Giovani del 2000



Informazione per i giovani del III millennio numero 39 Dicembre 2010

Direttore: Cav. Virgilio Moreno Rafanelli

Vice Direttore: Maurizio Martini

Redattori: Alessio Lenzi, Luigi Palmieri, Massimiliano Matteoni

Collaboratori di redazione: Elisabetta Barsotti e Elena Cinelli

Redazione: Via Francesco Ferrucci 15 51100 - PISTOIA
Tel. 057322016
E-Mail: redazione@gio2000.it
Sito internet: www.gio2000.it

Tipologia: notiziario

Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Firenze al n. 4971 del 26.06.2000

Gli articoli contenuti nel periodico non rappresentano il pensiero ufficiale della redazione, ma esclusivamente quello del singolo articolista.


ELENCO RUBRICHE

In questo numero:

Annunci
Cerco ausilio tiflotecnico
Comunicati
Auguri ad un nostro affezionato lettore
A cura della redazione
Volantino informativo
Cucina
Tutti in cucina (parte ventitreesima)
di Elisabetta Barsotti
Cultura
Milk Avai
di Gioacchino Parla
“L’Italia è fatta, bisogna ora fare gli italiani” (Massimo D’Azeglio)
di Antonino Cucinotta
Il Natale in Fillandia
di Antonella Iacoponi
Hobby e tempo libero
AUSTRALIA, Il respiro dell’immenso tra deserti e coralli
di Gianfranco Pepe
Una meraviglia del Mediterraneo chiamata “Calabria”
Di Sara Cacciola e Ilenia Zappia
Lettere dal cuore
Un problema d’amore
A cura di Clemente Palladino
Normalità ed handicap
Io ed Angela
di Patrizia Onori
Normative varie
A cura di Luigi Palmieri
Racconti e poesie
La poesia del grande lago
di Antonella Iacoponi
Riflessioni e critiche
Libro e moschetto
di Antonino Cucinotta
Satira
Per ridere un po’
di Giuseppe Lurgio
Spazio donne
La magia del desiderare
di Elena Cinelli

Annunci

Cerco ausilio tiflotecnico

Sto cercando un kit di trasferimento dati per una rubrica parlante: PARROT VOICE MATE.
Avendo contattato varie ditte di ausili per non vedenti,mi e stato detto che non e piu in produzione.
Se qualcuno di voi ne è in possesso e desidera venderlo a un prezzo ragionevole, mi puo contattare ,o lasciare un messaggio ed io, provvederò a richiamare. cell: 346 23 13 318

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Comunicati

Auguri speciali


a cura della redazione

La redazione di Giovani del 2000, formula al nostro amico Domenico Pepe i più sinceri auguri. Domenico, dopo 40 anni di servizio come centralinista telefonico presso la direzione regionale delle dogane, il prossimo 31 dicembre andrà in pensione. Encomiabile è sempre stato il suo impegno nello svolgere la sua mansione, come molto utili, sono sempre stati i suoi suggerimenti nell’organizzare eventi, o nel dare un consiglio al fine di migliorare una data situazione.
Carissimo Domenico, rinnoviamo ancora i nostri auguri a te, e con l’occasione, anche alla tua compagna Roberta, che da qualche mese ricopre il ruolo di presidente presso la sezione dell’U.i.c. di Livorno.

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Volantino informativo

Messaggero di sant'Antonio
Via Orto Botanico 11 35123 Padova
Da qualche anno il Messaggero di sant'Antonio dedica alcune iniziative alle persone non vedenti ed ipovedenti. In particolare:

Richiedi una copia omaggio del Messaggero di sant'Antonio versione per non vedenti su cd-rom MP3 o formato word via e-mail. Per richiedere la copia omaggio o il calendario e ricevere informazioni telefona al numero verde 800019591 o invia una e-mail all'indirizzo abbonamenti@santantonio.org.
Dott. Sabrina Baldin
responsabile progetto per non vedenti
Messaggero di sant'Antonio

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Cucina

Tutti in cucina (Parte ventitreesima)


di Elisabetta Barsotti

Salve amici!

Dopo un numero di stop per qualche problemino tecnico, rieccoci tornati con la nostra rubrica vestita a festa!

Per questo numero, viste le imminenti festività, vi propongo dei piatti un po' particolari dove, a farla da padrone, è sua maestà il salmone che troverete, sotto forme diverse, in quasi tutte le ricette.

Sperando, anche questa volta, di aver incontrato i vostri gusti e di avervi dato qualche idea per arricchire i vostri menù delle feste, non mi resta altro che inviarvi i miei auguri più sinceri di un sereno Natale assieme ai vostri cari e di un nuovo anno ricco di gioia e serenità per voi e per le vostre famiglie.

Al prossimo numero, auguuuuuriiiiiiiiii!!!!!!!!

 

Tartine al salmone natalizie

Ingredienti per 8 porzioni

Preparazione
Con degli stampi a forma di stella o altre forme che ispirano la vostra fantasia, creare le tartine che devono somigliare a dei voul au vent:
prendete quidni 2 stampini della stessa forma, uno più grande, per fare la base, e uno più piccolo con il quale ricavare la cornice da appoggiare sulla base.
Procedete quindi col ritagliare dalle fette di pane le tartine con la formina più grande. Prendete poi la formina più piccola e, utilizzando metà delle tartine che avevate tagliato in precedenza, create le cornici pigiando al centro di ogni tartina grande la formina più piccola.
Appoggiate su ogni tartina la sua cornice, spennellate di burro fuso e mettete in forno a dorare.
Nel frattempo frullate il salmone con la ricotta e tanta panna quanto basta per rendere tutto cremoso.
Aiutandovi con una tasca da pasticcere con la bocchetta a forma di stella, riempite le tartine con ciuffi di crema al salmone.
e completate il tutto con un cappero come decorazione.

Variante: Potete preparare anche una mousse al prosciutto cotto sostituendo al salmone il cotto e alternando questo ripieno a quello al salmone per variare il sapore delle tartine.

Crostatine radicchio e noci

Ingredienti per 8 porzioni
Per la pasta:

Per il ripieno:

Preparazione

Preparate un impasto con la farina, un pizzico di sale, lo zucchero, 125 g di burro a pezzetti ed il vino; fatene una palla che avvolgerete nella pellicola e metterete in frigo per un'ora.
Scaldate il forno a 200°.
Stendete la pasta sul ripiano infarinato in una sfoglia di 3 mm circa di spessore e ricavatene 8 dischi da 12 cm.
Usateli per rivestire degli stampini da 10 cm di diametro.
Con i ritagli, impastati di nuovo, formate un cordoncino per decorare i bordi.
Sbattete le uova in una ciotola, unitevi la panna, il latte, una grattata di noce moscata, il radicchio ridotto a listarelle, le noci tritate e il gorgonzola a tocchetti, mescolate, salate e pepate.
Versate il composto sulle crostatine e cuocetele in forno per 20 minuti circa, finché saranno ben dorate.
Servitele tiepide.
Se volete, potete prepararle il giorno prima, cuocendole solo per 15 minuti e dopo averle fatte raffreddare avvolgerle in alluminio senza sformarle; poi prima di servirle, infornatele ancora per 10 minuti.

Linguine ai 2 salmoni

Ingredienti per 8 persone:

Preparazione:
In una casseruola soffriggere lo scalogno tritato in 3 cucchiai di olio evo. Unire la passata, salare, e cuocere per una mezzoretta a fuoco dolce. Mentre il sugo cuoce prendere i 2 tipi di salmone e tagliarli a cubetti; trascorso il tempo di cottura del sugo, unire i cubetti di pesce, mescolare bene e lasciar quocere per una decina di minuti. Trascorso questo tempo controllare il sugo che dovrà risultare bello denso e corposo. Se così non dovesse essere, se cioè il sugo vi sembrasse troppo liquido, alzare la fiamma e far asciugare per qualche minuto fino a che non avrà raggiunto la giusta consistenza.
Condire le linguine che avrete cotto in abbondante acqua salata.
Questo piatto, pur essendo semplice da preparare, risulta davvero molto raffinato, da leccarsi i baffi!

Rotolo delicato

Ingredienti:

Preparazione:
Stendere il rotolo di sfoglia sulla sua carta e con il mattarello assotiliarlo ancora un pochino cercando di dare una forma il più possibile vicina al rettangolo.
Con i rebbi di una forchetta bucherellare la superficie come si fa per tutte le torte salate in modo che anche il fondo rimanga croccante.
Ricoprire quindi la superficie, lasciando scoperti un paio di centimetri dei 2 lati lunghi, con le fette di salmone affumicato.
In una ciotola amalgamare molto bene la purea di patate con i 2 formaggi e il prezzemolo tritato; aggiustare di sale, poco, e pepe e, quando il tutto sarà ben amalgamato, creare uno spessore con il composto sulle fette di salmone.
Aiutandovi con la carta arrotolare il tutto chiudendo poi molto bene i 2 lati tipo pacchetto spennellando di latte perchè la pasta aderisca meglio e si chiuda perfettamente. Lucidare poi il tutto spennellando la superficie col latte e infornare, forno già caldo a 200, per 30 minuti.
Lasciar raffreddare bene prima di affettare. Non preoccupatevi se quando lo togliete dal forno vi accorgete che un po' di ripieno è uscito, non toccatelo perchè una volta freddo sarà perfetto.
Affettatelo quindi e servitelo accompagnato con un'insalata di carciofi crudi e croccanti.



