Giovani del 2000

Informazione per i giovani del III millennio    numero 8    Marzo 2003 

 

Direttore  Prof. Carlo Monti

Vice Direttore  Maurizio Martini

Redattori  Alessio Lenzi, Mario Lorenzini

 

Redazione

Via Francesco Ferrucci 15

51100 - PISTOIA

Tel.  057322016

e-mail: gio2000@freemail.it

Tipologia: notiziario

 

Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Firenze al n. 4197 del 26.06.2000

 

Gli articoli contenuti nel  periodico non rappresentano il pensiero ufficiale della redazione, ma esclusivamente   quello del singolo articolista.

 

In questo numero:

 

Editoriale - Di Mario Lorenzini

COMUNICATI

Anno nuovo sito nuovo - Di Alessio Lenzi

DONNE

Il coraggio di ricominciare - Di Veronica Franco

ESOTERISMO RELIGIONI E DINTORNI

Siamo stati già spesse volte sulla Terra? Vi ritorneremo? - Di "Vita Universale"

 

Quando si predica l'amore Cristiano, lo si fa proprio col cuore? - Di Elena Aldrighetti

 

Usciamo dal tunnel...Il segno del bestione! - Di Cristiano Malanga

 

Pseudo-Rosacrocianesimo e Pax americana - Di Marius

HOBBY E TEMPO LIBERO

Un rifugio adatto anche ai non vedenti - Di Lorena Di Centa

INFORMATICA

Outlook Express (Lezione 5) - Di Paola Vagata

 MUSICA

"Up, ritorna Peter Gabriel!" Ancora un grande vecchio che non vuole diventarlo - Di Vainer Broccoli

NORMALITA' E HANDICAP

Un progetto per un'integrazione migliore - Di Luigi Palmieri e Natale Todaro

 

Il bastone bianco e la sua importanza - Di Michele di Monaco

RACCONTI E POESIA

Felice Ovvero: a proposito di una certa infelicità - Di Simona Convenga

RIFLESSIONI E CRITICHE

Il gioco delle ipocrisie si ripete ancora - Di Maurizio Martini

 

 

 

Editoriale

 

Di Mario Lorenzini

 

Cari amici, ormai è un'abitudine per noi migliorarci, per voi intendo, cosicché possiate avere fra le mani (o comunque nel pc) una copia di “Giovani del 2000” con contenuti interessanti. Vi dico subito quindi, che la prima novità la illustra Alessio nel suo comunicato, l'articolo imme-diatamente seguente.

Un'altra piccola "chicca" che darà i suoi frutti col tempo, è l'inserimento di spazi pub-blicitari all'interno di queste pagine. Già, proprio come una rivista che si rispetti, anche "Giovani del 2000" avrà questa caratteristica aggiuntiva; con l'aiuto degli sponsor saremo in grado di valorizzare ulte-riormente la pubblicazione, ve ne accorgerete. Ma non è giusto che vi racconti i contenuti, che spero leggerete da soli con un pizzico di curiosità e passione.

Vorrei soltanto porre un attimo il dito all'inizio dell'ultimo articolo, riguardante la (spero improbabile) guerra in Irak. Io non so se nel momento stesso in cui state leggendo questo editoriale ci sia già in atto il conflitto, oppure tutto si sia risolto pacificamente. Io dico solo che le buone intenzioni portano spesso dalla parte giusta e quelle cattive…

In una citazione famosa qualcuno ha detto "c'è solo una pace che si trova solo dopo una guerra", ma erano altri tempi. La vita è una, almeno quella terrena, quello che c'è dopo ce lo insegnano le religioni.

Ma a prescindere dal credere o meno a un'eventuale altra vita ultraterrena, perché mai, intanto, dobbiamo (leggi vogliamo) comportarci come degli animali, degli egoisti, degli assassini,  spietati uccisori di madri, mogli, figli (qui il riferimento è davvero ampio)… perché? Forse la follia omicida si sta insinuando dentro di noi? Forse la mancanza di reali sentimenti e/o valori ci spinge ad assumere posizioni deviate?

Perché non fermarsi un po' e riflettere, in fondo non è tutto perduto, quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto noi, e possiamo anche percorrere quel cammino a ritroso, basta volerlo.

E credo di interpretare il pensiero comune dicendo che ciò che vorrei è, per ora, il disarmo delle superpotenze in gioco, ma in futuro, una consapevolezza delle con-seguenze negative, per non dire immani catastrofi provocate (ma anche più terribili di disastri dovuti a calamità naturali), di cui l'uomo sarebbe il colpevole, il responsabile in prima persona.

E allora, la prossima volta, usiamo qualcosa, magari quel qualcosa che abbiamo sopra il collo; sono sicuro che dopo aver contato fino a dieci non premeremo il grilletto. Semplicemente la nostra testa ci potrebbe servire per scoprire quale gene provoca un certo disturbo, oppure per costruire sistemi per coltivare terreni attualmente aridi.

Insomma, in una parola, costruire non distruggere!

 

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COMUNICATI

Anno nuovo sito nuovo

Di Alessio Lenzi

Sì, proprio così, con l’anno appena iniziato le novità del nostro periodico saranno tante e speriamo molto gradite da voi lettori.

Come avrete letto dal titolo di questo articolo, abbiamo deciso di rinnovare nei suoi aspetti più tecnici il nostro sito, rendendolo sempre più semplice e soprattutto, più facile da individuare in rete. Infatti, ci siamo trasferiti dal precedente server gratuito ad uno a pagamento molto più capiente ed efficiente del precedente.

La prima novità, quindi, sta proprio nell’indirizzo del sito che adesso è: www.gio2000.it, indirizzo certamente molto facile ed intuitivo. Nel nostro sito potrete trovare tutte le modalità per ricevere la nostra pubblicazione, l’ultimo numero da scaricare in diversi formati e tutte le notizie sui prossimi numeri in uscita.

Prossimamente, inseriremo un archivio dei precedenti numeri usciti suddiviso per anni ed oltre a questo, inseriremo tutta una serie di programmi utili da scaricare e un elenco di collegamenti ai siti più utili per noi.

Ho detto prossimamente, in quanto il nostro sito non deve mai essere considerato uno spazio chiuso ma una realtà sempre in continua evoluzione e sempre pronta ad ogni sviluppo futuro.

Vediamo un attimo in dettaglio la prima pagina del sito e descriviamo molto sinteticamente cosa possiamo trovare al suo interno. Per prima cosa, vi è un aiuto alla navigazione che consente nel sapere in dettaglio cosa contengono le varie sezioni del sito e come utilizzarle al meglio. Il link CHI SIAMO, contiene in breve la nostra storia e tutti gli indirizzi per contattarci. Oltre a questo troverete un collegamento che vi spiegherà come ricevere il giornalino, con la possibilità di iscriversi direttamente alla versione via posta elettronica ed altri indirizzi utili per saperne di più. Il link SCARICA L’ULTIMO NUMERO,  permette di avere sempre l’ultima edizione del giornalino in vari formati fra i quali, Word, e testo per MS-DOS. Infine, il collegamento ai programmi utili è provvisorio ma lo abbiamo  comunque già inserito per poter avere una idea sul sito che costruiremo pian piano, anche con i vostri suggerimenti e il vostro prezioso aiuto!

Nella Homepage trovano posto anche due collegamenti di posta elettronica, uno per scrivere alla redazione e uno al webmaster del sito; con il primo potrete inviarci tutti i suggerimenti che riterrete più opportuni, articoli che vorreste pubblicare e tutto quanto concerne il periodico in generale.

Con il secondo collegamento, potrete scrivere a chi veramente cura il sito segnalando problemi di navigazione, collegamenti non funzionanti e quanto altro riterrete opportuno segnalare per una navigazione più semplice ed efficace all’interno del sito.

Sempre parlando di posta elettronica, anche qui le novità non mancano, infatti, abbiamo attivato due nuovi indirizzi che sono rispettivamente: redazione@gio2000.it e webmaster@gio2000.it. Come potete intuire dalla lettura di questi indirizzi, abbiamo cercato di semplificare molto il rapporto di contatto con noi, creando caselle semplici ed intuitive per quanto riguarda il loro utilizzo.

Comunque queste sono le e-mail che verranno attivate anche cliccando sui due link che abbiamo descritto sopra, quindi se ve li dimenticate basterà andare sul sito e Cliccare! Per quanto riguarda il nostro vecchio indirizzo e-mail, gio2000@freemail.it, rimarrà attivo fino a tutto il mese di giugno 2003, dopo di che tutte le vostre comunicazioni dovrete farle agli indirizzi che abbiamo descritto in precedenza.

Un’ultima considerazione vorrei farla sulla versione del giornalino che viene spedita mediante posta elettronica, avrete notato che dallo scorso numero esso viene inviato come allegato al messaggio in formato html. Abbiamo deciso di adottare questo sistema in quanto parecchi lettori hanno riscontrato problemi con il vecchio sistema, poi con questo formato possiamo leggere il tutto in maniera più agevole in quanto si può facilmente passare subito all’articolo che ci interessa semplicemente cliccando o spostandosi con le frecce sul titolo dell’articolo e premendo il tasto invio. Debbo però costatare che l’iniziativa, benché da varie fonti ho saputo essere di gradimento, non ha suscitato in voi lettori elettronici grossi scossoni, in quanto non abbiamo ricevuto  e-mail di gradimento o di eventuali disservizi dati da questo, a mio avviso, grosso cambiamento. Comunque resta il fatto che tutti noi lavoriamo e continueremo a farlo per migliorare e rendere sempre più la nostra pubblicazione al passo con i tempi ed a voi sempre più gradita.

