presenza di giganteschi vulcani ne è la prova. Come poi sia stato possibile che uomini provenienti dalla lontanissima Polinesia abbiano affrontato un viaggio verso il nulla nell’immensità del Pacifico su fragili canoe, rimane un mistero impenetrabile e suggestivo. Lo spirito di questi popoli che colonizzarono queste isole stupende, lo spirito Aloha, infonde negli Hawaiani amore e voglia di condivisione, ed è anche per questo motivo che le Hawaii sono famose in tutto il mondo per l'accoglienza e la pace riservata ai visitatori. Infatti, chi pensa di venire quaggiù per fare vita mondana ha sbagliato posto, e quest’atmosfera così dolce e rilassata è stata uno degli aspetti che più abbiamo apprezzato nel nostro bellissimo viaggio. L’A321 della Delta Airlines proveniente da Seattle, tocca terra nell’isola di Hawaii, comunemente chiamata Big Island. Questa è di gran lunga l’isola più grande dell’arcipelago, la più meridionale e quella dove più di altre aleggia ancora il tranquillo spirito Aloha degli antichi abitanti. Tra i passeggeri, quasi tutti americani, un quartetto ben affiatato, io, mia moglie Frediana e le nostre carissime amiche Cecilia e Annarita. Ritiriamo l’auto a noleggio e ci dirigiamo a Waikoloa, l’incantevole località che ci ospiterà in questi primi giorni. Lungo la strada l’ambiente è quasi desertico, in quanto nelle zone a sud ovest non piove praticamente mai. Gli alberghi e le ville di questo posto sono però immersi in una rigogliosa vegetazione, dalle immancabili palme lungo le spiagge agli ombreggiati viali alberati che lo attraversano. Nelle acque trasparenti della baia, un tempo adibita ad allevamento ittico della famiglia reale, non mancano anche variopinti pesci tropicali. In una nuova splendida giornata di sole, puntiamo verso la costa nord, caratterizzata da numerose profonde valli parallele che precipitano verdeggianti verso l’oceano. La strada sale sino a mille metri di altitudine e la vegetazione e i paesaggi cambiano di continuo. Giungiamo alla Pololu Valley e scendiamo con scarpe da trekking e bastoncini su un sentiero abbastanza scosceso e approdiamo in un meraviglioso ambiente naturale. Alle spalle della spiaggia un piccolo laghetto contornato da giganteschi ibiscus e decine di altri alberi fioriti, che ombreggiano il sentiero che ci porta su di una spiaggia di sabbia nera dove le onde si infrangono con forza. Mentre le nostre temerarie amiche trovano il coraggio di farsi strapazzare dai cavalloni, noi restiamo a goderci questo luogo così bello all’ombra delle casuarine, tipiche piante di queste isole simili a conifere. Raggiungiamo poi la sommità di un’altra valle, la Waipio Valley, fermandoci al belvedere da dove si gode di una vista mozzafiato sulla baia 400 metri sotto di noi, una splendida immagine, una tipica cartolina hawaiana. La rigogliosa valle si insinua profondamente verso l’interno dove precipitano scenografiche cascate. Il promontorio di fronte a noi delimita il golfo come una grande zampa di leone che si protende nell’oceano, con le onde che ruggiscono orlando di una larga fascia di bianco spumeggiante una mezzaluna di sabbia nera. Ma Big Island è anche il regno della dea Pele, la dea dei vulcani, la dea del fuoco che rosseggia nel magma di lava, che costantemente fuoriesce dai crateri del Kilauea, l’unico tra i 5 vulcani dell’isola ancora attivo e che rende questa una zona in continua evoluzione. Prendiamo alloggio in una storica struttura, l’unica all’interno del Volcanoes National Park, situato proprio sul bordo di un grande cratere. Subito partiamo alla scoperta delle diverse zone che compongono il parco, affrontando 2 differenti percorsi in auto, entrambi degradanti verso il mare, ma assai diversi tra loro. Il primo attraversa una terra martoriata dalle colate laviche che, più o meno recenti, donano al paesaggio 50 diverse sfumature di grigio. Gli aspri panorami quasi privi di vegetazione si susseguono, con zone più pianeggianti che si alternano a ripide pareti ricoperte di muschio. In alcuni punti la roccia appare dura e spigolosa, mentre in altri la lava sembra l’impasto cremoso di una torta al cioccolato. Giunti al capolinea al cospetto dell’oceano, ci affacciamo sulla nera scogliera che precipita in mare formando un doppio spettacolare arco di lava. Risaliamo e riscendiamo in un’altra direzione e ci si aprono paesaggi del tutto diversi. Da qui le colate sono passate in epoche molto più lontane e il colore delle rocce è rossastro. Intorno a noi l’ambiente ci ricorda moltissimo le savane africane, con grandi alberi solitari