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Cultura

Milk away


di Gioacchino Parla

Dopo il successo del romanzo “Il peso del silenzio” arriva “La Viulata di San Giacomo”
Dopo il successo del romanzo “Il peso del silenzio” arriva il seguito dell’opera che racconta una suggestiva storia vera: quella di un favarese condannato ingiustamente all’ergastolo per omicidio. Il contadino Turiddru passò 33 anni in prigione e fu liberato solo dopo la confessione del vero colpevole.
Si intitola “La Viulata di San Giacomo” la nuova opera dello scrittore favarese Prof. Calogero Morreale. Il libro è stato presentato venerdì 22 ottobre al Castello Chiaramonte di Favara.
Il protagonista della storia è ormai anziano e non riesce a perdonare lo Stato, le forze dell’ordine e la Giustizia. Sa che non potrà recuperare i lunghi anni di vita in carcere. Si rifugia nella lettura e vive immerso nella natura. Nel buio della sua notte siciliana riscopre la luce del cielo stellato che lo conduce in un avvincente viaggio nel tempo.
Tutto raccontato con un linguaggio affascinante che riprende e valorizza il dialetto siciliano intercalato nella narrazione. Come ha commentato il grande critico letterario internazionale Nico Orengo “giustamente Morreale pretende un lettore molto attento, partecipe che si lasci incantare e guidare dalla sua scrittura, dalla sua musica”. Il Prof. Morreale è stato insegnante di lettere e filosofia, attivo nel sindacato e nella politica, ricoprendo ruoli nelle istituzioni e per molti anni presidente dell’Unione Italiana ciechi di Agrigento. Tra le sue pubblicazioni “Il peso del silenzio” e “Il canto della Ticcia”.
La presentazione del romanzo “La Viulata di San Giacomo”, edizioni Zeusine, è curata dalla Fidapa, la Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari. L’evento, è stato patrocinato dal Comune di Favara, hanno partecipato: il vicepresidente regionale della Fidapa Cettina Oliveri, il sindaco di Favara Domenico Russello, il presidente della commissione Pari Opportunità Antonietta Vita, il presidente cittadino della Fidapa Sabrina Amato, il critico letterario Gaspare Agnello, il presidente nazionale dell’Aipc Giuseppe Castronovo, il segretario provinciale della Uil Scuola Emanuele Arcadipane, il docente di Lettere Angelo Sorce.
Le letture sono state curate da Giuseppe Valenti e Giusy Moscato, gli intermezzi musicali dal maestro Luigi Amico.

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“L’Italia è fatta, bisogna ora fare gli italiani” ( Massimo D’Azeglio)


di Antonino Cucinotta

1. L’Unità d’Italia e gli italiani
Come sappiamo, nel 1861, si realizzò l’unità territoriale italiana e si costituì il Regno d’Italia sotto il re Vittorio Emanuele II di Savoia.
In quell’occasione, Massimo D’Azeglio, esperto politico piemontese e attento osservatore delle situazioni e dei fatti storici della Nostra Italia, a ragione, ebbe a dire :” L’unità è fatta, ora bisogna fare gli italiani”. Il pensiero del D’Azeglio può sembrare piuttosto sibillino, ma non lo è, volendo egli significare che bisognava realizzare anche l’unità spirituale, sociale e morale degli italiani, senza cui non ha valido significato l’unità territoriale e politica.

2) Sono fatti gli italiani?
Possiamo oggi chiederci: dopo 150 anni dalla costituzione unitaria dello Stato Italiano, dopo la fase politico-liberale, dopo i vent’anni di regime fascista, dopo la prima e seconda guerra mondiale, dopo l’abbattimento della Monarchia e la creazione della Repubblica Democratica, si è veramente realizzata la formazione spirituale, morale e sociale degli italiani come auspicava il D’Azeglio? Certo non siamo più nelle condizioni di 150 anni indietro. Sappiamo per lo meno che esiste un’Italia libera ed indipendente che va dalle Alpi al Capo Passero (Siracusa); sappiamo che ha un tricolore come simbolo; che c’è un Inno Nazionale che in varie circostanze abbiamo il piacere di ascoltare e anche di cantare. Non mancano altre manifestazioni che dimostrano una partecipazione attiva degli italiani, ma questa consapevolezza non basta per affermare che gli italiani “siano fatti” come identità nazionale, spirituale e morale.

3) Lacune: mancanza del senso dello Stato
Possiamo qui evidenziare alcuni tratti negativi che caratterizzano il modo di pensare e di comportarsi degli italiani. Rileviamo per primo che gli italiani, in generale, non hanno il senso dello Stato, il rispetto delle leggi che , potendo, eludono volentieri, il senso del dovere e della correttezza morale. Manca la consapevolezza che lo Stato siamo Noi e che quindi ogni offesa che Gli arrechiamo, è un offesa fatta a noi stessi e che si ripercuote a nostro danno. Non è vero il vecchio proverbio siciliano che : “ Travaghiu di re, chiù ssai dura, meghiu è”; significa cioè che un lavoro dello Stato, quanto più dura, meglio è. Il proverbio era allora giustificato dall’estrema povertà e da una frequente disoccupazione della classe operaia.

4) L’assenteismo
L’assenteismo è un'altra caratteristica negativa di molti italiani: l’assenteismo arbitrario dal lavoro o anche giustificato da certificati di malattie inesistenti, rilasciati da medici compiacenti. A costoro, privi di un qualsiasi senso di solidarietà, non interessa il danno che si arreca all’azienda e rimangono indifferenti ai disagi che creano ai colleghi, costretti a sobbarcarsi un maggiore carico di lavoro. Non si può non rilevare l’assenteismo politico, anch’esso notevole, che denota lo scarso attaccamento e la scarsa partecipazione alla vita del Paese da parte di chi invece avrebbe il dovere di provvedervi. Sarebbe doveroso per tutti i cittadini seguire gli eventi e gli accadimenti nazionali, il che sarebbe anche una dimostrazione di amore alla cultura e alla lettura che ne è la base, migliorando lo stato culturale e sociale. Non andare a votare, per esempio, è un venir meno a un preciso dovere del cittadino di dare il proprio contributo alla migliore conduzione politica del Paese. Si manifesterebbe così il senso di responsabilità che dovrebbe guidarci alla formazione di una classe politica idonea e capace di seguire e risolvere i problemi che interessano i cittadini tutti.

5) Clientelismo e Malavita organizzata
Qui, entra in gioco il fenomeno del “Clientelismo Politico”, diffuso in tutta Italia, ma soprattutto nell’Italia meridionale dove maggiore è l’arretratezza culturale, la povertà spirituale e materiale, il più scarso senso di autostima, la dipendenza dagli altri e il bisogno di protezione. Al clientelismo è spesso legata la corruzione e il malaffare. Infatti c’è sempre chi è pronto a pescare nel torbido per trarne il maggiore profitto aggravando la condizione sociale e morale dei cittadini onesti. Mi riferisco qui alle organizzazioni malavitose: alla mafia in Sicilia, alla camorra a Napoli, alla ‘ndrangheta in Calabria, vero cancro sociale che impedisce e condiziona tutto lo sviluppo morale, sociale, economico e imprenditoriale; ognuna con un suo codice che regolamenta in maniera propria le proprie attività nella regione e nelle zone di competenza. Soprattutto la mafia e la camorra hanno attraversato la vita del paese, in forme diverse, a decorrere dai secoli medievali. Tali organizzazioni hanno potuto esercitare in tutti i campi la loro prepotenza, anche perché, soprattutto in un passato, anche recente, lo Stato si è alquanto disinteressato. Oggi seppure c’è maggiore impegno da parte degli organi ufficiali per combattere tali organizzazioni, sono anche assai diffuse la tolleranza e le collusioni politiche per gli interessi elettorali ed economici. Infatti nessun commerciante sfugge all’invadenza dei malavitosi, i quali spesso ricorrono a minacce, attentati e anche a omicidi. Sono organizzazioni di tale ferocia che non si fanno scrupolo di ricorrere anche ad efferatezze orripilanti.
Per paura o anche per bisogno c’è anche chi, soprattutto giovani, si mette a disposizioni di un “Capo”. Se certamente è un comportamento umanamente comprensibile, come è umanamente comprensibile il comportamento di chi, seppure vittima, non ha il coraggio di collaborare con le autorità non sempre affidabili, ma non possiamo ugualmente non stigmatizzare tale comportamento.

6) Pensiero del prof. Carlo Tullio-Altan
In merito a questa condizione socio-politico italiana, condivido il pensiero sostenuto da Carlo Tullio-Altan, professore all’università di Bologna, nella sua opera: “ La coscienza civile degli italiani”, secondo il quale, tale condizione risalirebbe al medioevo e anche ai due secoli fra la fine del ‘500 e la fine del ‘700. Come sostiene il predetto prof. Tullio-Altan, la storia italiana di quei secoli, fatta di Signorie e Principati e di lotte all’interno di questi tra famiglie e consorterie, ci avrebbe lasciato come patrimonio culturale “una diffusa associabilità, un diminuito senso di solidarietà e un limitato impegno morale e politico nell’interesse della collettività”.
Secondo il precitato prof. Tullio-Altan, questa eredità di “disvalori”, rese incapaci gli italiani di assimilare, come popolo, gli ideali della Rivoluzione Francese che invece sono alla radice di tutte le grandi democrazie occidentali, fondate sui principi di Libertà, Fraternità e Uguaglianza. L’unità d’Italia si è realizzata su questo retaggio che quasi è rimasto immutato durante il proseguo della Nostra storia.

7)Uomini esemplari
Non mancano, però, uomini di adamantina condotta che con le loro opere e perfino con il sacrificio della vita hanno dimostrato di essere fedeli “servitori” dello Stato e quindi italiani fatti, ai quali vanno aggiunti tanti altri cittadini onesti che rimangono nell’anonimato. Non vanno dimenticati scrittori e giornalisti che non hanno sottaciuto le malefatte oppressive di queste organizzazioni malavitose; come non vanno dimenticati magistrati e funzionari dello Stato che hanno sacrificato la propria vita.
Fra i tanti che rappresentano “ l’italiano fatto”, voglio qui citare Roberto Saviano che, incurante dei pericoli a cui si esponeva sfidò e sfida ancora la Camorra con la sua opera “Gomorra” che tanto successo ha avuto.

8) Necessità di raccomandarsi
Un’altra caratterizzazione degli italiani è il ricorso alla raccomandazione. Ci si raccomanda anche per piccoli favori, come una promozione, una visita medica, peraltro dovuta o anche per avere un certificato. Ma la raccomandazione perde il suo carattere di lieve scorrettezza e diventa corruzione quando si trasforma in “Malaffare” nei casi in cui si tratta di attribuire incarichi di lavori pubblici denarosi. Ovviamente, in queste situazioni non c’è posto per la meritocrazia. In conseguenza i meritevoli e i preparati, che pure ci sono, sono ostacolati nelle loro affermazioni professionali. Anche questi quindi, potendo, ricorrono alla raccomandazione, non per essere avvantaggiati, quanto per non essere danneggiati.