Con questo articolo, speriamo di aver messo in voi un po’ di curiosità e speriamo inoltre che tutte queste novità portino ad una sempre maggiore diffusione del nostro periodico.

 

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DONNE

Il coraggio di ricominciare

Di Veronica Franco

 

Per ricominciare a vivere come una qualsiasi donna di quaranta anni e voler amare

qualcuno per cui valga la pena di lottare o, magari, cercare e mantenere un orgoglio

personale realizzando un’ambizione, sono sicuramente stimoli importanti; talvolta anche decisivi per chi non ha subito le idee chiare. C’è bisogno di costanza e perseveranza, che non sono di tutti a questo mondo.

Talvolta, in un soggetto femminile quando le accade  tutto questo, affiora la vulnerabilità. Perché vi domanderete?

Potendo fare un elenco di situazioni (sarebbe banale ricordarne qualcuna in cui si confronterebbe), per essere abbastanza chiari prendendiamo una delle più comuni, come il confronto tra i primi segni dello scorrere  della vita sul proprio corpo e la vigoria di un uomo, magari un po’ più giovane, “rispettoso” del suo, dal quale si sente scelta.

Ecco che i pregiudizi le si affacciano alla mente e nascono così le frustrazioni.

Da quel momento, entra in gioco quanto racchiude in sé stessa e nel suo cuore. Raccoglie quanto di meglio ha da offrire per intelligenza e affetto, perché chi ha di fronte, quando l’abbraccia, abbia la possibilità di apprezzare, oltre il fisico, molto di più, evitando di ridurre “quell’inizio”, ad un periodo tanto passionale quanto breve.

Le incognite sono sempre una preoccupazione, ma un punto di forza, in una donna che ha paura di ricominciare, può essere anche una piccola scoperta… magari avere iinteressi in comune con le persone che ama e, non soltanto gusti. Con quella certezza di non avere mai silenzi troppo lunghi, anche se il carattere può essere opposto all’altro, riesce ad avere più fiducia in ciò che fa.

Un altro ingrediente fondamentale in un nuovo rapporto a due, è sicuramente la tolleranza. Mi sento di affermarlo con certezza, perché in una donna come me, la prevaricazione delle esperienze della vita ha fatto il suo calco, trasformandomi spesso in aggressiva. Ho ritrovato oggi il dominio con la forza attinta dall’uomo che mi ha preso per mano e, infondendomi fiducia, mi ha fatto fare i primi passi…verso un cammino pieno di ostacoli ma, sono sicura, mi porterà in fondo ad una strada non chiusa.

Quanto scrivo non è certo una pagina di diario o la sintesi di uno stato d’animo del mio momento, vuole essere però, sicuramente, un incoraggiamento per quelle amiche nelle stesse mie condizioni, che, dopo avere fallito quello che credevano il loro successo più grande, cioè la costruzione della propria famiglia e, magari, dopo aver assaporato l’amara delusione di una dolce  fantasia per una  storia d’amore inscenata da un bell’imbusto dalla voce suadente, non sogni più di ricostruire la propria vita soprattutto, quellaaffettiva.

Come ho già scritto un po’ di tempo fa e lo ricordi, per esperienza diretta ho la convinzione che l’esistenza di ognuna di noi non sia finita se crediamo nell’amore, qualsiasi tipo di amore.

Non voglio certo sostenere di non conoscere il timore di soffrire ancora, il confronto con la realtà, la mia realtà, spesso mi prende per mano e mi accompagna in silenzio in luoghi  che, anche se pieni di gente, mi avvolge nella solitudine interiore, oscura i miei pensieri solitamente positivi e pieni di buona volontà. E’ in questi momenti che torno indietro con i ricordi e traggo la forza dalle mie sofferenze passate, ed è proprio il mio mondo scuro che ricerco. Confronto il dolore di situazioni e vicende che non mi hanno fermata e non hanno permesso alla solitudine di imbrigliare le mie speranze; e ritrovo la forza e il coraggio pensando a cosa mi direbbe il mio amore se mi ascoltasse in quel momento. La fiducia che ripongo in lui e la concretezza delle sue parole, mi aiutano a credere in me, razionalizzando e ridimensionando le mie insicurezze. 

La preoccupazione delle prime rughe che arriveranno, i piccoli inestetismi provocati dalle smagliature, il limitare del nostro viverci dagli impegni dovuti ai figli, non sono più un peso che limitano i nostri sentimenti, ma soltanto parte integrante di quanto riempie la mia vita e di quanto curerò per dimostrargli l’importanza della sua presenza.

“Amare”, prima durante e dopo essere piombata nell’oscurità, è la sola forza che ho trovato nelle persone che vivevano intorno a me, con me e per me, la vita non  avrebbe avuto senso se non fosse rimasta sempre la luce inebriante di questo sentimento… a lui, oggi,  grazie di esistere  e di camminare accanto a me su quella strada.

 

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ESOTERISMO RELIGIONI E DINTORNI

Siamo stati già spesse volte sulla Terra? Vi ritorneremo?

Di "Vita Universale"

 

Oggi parleremo di un tema che rappresenta una delle questioni più importanti della storia dell’umanità. Si tratta di una questione, nel vero senso della parola, di vita e di morte, o più esattamente della reincarnazione, della rinascita, ossia della possibilità che l’anima dopo la

morte del corpo possa ritornare ad incarnarsi in un nuovo corpo umano e venire, quindi, di nuovo qui sulla Terra. Questo è un tema che ha toccato i grandi spiriti, gli artisti, i pittori, i filosofi di tutti i tempi. Alcuni hanno rivestito queste conoscenze sulla reincarnazione anche in versi come per esempio Wilhelm Bush che ha scritto: “Per questo non imprecare contro il mondo così ad alta voce. Prima che tu fossi, hai contribuito ad edificarlo”. In questi versi Wilhelm Bush esprime la sua credenza della reincarnazione. E forse conoscerete anche Goethe che compose questi versi: “Che cosa ci terrà mai in serbo il destino. Dimmi, qual incantesimo è mai questo, ah tu nei tempi passati eri mia sorella o mia moglie”.

 

In modo meno poetico si sono espressi su questo tema altri personaggi famosi. Sono state tramandate tutta una serie di citazioni di Jung, Hernry Ford, l’imperatrice Elisabeth, Kant, Kleist, Hölderlin, Leone Tolstoi, Platone, Plutarco, Pitagora, Richard Wagner ecc. Anche oggi ci sono molti personaggi, come ad esempio il noto calciatore tedesco Beckenbauer o la cantante rock Nina Hagen e altri, che credono nel fatto di aver vissuto già una volta su questa terra e che lo dicono anche in pubblico. Su questo tema ci sono anche molti libri.

Alcune statistiche affermano che anche nell’Occidente o in Europa il 30% circa delle persone crede nella reincarnazione, anche tra i cattolici. Alcuni secoli fa, queste persone avrebbero avuto difficoltà molto gravi, perché nel sesto secolo dopo Cristo chi pensava che l’anima potesse rinascere in un altro corpo veniva colpito da scomunica dalla Chiesa.

Bisogna dire che la credenza della reincarnazione fa parte delle conoscenze più antiche dell’umanità. Ma ciò che molti non sanno, anche molti di coloro che credono nella reincarnazione, è che essa era anche una conoscenza nota tra i primi Cristiani.

Per provare questo non si può soltanto andare a cercare nella Bibbia, ma anche in quegli scritti che sono sorti nello stesso periodo in cui venne compilata la Bibbia o molto prima. Oppure chiedere ai cosiddetti Padri della Chiesa, riconosciuti dalla Chiesa stessa, alcuni dei quali hanno vissuto prima che la Bibbia fosse compilata. Infatti la Bibbia è sorta nel quarto secolo. Uno di questi, che ha partecipato alla compilazione della Bibbia, e cioè il Padre della Chiesa Gerolamo, sapeva ancora, per esempio, che Gesù aveva insegnato la reincarnazione. Un altro, Clemente, che visse verso il 200 disse: “Sì, reincarnazione, qui le anime vengono fatte entrare in corpi diversi”. Tuttavia, si potrebbe dire che chi legge con attenzione la Bibbia vi trova tuttora delle tracce della reincarnazione. Naturalmente ci si può chiedere perché solo delle tracce. Forse dovrei anticipare che la Chiesa ufficiale coi suoi dogmi ha fatto un ripulisci nella Bibbia, la quale è stata elaborata più volte e sono stati cancellati dei passi in cui si parlava chiaramente della reincarnazione. Alcuni passi si possono ancora trovare nel libro della ‘Sapienza’ nel Vecchio Testamento, dove il Saggio dice: “Dal momento che ero nobile sono venuto in un corpo senza colpa”. E alcuni capitoli più avanti sta scritto: “Ci sono persone che dicono che non c’è un ritorno e la fede di queste persone sarebbe una fede errata”. Quindi la credenza giusta è che esiste un ritorno. Questo libro della ‘Sapienza’ è contenuto nella Bibbia cattolica. Nella Bibbia protestante fa parte di quegli ‘scritti’  buoni da leggere, ma non fa parte della Bibbia stessa. Si vede quindi che le Chiese non sono unanimi.