e un tappeto di gialla erbetta secca. A cena, nel ristorante dell’albergo, decine di clienti attendono il buio per godere dello spettacolo che ogni sera mette in scena la caldera del cratere, al momento però negato da una fitta foschia. Finalmente la nebbia si dirada e il centro della caldera si illumina di un’intensa luce arancione, provocata dal fumo che riflette l’incandescenza del lago di lava che fluttua nelle profondità, donando al buio magici bagliori infuocati. Alle 6 del nuovo mattino apriamo la finestra e la tenue luce di una meravigliosa giornata ci accoglie. Raggiungiamo il vicino punto di partenza e, con bastoncini e scarponi, iniziamo la discesa nel cratere chiamato “Iki crater”. Siamo solissimi e la corroborante aria del primo mattino ci fa scendere velocemente per i 200 metri di dislivello lungo il comodo sentiero tracciato nel fitto bosco. Usciamo dalla vegetazione e iniziamo ad attraversare il brullo fondo del cratere, tra spaccature e rigonfiamenti del terreno saturi di energia, che sembrano pronti a fessurarsi da un momento all’altro. In questo ambiente così severo e suggestivo, raggiungiamo il centro del cratere, vicinissimi alla caldera dei cui fumi incandescenti abbiamo ammirato stanotte la magia. Il silenzio è assoluto, il grande cerchio delle pareti del vulcano rigogliose di vegetazione ci circonda, il cielo serenissimo si sta illuminando di luce nuova e restiamo incantati al cospetto di tanta potenza e bellezza. Questa giornata però ci riserverà ancora molte straordinarie sorprese. La prima ad una quarantina di miglia dai vulcani è la “green sand beach”, una spiaggia di sabbia verde, proprio così, verde. Prima di giungere a destinazione le rocce che circondano la zona sono di colore rosso e arancione, ma quelle della conca che ospita la spiaggia sono grigie e nere. Dall’alto restiamo ammaliati dalla vista di questa bomboniera, questa che sembra la metà di un piccolo cratere, con onde potenti che la scuotono e la bianca spuma del mare che contrasta con il colore traslucido della sabbia, formata da olivina, un minerale magmatico di un vitreo color verde oliva. Poco lontano un altro posto pieno di fascino, South Point, il punto più meridionale di Big Island ma anche di tutti gli Stati Uniti. Questo è considerato un luogo sacro, perché qui sbarcarono i primi polinesiani colonizzatori. Un largo promontorio di terra ocra e nera battuto dal vento, che si estende al cospetto dell’infinito in un grandioso spettacolo. In un mare verde smeraldo,gigantesche onde si inseguono morbidamente, si rincorrono e si abbracciano per poi schiantarsi in un incessante rombo assordante. Lasciando la stupenda isola di Hawaii, il nostro aereo sorvola tutto l’arcipelago formato da 8 isole principali, passando dall’estremo sud all’estremo nord. Dall’alto possiamo ammirare le cime dei vulcani che si elevano al di sopra della perenne coltre di nubi che li circonda come bianchi gonnellini polinesiani. Eccoci giunti a Kauai, soprannominata l’isola giardino, la più antica dell’arcipelago. Il perché di questo soprannome lo scopriremo presto e ne rimarremo incantati. Infatti l’isola è caratterizzata da una vegetazione tropicale di una bellezza e di una ricchezza veramente sbalorditive. Nel cuore dell’isola, oltre i mille metri di altitudine, si trova uno dei luoghi più piovosi della terra e le foreste sono così impenetrabili da non essere ancora state esplorate del tutto. Con la nuova macchina, in meno di un’ora raggiungiamo la nostra dimora nella località di Poipù, una delle spiagge più vivaci e frequentate. Siamo a giugno e comunque in questo periodo dell’anno non vi è mai un grande affollamento, e angoli di pace e di tranquillità non sono difficili da trovare. Come in gran parte dell’arcipelago, anche qui il mare è meraviglioso ma non di facilissimo accesso. In effetti queste isole sono il paradiso dei surfisti e tutti i residenti, giovani o adulti che siano, non affrontano le onde senza la loro inseparabile tavola da surf. In parecchi posti bisogna stare molto attenti ad entrare in acqua, la potenza delle onde ma soprattutto della risacca che ti risucchia con una forza inaspettata, possono mettere in difficoltà anche il più bravo nuotatore. Solo l’amica Annarita sfida l’oceano infilandosi di testa nella bianca spuma, riuscendo a superare la linea delle onde dove il mare è più tranquillo. Lì è possibile nuotare e c’è anche una bella sorpresa. A poca distanza da lei, una foca monaca sta conquistando la spiaggia e subito viene protetta dalla curiosità dei bagnanti da una solerte