9)Diverso processo storico
È noto che in altri paesi occidentali non esistono queste anomalie sociali. Infatti questi popoli hanno una formazione spirituale, morale e sociale molto diversa dalla nostra, dovuta ad un processo storico unitario assai differente. Infatti, fra l’altro, tali paesi non hanno avuto per secoli la divisione in Signorie e Principati; non sono stati ostacolati, come invece l’Italia, dalla presenza di uno Stato Pontificio, posto al centro della penisola italiana, che sempre si oppose all’unità d’Italia, fin da quando Liutprando,re dei longobardi, ne fece il tentativo. Ma egli, non solo non proseguì nella sua impresa di conquistare l’Italia meridionale, ma con molta imprevidenza cedette alle “preci” del Papa donandogli anche il Castel di Sutri, primo nucleo territoriale dello Stato della Chiesa.
La secolare unificazione dei grandi Stati occidentali, integrata proficuamente dalle idee della Rivoluzione Francese, amalgamò sempre più e meglio e propri cittadini, favorì lo spirito nazionale e la formazione unitaria. Tale realizzazione non fu una semplice, meccanica, aggregazione di genti, ma una integrazione che diede ai popoli un comune spirito nazionale ed una conseguente compattezza sociale.
10) Differenze politico-sociali
L’unificazione italiana, diversamente dagli altri stati occidentali, si realizzò in circa un decennio, un tempo troppo breve per annullare le numerose differenze culturali, economiche e sociali esistenti tra i 14 staterelli italiani formatisi dopo il Congresso di Vienna del 1815. Erano infatti molto rilevanti le differenze tra il Nord e il Sud e nulla fece l’Italia unificata per eliminarle o anche solo per attenuarle. Una delle cause di tale condizione va ricercata nel modo in cui l’unificazione è avvenuta. Garibaldi consegnò la Sicilia e l’Italia meridionale, conquistata dai “Mille”, a re Vittorio Emanuele II di Savoia, il quale mantenne nei confronti dei nuovi sudditi un atteggiamento di conquista e non di annessione.
Son trascorsi da allora 150 anni e sono passati poco più di 65 anni dall’avvento della Repubblica e della Democrazia, quest’ultima forse non bene assimilata nonostante siano trascorsi 150 anni dall’Unita. Politicamente possiamo ancora considerarci un popolo giovane e non ancora del tutto maturato dal punto di vista unitario. Dobbiamo tendere a tale fine e pervenire alla piena maturità spirituale morale e sociale che realizzi una più completa omogeneizzazione di tutti gli italiani. È questo il traguardo che le future generazioni non mancheranno di realizzare, confidando nella intelligenza degli italiani e nella loro capacità di riflettere e ponderare. Gli italiani, in generale, amano la Patria e non consentiranno alla Lega del Nord di separare il Nord dal Sud, così come negli anni ‘40 del secolo scorso non consentirono, in tutt’altra temperie politica, l’attuazione di un tale disegno, sostenuto dalla Mafia e dal Separatismo siciliano, che intendevano fare della Sicilia la 51a stella Americana.

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Il Natale in Finlandia


di Antonella Iacoponi

In Finlandia il Natale, (Joulu), festa nazionale, è una ricorrenza molto sentita.
La Vigilia rappresenta senza dubbio il giorno più importante. A mezzogiorno, il sindaco di Turku,, una città nella parte sud-occidentale della Finlandia, diffonde, in ottemperanza ad un’antica tradizione nordica, l’augurio della pace natalizia, (Rauhallista Joulua). Grazie alla radio e alla televisione, il messaggio raggiunge tutta la nazione, e tutte le famiglie si riuniscono in casa per ascoltarlo, e per pranzare, con porridge di riso.
Durante il giorno, nelle case, si cantano canzoni natalizie, si leggono i vangeli, si decora l’albero di Natale, - nella terra delle conifere, rigorosamente un abete, - con ghirlande, frutta colorata, nastri, ed altri piccoli oggetti in vetro o in plastica.
Inoltre, si visitano le Chiese, - molto suggestive quelle in legno, nella parte meridionale del paese, - ed i cimiteri, dove si accendono candele sulle tombe, in ricordo di amici e parenti defunti.
Si accendono lumi anche sulle tombe dei soldati, per commemorare i caduti durante la guerra d’inverno, (1939-40), contro l’Unione Sovietica: in quel Natale, i cannoni tacquero ovunque, eccetto che in questa nazione, la quale lottò strenuamente, per difendersi da forze numericamente e militarmente superiori; degne di nota rimangono le pattuglie di soldati sciatori, che avevano la possibilità di giungere in ogni dove, mentre i veicoli sovietici potevano muoversi solo su strada.
Si fa, poi, la tipica sauna finlandese, in ambienti predisposti, ad una temperatura paria 60 gradi centigradi; sauna che può durare dai 25 ai 35 minuti circa, e si conclude con un bagno in acqua gelata.
Il cenone tradizionale, in cui le famiglie si riuniscono e si scambiano i regali, comprende, come portata principale, il prosciutto natalizio, con purè di carote, patate o rape, oppure, in alternativa, il tacchino, con mostarda fatta in casa. Il pasto prosegue con insalata di carote, barbabietole, uova, aringhe, cetrioli, in salsa alla panna, e si conclude con biscotti di pan di zenzero e crostate di prugne; si beve il gloegi, il tradizionale vino caldo natalizio finlandese.
Nelle case con bambini, normalmente si cena prima dell’arrivo di babbo Natale, dalle 18 in poi.
Babbo Natale, (Joulupukki), vive, con la moglie, le renne ed un gruppo di elfi, sulla collina di Korbatunturi, in Lapponia, nella parte settentrionale della Finlandia. Ha una lunga barba bianca, indossa un cappotto rosso, una camicia di lino, e calza stivali pesanti.
Arriva con una grande slitta, carica di regali e trainata da molte renne: consegna i doni direttamente ai bimbi, con l’aiuto di un assistente elfo, non prima di aver domandato: “Ci sono dei bambini bravi in questa casa?”. Infatti, a quelli cattivi, dovrebbe portare solo rami secchi, anche se finora non ne ha mai consegnati.
In genere, il ruolo di babbo Natale, che può parlare anche lingue straniere, è impersonato da studenti.
Le funzioni religiose più seguite sono quelle di mezzanotte, alla Vigilia, e del mattino di Natale.
Il giorno di Natale è, tradizionalmente, dedicato al riposo, in famiglia, mentre a Santo Stefano si fa visita ad amici e parenti, e, in campagna, vige ancora, per i ragazzi, l’usanza delle corse in slitta.
In questo periodo, è consuetudine scambiarsi cartoline di auguri, oggi parzialmente sostituite da email o messaggini telefonici.
In villaggi e città, le festività natalizie sono accompagnate, oltre che da mille luci, anche da soffice neve bianca: in inverno, la temperatura raggiunge frequentemente i meno trenta gradi centigradi.

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Hobby e tempo libero

AUSTRALIA, Il respiro dell’immenso tra deserti e coralli


di Gianfranco Pepe

Una frase in un libro di Don Giussani recita più o meno così:
“L'uomo è il livello della natura, nel quale la natura prende coscenza di se stessa”.
E noi abbiamo avuto l’opportunità e la fortuna di prendere piena coscenza della bellezza e della grandiosità della natura almeno di una parte di questo immenso paese.
Prima della partenza avevamo grandi aspettative su quanto stavamo per visitare e forse, la cosa più straordinaria è che nulla di quello che abbiamo visto è stato al di sotto di queste aspettative, e niente di tutto ciò che abbiamo fatto ci ha deluso.
Tutto è andato per il meglio grazie alla buona stella che ci ha accompagnati e protetti, ma anche grazie al gruppo che ha funzionato bene anzi benissimo. Ognuno ha fatto la sua parte e probabilmente anche di più, e come i 4 moschettieri il motto "uno per tutti, tutti per uno" ha contribuito in modo saliente al risultato finale.

Il sottoscritto, nominato DIRETTORE, per la verità ha lavorato pochino durante il viaggio, limitandosi ad un’attività di coordinamento e ad allietare il gruppo con qualche battutaccia spesso di bassa lega. In compenso però, ha lavorato parecchio prima, pensando e ripensando ad ogni minimo dettaglio, programmando e riprogrammando, organizzando e riorganizzando, cucendo e ricucendo, insistendo e rompendo ma senza dubbio contribuendo alla realizzazione di un progetto organico e ben organizzato.
L'INTERPRETE, l'indomabile furia neroazzurra, è stata sin troppo brava e professionale e, senza il suo indispensabile aiuto, saremmo spesso naufragati nei sorrisi e nella logorroica gentilezza dei nostri simpatici amici australiani. Inoltre, ha mantenuto costantemente una linea diretta con l'Italia per le notizie calcistiche ma, soprattutto, si è rivelata la vera anima di questo gruppo, con la sua sagacia, la sua allegria e la sua irrefrenabile e pungente ironia.
La DRIVER, ci ha scorrazzati abilmente "keeping left" sulle strade del Western Australia costellate di poveri canguri arrotati, sulle piste sterrate e desolate del Red Centre e sulle trafficate strade della costa orientale, mantenendo la freddezza anche quando, in grave ritardo sulla tabella di marcia, veniva spinta a commettere azzardati sorpassi e infrazioni da galera. Inoltre ha provveduto all'assistenza, alla cura e all'alimentazione del direttore, frenandolo nei deprecabili stravizi alimentari e non facendogli mai mancare il corretto apporto vitaminico.
Lo SHERPA, l’instancabile sherpa dal cuore nobile e gentile, ha svolto con eccezionale dedizione il suo compito riuscendo con umiltà e determinazione ad elevarsi dal semplice ruolo di portabagagli a più signorili incarichi, imponendosi come arguto navigatore e studioso di mappe dal favoloso senso d’orientamento, o come uomo di fiducia per gli approvvigionamenti, ma soprattutto rivelandosi un impareggiabile avvistatore di wallaby, simpatici piccoli marsupiali.