Per noi resta comunque, di là delle conoscenze storiche, la prospettiva che ci apre il cominciare a pensare alla possibilità della reincarnazione. Non possiamo più dare la colpa agli altri dei nostri errori, ma dobbiamo assumercene la responsabilità. Allo stesso tempo diveniamo anche responsabili dell’evoluzione della nostra anima, e vediamo la vita sulla terra come una possibilità di imparare, di prendere la giornata come una scuola che ci dice chi siamo veramente e ci porta la domanda: chi sono? Da dove vengo? Dove vado?

Ma per continuare abbiamo bisogno del prossimo articolo nella prossima edizione…

 

Uno degli scritti, basati su un Vangelo ritrovato e arricchito dalla parola profetica dei nostri giorni si chiama “Questa è la Mia Parola” – Alfa ed Omega – il Vangelo di Gesù, che contiene anche molti fatti sulla vita del Cristo e anche una prospettiva sui tempi a venire.

E’ un libro che si trova nelle migliori librerie oppure si può richiedere a Vita Universale – Casella Postale 16068 – 20158 Milano.

 

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Quando si predica l'amore Cristiano, lo si fa proprio col cuore?

Di Elena Aldrighetti

 

Ci troviamo in un periodo molto difficile per l’umanità. Incombe la Guerra del Golfo, il materialismo e gli interessi di pochi, influenzano la vita di tutti.

Proprio in un periodo come questo, si fa a gara nel predicare che fra gli uomini ci deve esser Amore e Fratellanza.

Io sono pienamente d’accordo riguardo all’Amore fra gli uomini, il problema è che, come al solito,

si predica bene ma si razzola male.

Questa mia critica è rivolta soprattutto alle persone religiose, sia laiche che consacrate, di tutte le

confessioni esistenti.

In particolar modo mi rivolgo ai religiosi occidentali.

Io vorrei  chiedere a coloro che si professano cristiani, cosa fanno nella vita quotidiana, per far sì

che l’Amore fra gli uomini vi sia veramente.

Credo infatti che, per migliorare la qualità dei rapporti fra esseri umani, ognuno di noi debba

cominciare a cambiare atteggiamento nella propria vita quotidiana.

Non basta predicare, mandare soldi al terzo mondo per migliorare la convivenza fra i popoli.

Il seme dell’Amore va sparso tutti i giorni, nelle piccole e nelle grandi cose.

Ci sono molti ecclesiastici illustri che parlano continuamente di Amore di Cristo, di fratellanza, di solidarietà, poi però, all’atto pratico, non riescono a concretizzare in azioni l’amore tanto predicato.

Come si può insegnare l’amore quando fra gli stessi cristiani non c’è comprensione?

Io non parlo delle differenze teologiche, anche perché, secondo me, l’unità della Chiesa non vuol

dire uniformità.

Parlo invece di mettere in pratica ciò che le Sacre Scritture insegnano, cioè l’amore fra fratelli.

Vi faccio un esempio.

La settimana dal 18 al 28 Gennaio 2003, c’è stata la settimana ecumenica fra le Chiese Cristiane.

In Germania, e più precisamente a Regensburg, è accaduto un fatto molto grave, almeno per me.

Era stata organizzata la settimana ecumenica, il programma prevedeva un incontro nel duomo

Cattolico Romano con tutti i rappresentanti delle Chiese Cristiane. Al Sacerdote Ralf Staymann, Vetero-Cattolico, era stato assegnato il sermone.

Quando il vescovo di Regensburg ha saputo che questo Sacerdote doveva dire il sermone, ha bloccato l’i-niziativa.

Tutto questo perché? Perché il Sacerdote Ralf è un ex sacerdote cattolico romano e, il diritto canonico, vieta a un ex prete di predicare in una Chiesa Cattolica Romana.

Forse pochi sanno che, almeno un centinaio di Anglicani, quando la Chiesa Anglicana si pronunciò a favore del-l’ordinazione delle donne, passarono alla Chiesa Cattolico Romana con le loro

famiglie.

Per spiegare meglio: tutti sanno che i sacerdoti cattolici di Roma non possono sposarsi, però nel

caso degli anglicani, pur essendo sposati, sono stati accettati dal Vaticano a tutti gli effetti come sacerdoti cattolici.

Verrebbe allora da dire che, se un ex anglicano divenuto cattolico romano, dovesse partecipare ad un incontro ecu-menico in una Chiesa Anglicana, non dovrebbe essere accettato da quest’ultima.

Tutto questo vi  sembra logico? Dov’è il tanto predicato Amore?

Se ci si ferma davanti a dei dogmi puramente umani, come si può pensare a creare la pace del mondo?

Se già non riescono a trovare un accordo i cristiani che predicano tutti l’insegnamento di Cristo,

come possono trovarlo i potenti della terra?

Il problema è che si antepongono gli interessi dei singoli, a quelli per il bene dell’umanità.

Per questo, prima sostenevo l’importanza delle azioni compiute da ciascuno di noi nella vita quotidiana.

Per migliorare la nostra vita, ritengo si debba partire dal basso, e con costanza e perseveranza si

potrà arrivare in alto!

E’ giusto combattere le guerre, ma che senso ha additare i “cattivi”, quando i così detti buoni vendono loro le armi?

Vedete, siamo sempre nel “chi predica bene razzola male”.

Purtroppo il periodo in cui stiamo vivendo è basato molto sulla dialettica.

Ci sono persone molto potenti che hanno imparato l’arte oratoria, sanno incantare le persone con parole bellissime.

Peccato però che queste parole restano tali, non si materializzano in azioni concrete.

L’amore senza l’azione è sterile, fine a se stesso. Noi, gente comune, dovremmo cercare di distinguerci, do-vremmo combattere la manipolazione che avviene dagli alti livelli.

L’Amore Cristiano io lo intendo come assoluta libertà. Vivendo attraverso il suo insegnamento si

diventa veramente liberi da tutti i condizionamenti che questa società ci impone.

Smettiamo di dar colpa sempre agli altri, smettiamola di dire che noi non possiamo fare niente perché non siamo importanti. Cerchiamo di essere protagonisti della nostra vita e non spettatori

passivi.

Soprattutto cerchiamo di distinguerci da coloro che predicano e non agiscono.

Usiamo il cuore in tutto ciò che facciamo, ci accorgeremo presto che chi ci sta intorno, attraverso il nostro modo di agire, diventerà anch’egli meno passivo.

Smettiamola di essere ipocriti e di nasconderci dietro “è stato sempre così”.

Io mi auguro che presto, coloro che guidano le varie Chiese Cristiane, mettano da parte i loro interessi dottrinali e dogmatici, per dare spazio totale a quell’Amore che sanno predicare così bene.

Visto che ogni chiesa cristiana sostiene di essere depositaria della Verità, i suoi membri dovrebbero ben sapere che per coloro che non ascoltano il messaggio d’amore di Cristo, non può esserci la vita

eterna.

A queste “eminenze” vorrei ricordare che la vita terrena, prima o poi, finisce e che il potere che si è ottenuto nel mondo materiale, non vale anche nel Regno dei cieli.

 

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Usciamo dal tunnel...Il segno del bestione!

Di Cristiano Malanga

 

Chi si interessa del problema ufologico si sarà certamente imbattuto nelle più disparate e disperate teorie ed ipotesi.

Una di queste ipotesi è collegabile direttamente ad antichi testi, sia esoterici che ortodossi, in cui si

narrano vicende che farebbero pensare che gli alieni sono stati i nostri creatori millenni fa.

In questi testi, è chiaramente fatta allusione al così detto numero della bestia. Il 666 appunto. La

bestia, ovvero il diavolo.

Per la religione cattolica, sarebbe colui che ritorna dallo spazio profondo per prendersi l’uomo,

e quant’altro gli serva, e per vincere la battaglia finale con il Dio creatore dell’uomo stesso.

La lotta del male con il bene, dunque. In chiave ufologica, tutto ciò può essere letto come una lotta 

fra potenze extraterrestri che avrebbero in parte creato l’uomo, ed in parte per questo “ricco bottino”, si farebbero guerre galattiche da millenni.

La traslitterazione del bene e del male alla Star Treck impiega infinite forme di narrazione.

Siccome dietro un po’ di fumo c’è sempre un po’ d’arrosto, abbiamo fatto una ricerca semiseria su

questo argomento, e abbiamo scoperto delle cose interessanti o comunque degne di dieci minuti di riflessione.

Dice la Bibbia: “E lui obbligò a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi a ricevere

un marchio nella loro mano destra o nella loro fronte, in modo tale che nessuno poté né comprare

né vendere senza il marchio che è il nome della bestia o il numero del suo nome. [...] Questo

numero è 666”. (Apocalisse 13:16-18).

Secondo alcuni esoteristi moderni la bestia, l’anticristo, sarebbe Bill Gates, sì proprio

lui, colui che ha creato la macchina in grado di sostituire l’uomo ovvero il computer. Infatti al di là

delle risate che qualcuno a questo punto si potrebbe fare su questo argomento, ci sarebbero dei fatti

precisi.

Se infatti si calcola la somma dei caratteri ascii del nome di Gates e di altre sue sigle compare come

somma il fatidico 666.