incaricata che la circonda con un nastro colorato. Purtroppo la nuova giornata non è bellissima, anche se sull’eliporto al momento splende un pallido sole. Dopo un breefing molto dettagliato e professionale, una gentile incaricata ci accompagna all’esterno mentre le pale del nostro elicottero sono già in funzione. Siamo 6 passeggeri e ad ognuno di noi viene assegnato un numero progressivo. Chiamano il numero 5, sono io. Con un po’ di aiuto salgo sull’apparecchio, mi viene allacciata la cintura di sicurezza e mi vengono messe le cuffie per ascoltare le istruzioni e le descrizioni del pilota. Ci solleviamo delicatamente e partiamo alla volta del centro dell’isola. Sorvoliamo prima una zona chiamata Jurassic Park, dove fu girato l’omonimo film, molto selvaggia e scenografica, caratterizzata da strette vallate divise da aguzzi promontori simili a gigantesche costole. La pioggia delle ultime ore ha alimentato le numerose cascate che precipitano nelle strettoie, in una spettacolare alternanza di acqua e di terra. La fittissima foresta pluviale, ci appare dall’alto come un unico grande tappeto di velluto dalle morbide sfumature di verde. Entriamo nelle nuvole e sballonzoliamo un po’, ma quando sotto di noi si apre la gigantesca voragine rossa del Waimea Canyon, il sole si fa spazio tra le nubi, illuminando questo maestoso paesaggio. Il Waimea Canyon, detto anche il Grand Canyon del Pacifico, è una grandiosa spaccatura scolpita dall’erosione, profonda 900 metri, sul cui fondo il fiume che ha scavato il canyon serpeggia come una sottile striscia d’argento. Dall’alto possiamo renderci conto della variegata geologia del posto, con diverse vallette laterali che sfociano in quella principale. Un po’ di scossoni a causa delle correnti ascensionali, ed eccoci sull’oceano al cospetto della Napali Coast, un tratto di costa di straordinaria bellezza. Piccole mezze lune di sabbia chiarissima incorniciate dai caratteristici promontori rocciosi, che precipitano in mare in un fantastico contrasto cromatico di rosso e di verde, con le creste delle onde come bianche pennellate sull’acqua color smeraldo. Sorvolando infine le soleggiate spiagge della costa settentrionale, dopo un’ora di volo un dolce atterraggio mette fine alla nostra emozionante avventura. Dopo una notte di pioggia, un vento gagliardo ha pulito il cielo regalandoci una scintillante giornata di sole. Non lontano dal nostro albergo un lungo sentiero si snoda lungo la costa, in un morbido saliscendi tra dune e promontori, sempre al cospetto di splendidi panorami e dell’immancabile fragore delle onde. Nel tardo pomeriggio ne percorriamo un lungo tratto, fermandoci poi su un’altura a goderci il sole che tramonta al di là della spiaggia. Siamo soli e restiamo affascinati da questa atmosfera così tranquilla, dall’aria tersa e profumata, mentre la dolcissima luce del crepuscolo tinge la sabbia di un delicato color albicocca con sfumature dorate. Mentre ritorniamo nella luce che si sta spegnendo, alcuni ragazzini continuano instancabili a cavalcare le onde con le loro tavolette da surf. Per andare a cena, attraversiamo ancora una volta il “Plantation Garden”, quasi una piccola foresta più che un semplice giardino, nuovamente ammaliati dalla sua stupenda vegetazione, con i giganteschi alberi le cui radici si abbarbicano agli enormi tronchi, serpeggiando tra i rami contorti e formando fantastici intrichi. L’ultima tappa del nostro itinerario, l’isola di Maui, ci accoglie con un bel cielo sereno spazzato da un gradevole venticello, e solamente la sommità del vulcano è impennacchiata di nuvole, le inseparabili amiche delle cime. Maui è l’isola delle Hawaii più conosciuta, la più frequentata, e quella che raccoglie in sé molte delle bellezze caratteristiche delle altre isole. Con la nostra Hyundai Tucson di un’improbabile color aragosta, puntiamo verso sud dove ci attende la splendida località di Wailea. Finalmente per la prima volta ci viene messa al collo una “lei”, la tipica collana hawaiana, anche se questa non è fatta di fiori ma di piccole conchiglie. Non c’è bisogno che ce lo dicano, tutto ciò che ci circonda ce lo sussurra: benvenuti in paradiso! Il lungo litorale è un susseguirsi di magnifiche spiagge di finissima sabbia color cipria, lungo le quali file di sinuose palme frusciano nel vento. Qui un mare turchese e trasparente ci avvolge nelle sue morbidi onde, in una serie di interminabili bagni in un’acqua fresca e cristallina. Al largo, di fronte a noi, è visibilissimo il cratere di Molokini, un cratere vulcanico semi sommerso