Insieme abbiamo vissuto bellissime emozioni e assistito a meravigliosi spettacoli.
abbiamo camminato a lungo nell’affascinante desolazione del dorato deserto dei pinnacoli, perdendoci tra questi strani scherzi della natura, apprezzando nella solitudine e nel silenzio gli straordinari cambi di luce e di colori che il sole, le nuvole e il tramonto ci regalavano.
Abbiamo, tra centinaia di persone tutte in religioso silenzio, assistito al mistico cambio cromatico del grande monolìto di Uluru che stagliava la sua sagoma nell’azzurro polvere dell’imbrunire.
Ci siamo arrampicati in un fresco limpido mattino tra le ripide rocce del Kings Canyon, affacciandoci dagli orridi precipizi dai colori rosseggianti.
Abbiamo lanciato il nostro bestione fuoristrada sulla pista sabbiosa della Mereenie Loop che si snodava a perdita d’occhio davanti a noi in un rosso deserto, deserto in realtà solo per la mancanza di persone e non per la vegetazione che punteggiava di verde il paesaggio.
Ci siamo fermati a passare la notte a Glen Helen, un posto tra i canyons fuori dal mondo, lontanissimo da tutto e da tutti per poi avere l’incredibile sorpresa di una cena buona e curata e di uno straordinario spettacolo musicale di un virtuosissimo musicista e cantante che mai avremmo pensato di trovare in un luogo del genere.
Abbiamo respirato le dolcissime atmosfere di Kangaroo Island, scoprendo i suggestivi paesaggi e la variegata fauna locale in compagnia di un simpatico e preparato ranger. Con lui abbiamo pranzato lautamente sotto un gazebo, nel folto di un bosco di eucalipti, avvistato koala, wallaby, ekidne, canguri, uccelli esotici, ammirato centinaia di leoni marini dall’alto di un meraviglioso arco naturale in un panorama mozzafiato. Con silenzio e circospezione, nella luce dell’imbrunire, abbiamo camminato vicini attraversando un immenso prato pieno di canguri selvatici, avvicinandoci a loro quasi fino a toccarli, per poi girare un attimo lo sguardo e vederli sparire nel nulla come per magia. Abbiamo pernottato in un delizioso albergo gestito da una coppia di distinti anziani signori che sembravano usciti da un romanzo di altri tempi. Con le torce, siamo andati di notte nella boscaglia a caccia di wallaby, che come folletti ci guardavano incuriositi o scappavano spaventati, saltando via con le loro zampotte.
Nella selvaggia Fraser Island abbiamo percorso le piste di sabbia in una intricata foresta pluviale, abbiamo corso con il fuoristrada per chilometri e chilometri lungo una spiaggia infinita con 2 ruote che sfioravano le onde dell’oceano, ci siamo tuffati nelle acque cristalline di un lago incastonato in un anello di sabbia bianchissima circondato da una lussureggiante foresta, abbiamo assistito allo spettacolo di centinaia di pappagalli rosso fuoco che salutavano il tramonto del sole nel mare, spiccando improvvisamente tutti insieme il volo in un fragore assordante.
Come gli eroi di una vecchia serie televisiva, abbiamo sorvolato con l’elicottero la barriera corallina, atterrando dolcemente nel paradiso terrestre di Heron Island. Qui, accompagnati da un clima incantevole, abbiamo visto e sentito il grande respiro del mare che, con le sue maree, portava e allontanava la vita dai banchi di corallo e dalle bianche rive dell’isola. Abbiamo nuotato nell’acqua limpida a poca distanza da simpatici squali di barriera. Abbiamo sentito su di noi il peso leggero dell’universo e la consapevolezza del nostro nulla, sotto un cielo mai, ma proprio mai visto prima così pieno di stelle.
Sul pontile, prima della partenza abbiamo ricevuto il commovente saluto di centinaia di pesci variopinti ma, soprattutto, di decine di grandi razze che, con potenza e agilità, saltavano fuori dall’acqua mostrandoci il loro candido ventre.
Ed infine Sydney ci ha riservato un’accoglienza davvero trionfale, regalandoci 3 giornate di tempo caldo e limpidissimo, permettendoci di ammirare i tersi panorami della sua splendida baia con l’Harbur Bridge e l’Opera House, dall’alto della Sidney tower o dal ponte di una nave.

Cosa dire ancora?E' stato un bel viaggio? No, è stato molto di più, è stata la piena realizzazione di una magnifica avventura sognata da tempo.

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Una meraviglia del Mediterraneo chiamata “Calabria”


di Sara Cacciola e Ilenia Zappia

Calabria,scorcio di meraviglie nascoste. Calabria,piccolo angolo di paradiso, terra di sogni e misteri. Terra
Nostra. La Calabria,terra di incantevole bellezza,è una caratteristica regione meridionale di circa 2.009.183
abitanti,corrispondente proprio alla punta dello “stivale” chiamato Italia;gli estremi di un Paese così
pittoresco insomma,che non potevano di certo essere da meno. Inserita in una splendida cornice naturale e
irrigata dal Mar Ionio ad est e dal quello Tirreno ad ovest,abbraccia,confinandovi,la Basilicata,a
nord,mentre a sud ovest un braccio di mare corrispondente allo Stretto di Messina la separa dalla Sicilia,la
più grande isola nazionale a lei vicina. Nonostante la superficie prevalentemente collinare,è inoltre uno
straordinario compendio di tutto ciò che Madre Natura potesse creare:acque limpide,purissime e,fino a
qualche tempo non molto lontano incontaminate,sterminati chilometri di spiagge meta di turismo da tutte
le parti del mondo,ampie zone montuose,altipiani e massicci rinomati(Massiccio del Pollino,Altopiano della
Sila,Piana di Sibari,Aspromonte con la più alta vetta,Montalto ecc.),rilievi solcati da corsi d’acqua,sebbene
non presentino generalmente uno sviluppo significativo a causa della forma stretta e allungata della
regione. La natura montagnosa del territorio e lo scarso sviluppo demografico-industriale di molte zone
della regione hanno permesso di preservare la maggior parte delle bellezze naturalistiche; infatti in Calabria
sorgono tre importanti parchi nazionali:il Parco Nazionale dell’Aspromonte,il Parco Nazionale della Sila e
infine il Parco Nazionale del Pollino. L'Aspromonte in particolare,situato nel sud della Calabria, in provincia
di Reggio, fu scenario di una famosa battaglia del Risorgimento, in cui Giuseppe Garibaldi rimase ferito. È
tuttora possibile ammirare l'albero cavo in cui secondo la tradizione Garibaldi si sedette per essere curato, nei pressi di Gambarie, vicino a Reggio. La Calabria detiene il 10% dell'intero patrimonio costiero dell'Italia e
presenta la più grande ed esclusiva varietà di spiagge formate da rocce particolari,come ad esempio gli
scogli granitici della provincia reggina, del tirreno vibonese, e dello ionio catanzarese. Tali rocce, presenti in
maniera massiccia nella regione calabrese sono presenti in misura minore anche in alcune località isolane
del mar Mediterraneo (come ad esempio in Sardegna). I materiali presenti nella litorale calabrese sono
infatti costituiti praticamente da rocce di ogni era geologica, dalle rocce metamorfiche risalenti alle ere più
antiche, ricche di minerali indisponibili in altre regioni della Penisola, alle dune di attuale formazione. La
geologia calabrese,seppur affascinante e oggetto di numerosi e dettagliati studi da più di un
secolo,recentemente,ha portato all’attenzione la problematica della forte e spiccata attività sismica e
vulcanica,un pericolo non indifferente per la popolazione mediterranea,frequentemente funestata in
passato da questo genere di eventi. Climaticamente,la nostra terra è inserita nella fascia di tipo
mediterraneo. Il litorale ionico è più secco e arido di quello tirrenico che si presenta con un clima più mite.
Le temperature in genere lungo le coste non scendono mai sotto i 10 gradi e non salgono mai sopra i 40 °C,
con punte di 42-44 °C nei mesi estivi. Lungo gli Appennini e nelle zone interne, dal Pollino,alla Sila fino
all'Aspromonte, il clima è montano appenninico (continentale freddo) con inverni freddi e nevosi, l'estate è
tiepida e non mancano temporali. Assai oggetto d’interesse è la cospicua e rigogliosa vegetazione,che
fanno della Calabria una ridente e prospera regione; le differenti condizioni climatiche della regione
favoriscono,appunto,anche una diversa vegetazione da zona a zona. Dal livello del mare fino ai 600 metri
(piano mediterraneo) predomina la macchia mediterranea con ulivi, lecci e altre piante tipiche del clima
mediterraneo. Dai 700 metri fino ai 1000 metri (piano della bassa montagna appenninica), invece, cresce
una vegetazione di transizione: castagni e altre querce hanno la loro dominanza. Dai 1000 metri in su (piano
montano) dominano le specie tipiche del clima di montagna, composte da faggio, abete bianco, dai pini e
dai larici. Sulle Serre calabresi il piano montano inizia, in alcuni punti, anche a 800 metri. Come non citare il
famoso "pino loricato" (Pinus heldreichii), simbolo indiscusso del Parco Nazionale del Pollino. Questa antica
reliquia vive solo sul Pollino, mentre fuori dal territorio italiano lo si trova sui Balcani. La popolazione
calabrese presenta ancora oggi un'identità abbastanza variegata, per questo l'insieme dei dialetti parlati
nella regione rispecchia tali caratteristiche. Come la maggior parte dei dialetti italiani, il calabrese
meridionale come quello settentrionale non hanno alcuna ufficialità. A causa delle molteplici radici storiche
della regione, esistono zone della Calabria in cui si parlano ancora dialetti di diretta derivazione da altre
lingue. Nel nord della regione si parla un dialetto derivante dalla lingua napoletana, mentre nel sud della
regione si riscontrano numerose somiglianze del dialetto locale con la lingua siciliana, ma
complessivamente il vernacolo parlato in tutta la regione è spesso identificato come "calabrese". Fino al XV-
XVI secolo la lingua grecanica era parlata in tutta la Calabria meridionale, oggi perdura solo nelle cittadine
di Bova, Roghudi e Gallicianò (in provincia di Reggio Calabria) e in alcuni quartieri di Reggio, storica
roccaforte culturale della lingua greca in Italia. Le vie dei paesi dell'area grecanica hanno infatti ancora oggi
la doppia nomenclatura: in italiano ed in grecanico. In altre zone, più circoscritte, si parlano dialetti di
derivazione albanese e nel comune di Guardia Piemontese si parla occitano.Dal punto di vista
economico,pur non essendo di certo la prima zona d’intenso sviluppo in Italia,concorre anch’essa
e,soprattutto negli ultimi tempi potenziando le sue attività,al consolidamento del benessere
nazionale,sebbene bisognosa ancora di colmare quelle lacune che molto spesso non le consentono di
procedere come meriterebbe. Nel settore primario, l'agricoltura è sviluppata soprattutto nella coltivazione
di ulivi (la regione è al secondo posto in Italia per la produzione di olio, dopo la Puglia), di viti e di
agrumi(uno di essi è il bergamotto che è alla base di molti profumi). Il principale mercato agricolo è
Catanzaro sede del Comalca il principale mercato agro-alimentare della Calabria. Molto praticato anche
l'allevamento soprattutto di ovini e caprini nelle aree dell'entroterra ed anche la pesca è discretamente
sviluppata. Nel settore secondario sono poco sviluppate le industrie alimentari e tessili; nelle zone di
Crotone, Vibo Valentia e Reggio di Calabria sono sorte industrie petrolchimiche, metalmeccaniche e
chimiche. Il settore terziario è molto sviluppato a Catanzaro, mentre sono importanti centri commerciali
Lamezia Terme e Cosenza. Varie zone della regione basano l'intera economia sul turismo estivo soprattutto
lungo la costa Ionica catanzarese, nell'area tirrenica reggina e su tutto il versante costiero della provincia di
Vibo Valentia. Discretamente sviluppato, nonostante le potenzialità, il turismo invernale in Sila. La
principale risorsa turistica calabrese è ovviamente il mare, con una lunghissima costa affacciata su tre mari
(Tirreno, Ionio e Stretto di Messina), una particolare ricchezza della fauna ittica, in un paesaggio che alterna
spiagge e scogliere. Lo scarso sviluppo industriale e l'assenza di grandi città sulla gran parte del territorio ha
permesso di preservare per lungo tempo il mare incontaminato, e la Calabria è tuttora considerata un
paradiso naturalistico. Il poeta Gabriele d'Annunzio chiamò il lungomare di Reggio Calabria "il più bel
chilometro d'Italia", favorita dalla presenza sul territorio di numerosi siti archeologici (Reggio, Locri,
Taureana, Crotone, Sibari e Scolacium solo per citarne alcuni) e di bellezze naturali che suscitano l'interesse
dei visitatori. Negli ultimi anni si è investito sulla capacità ricettiva di strutture alberghiere, favorendo un
incremento delle presenze nella regione. Oltre alle ben conosciute mete turistiche e rinomate località
costiere come Tropea, Reggio, Catanzaro Lido, Soverato, Scilla, Palmi, Diamante, Scalea, Amantea, Praia a
Mare, Roseto Capo Spulico o le gettonate riviere con le loro Bandiere Blu come Cirò Marina, Roccella Ionica
e Scilla, anche l'entroterra calabrese è ricco di storia, di tradizioni, ma anche e soprattutto di arte,
cultura, fortezze, chiese, necropoli, boschi e bacini naturalistici d'importanza, elementi caratterizzanti le
aree interne delle province di Reggio, Cosenza, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia; in particolare il turismo
montano si sviluppa soprattutto sull'Aspromonte e nella Sila, nei rispettivi parchi nazionali. Un vero e
proprio patrimonio nazionale,da salvaguardare e mai dimenticare.