 

ARAT ASCII CARAT ASCII CARAT ASCII
B 66 W 87 M 77
I 73 I 73 S 83
L 76 N 78 - 45
L 76 D 68 D 68
G 71 O 79 O 79
A 65 W 87 S 83
T 84 S 83 6 32
E 69   1 . 54
S 83 9 57 2 46
I 1 5 53 . 50
I 1 TOTALE 666 1 49
I 1     TOTALE 666
TOTALE 666        

 

Non vi spaventate! Si vede chiaramente che il numero 666 è stato fatto tornare, aggiungendo spazi appositi e ben calcolati nel conto finale.

Dunque, chi mette in giro queste idiozie poi si scopre che è il costruttore concorrente della IBM, il politico americano che ha paura che il potere passi dalle mani della CIA a quelle dell’IBM, che gestisce i computer della CIA stessa: e da qui la campagna del governo americano contro Gates, il quale si difende facendo calare la borsa precipitosamente a Wall Street così che gli Americani benpensanti sappiano che con Windows non si scherza.

Il segno della bestia allora è un altro? Beh, se si deve dar retta a quello che è scritto negli antichi testi, ci sarà un momento in cui o avrai questo segno o non ti si apriranno neanche le porte del supermercato quando tenti di comprare una bottiglia di acqua minerale.

Nelle indagini serie e seriose che abbiamo fatto sul problema dei rapimenti, abbiamo potuto constatare come alcuni tipi di impianti sottocutanei, innestati da alieni sui rapiti, o forse come dice qualcun altro, innestati da militari dei servizi segreti, appartenenti alla “parte oscura dei governi” sui poveri malcapitati per sperimentazioni occulte, erano caratterizzati da una strana somiglianza con quello che diceva il povero Ezechiele.

Infatti, gli impianti si trovavano sovente sotto il tessuto del cranio frontale destro e nella mano destra.

Tali tipi di impianti, che comunque apparivano molto terrestri e poco alieni per dimensioni e fatturazione, sembravano essere il prodotto di tecnologie molto avanzate, ma gli scopi per cui erano costruiti e impiantati erano totalmente terreni, come abbiamo già potuto ampiamente sottolineare in un nostro recente articolo.

Che sia quello dunque il segno della bestia? Che la bestia sia rappresentata dai governanti corrotti che vogliono ridurci tutti in schiavitù elettronica perenne?

Sicuramente, tra un sorriso e un battito del cuore, bisogna tener presente questa ipotesi perché ne abbiamo viste e ne vedremo sicuramente ancora delle belle…

Un’altra ipotesi di natura ufologico aliena che sta sorgendo in questi giorni, riguarda il fatto che il 666 sarebbe il numero di un particolare gene che nel nostro DNA sarebbe stato alterato dagli alieni, nostri creatori, all’atto della nostra stessa creazione per non farci proprio come loro ma un po’ più “scarsi”, se così si può dire. Vi assicuro che dietro ognuna di queste ipotesi fantascientifiche si nasconde una ricerca seria e degna di attenzione.

L’ufologia italiana, sempre al passo con quello che fanno i governi, in un certo senso, ha anche tentato di emulare questo aspetto della realtà.

Il numero degli ufologi italiani non è però il 666 ma bensì il 656!

Questo infatti è il numero di una legge del codice Penale e non di Procedura Penale che è un’altra cosa, che è sempre in bocca agli ufologi italiani.

L’art. 656 riguarda la Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico.

Si potrebbe pensare che lo Stato abbia accusato gli ufologi di divulgare notizie false e tendenziose ma non è così. Quando mai infatti gli ufologi italiani hanno dato qualche notizia? Mai!

In realtà si tratta di tutta un’altra faccenda.

Thimoty Good, ufologo e scrittore, nonché musicista inglese, ha recentemente pubblicato un libro sul problema ufo citando, per circa un terzo del suo volume, un caso italiano.

Il “Caso Caponi”, così veniva alla ribalta dell’ufologia mondiale. Si trattava di un giovane ragazzo che dichiarava di aver ripetutamente fotografato uno strano essere nel giardino di casa sua in più riprese. Tutte le foto e l’intera storia sono state pubblicate.

Quello che però nell’articolo non viene detto è come la storia, dietro le quinte dell’ufologia italiana, abbia preso una strana ed ambigua piega. Quando io e Maurizio Baiata lavoravamo per questo centro ufologico, ci venne detto che chi aveva fatto le indagini aveva scoperto che Caponi aveva in realtà costruito un modellino e che quindi il caso era falso. L’inquirente di questo centro ufologico andò dai carabinieri, comunicando loro che era probabile che il Caponi avesse costruito un falso, e li invitò ad intervenire appunto con la legge 656. Così è anche riportato nel libro di Good. Il Caponi fu sottoposto ad interrogatorio (del tutto illegalmente nda) e fu costretto a dire il falso, cioè che l’alieno l’aveva costruito lui. Inoltre, il giorno dopo, i carabinieri andarono sul posto e costrinsero il Caponi a farsi fotografare con un pezzo di materiale simile a quel pongo misterioso trovatogli in casa. La foto era la dimostrazione che il Caponi aveva costruito un artefatto.

Così è scritto nel libro di Good.

In effetti parlai con Caponi due sole volte in privato e lui mi confermò la storia del-l’ingerenza subita dai ca-rabinieri. Grazie quindi al centro ufologico di cui sopra, un caso che gli esperti fotografi internazionali, messi in ballo nel libro da Good, giudicavano autentico, diveniva un clamoroso falso, con grave perdita di immagine dello stesso testimone principale. Non bastarono a quei tempi le testimonianze collaterali dei parenti ed amici del Caponi anch’essi cotestimoni di alcuni avvenimenti accaduti a Pretare. Non bastò nemmeno uno strano messaggio ricevuto in redazione da Maurizio Baiata ed altri che parlava di interferenze dei servizi segreti sul caso. Senza entrare in particolari, una frase del messaggio anonimo citava testualmente “…Messo a tacere il Caponi…”.

Tutto ciò avrebbe comunque dovuto insospettire gli inquirenti e forse le loro conclusioni non erano reali e i ripetuti tentativi di far capire che le indagini andavano svolte in un altro modo non furono stranamente raccolti.

Il caso venne rapidamente dimenticato fino al giorno della pubblicazione del libro di Good che avrebbe dovuto far almeno riaprire un caso molto discusso. Ma, nonostante l’intervento in questo senso di Maurizio Baiata al Maurizio Costanzo Show, niente è accaduto.

Stranamente inoltre, nelle notizie che girano su internet, sui nuovi libri e nuove pubblicazioni e nuove trasmissioni televisive sull’argomento ufo, non viene a tutt’oggi citato nemmeno una volta (ad eccezione di un tardivo ed inesatto articolo pubblicato sulla rivista del CUN), il libro di Good. Strano… si parla dei nostri ufologi nazionali, dell’Italia e di un caso che prende un terzo di un libro che andrà su un mercato internazionale… ed i signori dell’ufologia italiana non citano minimamente un'opera di questo tenore…

Forse perché l’immagine, di qualche personaggio ufologico, che ne viene fuori non è limpida? Chissà!

 

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Pseudo-Rosacrocianesimo e Pax americana

Di Marius

 

Per chi ancora non conoscesse il significato del termine Rosacroce (e, fra costoro, vi sono fior di opinionisti) informiamo i nostri lettori meno avvezzi alle disquisizioni esoteriche che si tratta di un termine volto ad indicare e celare, a un tempo, le individualità di taluni pensatori e iniziati, che sul principio del XVII secolo tentarono con tutti i mezzi a loro disposizione (fra cui un’azione, oltre le quinte della scena storica, sulla vita politica e sociale del proprio tempo) di raddrizzare le sorti del nostro Occidente dalla china materialistica verso cui, già dal periodo in questione, esso andava scivolando senza rimedio. La loro azione discreta, venne tuttavia a infrangersi, per ragioni che non staremo qui ad analizzare (per farlo, non basterebbe un intero volume), contro l’ostilità tanto dei regnanti che degli alti papaveri ecclesiastici protestanti quanto cattolici, talché, nel giro di pochi decenni, l’influsso spirituale esercitato per mezzo di quei veri e propri filosofi incogniti si preferì ritrarlo entro un dominio più recondito, rispetto a gli occhi del mondo profano occidentale, tale da seguitare tutt’oggi.

Esteriormente, il mito dei Rosacroce, come spesso per consimili faccende piuttosto misteriose accade, durò tuttavia tanto, da influenzare di sé, nel giro di pochi decenni, la stessa Massoneria speculativa nascente; operando, a partire dall’ultimo scorcio del XIX secolo, una vera e propria suggestione su quasi tutte le organizzazioni occultistiche d’Europa e d’America: ma con uno stravolgimento concettuale progressivo del termine iniziale, da parte di codeste, che ha veramente dell’incredibile: stravolgimento che spesso, e con coraggio, è stato aspramente denunziato.

Recentemente anche noi abbiamo avuto in mano un “Manifesto” redatto da certi occultisti pseudo- rosacrociani, la cui casa madre si trova negli Stati Uniti, per quanto, con apposite filiali, essi abbiano diffusione un po’ dappertutto, anche in Europa: parliamo dell’Antico Ordine Mistico della Rosacroce, meglio noto sotto l’abbreviativo di A.M.O.R.C..