nell’oceano, di grande suggestione in particolare per i subacquei. Grazie all’aria tersa, anche l’isola di Big Island sullo sfondo sembra vicinissima. Oggi abbiamo in programma la salita al vulcano Haleakala, che domina l’isola segnando il confine tra la zona asciutta del sud e quella umida nord orientale. La giornata e veramente magnifica e la strada che sale al vulcano lo è altrettanto. Lungo il bellissimo tragitto, man mano che ci alziamo percorrendo il crinale, i panorami sulla soleggiata costa del sud, sulla vicina Big Island, sull’interno e sul piovoso litorale settentrionale si fanno sempre più ampi, e la tersa atmosfera accende i colori e abbellisce ulteriormente questi incantevoli paesaggi. Salendo cambia anche la vegetazione, e sugli 800 metri veniamo avvolti dall’intenso profumo di un bosco di eucalipti. La strada prosegue ripida ma mai particolarmente tortuosa, e in poco tempo siamo già ai 3000 metri della sommità. Percorriamo a piedi un sentiero dal fondo sabbioso estremamente affascinante, che scende senza particolari difficoltà all’interno dell’immenso cratere. Lungo la discesa il movimentato terreno, che forma avvallamenti, pinnacoli e riccioli di roccia è una tavolozza di colori, dal grigio argento al viola, dal beige al rosso, dal giallo ocra all’arancione, sino al verde della foresta che ricopre sullo sfondo il semicerchio più basso. Infatti è davvero spettacolare notare quanto il grande cratere sia diviso in 2 parti, eroso e ricco di vegetazione sul lato esposto alle piogge, e al contrario molto più elevato e brullo sul lato opposto dove non piove quasi mai. Dall’alto ci si aprono ampie visuali sulla zona sottostante dove la foresta pluviale, nella sua lussureggiante bellezza, costeggia la tortuosa strada litorale che porta al villaggio di Hana. Questo percorso è una delle maggiori attrazioni dell’isola, in uno scenografico susseguirsi di cascate, di vegetazione tropicale, di ampie vallate verdeggianti, di spiagge nere e di panorami sulla costa e sull’oceano. Quando ci parlavano dei tramonti hawaiani pensavamo esagerassero, ma lo spettacolo a cui assistiamo stasera dalla terrazza del bar del nostro hotel è qualcosa di veramente unico. Mentre il sole si tuffa nell’oceano tra le fronde delle palme che oscillano leggere, esplodono nel cielo striature colorate di un’intensità fantastica. Il grigio piombo delle sottili nuvole all’orizzonte spezza i colori, in un’alternanza di sfumature azzurre, arancioni e di un vivissimo rosso fiammeggiante che avvampa l’imbrunire. Al di sotto invece la tavola del mare si è già rivestita del blu scuro della notte e la bianca risacca, ritirandosi, trasforma la battigia in una lucida striscia di luce rosata, donando all’insieme un’atmosfera surreale. Il fuoco lentamente si spegne, sfumando in un bruno color amaranto, finchè rimane solo il fruscio del vento tra le foglie e il ritmo cadenzato delle onde ad accompagnare il nostro incanto. Dalla spiaggia di Kanapali, una delle più frequentate di tutte le Hawaii, nel tardo pomeriggio ci imbarchiamo su un catamarano per godere dall’oceano di un altro tramonto, l’ultimo nostro tramonto hawaiano. Ci allontaniamo dalla costa inizialmente a motore, navigando verso la non lontana isola di Lanai. Raggiunto il punto più distante, vengono issate le vele e vengono gettate le lenze a strascico nella speranza che qualche bel pescione abbocchi. Così un magico silenzio ci avvolge e dal mare aperto possiamo anche ammirare il panorama verso l’interno di Maui, dove 2 grandi arcobaleni si stagliano variopinti contro le nuvole scure. Veleggiamo tranquilli godendoci lo sciabordio dell’acqua, mentre in lontananza altre barche a vela attendono il tramonto. A questo punto non siamo lontani dalla costa e sotto di noi, in un mare trasparente che ormai si sta scurendo, riusciamo a vedere in profondità un tratto di barriera corallina e alcuni pesci colorati. Il sole rosseggiante ci abbandona immergendosi all’orizzonte, mentre il simpatico personale di bordo ci offre champagne e squisiti fragoloni ricoperti di cioccolato, e questo suggestivo brindisi suggella anche la fine del nostro viaggio. Il crepuscolo si spegne dolcemente nella baia mentre mille luci accendono il litorale. Si riavvolgono le lenze, la pesca non ha dato i frutti sperati ma, in questa rilassante atmosfera, ci pervade nuovamente la magia dello spirito Aloha, che ci accompagnerà nel lungo ritorno regalandoci dolci nostalgie.


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Simpatica descrizione e amara considerazione sulla terza età.