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Lettere dal cuore

Un problema d'amore


A cura di Clemente Palladino

Ciao Clemente. Mi chiamo Antonella, ho 25 anni, lavoro come centralinista in un ente pubblico e sono non vedente dalla nascita.
Sono sposata da tre anni con un ragazzo ipovedente ed abbiamo un bimbo di due anni.
Come sappiamo bene, per noi privi della vista la comunicazione specialmente quella telefonica è molto importante perchè ci dà modo di esprimerci e ci dà
l'opportunità di conoscere persone nuove che altrimenti, non avendo possibilità di poter uscire all'esterno come gli altri, non avremmo modo di poter conoscere.
Sappiamo anche molto bene che il mondo dei non vedenti, per la maggior parte si effettua sulla comunicazione e che a noi, non interessa l'esteriorità della
persona ma ci interessa soprattutto quella che è la sua interiorità.
Infatti, la mia storia è un po' fuori dal comune perchè proprio tramite il telefono, ho conosciuto un uomo di 3 anni più grande di me ed abitiamo ad ottocento
chilometri di distanza.
Non ci siamo ancora mai visti; però abbiamo stabilito un legame fortissimo via telefono, via e-mail e non possiamo stare nemmeno un giorno senza sentirci.
Ci sentiamo anche due o tre volte al giorno e mi sto accorgendo che quando lo sento di meno o che quando ogni tanto capita per i vari impegni familiari
di non sentirci per tutto il giorno, mi manca da morire e mi sto accorgendo che mi sto innamorando di lui.
In lui ho trovato sicurezza, ascolto, aiuto, tranquillità e soprattutto quello che so per certo, è che sto benissimo quando ci sentiamo e che non vorrei
mai chiudere la comunicazione telefonica.
Devo dirti Clemente, che non avrei mai creduto che potesse nascere un amore via cavo perchè pensavo che l'amore vero nascesse solo incontrandosi fisicamente;
ma purtroppo, ho dovuto ricredermi: cosa ne pensi? Secondo te sto mancando di rispetto a mio marito? Dovrò andare avanti con questa forte amicizia o dovrò
lasciar cadere tutto? Ogni tanto decido di lasciar perdere e non lo chiamo ma ci soffro moltissimo, non mangio e non dormo per diversi giorni e ci sto
malissimo.
Dato che lui è abbastanza introverso, non sono riuscita ancora a capire fino in fondo quali siano i suoi sentimenti nei miei confronti.
Io invece, essendo molto più aperta ed estroversa, gli ho esposto tranquillamente tutto vergognandomi un po' di me stessa ma non più di tanto perchè penso
che dire la verità sia la cosa migliore.
Attendendo una tua risposta, ti ringrazio e ti porgo i miei saluti.

Antonella M.

Ciao Antonella.
La tua è una situazione molto ingarbugliata. Se nel tuo matrimonio non c’erano figli, allora ti dicevo: “Antonella, segui il tuo cuore…”. A parere mio, tu, ami ancora tuo marito. Nella lettera, non parli mai di una situazione matrimoniale difficile ma, solo di un’infatuazione verso una persona che frequenti solo telefonicamente della quale non conosci i suoi sentimenti nei tuoi confronti. Fai bene a esternargli i tuoi, a volte però, possono peggiorare un rapporto di amicizia, perché dall’altra parte fino a quel momento eri vista come una bella amicizia e niente di più e sentirsi causa di rotture familiari, non è sempre una cosa piacevole. Inoltre, a volte, le persone frequentandole da vicino, nella loro quotidianità, non sono le stesse che immaginavamo a telefono… lo so che un amore segreto è più emozionante della solita routine matrimoniale… ma sono anche certo che senza tuo marito ti sentiresti davvero male, perché è con lui che hai condiviso le esperienze più belle della vita, come la nascita di un figlio. Pensa alle lacrime di gioia di tuo marito per averlo reso partecipe di un sogno, chi meglio di te, può capire cosa si prova in questi momenti… nella vita matrimoniale ci sono sempre dei momenti di alti e bassi. La vera forza dell’amore sta nel superarli insieme, parlandosi di più, anche se a volte può significare scontrarsi contro un muro. Antonella, pensa soprattutto al tuo bimbo, per i figli la separazione dei genitori, è spesso, un dramma che si portano addosso per il resto della loro vita…
Un bacio. Clemente

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Normalità ed handicap

Io ed Angela


di Patrizia Onori

Ciao a tutti. Sono Patrizia Onori: ho 42 anni, vivo e lavoro a Latina, sono sposata ed ho un bimbo di 11 anni. A 6 anni sono entrata nell'istituto per non vedenti S. Alessio di Roma dove ho frequentato gli studi fino al raggiungimento del diploma magistrale. L'istituto mi ha dato la possibilità di vivere in compagnia di molte persone tra le quali Angela: infatti, poichè mi è venuta dal cuore, ho voluto raccontare questa storia che ho scritto perchè è la storia di un'esperienza realmente vissuta. Ho inviato il racconto ad Angela la quale mi ha detto che le è piaciuto moltissimo e che le ha fatto rivivere mentalmente un po' quegli anni così spensierati. Sperando di avervi fatto cosa gradita nel regalarvi questo racconto il quale scrivendolo in me ha suscitato grandi emozioni, vi ringrazio e vi saluto cordialmente. Buona lettura.
PATRIZIA ONORI