L’immagine offerta da questo opuscoletto di appena 32 pagine (“sigillato”, come vi si recita in appendice, il 20 marzo 2001), disponibile in visione anche presso la nostra redazione , è abbastanza penosa; alle palesi contraddizioni interne si accompagnano selve di affermazioni gratuite in libertà, condite (tipico esempio di una residuale mentalità puritana) da dosi abbondanti di “moralina”. Fra le considerazioni ivi esposte, ve ne sono di tali da meritare, sia pur fug-gevolmente, una disamina: dietro il loro linguaggio paludato e suadente, tipico di chi crede di saperla lunga e gioca a mirar le cose dall’alto, noi ritroviamo solo processi verbali in veste discorsiva, cioè la solita e molto terrena broda di sempre.

Dalle “sublimi vette” onde laconicamente ci appaga, l’anonimo redattore dell’opuscolo in questione così sentenzia: «Se Dio, a causa della sua trascendenza, è incomprensibile e inintelligibile, ciò non è valido per le leggi attraverso le quali Egli si manifesta nella creazione». A parte il fatto che pretendere saperla così lunga su Dio, implicherebbe di per sè una conoscenza già di ordine trascendente (che viene negata), nel complesso il periodo in questione pare, sotto il profilo “esoterico”cui si attiene l’estensore, limitare oltre tutto il carattere di qualsivoglia illuminazione alla dimensione cosmica, ai soli Piccoli Misteri (per usare un linguaggio speciale); il che, oltre che un po’ curioso è un falso bello e buono, in senso propriamente spirituale.

Viene quindi affrontato di petto l’enigma (qui dato per risolto) della vita intelligente negli altri pianeti: “Tra le forme di vita che popolano altri mondi, alcune sono probabilmente più evolute di quelle esistenti sulla Terra, altre meno. Quanto al fatto di sapere se gli extraterrestri siano suscettibili di contattare la nostra Umanità, noi lo pensiamo”. Ammesso, per assurdo, l’intero postulato, per arrivare a simili contatti la tecnologia degli abitanti extraterrestri si svilupperebbe assai oltre il grado pur insidioso e pasticcione (confronta gli episodi dello shuttle) che possiamo constatare presso la nostra umanità; il che francamente getterebbe uno sguardo un po’ sinistro, su codesti presunti “evoluti” extraterrestri!

Ma vediamo ancora: “La comprensione dell’Uomo da parte dell’Uomo costituirebbe un progresso considerevole, ancor più radicale dello sviluppo scientifico e tecnologico che ha conosciuto il xx secolo. È la ragione per cui ogni società deve favorire l’incontro diretto tra i suoi membri ma anche aprirsi al mondo. A questo proposito, difendiamo la causa di una Fraternità umana che faccia di ogni individuo un cittadino del mondo (…) Si tratta in fine di lavorare per l’avvento di una cultura della Pace, fondata sull’integrazione e la cooperazione”.

In faccia a codeste “bellle parole”, ci domandiamo, da un punto di vista che- come è nostro abito- tenga conto non solo del bruto dato materiale ma anche di ineliminabili esigenze più propriamente spirituali, in che misura e per chi, sarebbero veramente auspicabili tali tentativi di integrazione fra gruppi umani estremamente diversi: fondati gli uni, poniamo, ancora su valori marcatamente tradizionali e però non consumistici, rispetto ad altri totalmente secolarizzati, desacralizzati, quali sono infatti quasi tutti quelli viventi in seno al presente mondo capitalistico occidentale!!

Ecco, sulla questione religiosa si giunge poi al profetismo: “La sopravvivenza delle grandi religioni dipende più che mai dalla loro capacità di rinunciare alle credenze e alle posizioni dogmatiche che hanno adottato nel corso dei secoli, sia sul piano morale che su quello dottrinale. Per continuare ad esistere devono neces-sariamente adattarsi alla società [quale?insistiamo noi…]. Se non tengono conto dell’evoluzione delle coscienze e dei progressi  della scienza, cosa che equivale a dare le proprie dimissioni di fronte all’evoluzione, si condannano a scomparire in tempi più o meno lunghi, non senza provocare conflitti  etico-socio-religiosi.Di fatto pensiamo che la loro scomparsa sia ineluttabile e che sotto l’effetto della mondializzazione delle coscienze daranno vita a una Religione universale che integrerà quanto di meglio avevano da offrire all’Umanità per la Rigenerazione”.

Sta bene (si fa per dire…); ma, pure, se scienza, coscienza e mondializzazione umane, qui volute in intimo legame, andrà sempre e comunque di per sé evolvendosi, perché da parte dei seguaci dell’A.M.O.R.C. volersi allora appellare anche all’occultismo, a ciò che, per loro stessa prassi, non vien trasmesso se non sotto riserva, a una qualche forma cioè di iniziazione? Non rimarrebbe in fondo, stando al suddetto ragionamento, che attendere in pace –e secondo il vecchio motto baconiano – il parto maschio del tempo…

In fin dei conti noi, che pur tollerando negli altri le più strampalate elucubrazioni non teniamo affatto a diventare né iniziati per corrispondenza né tampòco ecumenici, pensiamo che quelle parole d’ordine, “integrazione” e “cooperazione”, siano alquanto sospette se in bocca a certe persone, i cui reali interessi potrebbero essere assai meno esoterici e più politici (a conto terzi) di quanto a noi tutti non giovi; e non ci fidiamo: la “Pace” che ne deriverebbe assomiglia oggi un po’ troppo alla ben nota  PAX  AMERICANA  la quale, imbavagliando già l’Europa, ora a suon di bombe e di ricatti commerciali (si ripensi, sotto questo ultimo riguardo al boicottaggio U.S.A. della conferenza mondiale di Johannesburg) la si vorrebbe estendere, secondo oscure direttive, pure al rimanente mondo non ancora globalizzato.

 

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Hobby e tempo libero

Un rifugio adatto anche ai non vedenti

Di Lorena Di Centa

Il rifugio tita piaz Ampezzo, si compone di una grande costruzione in legno e muratura con ampio piazzale antistante per parcheggio autovetture. Dispone di un’ am-pia sala-bar con caratteristico fogolar carnico ed una sala per giochi e relax. Dispone inoltre di 14 camere a diversi posti letto. tutte con servizio privato, riscaldamento centralizzato, acqua calda ed ampia terrazza esposta al sole. Cucina tipica carnica a prezzi contenuti. La sala pranzo può ospitare pranzi fino a 100 persone. Gli autobus arrivano comodamente fino al piazzale del rifugio.

Proposte escursionistiche:

Salita al monte Sisilis, 1812 m. Salita al monte Nauleni,1790 m. Sentiero naturalistico Tiziana Weiss - scalata al monte Tinisa e altre escursioni tra faggi e abeti del bosco Flobia. Inoltre, dal rifugio parte un sentiero per  non vedenti, unico nel suo genere in Europa, che ha già riscontrato notevole suc-cesso tra le persone portatrici di questo handicap. Il percorso parte dal piazzale antistante il rifugio e si snoda tra abeti e larici con un percorso di più di 5 km. inframezzato da panchine e piazzuole dotate di cartelli scritti in braille che illustrano il percorso e la zona Inoltre, prezzi speciali per motociclisti e ciclisti (chiunque desiderasse ulteriori informazioni, può rivolgersi alla nostra redazione al seguente indirizzo:

redazione@gio2000.it

 

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INFORMATICA

Outlook Express (Lezione 5)

Di Paola Vagata

Un altro modo per aprire Outlook Express, come inviare un file in allegato, da Esplora Risorse o da Microsoft Word – Cos’è la Copia Carbone Nascosta -

 Anche da Internet Explorer è possibile aprire Outlook Express. Per farlo, andiamo nel menu Strumenti (alt+S), poi scendiamo fino alla voce “Posta elettronica e news”, che confermeremo con Invio, visto che si tratta di un sottomenu. A questo punto ci apparirà la voce “Leggi posta”; con Invio si aprirà Outlook Express e ci troveremo nella cartella Posta in arrivo. Questa maniera di aprire O.E. risulta comoda perché consente, mentre ad esempio stiamo navigando, di leggere la posta.

 Proviamo adesso ad inviare files in modi diversi. Sapevate che si può inviare un file come allegato, anche a partire da “Esplora Risorse”, o “Risorse del computer?” Vediamo come. Da “Risorse del computer” o “Esplora risorse”, portiamoci nel drive che ci interessa e nella cartella in cui abbiamo il file da inviare. Dopo averlo selezionato con le frecce, premiamo il tasto destro e con la freccia scendiamo sulla voce “Destinatario posta”, all’interno del menu “invia a”, confermando quest’ultima con Invio. Si aprirà O.E. con un nuovo messaggio, che avrà come allegato il file che vogliamo mandare.

Possiamo inviare un documento anche dall’interno di Microsoft Word. Addirittura, abbiamo la possibilità, con Word, di scegliere di spedire un documento come allegato oppure di inserirlo in un messaggio, come testo. Per scegliere fra queste due modalità, dobbiamo andare nel menù Strumenti (Alt+S), e digitare la lettera O di Opzioni. Nella pagina tabulata che ci apparirà, sceglieremo la scheda “Standard” e, con Tab, attiveremo  o disattiveremo, a seconda delle necessità, la voce “Invia messaggi posta elettronica come allegati”; poi confermiamo andando con Tab su OK e cliccando con Invio o Spazio. A questo punto, per inviare il documento, premiamo Alt e ci troveremo subito nel menu File; scendiamo con la freccia su “Invia a” e premiamo Invio; Scegliamo con le frecce la voce “Posta elettronica” e, dopo aver confermato con Invio, ci si aprirà un nuovo messaggio col documento che abbiamo scritto, come allegato o all’interno del messaggio, a seconda della scelta che abbiamo fatto in precedenza.