di Giuseppe Lurgio

Non so se avete presente gli ambulatori del medico di famiglia nei piccoli paesini del meridione d'ITALIA. Di solito sono ubicati al pian terreno e sono composti dalla stanza del dottore che si trova spesso nella parte più interna del locale. Poi c'è il bagno e qualche stanzetta riservata a deposito o altro ambulatorio. Ma la stanza piu bella e caratteristica e quella adibita a sala d'attesa. File di sedie piu o meno comode tutt'intorno al perimetro della sala. Tavolinetto al centro con riviste prettamente mediche miste a qualche mensile più o meno dedicato ad argomenti di carattere generale il più delle volte sgualcite dal frenetico sfogliare delle persone in attesa del loro turno. in qualche studio si trova pure la musica piacevolmente diffusa da altoparlanti incastonati nei muri dai quali fuoriescono note di qualcheemittente locale che cerca di creare un ambiente riposante e distensivo.., ma non sempre ci riesce. Qualche vaso messo quà e là contenente piante rigorosamente finte in quanto il dottore non avrebbe tempo da dedicare a quelle vere danno un'atmosfera meno fredda. E' abbastanza raro trovare studi dove vi e un piccolo acquario o una televisione. Completano l'arredamento dei quadri strani ammirati, Anzi guardati dai pazienti centinaia di volte ma mai capiti perchè il guardarli non significa vederli ma significa far vedere agli altri che si è interessati al quadro stesso. Dopo la descrizione di questo ambiente passiamo allo scopo di questo scritto ovvero descrivere i pazienti e sopratutto le sensazioni che ispirano. Quì dobbiamo fare una prima distinzione,ovvero i pazienti abituali e quelli che vengono raramente. Gli abituali li riconosci subito perchè là si sentono a loro agio e se sono in due parlano del più e del meno come se fossero a casa loro o davanti al bar. Poi ci sono quelli che vanno dal dottore raramente e sono la seduti in silenzio e raccolti nei loro pensieri. Qualcuno di essi ha decisamente una faccia preoccupata mentre qualche altro e scocciato dalla lunga attesa. Di solito a questa categoria appartengono persone che sono costrette ad aspettare il loro turno perchè magari debbono sbrigare qualche commissione per qualche membro della famiglia che non e potuto andare. Di solito sono giovanissimi e sbuffano alzandosi e sedendosi ripetutamente o magari torturano un telefonino ciattando come forsennati. Poi ci sono le mamme con piccolini rumorosi che dopo i primi cinque minuti passati seduti si vanno stancando e incominciano a esplorare oltre la stanza d'attesa. Qui ha inizio un vero e proprio braccio di ferro tra i bambini e i genitori che dopo aver usato tutte le buone maniere possibili e immaginarie e dopo aver parlato anzi minacciato con voce sommessa ma conm sguardi carichi di rabbia si incominciano a provare metodi "alternativi",ovvero si ricorre alla persona che sembra piu burbera e si chiede di fare la voce grossa. ma funziona per poco,poi alla fine deve comunque intervenire il dottore che uscendo fuori con una mega siringa in mano chiede con fare serioso qualè il bimbo piu tremendo a cui deve fare la pun turona. Ma ora lasciamo da parte queste categorie di persone e soffermiamoci in particolare sui cosidetti "abituali" perchè sono quelli che piu mi hanno destato interesse e simpatia. Per la maggior parte sono anziani e vanno dal medico anche semplicemente per misurarsi la pressione che il più delle volte è un pretesto per passare delle ore in compagnia degli altri. Loro conoscono usi e costumi del dottore e quindi sanno gli orari di apertura e di chiusura e illuminano i non abituali. Spesso lasciano passare avanti gli altri che vanno di fretta,ma solo quelli che a loro dire sono educati e sanno chiedere il piacere di farli passare avanti. Spesso ammettono chiaramente che non hanno fretta e che possono tranquillamente aspettare tanto non hanno nulla da fare. Molte signore portano borse piu o meno capienti dalle quali estraggono gomitoli di cotone e lana e se devono aspettare parecchio nascono metri di lavoro ai ferri o all'uncinetto. Poi spesse volte le borse contengono caramelle da regalare al dottore o ai bambini che sono simpatici. Se ci mettessimo nascosti e si ascoltassero i loro discorsi si saprebbero tante di quelle cose che se ne potrebbe stampare un giornale di paese. D'altronde bisogna vivere in un paesino per capire certi atteggiamenti e modi di fare. Spesso la sala d'aspetto del medico di famiglia e una sala stampa dove si raccolgono e si diffondono le notizie di paese. Infatti qui gli abituali apprendono dagli altri e poi portano fuori. specie a casa tutto ciò che riesccono a carpire sulla vita mondana e sui pettegolezzi del paesino! E ora permettete una piccola riflessione da parte mia che mi spinge a considerare quanto ci sarebbe da fare per queste persone che in un contesto nel quale hanno vissuto da giovani e nel quale hanno amato, lavorato. si sono divertiti..hanno sicuramente sofferto ma sopratutto hanno contribuito a creare ciò che oggi e la realtà in cui vivono da persone anziane,e viviamo noi più giovani. Oggi che i nostri cari anziani potrebbero. anzi dovrebbero usufruire di strutture e spazi a loro dedicati messe a disposizione da servizi sociali e no. Trovo assurdo e deprimente pensare che la terza età debba passare gli ultimi anni di vita davanti a un televisore o a chiacchierare in uno studio medico. Eppure basterebbe poco per creare dei punti di aggregazione o anche far nascere eventi dedicati dove si possa socializzare e far sentire ancora utile una persona che la dura legge della vita ha messo a riposo perchè non e più efficiente come lo era da giovane. E pur vero che in molti paesi si sta facendo qualcosa ma e troppo poco e troppo lento mentre la vecchiaia continua imperterrita ad avanzare!