Io ed Angela.
Ero una bambina di appena sei anni quando cominciai a frequentare gli studi nell'istituto S. Alessio di Roma: correva l'anno 1974; all'epoca le scuole pubbliche, non erano ancora ben organizzate con gli insegnanti di sostegno per bambini non vedenti, quindi le famiglie si trovavano costrette a dover inviare i propri figli nei vari istituti.
Con il trascorrere degli anni, oltre ad aver conseguito gli studi fino al raggiungimento del diploma magistrale, in collegio ho imparato a gestire molte cose fra le quali l'autonomia personale, la convivenza e la condivisione, conoscendo e vivendo insieme ad altre persone con problemi simili ai miei.
Lì ho inoltre conosciuto e vissuto con persone affette non solo da problemi visivi ma urtroppo costrette a dover convivere anche con altri tipi di minorazioni; fra loro, infatti, conobbi Angela, una ragazza sordocieca.
Da subito mi accorsi che era una persona straordinaria, molto intelligente, molto dolce e con tanta voglia di vivere e di andare avanti nonostante tutto.
Cercai di fare amicizia con lei ma in quel momento nella mia testa cominciarono a susseguirsi una ad una varie domande chiedendomi come avrei potuto comunicare con una persona sordocieca, entrare in contatto diretto con lei, come avrei potuto farle capire i miei stati d'animo? Ma la voglia di fare amicizia e di poterle parlare, mi diedero una tale forza, che riuscii a sconfiggere tutte queste barriere.
Mi avvicinai con molta cautela, quasi in punta di piedi; d'altra parte non era facile e temevo di non trovare il modo giusto per entrare in sintonia con lei.
Infatti, fu Angela a prendere l'iniziativa; prendendo fra le sue mani le mie, cominciò ad avvicinarsi a me e attraverrso l'alfabeto Malossi, imparai quasi immediatamente a comunicare con lei.
Da quel momento, capimmo che fra noi stava per nascere un bellissimo rapporto di amicizia che non si sarebbe mai più interrotto.
Da allora, i giorni nell'istituto per me e per Angela trascorrevano all'insegna del dialogo, della comunicazione e soprattutto della nostra grandissima amicizia; passavamo insieme momenti molto felici ma anche nei momenti meno felici, cercavamo con la nostra grande gioia di vivere, di trovare comunque il modo di poter sorridere.
Cominciai così ad entrare nel mondo di Angela; un mondo fatto di enormi silenzi ma che nascondeva comunque una gran voglia di comunicare. Una persona meravigliosa che con la sua sensibilità oltre ad avermi insegnato l'alfabeto Malossi, m'insegnò molte altre cose.
Mi fece comprendere che dai vari movimenti delle mani, è possibile percepire se sei triste o gioiosa, sorridente o imbronciata; m'insegnò che dalle vibrazioni di un suono che fuoriesce da uno stereo,è possibile intuire che si sta ascoltando la musica.
Ci divertivamo un mondo e ogni qualvolta ascoltavo magari per radio una canzone, le facevo toccare le vibrazioni sul tavolo e le scrivevo sulle mani, il titolo e le parole cosìcchè anche lei potesse partecipare e viverla in qualche modo insieme a me.
Avevo ormai imparato molto bene il malossi; osì potevo scriverle ogni cosa.
Infatti, Le descrivevo tutto ciò che ci circondava e le introducevo qualsiasi discorso si stesse affrontando in quel momento con gli amici cosicchè anche lei come spesso faceva, poteva inserirsi con piacere e con grande interesse nelle nostre chiacchierate.
Come tutto finisce, anche gli anni nell'istituto purtroppo terminarono e io ed Angela, dovemmo separarci ed affrontare i nostri percorsi di vita molto diversi.
Nonostante siano trascorsi tanti anni nel corso dei quali ho avuto la fortuna di inserirmi nel mondo del lavoro e successivamente la gioia di crearmi una famiglia e di diventare madre di un bimbo che ora ha 11 anni, nonostante i vari impegni e responsabilità della vita quotidiana che a volte potrebbero farci trascurare affetti molto importanti come il mio rapporto con Angela, non l'ho mai dimenticata.
Certamente i contatti tra noi due per un po' si sono interrotti ma indirettamente ho sempre avuto sue notizie.
Poichè la voglia di riabbracciarla era tanta, tramite un amico comune ci siamo nuovamente messe in contatto via mail ed abbiamo deciso di incontrarci presso l'istituto S. Alessio dove lei lavora.
Il pensiero di incontrare di nuovo Angela, da un lato mi emozionava ma dall'altro il timore di non ricordare il suo linguaggio, mi preoccupava.
Di fatto è stato tutto molto più semplice e spontaneo di quanto immaginavo, come se tutto quel tempo non fosse mai trascorso e il mio Malossi non era poi così arruginito come pensavo.
Entrambe ci siamo emozionate e ci siamo ripromesse di non far passare altri 24 anni per rincontrarci e di rimanere in contatto, ora che finalmente ci siamo ritrovate. Ho avuto il privilegio di conoscere una persona straordinaria che nonostante tutte le difficoltà, si è laureata, lavora e conduce una vita il più possibile normale che mi ha comunicato tanta forza e ho imparato che bisogna andare avanti nonostante tanti ostacoli che a volte sembrano insormontabili, che dalla vita bisogna prendere tutto ciò che offre e che nonostante tutto è sempre degna di essere vissuta.
GRAZIE ANGELA.

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Normative varie

A cura di Luigi Palmieri

Carissimi lettori,

come abbiamo pubblicato nel numero precedente, da questo numero apre una nuova rubrica curata dal sottoscritto ed intitolata “Normative varie”.
In questa rubrica saranno pubblicati stralci di leggi, oltre a quesiti posti da voi lettori.
Le leggi, saranno integralmente pubblicate sul nostro sito www.gio2000.it, nel link servizi utili, area (Una commissione per l’integrazione sociale per l’handicap).
Di seguito troverete i riferimenti della legge 104/92 e legge 53/2000, riguardante il cumulo dei permessi per i familiari che assistono più portatori di handicap, in stato di gravità. Art. 3 comma 3 della legge 104/92 e Art. 20 della legge 53/2000 nello stesso nucleo familiare.
In particolare il lavoratore o la lavoratrice di familiari disabili in stato di gravità art. 3. 104 possono chiedere per ogni disabile i 3 giorni mensili.
Le leggi integrali sono pubblicate sul sito e link sopra indicati.
Per eventuali chiarimenti, scrivere a: l.palmieri@gio2000.it fax 0962/21706 cell. 3283216896
Per completezza d’informazione, riportiamo qui di seguito il quadro normativo di riferimento: Legge 104/1992, parere del Consiglio di Stato n. 785/1995, circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica n. 20/1995, circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale n. 59/1996, circolari INPS n. 211/1996 e 133/2000, Legge 53/2000 e nota n. 3003/2006 del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale.

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Racconti e poesie

La poesia del grande lago


di Antonella Iacoponi

Managua, 19 luglio 1979

Adesso posso raccontare
ciò che finora era proibito riferire,
l’acqua continua a sanguinare
i pesticidi l’han fatta morire,
Tu, mamma, ascolta, non allattare il bambino,
perché anche il tuo latte ne è pieno -,
singhiozza l’acqua, corrotta da fogne e rifiuti,
fedele specchio del governo precedente,
piange Managua, - dopo il sisma devastante -,
cui i militari han sottratto gli aiuti;
hanno strappato i terreni ai contadini,
lasciando loro fame e malattia,
mancano i libri per i bambini,
e le foreste son volate via,
per abbellire una terra lontana,
su tutto incombeva la legge marziale.
La speranza è giunta da un’isola vicina,
in braccio ad un vento caldo e leale,
si combatteva in segreto, senza gloria,
molti compagni hanno dato la vita,
la loro unica moneta -,
l’acqua ne conserva memoria:
un vecchio reca fiori ad una tomba,
piange una madre nel villaggio,
ma oggi un nuovo sole inonda il paesaggio,
nel cielo, un’ala di colomba…

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Riflessioni e critiche

Libro e moschetto


di Antonino Cucinotta

Sono concetti su cui il Regime Fascista imperniava il suo programma educativo e formativo dei ragazzi, dai “Figli della Lupa” ai “Giovani Fascisti” attraverso i “Balilla” e gli “Avanguardisti”. Sappiamo che il regime abbia abbastanza curato l’alfabetizzazione dei cittadini italiani , integrata anche da una istruzione paramilitare a cui tutti i giovani dovevano sottoporsi. Il programma era coerente con le aspirazioni politiche del momento, tese alla conquista da parte dell’Italia di un “Posto al Sole”, rappresentato da nuove conquiste coloniali e coronato con la proclamazione dell’ “Impero”.
Era una programmazione chiaramente finalizzata alla preparazione dei giovani alla guerra. La guerra ci fu e sappiamo come ingloriosamente è andata a finire. Questo mio riferimento è dovuto alla decisione del Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e del Ministro della Pubblica Istruzione, Maristella Gelmini, riportata dai giornali italiani durante il mese di settembre 2010, di istituire e svolgere nelle scuole milanesi e forse anche in tutte le scuole lombarde un corso o dei corsi di preparazione all’uso del fucile, della pistola e di tiro con l’arco a scopo informativo e addestrativo. Da questa decisione può trapelare un’influenza, magari inconscia, delle radici evidentemente non ancora del tutto scomparse della passata ideologia. Ma, se al tempo del Regime questa preparazione era coerente con la programmazione politica del tempo, non lo è assolutamente oggi, vivendo in Democrazia e con una Costituzione Italiana esplicitamente contraria al ricorso dell’Italia alla Guerra. Diventa quindi incomprensibile l’attuale decisione di distrarre gli studenti dai loro veri interessi culturali per dedicarsi ad attività ginnico - militari che difficilmente potranno interessarli. Queste iniziative suscitano la convinzione che i nostri Politici governanti non vivano la realtà effettuale del nostro Paese e forse mirano ad ideali che oggi più che mai non hanno più senso.
Ma c’è di più. La decisione può essere criticata sotto due diversi punti di vista: uno culturale e uno economico. Culturale perché la scuola ha l’esclusivo compito di fornire ai ragazzi una cultura che contribuisca alla loro formazione spirituale, mentale e morale; alla formazione del cittadino responsabile, laborioso, corretto e onesto nei suoi diversi rapporti sociali. È quindi un compito improprio quello che con questa decisione si attribuisce alla scuola, senza escludere che chi avesse voglia di addestrarsi nelle arti marziali sa bene a chi rivolgersi. La critica economica riguarda l’impegno finanziario che tale iniziativa comporta in un momento in cui il Paese è finanziariamente disastrato con enormi tagli di spesa che, se da un lato, hanno portato al risparmio voluto dal Ministro Tremonti, dall’altro hanno gettato sul lastrico uomini e donni anche da lungo tempo impegnati nel lavoro. L’atteggiamento dei due ministri è quantomeno incoerente e lesivo. Non sarebbe stato socialmente più opportuno che le finanze, certamente non lievi, impiegate in questa iniziativa fossero utilizzate a ridurre, anche se non di molto, i gravi disagi economici in cui buona parte dei cittadini italiani è costretta?

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Satira

Per sorridere un pò!


a cura di Giuseppe Lurgio

Cari lettori,
anche in questo numero troverete una selezione di barzellette scelte da me esclusivamente per voi!
buon divertimento!

1) Un autobus pieno di politici precipita in una scarpata da una strada di montagna e si ferma alcune centinaia di metri sotto in prossimità di una casa di un contadino. Questi esce per vedere l'accaduto, poi scava una fossa e seppellisce tutti i politici. Alcuni giorni dopo una macchina della polizia ritrova il bus e chiede al contadino se sa dove siano finiti i politici. "Li ho sepolti tutti", dice il contadino. "Ma perché ? Erano tutti morti ?", chiedono i poliziotti. E il contadino: "Veramente alcuni dicevano di no, ma tanto lo sappiamo tutti che sono bugiardi !