 Avrete senz’altro sentito parlare, o lo avete visto nel programma di posta, delle sigle CCN (Copia Carbone Nascosta) o BCC (Blind Carbon Copy). Ma di cosa si tratta, in pratica? Spesso abbiamo la necessità di mandare una mail a più persone, senza voler renderne visibili gli indirizzi. Per far questo dobbiamo attivare in Outlook Express, se non lo abbiamo già fatto, la visualizzazione di tutte le intestazioni, in modo che, quando prepareremo il messaggio, ci apparirà anche il campo CCN. Lo si può fare in due modi:

1) Dopo aver digitato Control+N, premiamo Alt+B, poi con Tab ci spostiamo fino al campo CCN, in cui scriveremo gli indirizzi a cui vogliamo mandare il messaggio;

2) Dall’interno di un nuovo messaggio, premiamo Alt, freccia destra fino a Visualizza (possiamo digitare anche direttamente Alt+V), poi scendiamo fino alla voce “Tutte le intestazioni” e premiamo Invio. Le procedure descritte sopra vanno eseguite una sola volta, perché le intestazioni rimarranno sempre visualizzate.

Se il messaggio è stato inviato correttamente, chi lo riceve vedrà, nel campo A, la scritta “Nessuno”, oppure “ndisclosed recipient” senza che appaiano, quindi, gli indirizzi dei destinatari.

 Nella prossima lezione ci occuperemo delle cartelle di O.E, della creazione di una nuova cartella, di come spostare e copiare i messaggi in una cartella da noi creata

 

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MUSICA

"Up, ritorna Peter Gabriel!" Ancora un grande vecchio che non vuole diventarlo

Di Vainer Broccoli

 

Eccoci  nuovamente  qua, anno nuovo, nuovi popositi, nuove iniziative del nostro giornale, ma come musica?

Beh, devo  dire che grandi novità non se ne sentono; il panorama nazionale è  alla finestra che attende il “sacro festival”, ma di ciò  parleremo sicuramente nel prossimo numero. Il palcoscenico internazionale, d’altra parte, non ci dona grosse sorprese; il momento di tensione che si respira nel mondo sembra influire anche sull’ispirazione delle nuove leve che, purtroppo, di nuovo non ci fanno sentire molto.

Tra tutto questo grigiore artistico si segnalano, come al solito, i grandi nomi:

Eric Clapton (molto bello il live ultimo), James Taylor (ne abbiamo parlato in numeri precedenti), Santana (ha riscoperto una seconda gio-vinezza)… insomma non certo dei giovincelli, ma quanta energia, quanto groove, quanta fantasia!

In merito a quest’ultima affermazione, prendiamo in esame l’ultima fatica di Peter Gabriel, “Up”; l’ex flautista/cantante dei Genesis si è riproposto in una veste musicale nuova e interessante: dopo i successi riscossi all’inizio della sua carriera di solista (come non ricordare Shock the monkey, Sledge-Hammer ecc…) l’artista inglese si era cimentato in performance particolari, certe volte al limite della dance, si poteva pensare ad un declino che, visti gli anni di grandi successi colti durante tutto l’arco della sua lunghissima carriera, non avrebbero certo fatto gridare allo scandalo, ed invece…

Dopo un periodo di silenzio, evidentemente meditativo, rieccolo, più strano e particolare che mai, il nuovo disco di Gabriel: “Up”.

Quest’ultima fatica musicale ha proiettato l’ex Genesis in una dimensione difficilmente collocabile; gli esperti lo definiscono Rock, tuttavia, io resto  un po’ perplesso.

Come si può definire comunemente rock l’apripista del disco? Darkness, questo è il titolo, vive di diversi momenti: un inizio estremamente soft, Gabriel quasi sussurra, poi ecco un’esplosione di suoni, la sua voce elaborata da un harmonizer che la rende metallica… un qualcosa che può ricordare la psichedelia…

Come, al contrario, “Grooving up!”, riporta un drumming sì particolare, ma anche tanto raffinato come i suoni di chitarra che vengono usati abbastanza regolarmente nell’ambito di tutto il disco: strani, un po’ acidi, ma estremamente fini al contempo.

Il disco si dipana così, in 10 tracce che, ad un primo ascolto, sembrano disarticolate ed ognuna fine a sé stessa, ma dopo i primi ascolti ci si accorge  perfettamente che l’artista inglese ha seguito un filone, magari un po’ tortuoso, ma sicuramente logico; come in un film dall’incedere turbinante, “Up” procede in maniera impressionante per concludersi con la traccia 10, “The drop”, che sembra voler dare un momento di estremo relax, infatti alla fine di tutta la sua fatica, Peter Gabriel ci regala un’ultima perla, un’atmosfera morbida e sinuosa composta da uno splendido pianoforte e la sua particolarissima voce.

Indubbiamente, questo disco, non risulta di facile comprensione, ma, d’altronde, Peter Gabriel non ha mai cercato la banalità, i suoi lavori si sono sempre contraddistinti per la ricerca delle atmosfere, per la sperimentazione; sarà interessante vederlo in situazioni live, non è facile immaginare cosa potrà tirar fuori dal cilindro questa volta, per le sue performance dal vivo; i suoi fans sono avvisati…

 

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NORMALITA' E HANDICAP

Un progetto per un'integrazione migliore

Di  Luigi Palmieri e Natale Todaro

 

Cari amici, il conte-nuto del presente articolo, ha lo scopo di portare  il problema dell’handicap dall’interno dell’associazione, verso l’esterno facendo capire alla società comune  che l’handicap non deve essere un motivo per chiudersi in sé stessi, ma deve essere anzi un pretesto per integrarsi con più rapidità nella stessa società.

Come potete notare, il presente articolo è legato al progetto per l’handicap visivo e non, da noi proposto, che allegato qui sotto; è composto da 12 punti, realizzabili con la collaborazione di tutti voi.

Questo, non vuole e non deve essere un imposizione verso di voi, ma un invito a realizzare i seguenti punti, facendo un programma unitario per portare dei miglioramenti alla nostra integrazione sociale.

Secondo noi, sarebbero diversi i punti da realizzare.

Due dei punti che possono essere realizzati con la collaborazione e quella di tutti coloro che non sono iscritti ed informati dell’esistenza di questo periodico per allargarci e migliorarci sempre di più sono:

Primo, Il gruppo di gemellaggio

Secondo, La creazione di un centro sportivo.

Il primo è più semplice del secondo, anche se entrambi i punti hanno una loro semplicità.

Il primo può essere realizzato anche e soprattutto tramite e-mail. Perché il gemellaggio tra di noi non viene creato solo con gli incontri di persona, ma anche attraverso i mezzi di comunicazione come telefono e posta elettronica. Un altro esempio di gemellaggio potrebbe essere la creazione di una mailing list anche all’interno  del giornalino o del sito internet creato dai giovani Toscani. Il giornalino creato dai giovani non vedenti e ipovedenti della Regione Toscana può essere già un inizio e un modo per creare lo scambio di comunicazione tra noi, scambiandoci idee, proposte e informazioni per migliorare le varie attività che vengono svolte all’interno delle stesse associazioni locali e non, facendo in modo così di portarle all’esterno, così da riuscire a uscire da quel guscio dove ci si trova rinchiusi. Il secondo punto è la creazione di un centro sportivo che può essere un modo non solo per attirare sempre di più gli altri a noi, ma anche per aiutare  chi ne ha bisogno di fare un’attività sportiva,  perché così facendo attiriamo con più semplicità la società comune alle nostre problematiche e viceversa. Un terzo punto che si può realizzare è il volontariato. Questo, come abbiamo sottolineato nel progetto, non deve  essere solo un servizio di accompagnatori, ma un modo semplice per far inserire soggetti con carattere chiuso nella società, formando nuove amicizie (es. l’univoc della sez. U.I.C.  di Prato). Affermiamo tutto questo perché esistono persone che non accettano le proprie difficoltà create dall’handicap, e questo è male, per loro e non per chi non ha questi problemi. Inoltre, una persona non affetta da handicap dovrebbe fare in modo che i portatori di handicap possano uscire dal questo guscio che si trovano. Noi come tanti altri, non condividiamo l’emarginazione dei soggetti hadicappati. Chi riceve il presente periodico può vedere che il nostro articolo del numero di dicembre 2002 spiega che l’handicap non è emarginazione, ma voglia di aiutare a superare le varie difficoltà. L’handicap maggiore non è la malattia fisica, ma l’indifferenza della gente ignorante sia che si tratti di non vedenti o invalidi civili, o altro.