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Grande fratello: un nuovo modo per un vecchio atteggiamento

di Mario Lorenzini

Da anni si svolge “Grande fratello”, la consueta trasmissione, inquadrata come “reality show”, parzialmente visibile su canale 5, diffusa integralmente 24 ore su 24, su canali a pagamento come Sky o mediaset premium. Si tratta di un numero di persone, solitamente intorno alla decina, anonime o meno, come nell’ultimo Grande fratello VIP, “reclutate”, per dar luogo appunto, ad uno spettacolo televisivo della durata di svariate settimane o pochi mesi. Nella fattispecie i partecipanti, divisi in numero più o meno uguale fra uomini e donne, si ritrovano a convivere in un ambiente chiuso al mondo esterno, definito col nome di casa, dove appunto sono riprodotti i principali ambienti di vita ricreativa e sociale di un’abitazione come la cucina, il bagno e un giardino. I concorrenti sono costretti a confrontarsi fra loro, conoscendosi, parlando del più e del meno, dividendosi i compiti quotidiani obbligatori come pulire e cucinare, ma anche godendo di momenti di relax negli ambienti dedicati, come palestra e piscina. Col tempo i partecipanti instaureranno un rapporto che potrà essere di amicizia o viceversa, di complicità o invidia. Il tutto sotto un attento e continuo monitoraggio; infatti il nome non è casuale. I personaggi sono perennemente osservati, ripresi da telecamere e microfoni d’ambiente più un mic che chiunque è tenuto a portare agganciato al corpo. Da ciò ne deriva anche un allineamento comportamentale consono: essi sono tenuti al rispetto di un linguaggio corretto, non scurrile, in particolare non volgare nei confronti degli altri membri della casa. Non devono mai spogliarsi completamente, anche quando si fanno la doccia, anch’essa totalmente visibile al pubblico. Le persone all’interno della struttura non hanno nessun contatto con l’esterno, e hanno una cognizione relativa del mondo fuori, in quanto vengono loro tolti apparecchi presenti in modo pervasivo nella nostra vita giornaliera, come telefoni cellulari, orologi e apparecchi radiotelevisivi. Durante lo show, la direzione può farsi sentire da loro e dare indicazioni varie. All’osservatore, il GF appunto, possono essere fatte delle richieste, come prodotti alimentari e altro. Di tanto in tanto, i personaggi sono chiamati singolarmente in una stanza dove possono comunicare solo con la direzzione e quindi, non essere ascoltati dai compagni. Questa stanza è detta confessionale. Qui si da libero sfogo ai pensieri sugli altri concorrenti, e il GF pone al giocatore domande che non gli farebbe mai quando è in compagnia degli altri. Con l’andare del gioco vengono in evidenza varie personalità, più o meno forti, simpatiche, che dimostrano, questo è il succo, di reggere il rapporto con gli altri nella maniera più, diciamo, equilibrata, e che sono anche in grado di resistere psicologicamente alla mancanza di contatto con gli affetti e le cose che hanno lasciato. Da casa, il pubblico, tramite il televoto, può esprimere una propria preferenza sulla persona da eliminare. Perché, e questo è lo scopo del gioco, uno ad uno i giocatori presenti in questo piccolo mondo saranno via via tolti dalla casa, vuoi per insofferenza psicologica, vuoi per incapacità di collaborazione e convivenza. Il processo di eliminazione degli avversari è lento e prima il papabile da eliminare diviene un cosiddetto nominato, in base a tutta quella serie di fattori che rendono inadatta la continuità della presenza nel gioco. L’ultimo concorrente che riuscirà a resistere nella casa sarà il vincitore, al quale spetterà una cospicua somma di denaro. I reality show, o anche semplicemente reality, sono stati testati da anni come programma televisivo alquanto accattivante, piuttosto seguito dalle masse. Come si spiega il perché del successo di uno spettacolo del genere? Non è un film inedito che ha nel cast il protagonista del momento che va per la maggiore; e nemmeno un programma di approfondita e interessante informazione generale; Non è un quiz a premi condotto dal simpatico xxx, non è una soap opera in onda dalla notte dei tempi. Qui c’è un gruppo di persone che non sono chiamate a cantare, intrattenere, condurre o recitare. Ma solo a vivere, il più naturalmente possibile, e noi stiamo lì a guardare. In sunto, è tutto qui. Come al bar o dal parrucchiere, dove oltre che di attualità, si inganna il