2) Una coppia decide di passare le ferie in una spiaggia dei Caraibi, nello stesso hotel dove passarono la luna di miele 20 anni prima. Però per problemi di lavoro, la moglie non può accompagnare subito il marito: l'avrebbe raggiunto alcuni giorni dopo. Quando l'uomo arriva, entra nella camera dell'hotel e vede che c'è un computer con l'accesso ad internet. Decide allora di inviare una e-mail a sua moglie, ma sbaglia una lettera dell'indirizzo e, senza accorgersene, lo manda ad un altro indirizzo. La e-mail viene ricevuta da una vedova che stava rientrando dal funerale di suo marito e che decide di vedere i messaggi ricevuti. Suo figlio, entrando in casa poco dopo, vede sua madre svenuta davanti al computer e sul video vede la e-mail che lei stava leggendo: "Cara sposa, sono arrivato. Tutto bene. Probabilmente ti sorprenderai di ricevere mie notizie per e-mail, ma adesso anche qui hanno il computer ed è possibile inviare messaggi alle persone care. Appena arrivato mi sono assicurato che fosse tutto a posto anche per te quando arriverai venerdì prossimoà Ho molto desiderio di rivederti e spero che il tuo viaggio sia tranquillo, come lo è stato il mio. P.S. = Non portare molti vestiti, perché qui fa un caldo infernale!"

3) Nel quartiere di Napoli dove vive, Donna Maria è molto apprezzata per la sua bellezza; moglie di un medico, è colta ed elegantissima. Gennaro il custode la desidera pazzamente ed una mattina mentre la Signora le passa d'avanti si lascia scappare, sia pur sottovoce: Madonna che bella femmina! Non so cosa darei per farmela! La Signora se ne accorge, torna sui suoi passi e dice: "Cosa avete detto?" "Niente Signò, perchè?" "Su Gennaro, non fate il furbo! Vi ho sentito benissimo; abbiate il coraggio di ripetermelo in faccia!" "Ma veramente... ecco non volevo essere scortese ma... voi... siete così bella che io... io sto uscendo pazzo, Signò!" "Ah si? Ma bene! Allora sapete che cosa dovete fare?" "Sì, Signò: Mo mi faccio una doccia fredda e scusate tanto... " "Ma no Gennaro non fate così... vi piaccio proprio tanto?" "Da impazzire... non so cosa pagherei... oh mi scusi, ma vede, non ragiono... " "Gennaro, volete togliervi lo sfizio?" "Signò, che dite?" "Dico che se volete togliervi il capriccio, venite domani mattina alle undici con in mano tremila euro ed io soddisferò ogni vostro desiderio... " "Tremila euro?... Ma Signò, dove li trovo tremila euro?... Non ho tutti quei soldi... " "Mi dispiace Gennaro... comunque, la proposta e sempre valida: Venite con tremila euro e non vi pentirete!" "Si, certamente... Grazie Signò, grazie tanto lo stesso!" Ma l'indomani mattina Gennaro si presenta puntuale con tremila euro, tra la sorpresa della stessa Signora: "Gennaro, ma allora siete proprio pazzo di mè se siete arrivato a svenarvi... !" E così, la Signora si concede a Gennaro facendogli provare emozioni indescrivibili. Dopo un paio d'ore rientra il marito. "Ciao , Marì. Come stai?" "Bene, grazie e tu?" "Io bene... senti... è venuto Gennaro?" "Co... cosa? non ho capito. " "Avanti, su!... ti ho detto: é venuto Gennaro verso le 11? " "S, si e venuto... " "E ti a portato tremila euro?" "Si ma guarda che... " "Basta così, volevo solo avere la conferma!" "Ma caro, ti posso spiegare... " "Non c'è nulla da spiegare... Gennaro è un vero uomo!... Un uomo di parola!" La moglie rimane allibita... "Ma caro, non capisco!?" "Sai, ieri pomeriggio mi incontra e mi fà: Dottore, prestatemi tremila euro che domani alle 11, quant'è vero Iddio , ve li riporto!!!

4) Due matti vengono portati a fare il bagno al mare. Ad un certo punto uno dei due si butta nell'acqua alta tentando di suicidarsi. L'altro capendo la situazione si butta in acqua e salva l'amico. Tornati al manicomio il direttore dell'istituto chiama il matto che aveva salvato l'amico e gli dice: "Complimenti, per il tuo gesto meriti la liberta'. Abbiamo ragione di credere che tu sia guarito, ma purtroppo devo darti una brutta notizia. Il tuo amico ha voluto morire lo stesso e si e' impiccato". Il matto pensieroso: "Mah no! L' ho appeso io perche' si asciugasse!

5) Un tizio entra in un negozio e chiede: -"Vorrei un chilo di mele." Il negoziante gli dice: -"Come le vuole rosse o gialle?" e il tizio risponde: -"Non ha importanza tanto dopo le sbuccio."
6) Uomo si butta dal quarto piano, lascia la moglie, due figlie e la finestra aperta.

7) Una donna di 98 anni, è sul letto di morte e fa un'ultima confidenza al marito di 99 anni che è distrutto dal dispiacere. Gerardo, prima di chiudere per sempre gli occhi voglio rivelarti un segreto. Vai nel granaio e sulla terza traversa di sinistra troverai un cartone. Va cercalo. Il marito sorpreso, sale a fatica nel granaio e dopo 5 minuti ritorna in camera con la scatola. La apre e trova dentro 2 piccole scatole: una contiene 3 uova e l'altra 250.000 euro. Alla vista di tanti soldi gli occhi gli si illuminano. Dimmi dolcezza cosa significano le 3 uova? Sai Gerardo, da 78 anni che siamo sposati, ogni volta che facevamo l'amore e io non arrivavo all'orgasmo, mettevo da parte 1 uovo. Gerardo resta soddisfatto nel sapere che in 78 anni di matrimonio non ha soddisfatto la moglie solo 3 volte, allora domanda: e i 250.000 euro cosa sono? Beh, ogni volta che avevo 12 uova andavo a venderle!!!!

8) La moglie di un direttore di Banca , chiede al marito se può eseguire alcuni lavoretti di ordinaria manutenzione casalinga; - Caro, potresti aggiustare la persiana? si è staccata solo una vite! - Sei impazzita ! - tuona il marito - Sono un direttore di Banca non sono mica un artigiano! Chiama qualcuno!!- - Caro ci sarebbe da stringere un po' il tubo di scarico del lavandino. Potresti farlo tu?- - Chiama un idraulico !!! Sono un direttore di Banca non sono mica un lattoniere!!!- - Si è rotta la spina del ferro da stiro! Potresti accomodarmela ?- - Basta!!! Sono un direttore non sono un elettricista !!-. Un bel giorno il marito al rientro dall'ufficio constata che tutti i lavoretti sono stati eseguiti e che tutto è tornato alla normalità; soddisfatto chiede alla moglie -Vedo che ti sei organizzata ! Chi hai chiamato ?- -E' vero caro, sono stata fortunata sai ... Marco, il figlio del portiere si è appena congedato ed in attesa di trovare lavoro si presta per queste piccole manutenzioni, e così oggi mi ha riparato tutto ciò che si era rotto !- - Bene - commenta il marito -..e... quanto hai pagato ?- -Quando è stato tutto riparato ho chiesto a Marco quanto gli dovevo e lui risoluto mi ha risposto : - Non voglio soldi signora ! O mi paga in natura o mi prepara una torta!- Alla insolita richiesta il marito guarda la moglie e le chiede - E tu...naturalmente... gli hai preparato una torta ? vero?- - Ma caro... non sono mica una pasticcera !!!

9) In manicomio, durante la Rivoluzione Francese: "Perchè ogni volta che deve prendere la medicina lei canta l'inno nazionale?". "Mi preparo alla presa della Pastiglia, no?".

10) Un contadino vuol fare uno scherzo a una delle sue galline, le sottrae di nascosto un uovo e lo dipinge di tutti i colori. Poi lo rimette in mezzo alle altre uova e si mette a spiare le reazioni della chioccia. Questa però resta del tutto indifferente. Deluso, il contadino sta per tornarsene ai suoi lavori, quando vede dall'altra parte dell'aia un gran putiferio: è il gallo che riempie di botte il pavone!

11) Il vecchio ascensore Un uomo si rivolge al portinaio di una antico palazzo: "Mi scusi, risale ai primi del novecento questo ascensore?". "No, Signore" risponde il portinaio "Va solo fino al settimo piano!". ..........................

12) Un signore seduto al tavolo di un bar con un amico gli chiede: - Come mai Alberto non è ancora arrivato? - Non lo sai? - risponde l'amico - E' all'ospedale. - Impossibile! - esclama il signore - L'ho visto ieri con una bella ragazza bruna... - Già ma l'ha visto anche sua moglie!

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Spazio donne

La magia del desiderare

di Elena Cinelli

Carissime amiche,
arrivano le feste natalizie, un altro anno si conclude... Ed è in questi momenti che ripercorriamo
le pagine della nostra vita, lamentandoci spesso di non aver fatto abbastanza, di non aver realizzato abbastanza. Ci armiamo di buona volonta', di buoni propositi per l'anno nuovo. E in tutto questo bilancio dove finiscono i nostri veri sogni? I desideri che abbiamo sempre inseguito, rincorso, atteso con tanta impazienza per poi rimanere ogni volta deluse?
Inquesto numero voglio proporvi una visione molto particolare dei desideri, tratta dal testo "il frutto proibito della conoscenza" di Igor Sibaldi. Scrittore, studioso di teologia e di storia delle religioni. Ascoltiamo le sue parole.
"...In sostanza, ogni desiderio che noi riusciamo a
esprimere è una forma di
premonizione: non si tratta cioé di un frutto della nostra fantasia, ma di un improvviso estendersi della nostra percezione, fino a cogliere nel futuro una qualche occasione che sta venendo proprio verso di noi e che può servire al nostro sviluppo interiore. E ciò che chiamiamo «desiderare» è in realtà il modo in cui questa nostra percezione più estesa cerca di annunciare alla nostra razionalità quelle occasioni che ha intravisto nell'avvenire, e di convincerla a non opporre resistenza e a non distrarsi, quando quelle occasioni arriveranno bensì a farsi avanti e ad afferrarle.