Per queste ragioni vi invitiamo tutti ad osservare con molta attenzione il progetto allegato e ad accogliere l’invito a creare questo gemellaggio perché uniti si vince tutto, per riuscire a camminare con le proprie gambe e con la propria testa, non con quella degli altri. Per concludere, se volete proporre e migliorare il progetto, scrivete ai seguenti indirizzi e-mail:

Luigi Palmieri da Crotone lui.palmieri@jumpy.it, lui.palmieri@katamail.com e Natale Todaro da Reggio Calabria todaron@libero.it

 

Progetto per l’Handicap visivo e non

 

Volontariato al sevizio dei portatori handicap Corsi professionali ed alfabetizzazione Attività e creazione di un centro sportivo Incontro di gemellaggio tra le associazioni locali e nazionale per un programma comune Creazione di un giornalino informativo Incontri frequenti e creazione di gruppi di lavoro all’interno del-l’associazione
Incontri autorità istituzionali Convegni su temi specifici ed assemblea Presenza scolastica e materiale didattico di sostegno Segreteria telefonica interattiva Personale specializzato Consulenza legale

 

 

Il presente progetto di volontariato e attività a favore dei portatori di handicap, che racchiude tutte le categorie che li rappresentano, seguendo gli statuti e regolamenti nazionali e un regolamento interno, nonché un organico di persone capaci che possano raggiungere tutti o almeno una buona parte dei seguenti punti indicati dal presente schema.

 

Realizzazione e descrizione dei seguenti punti.

 

IL VOLONTARIATO.

Il volontario per il soggetto portatore d’handicap non deve svolgere solo il compito di accompagnatore, ma deve essere un supporto in più per la persona, in modo che essa possa superare le proprie difficoltà.

 

CORSI DI FORMAZIONE.

L’organizzazione dei corsi professionali e di alfabetizzazione informatica consiste nel formare i portatori d’handicap alla realizzazione di una professione e nel-l’inserimento di essi nel mondo del lavoro ed una migliore preparazione.

ATTIVITA’ SPORTIVA.

La creazione di un centro per l’attività sportiva consiste nel far sì che la persona portatrice d’handicap possa svolgere un’adeguata attività sportiva.

 

INCONTRO E GEMELLAGGIO TRA LE ASSOCIAZIONI.

L’incontro di gemellaggio consiste nella collaborazione tra le associazioni stesse, per una migliore integrazione sociale.

 

GIORNALINO INFORMATIVO.

IL giornalino informa tutti i portatori di handicap e non delle varie attività associative svolte.

 

GRUPPI DI LAVORO.

La creazione dei gruppi di lavoro serve per meglio collaborare tra tra i soggetti ed essere più presenti all’interno dell’associazione.

 

INCONTRI ISTITUZIONALI.

Gli incontri con le  autorità istituzionali sono utili per conoscere chi ci rappresenta.

CONVEGNI ED ASASEMBLEE.

La funzione dei convegni e dell’assemblea è quella di fare un resoconto dell’attività svolta e quella da svolgere, e discutere con tutti le varie problematiche dei minorati sensoriali e non.

 

PRESENZA SCOLASTICA.

L’allievo portatore di handicap deve essere seguito non solo dall’insegnante di sostegno affidatogli, ma anche e principalmente dai vari docenti e gli stessi compagni di classe, deve essere aiutato con il materiale didattico necessario alle sua esigenze.

 

SEGRETERIA TELEFONICA INTERATTIVA.

La segreteria telefonica interattiva è un mezzo di comunicazione necessario per esporre i propri pareri e opinioni e comunicare a tutti le varie attività associative.

 

PERSONALE SPECIALIZZATO.

Il personale specializzato deve seguire il portatore d’handicap nelle proprie attività sportive e non, per fargli superare le proprie difficoltà.

 

CONSULENZA LEGALE.

La consulenza legale consiste nell’avere un supporto in più a livello burocratico, viste le varie difficoltà esistenti.

 

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Il bastone bianco e la sua importanza

Di Michele di Monaco

 

Scrivo un pensiero rivolto a un’oggetto, che si chiama semplicemente bastone bianco.

Tanti normodotati non sanno neanche a che cosa serve, ma per tutti i ciechi del mondo, è

Un’oggetto prezioso.

Adesso mi presento: Il mio nome è Michele, ho 49 anni, e da molti anni vivo nel buio più totale.

Io non so chi ha inventato il bastone bianco, ma sicuramente sarà stato un dono di Dio.

Io quando sono in giro per Milano, per recarmi a lavoro prendo il metrò, l’autobus, e faccio tanta strada a piedi, e nonostante tutto mi sento sicuro e protetto.

Io considero il bastone bianco un bambino che mi guida con la sua mano.

 

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RACCONTI E POESIA 

Felice Ovvero: a proposito di una certa infelicità

Di Simona Convenga

 

Mio padre guardava fuori della finestra di casa  il lento spogliarsi dei platani lungo il viale umbertino in una zona della città distante una misura imprecisata da quella che da molti anni era, invece, la “nostra” casa, abitazione cioè del provvido, quanto egoista ed autoritario genitore di mamma che dopo l’ultima definitiva lite sanzionò con la sua riottosa e pesante benevolenza l’aver accolto la sua sventurata figliola e tre nipoti spauriti. Non ho mai capito bene né per quale strada né per quali vie secondarie giungessimo ogni volta a “casa di papà” con i miei fratelli, tale e tanto era il tempo che impiegavamo con le nostre corse e i giochi inventati lungo la via  prima di arrivarvi, poì come un tempo ancor più lungo occorreva per ritornare verso l’altra casa. Non ricordo davvero come alla fine ci fosse sempre quel portone scuro, le scale rimbombanti di altre vite e di umidità, la soglia, lo zerbino pelato che si sfilacciava un po’ verso l’interno grigio dorato di un meraviglioso pavimento inizio secolo, labirinto geometrico di marmi chiari e scuri, di foglie, di fiori danzanti tutto intorno, luccianti per la doviziosa cura che babbo ci metteva nel suo quotidiano lavaggio profumato di sapone rosso e crusca. Molto spesso, noi fratelli si giungeva proprio poco prima che asciugasse del tutto e allora, lui, serissimo, quasi un artista che degna di esibire il suo capolavoro, porgeva a me – il più piccolo, e quindi più propenso a saltare senza remora nel colorato labirinto liberty – uncinato il dito mignolo: <<passate torno torno, ho lavato>>.

Papà amava sorridere a denti stretti, qualunque fosse il suo stato interiore, una piega dolceamara delle labbra riusciva a conservare persino nei momenti in cui era lontanissimo, nell’ottundimento sensoriale ed emotivo dell’ebbrezza. Eppure io il suo sorriso me lo ricordo bene, lo chiamavamo il sorriso “da zio”, aperto ma teso, a tutti denti, ad occhi stretti: una specie di sorriso di circostanza riservato alle fotografie per le occasioni, alle circostanze nelle quali attaccava certe tirate in inglese che ci deliziavano: la pronuncia era ottima, rotonda, profonda, cinematografica. Quante risate quando si capiva che giocava abilmente con le parole travestendole di autenticità anglosassone.

C’è una foto in casa mia che rappresenta papà Felice, mio fratello, un cuginetto in fasce e me: ciascuno in quella foto ha un sorriso, papà ha il suo misterioso lontano strettissimo sorriso, mio fratello ha un sorriso sognante all’inizio dell’adolescenza forse tra le ciglia scurissime sta sognando davvero una treccina bionda e una gonnellina svolazzante. Lo so perché in fotografia si appoggia alla sedia sulla quale papà fa cavalluccio con il neonato dagli occhi sbarrati, come se stesse per abbandonarsi o per nascondere i calzoni ancora corti. Poi ci sono io, dall’altro lato, incazzato a dovere: cinque anni, calzettoni, le scarpe sono riuscito a non impolverarmele per la foto, ma non sorrido. O  meglio, se vi sta bene, questo è un sorriso! Devo guardare che cosa ci sia dentro la macchina fotografica, devo capire perché quel tizio vociante lì dietro si sta dando tanto da fare perché io sorrida. Bravo, comunque, mi  hai colto proprio mentre ti pianto gli occhi in faccia, dietro il tuo stupido obbiettivo e me ne sto a labbra strette; io sorrido dentro, e tu questo non lo puoi sapere. Così ce ne stiamo noi tre, il frugoletto – beata infanzia – non conta: sorridenti ciascuno a modo suo e ciascuno in attesa di qualcosa: papà aspetta di poter dimenticare, mio fratello aspetta di poter ricordare o rimpiangere qualcosa o qualcuno, io, invece, aspetto e basta. Sorrido serio, e aspetto.

Ora invece, mio padre se ne sta seduto sulla sua comoda in noce, rivestita di pelle rossa.

Guardo l’autunno, mi dice continuamente, e siamo in piena estate.

Avvolte le ginocchia dal suo eterno plaid dai richiami blu, fissa per ore ed ore l’assolato giardino devastato dagli esperimenti botanici della signora Ersilia.

Rientro in casa prima del solito e mi chino per baciarlo come faccio da qualche tempo ogni sera, adesso che posso perché lui sembra non accorgersene. Ma prima che la mia bocca incontri la sua guancia, si gira di scatto e con occhi allucinati mi butta in faccia: oggi presiederò il mio ultimo processo e poi darò le dimissioni da magistrato.

Ormai è in questo stato da mesi, da quando è tornato da Città del Messico dove ha partecipato in qualità di rappresentante europeo al dibattito momdiale sulla giustizia nei paesi meno industrializzati.

Ripenso con nostalgia e con affetto ai tempi in cui mio padre, uomo tutto d’un pezzo, austero, che con le sue idee liberal-borghesi mi aggrediva, e sdegnato sosteneva di aver tirato su uno smidollato-anarcoide-intellettuale- di-merda. Mi chiamava così quando era veramente arrabbiato.