tempo spettegolando di personaggi famosi e di paesani e nostri concittadini dai retroscena piuttosto dubbi, che celano comportamenti immorali o sono sulla bocca dei vicini di casa per essere o essere stati protagonisti di fatti che contravvengono alla decenza, ecc. ecc. I giovani sorrideranno un tantino. Perché, è vero, questo atteggiamento era molto presente negli anni passati; oggi, nell’epoca del moderno multimediale, pare che nessuno abbia più il tempo o la voglia di trascorrere i propri spazi di libertà parlando bene o male di assenti. Ma benché i tempi siano cambiati, non crediate che lo stesso valga per l’animo umano. In fondo l’uomo è fatto così. Se prendete un gruppo di 3 persone, che lavorano assieme ogni giorno, quando la prima si assenta, gli altri due trovano qualcosa da ridire su di essa. E se per altri giorni manca la seconda persona, il primo e il terzo parleranno, male o bene di lui o lei facendo comunella. E così via. Il Grande fratello ci offre una moderna alternativa per spiare e giudicare, il tutto nell’anonimato più totale. C’è anche la curiosità nel vedere se due persone vanno d’accordo o meno, se ci può stare un flirt o se questa gente è capace di cavarsela da sola in cucina e riesce a pulire bene il bagno; Se è più brava negli esercizi in palestra o è un incallito pantofolaio. A questo punto vorrei esprimere alcune considerazioni da ritenere sia personali ma anche oggettivamente valide. Noi non osserviamo questi soggetti a casa loro, mentre espletano il loro lavoro o le loro attività ludiche preferite. L’habitat della casa è comunque un ambiente alieno innaturale. Come conseguenza, anche il comportamento dei personaggi non sarà spontaneo, ma forzatamente pilotato da situazioni imposte. A prescindere da questo, il gioco (e come tale bisogna considerarlo) non cerca di sicuro di far mutare le personalità. E’ piuttosto difficile se non impossibile costruire un modulo abitativo dalle dimensioni contenute, in grado di venire incontro alle esigenze di tutti. E’ comunque un buon compromesso di vivibilità che consente lo svolgimento del programma. Anche “L’isola dei famosi” è un duplicato di GF, con implicazioni più spinte, come la difficile vita all’aria aperta e dove è più marcata la necessità di saper sopravvivere in condizioni molto diverse dall’agiatezza di una comoda casa con tutti i confort. I reality, con tutte le loro varianti, rappresentano un modo al passo coi tempi per poter vedere gli altri senza essere visti, pensando, ma soprattutto esprimendo pareri e giudizi su di loro; trascorrendo il tempo parlando non solo del più o del meno ma anche degli abitanti della casa che, in fondo, è un po’ come se entrassero a far parte della nostra casa, come se fossero vicini a noi. Insomma, il Grande fratello pur se non originale come idea, derivante dall’olandese Big brother, è pur sempre un’ottima compagnia che riempie le nostre giornate quando il solito palinsesto di film, informazione e altri show non ci soddisfa pienamente


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Satira

Per sorridere un po

di Giuseppe Lurgio

1) Il leone, re della foresta, va in giro per la savana. Vede una zebra, la rincorre, la raggiunge e le sibila con tono da essere superiore: "Dimmi Zebra, chi è il re della foresta?". E la zebra con un filo di fiato e tutta tremante: "Sei tu mio sire". E il leone con tono da essere superiore: "Va bene Zebra, va pure, la tua fede ti ha salvato". Il leone riprende la sua passeggiata finché non vede una gazzella; la rincorre, la raggiunge e le sibila: "Dimmi gazzella, chi è il re della foresta?". E la Gazzella, con un filo di voce e tremando gli risponde: "Maestà, sei tu il mio signore". E il leone sempre con tono da essere superiore: "Va bene Gazzella, va pure, il tuo re ti fa grazia della vita". Il leone riprende la sua passeggiata finché arriva al fiume dove incontra l'elefante; gli si para davanti e gli fa: "Dimmi elefante, chi è il re della foresta?". L'elefante, evidentemente infastidito, lo guarda dall'alto in basso, poi lo afferra con la proboscide e lo scaglia lontano. Il leone si rialza e, zoppicando, gli si rifà sotto e gli grida con tono alterato: "Dimmi elefante, chi è il re della foresta?". L'elefante si gira di scatto, lo afferra con la proboscide, e lo scaglia ancora più lontano. Il leone riesce, sempre più a fatica, a rialzarsi con una zampa rotta e qualche costola incrinata, ma si rifà sotto all'elefante e gli grida: "Elefante, ma se non ti ricordi, è inutile che ti arrabbi tanto!!!". 