Secondo gli Spiriti-guida, questa spiegazione trova conferme tanto più nette quanto più un desiderio è coraggioso, e anche a me risulta che così sia: il problema consiste dunque nel precisare il grado di coraggio necessario a far sì che la nostra percezione scorga occasioni, «desideri» sufficientemente importanti per noi indipendentemente da ciò che quei «desideri» potranno sembrare, di primo acchito alla nostra razionalità. La più celebre tra le precisazioni di questo grado di coraggio è di certo quella fornita da Gesù nei Vangeli:
«In verità io vi dico: se avrete fede (anche solo un pochino) quanto un granellino di senape, potrete dire a questa montagna: spostati da qui a là, ed essa si sposterà, e niente vi sarà impossibile». Vangelo di Matteo 17, 20 . È una frase che Gesù ripete spesso, in tutti e quattro i Vangeli (Matteo, 21-21; Marco 11, 22-23; Luca 17, 5-6; e nel Vangelo di Giovanni vi insiste in tutto il lungo discorso dell'ultima cena, dal capitolo 14 al capitolo 16).
Per comprendere bene che cosa intendessero dire qui gli evangelisti, va ricordato che la parola tradotta come "fede" (pistis in greco) non indicava ancora, alla loro epoca, quello sforzo di credere che tanto spesso i cristiani chiamano fede, bensì un fiducioso coraggioso aprirsi alla conoscenza. Il senso dunque è: «se nel desiderare riuscirete a non porvi preclusioni. a non tenervi aggrappati a ciò che sapere già, a sentire in voi anche soltanto un tantino di pistis, potrete spostare la montagna della vostra inerzia inteiriore con straordinaria facilità, e nulla di ciò desidererete vi sarà impossibile».
Non c'è dubbio che Gesù se ne intendesse: e se a suo dire il grado di coraggio necessario è pari a «un granello di senape», non dovrebbe essere difficile produrlo. Le difficoltà derivano principalmente da quella vera e propria atrofia del desiderio che si verifica nella stragrande maggioranza degli individui adulti. Per svariate ragioni, e soprattutto per l'educazione che ricevono da chi è già adulto e già atrofizzato in quel senso, i bambini smettono ben presto di desiderare davvero e riescono solo a imitare i desideri altrui. Il coraggio del desiderio cede allora il posto all'ansia del desiderio, che con gli anni diviene sempre più tormentosa e fa pensare all'assenza di desideri come a una liberazione. Da qui all'atrofia il passo è breve. Questo addestramento all'ansia è uno dei processi attraverso i quali si passa dal Quinto Cielo (che è proprio dei bambini) ai Cieli Primo e Secondo, che sono invece caratteristici degli adulti. Jack Canfield e Mark Victor Hansen, nel libro The Aladdin Factor (Berkeley Books, New York 1995), propongono una tecnica semplice per aiutarci ad essere meno atrofici. Richiede due quaderni, e qualche settimana di tempo per i primi risultati concreti.

Su un quaderno scrivete 101 desideri, tutti diversi l'uno dall'altro, concisi e precisi, così, per esempio:
1. Io voglio un'automobile di lusso verde scuro.
2. Io voglio una villa in Riviera a pochi passi dal mare. Per compilare l'elenco nel modo migliore tornano utili le seguenti raccomandazioni:
•nello scrivere i desideri evitate accuratamente la parola «non»;
le negazioni non vengono registrate dall'inconscio. Evitate desideri la cui realizzazione non sia verificabile (per es. «Io voglio essere molto buono» non va bene, perché non è chiaro né che cosa significhi quel «molto» ne cosa si intenda per «buono»; invece di lasciar così nel vago si può precisare scrivendo: «lo voglio salvare un popolo da una carestia» o altro del genere);
• chiedete soltanto a nome vostro, e non per altri (per es., se un vostro conoscente ha un determinato problema, non scrivete «Io voglio che il mio amico X risolva quel suo proble ma», ma «Io voglio risolvere quel problema del mio amico X» e naturalmente precisale quale problema).
È buona norma evitare desideri che ci appaiano nocivi per altre persone, perché la nostra coscienza potrebbe aversene a male, nel profondo, e punirci poi dolorosamente. Ed è meglio evitare desideri di carattere sentimentale riguardanti persone che non conoscete bene (attori e attrici, indossatrici, ecc.), appunto perché non li conoscete bene e potrà darsi che non vi piacciano affatto, quando quei vostri desideri si realizzeranno.
Per il resto, non ci sono limiti: potete scrivere qualsiasi cosa, purché siate sicuri di desiderarla.
I desideri devono essere, ripeto, 101: un
bel numero orientale, che raffigura simbolicamente un intero grande (100) ma aperto, grazie a quell'1 in più, verso ulteriori sviluppi, e che vi obbligherà inevitabilmente a ridestare, stimolare e irrobustire le vostre facoltà di desiderio atrofizzate.
Una volta completato l'elenco dei 101 desideri, ricontrollatelo attentamente, correggetelo dove occorre, ricopiatelo in bella sull'altro quaderno (non più di quattro desideri per pagina), e poi rileggetelo una volta al giorno: sottovoce e in un luogo appartato, suggerirei, perché se qualcuno vi udisse casualmente potrebbe pensare di voi cose poco lusinghiere, E aspettate. Pian piano i desideri cominceranno a realizzarsi.
Ora in modo strabiliante, mediante coincidenze o altri fatti curiosi, ora nel più semplice dei modi, quasi inavvertitamente. Via via che i desideri si realizzano, cancellateli e sostituiteli con altri nuovi.
Di solito, nei primi mesi successivi alla ricopiatura in bella, si realizza il 30 per cento dei desideri così elencati: gli altri rimangono preclusi, a causa di resistenze inconsapevoli, di sensazioni di inadeguatezza (non me lo merito, non valgo abbastanza, ecc.) e di altre aggrovigliate e deprimenti paure e blocchi affettivi di vario genere, che inconsapevolmente ci spingono a fuggire da quelle occasioni che la nostra percezione più estesa aveva colto nell'avvenire, quando compilavamo l'elenco.
In seguito, potrà capitare che alcune di queste paure e di questi blocchi si sciolgano: allora i desideri a essi corrispondenti cominceranno a realizzarsi (le occasioni di realizzazione sono e rimarranno sempre inesauribili). Viceversa,nei desideri che non accenneranno in alcun modo a realizzarsi il compilatore dell'elennco avrà un'espressione metaforica (ma spesso sufficientemente eloquente.) delle paure e dei blocchi più segreti che si nascondono nella sua psiche, e che limitano il suo campo di esistenza.
In quelle paure e in quei blocchi abita - per usare il linguaggio dei maestri - il più cupo «diavolo» di quel compilatore.
Dopo un anno, in ogni caso, distruggete e bruciate entrambi i quaderni e non pensateci più. In molti casi, la piccola cerimonia di questa distruzione (che si rivela sempre più difficile del previsto) ha di per sé l'effetto di smuovere le «montagne» di almeno alcuni dei blocchi e delle paure più segreti e tenaci. Questa tecnica non ha controindicazioni. Quanto agli eventuali e ovvi problemi morali che può suscitare, è bene sapere fin dall'inizio che spesso, dietro al timore di essere egoisti si cela in realtà una difficoltà o incapacità di ricevere; e chi non sa ricevere non sa nemmeno dare.
Quanto ai problemi di carattere religioso, è altrettanto utile ricordare che le nostre idee occidentali sono molto approssimative, e soltanto punitive: l'ascesi, la vera liberazione dal desiderio è una grande conquista, che si raggiunge non vietandosi di desiderare (il che conduce inevitabilmente a forme ossessive), ma imparando a superare la dimensione del desiderio, a provare per essa una sincera noia e indifferenza - il che è possibile, per la maggior parte delle persone, solo dopo averla sperimentata abbastanza a lungo. Questo modo di intendere il desiderio è lontano da ciò che insegna la religione cristiana. Ma davvero lo si ritrova nei Vangeli: nel meraviglioso discorso di Gesù ai discepoli durante l'ultima cena, così come lo riferisce l'evangelista Giovanni. per comodità dei lettori ne riporto qui qualche brano. Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 14, 15, 16: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio, e anche nell'io abbiate fede. Nella casa di mio Padre ci sono molte dimore: se così non fosse. l'io ve l'avrebbe detto. E l'io va a prepararvi il posto: quando ci sarà andato e vi avrà preparato un posto, tornerà e vi porterà là con sé, perché siate anche voi dove è l'io. E del luogo dove conduce l'io, voi conoscete la via.»
Gli disse Tommaso: «Signore, ma non sappiamo dove vai: come facciamo a sapere qual è la via?»
Gli disse Gesù: «La via, la verità e la vita è l'io. Nessuno può giungere al Padre se non attraverso l'io. Se conoscete l'io. conoscete anche il Padre; e voi lo conoscete già, e avete visto cos'è».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre, non chiediamo altro».
Gli rispose Gesù: «Da tanto l'io e con voi e tu non sai cos'è l'io, Filippo? Chi ha visto l'io ha visto il Padre, Come puoi dire "Mostraci il Padre"? Non credi che l'io è nel Padre e il Padre è nell'io? Le parole che io dico a voi non le dico dal mio io soltanto; ma il Padre che è nell'io, è Lui a compiere le sue opere. Credetemi: l'io è nel Padre e il Padre è nell'io; se non ci riuscite altrimenti, credetelo per le opere stesse [che ciò vi permette di compiere]
«In verità, in verità vi dico: chi crede nell'io, compirà lui pure le opere che io compio, e ne farà di più grandi, perché l'io conduce al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome dell'io, l'io la farà, perché il Padre sia manifestato in ogni suo Figlio. Se chiederete qualsiasi cosa all'io, in nome dell'io soltanto, l'io la compirà.»
«Se amate l'io. Osserverete i comandamenti dell'io. L'io pregherà il Padre, e il Padre, vi darà un Altro, che sappia incoraggiarvi, e che rimanga con voi per sempre. È lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete già perché abita in voi e sarà sempre in voi. L'io non vi lascerà mai orfani, ritornerà sempre da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più: voi invece vedrete sempre l'io, perché l'io vive e voi vivrete.
In quel giorno saprete che l'io è nel Padre, e voi siete nell'io, e l'io è in voi...."
Provarci non costa niente. Magari potrebbe essere un proposito importante per l'anno nuovo. Riparleremo di questi concetti e delle potenzialità della nostra mente nei prossimi numeri. Vi auguro un sereno Natale... e che tutti i vostri desideri si possano realizzare!

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