Ora, vederlo in quello stato mi rattrista, mi dà la dimensione dell’infelicità, ma nello stesso tempo m’intenerisce il suo volto di cera,  la sua mimica da attore consumato.

Questa sera è qui, come sempre, con la sua cartellina degli appunti sul plaid, con lo sguardo fisso alle sue foglie che cadono lente, e nel breve periodo di una foglia mio padre se ne sta andando, leggero come il suo sorriso  nella foto di tanti anni fa, finalmente addentrato in una normale follia che lo preserva – per tutti i giorni che gli rimangono da vivere – dalla immensa infelicità che dà doversi chiamare Felice.

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RIFLESSIONI E CRITICHE
Il gioco delle ipocrisie si ripete ancora
Di Maurizio Martini

            Nel momento in cui mi accingo a scrivere l’introduzione al brano che segue, la guerra all’Iraq sembra definitivamente inevitabile.

Ormai, tutti conosciamo le posizioni in campo; gli Stati Uniti accusano l’Iraq di possedere armi di distruzione di massa, mentre gli iracheni respingono tale accusa; e gli americani, a loro volta, dichiarandosi paladini della libertà, minacciano guerre e punizioni a tutti.

Senza dubbio, tutti concor-diamo che la diplomazia è comunque un mezzo necessario nelle relazioni internazionali, ma anche nel comunicare tramite mezzi di comunicazione di massa, quindi anche tramite questo periodico.

Tuttavia in questo caso, sento che la diplomazia non serve, ma risulterebbe addirittura dannosa, perciò desidero dichiarare esplicitamente ciò che penso.

Secondo il mio modo di vedere, sarebbe veramente scandaloso se questa guerra dovesse scoppiare.

Dico scandaloso, per vari motivi.

Prima di tutto, perché gli Stati Uniti e i loro fedeli scagnozzi, non hanno uno stralcio di prova a carico del dittatore iracheno. In secondo luogo, se decidiamo che ogni paese che possiede armi di distruzione di massa deve essere distrutto,  allora dovremo prepararci a distruggere paesi come il Pakistan, l’India, la Corea, e chissà quanti altri!

Insomma, dovremmo radere al suolo mezzo mondo, e poi in nome di quale diritto, visto che tali armi siamo noi i  primi a possederle?

Cari lettori, qui ci troviamo di fronte a degli assurdi, che soltanto un politico convinto di trovarsi di fronte ad un popolo di idioti può spacciare per motivi validi a scatenare una guerra.

Tuttavia, se una protesta più che forte non si aprirà tra l’opinione pubblica, potrebbe voler dire che quei politici hanno ragione, e che tutti noi, o almeno la grande maggioranza, siamo persone incapaci di ragionare, insomma degli idioti.

Espressa questa mia posizione, mi si accusi pure di ideologia antiamericana o persino comunista.

Tale accusa mi farebbe sorridere, e darebbe conferma all’idea di quei politici, che  considerano la nostra capacità di pensare veramente limitata,  piccola, insomma popolare.

Al massimo accetto l’accusa di essermi sfogato, ma di fronte alle migliaia di morti che questa probabile guerra provocherà non dobbiamo quanto meno incazzarci?

Sappiamo bene che questo sistema di giustizia americano, non ha mai portato risultati positivi.

In altri termini, il terrorismo non viene certo debellato uccidendo persone che come colpa hanno soltanto quella di essere nati in luoghi sciagurati e di trovarsi nel posto sbagliato in un’epoca sbagliata.

Nessuno crederà, che l’attacco portato all’Afghanistan abbia risolto il problema terroristico?

Ugualmente, nessuno si illuda che distruggendo l’Iraq, si risolverà qualcosa se non provocare l’ennesima ecatombe.

Adesso mi fermo qui, ma di seguito al mio intervento, pubblichiamo una lettera del Vescovo della Florida Bowman indirizzata a Bush.

Tale lettera a mio avviso rende bene l’idea di quello che stiamo vivendo, e essendo stata scritta da un Vescovo statunitense, dovrebbe essere al disopra di sospetti comunisti!!

“Noi statunitensi siamo bersaglio del terrorismo perché sosteniamo tutte le dittature”
Racconti la verità al popolo, signor Presidente, sul terrorismo. Se le
illusioni riguardo al terrorismo non saranno disfatte, la minaccia continuerà fino a distruggerci completamente.

La verità è che nessuna delle nostre migliaia di armi nucleari può proteggerci da queste minacce. Nessun sistema di Guerre Stellari (non importa quanto  siano tecnologicamente avanzate né quanti miliardi di dollari vengano  buttati
via con esse) potrà proteggerci da un’arma nucleare portata qui  su una barca, un aereo, una valigia o un’auto affittata. Nessuna arma  del nostro
vasto arsenale, nemmeno un centesimo dei 270 miliardi di dollari spesi ogni anno nel cosiddetto “sistema di difesa” può evitare  una bomba terrorista. Questo è un fatto militare. Signor  Presidente, lei non ha raccontato al popolo americano la verità sul  perché siamo bersaglio del terrorismo quando ha spiegato perché avremmo bombardato l’Af-ghanistan e il Sudan. Lei ha detto che siamo bersaglio del terrorismo perché difendiamo
la democrazia, la libertà e i diritti umani nel mondo. Che assurdo, signor Presidente! Siamo bersaglio dei terroristi perché, nella maggior parte del mondo, il nostro gover-no difende la dittatura, la schiavitù e lo sfruttamento umano. Siamo bersaglio dei terroristi perché siamo odiati. E siamo odiati perché il nostro governo ha fatto cose odiose.
In quanti Paesi, agenti del nostro governo hanno deposto dirigenti eletti dal popolo, sostituendoli con militari-dittatori, marionette desiderose
di vendere il loro popolo a corporazioni americane multinazionali? Abbiamo fatto questo in Iran quando i marines e la Cia deposero Mussadegh perché aveva intenzione di nazionalizzare il petrolio. Lo sostituimmo con lo
scià Reza Pahlevi e armammo, allenammo e pagammo la sua odiata guardia nazionale Savak, che schiavizzò e brutalizzò il popolo iraniano per proteggere l’interesse finanziario delle nostre compagnie di petrolio.
Dopo questo sarà difficile immaginare che in Iran ci siano persone che ci odiano?

Abbiamo fatto questo in Cile. Abbiamo fatto questo in Vietnam.

Più recentemente, abbiamo tentato di farlo in Iraq. E, è  chiaro, quante volte
abbiamo fatto questo in Nicaragua e nelle altre Repubbliche dell’America Latina? Una volta dopo l’altra, abbiamo destituito dirigenti popolari che volevano che le  ricchezze della loro terra fossero divise tra il
popolo che le ha prodotte. Noi li abbiamo sostituiti con tiranni assassini che avrebbero venduto il proprio popolo per ingrassare i loro conti correnti privati attraverso il pagamento di abbondanti tangenti affinché la ricchezza della loro terra potesse essere presa da imprese come la Sugar, United Fruits Company, Folgers e via dicendo. Di Paese in Paese, il nostro governo ha ostruito la democrazia, soffocato la libertà e calpestato i diritti umani. È per questo che siamo odiati intorno al mondo. Ed è per questo che siamo bersaglio dei terroristi. Il popolo canadese gode di democrazia, di libertà e diritti umani, così come quello della Norvegia e Svezia. Lei  ha sentito mai dire che un'am-basciata canadese, svedese o norvegese siano state bom-bardate?

Noi non siamo odiati perché pratichiamo la democrazia, la libertà e i diritti umani. Noi siamo odiati perché il nostro governo nega queste cose ai popoli dei Paesi del terzo mondo, le cui risorse fanno gola alle nostre corporazioni multinazionali. Quest’odio che abbiamo seminato si ritorce contro di noi per spaventarci sotto forma di terrorismo e, in futuro, terrorismo nucleare. Una volta detta la verità sul perché dell’esistenza della minaccia e della sua comprensione, la  solu-zione  diventa ovvia. Noi dobbiamo cambiare le nostre pratiche. Liberarci delle nostre armi (unilateralmente, se necessario) migliorerà la nostra sicurezza. Cambiare in modo drastico la nostra politica estera la renderà sicura. Invece di mandare i nostri figli e figlie in giro per il mondo per uccidere arabi in modo che possiamo avere il petrolio che esiste sotto la loro sabbia, dovremmo mandarli a ricostruire le loro infrastrutture, fornire acqua pulita e alimentare bambini  affamati. Invece di continuare a uccidere migliaia di bambini iracheni tutti i giorni con le nostre sanzioni economiche, dovremmo aiutare gli iracheni a ricostruire le loro centrali elettriche, le stazioni di trattamento delle acque, i loro ospedali e tutte le altre cose che abbiamo distrutto e abbiamo impedito di ricostruire con le sanzioni economiche. Invece di allenare terroristi e
squadroni della morte, dovremmo chiudere la nostra Scuola delle Americhe.
Invece di sostenere la ribellione e la destabilizzazione, l’assassinio e il terrore in giro per il mondo,  dovremmo abolire la Cia e dare il denaro speso da essa ad agenzie di assistenza. Riassumendo, dovremmo essere buoni invece che cattivi. Chi tenterebbe di trattenerci? Chi ci odierebbe? Chi vorrebbe bombardarci? Questa è la verità, signor Presidente. È questo che il popolo americano ha bisogno di ascoltare.


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