2) Fra amici: "Sai, la settimana scorsa in ufficio hanno installato i nuovi PC, veri concentrati di alta tecnologia, le prestazioni di uno solo permettono di fare il lavoro di cento impiegati!". "Straordinario! Mah, che cosa possono fare esattamente questi nuovi compiuter?". "Beh!, Non saprei... appena accesi hanno licenziato quasi tutto il personale lasciando solo chi li accende e chi fà le pulizie!..." 3) Due amici si incontrano e dopo i soliti convenevoli uno chiede all'altro: "Come va con tua moglie?". "Sai, temo che mi tradisca". Dice l'altro. "Ma che dici mai? Non è possibile! Epoi come fai a dirlo? ". "Sai - risponde l'altro - per il mio lavoro ci trasferiamo per lunghi periodi in altre città". "E allora?". "Siamo stati due anni a Milano, tre a Napoli, quattro anni a Torino e adesso siamo qui a Palermo da un anno". "E allora?". "Sai - dice l'altro - il postino è sempre lo stesso!!!". 4) Due amici si incontrano, uno domanda all'altro: "Tu credi alla vita dopo la morte?". "No, io non ci credo e tu?". "Io non ci credevo, ma adesso sì, da quando è morta mia moglie, ho ricominciato a vivere...!" 5) Una signora ha un raffreddore persistente e resistente a tutti i trattamenti provati, quindi decide di recarsi dal suo medico per un'ennesima volta: "Dottore, tutti i suoi medicinali non sono serviti a nulla, mi dica cosa posso fare!". "A questo punto l'unico rimedio è che lei faccia un bel bagno freddo e che poi senza asciugarsi si metta sul balcone di sera". "E questo mi farà passare il raffreddore?". "No, però le verrà una polmonite e quella sì che la so curare!". 6) Una coppia decide di sposarsi, lui ha 90 anni, lei 88. Entrano in una farmacia e il fidanzato chiede al farmacista: "Avete rimedi per il cuore?". "Sì". "E rimedi per l'artrite?". "Sì, certo". E rimedi per i reumatismi?". "Sì". "E per il colesterolo?". "Certamente". Allora il fidanzato guarda teneramente la fidanzata e le dice: "Tesoro, che ne dici se facciamo qui la lista di nozze?". 7) Una donna incontra il parroco: "Come sono disperata, padre! Non so come fare!". "Cosa le succede, signora? Come mai è così afflitta?". "Mi hanno fatto un regalo...". "Ma allora dovrebbe essere contenta! Cosa le hanno regalato?". "Un pappagallo parlante...". "Ma è bellissimo... ne ho uno anch'io! E cosa dice di bello?". "È proprio questo il problema, tutte le volte che gli passo vicino dice: 'Muori, brutta vecchia!' ". "Oh, ma è tremendo!". "Sono disperata... non so cosa fare per farlo smettere...". "Guardi, se è per questo, ci penso io. Le presto il mio pappagallo, è così buono ed educato... vedrà che in una settimana il suo diventerà bravissimo!". La donna prende il pappagallo e se ne va. Dopo una settimana torna, più disperata di prima. "Allora, signora, cosa è successo al suo pappagallo?". "Niente... è tutto come prima, ogni volta che gli passo vicino mi dice: 'Muori, brutta vecchia!' ". "Oh, è incredibile! E il mio che dice?". "ASCOLTACI, O SIGNORE...". 8) Chi è stato l'inventore del puzzle? Un genovese quando gli sono cadute 10 euro nel frullatore! 9) Lui: "Cara, ti devo confessare una cosa. Da quando ci conosciamo io vedo segretamente uno psicanalista". Lei: "Anch'io, caro, ti devo confessare una cosa. Da quando ci conosciamo io vedo in segreto un medico, un avvocato e un idraulico"! 10) Un facoltoso signore di mezza età ha, da qualche tempo, seri problemi d'udito. Si decide finalmente ad andare presso uno di quei centri specializzati per la cura della sordità e infatti dopo una serie di interventi il tipo acquisisce di nuovo l'udito di una persona normale. Contentissimo se ne torna a casa. Dopo un mese ritorna per un controllo dal dottore che gli dice: "Il suo udito è perfetto, immagino che anche i suoi familiari siano contenti del fatto!". Il gentleman molto calmo: "Oh, sa, non l'ho ancora detto a casa... Praticamente sto conducendo la stessa vita di prima, con la differenza che ora ci sento. La cosa ha prodotto i suoi frutti... ho già cambiato testamento tre volte!!!". 11) Una vecchia teoria diceva: sposati con un uomo più grande perché sono più maturi. Ora la nuova dice: visto che gli uomini non maturano mai, sposati con uno giovane! 12) Salutismo. Un amico chiede a un altro: -Gino ma tu sei un salutista? - No, noooo, io solo buongiorno e buonasera!


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