Giovani del 2000

Giovani del 2000

Informazione per i giovani del III millennio

ANNO XXVI numero II (93) giugno 2024

Direttore
Dario Zona
Vice Direttore
Massimiliano Matteoni
Redattori
Annalisa Conte
Luigi Palmieri
Giuseppe Lurgio
sede
via Leonardo Fibonacci 5, 50131
Firenze (FI)
Telefono e fax 055 580523
E-Mail redazione@gio2000.it
Sito internet www.gio2000.it
Tipologia: periodico trimestrale
Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Firenze al n. 4197 del 26.06.2000

Gli articoli contenuti nel periodico non rappresentano il pensiero ufficiale della redazione, ma esclusivamente quello del singolo articolista.

Rubriche


In questo numero:

Editoriale
Ultimo atto di Massimiliano Matteoni
Cucina
Cucina e dintorni: Aceto di Giuseppe Lurgio
Cultura
I misteri dell'IBAN. di Angelo De Gianni
Parliamo di educazione (quarta parte) di Andrea Giachi
Le cene al buio: intervista a Massimiliano Matteoni di Paolo Sensi
Informatica
Come aggiornare tutte le app insieme su Windows 11 tramite il comando Winget di Rocco Clementelli
Gli screen reader: NVDA. di Rocco Clementelli
Salute
7 modi (non per tutti) per smettere di sudare di Chiara Guzzonato.gruppo SubLimen
Abbronzatura poco sana: perche' dobbiamo difendere la pelle dal sole (ma non lo facciamo abbastanza) di Elena Meli.(gruppo SubLimen
L 'ABBRONZATURA È ANCORA SEXY? di Anadela Serra Visconti
Diario estivo del Benessere. di Anadela Serra Visconti
Racconti e poesia
Parole stropicciate di Tiziana Lupi
Dubbi di Antonella Iacoponi
Noi insieme di Carla Vinci
Il dolore si raggomitola di Annalisa Conte
Invocazione al mare di Antonella Iacoponi
Voleremo insieme di Vito Coviello
Riflessioni e critiche
Racconto autobiografico: la mia vita (prima parte) di Michele Di Monaco
Un mondo di silenzi di Marco Cefalù
Dove sono finite le rane? di Francesca Loddo
Tempo libero
la mia passione per la meteorologia di Marco Poltronieri
Il torball di Giovanni Ciprì
L'enorme mela. (prima parte) di Silvano Conciarelli
La chiacchierata di Pino con, Margherita Carbone. di Giuseppe Lurgio
Per sorridere un pò di Giuseppe Lurgio
Quartieri inclusivi dove sentirsi tutti a casa di Luigi Palmieri  Presidente di Amici di Omero ASD  APS
Libri
I punti di vista di Tiziana sul Libro Parlato. di Tiziana Lupi
Comunicati
Un mondo virtuale, mareale: il Mondo Incantato di Margherita Carbone
La mia India di Flumen Viaggi
Viaggio a Lisbona di Destinos Accesibles
Ebbene venga maggio! di Girobussola

Editoriale

Ultimo atto

di Massimiliano Matteoni

I più grandi cambiamenti della storia hanno avuto un loro inizio e, logicamente, anche una loro fine. Anche la nostra rivista, come ben sapete, da circa un annetto ha attraversato svariati cambiamenti all’interno della nostra redazione. Dopo che Mario e Maurizio hanno lasciato la redazione, dopo più di vent’anni, e l’arrivo di Annalisa, lo scorso mese ci ha abbandonato anche la nostra direttrice, Alessandra Delle Fave e ci siamo messi alla ricerca quindi di un nuovo direttore. Io non posso farlo poiché per far il direttore di una rivista, anche se online, bisogna essere iscritti all’albo dei giornalisti e io non lo sono. Dopo svariate ricerche è spuntato fuori il nome di Dario Zona. Dario da ormai molti anni è una delle voci principali di TV Prato, l'emittente locale della mia città che trasmette in tutta la Toscana, e spesso ci siamo incontrati nelle varie iniziative che la mia sezione dell'Unione ciechi organizza per la cittadinanza. Una volta saputo che eravamo alla ricerca di una figura che svolgesse il compito di direttore, Dario si è subito reso disponibile e per noi della redazione è stato un piacere accoglierlo in squadra. E con lui finalmente siamo al completo e possiamo riprendere il mare con nuovo entusiasmo e, ci auguriamo, per ancora molto tempo.


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Cucina

Cucina e dintorni: Aceto

di Giuseppe Lurgio

Spesso crediamo di sapere tutto su un alimento ma in realtà ci sono cose o impieghi diversi che ci sfuggono e che potrebbero interessarci. Se ad esempio dico la parola "aceto" il pensiero và immediadamente a insalate da condire o a carni da marinare mentre si usa anche in altre preparazioni e addirittura nei dolci. Si usa inoltre nel settore igienico e sanitario, ma ne parleremo in seguito. La parola aceto deriva dal latino "acetum", essere pungente, del verbo acere, inacidire, nonché di acer, aguzzo, aspro. Nell'antica Roma miscelando acqua e aceto si otteneva una bevanda detta Posca, diffusa presso il popolo e i legionari. Ritenuta dissetante e dalle proprietà disinfettanti se ne producevano e quindi se ne consumavano grandi quantità. Nel Medioevo l'aceto era uno dei pochi solventi a disposizione per la realizzazione di processi chimici. Esso era utilizzato in molte ricette tecniche come per esempio per l'amalgama dei composti o per l'estrazione dei colori per le pitture e le miniature. Odiernamente l'aceto di vino diluito in acqua, in alternativa dello specifico e più costoso acido acetico, si usa per il passaggio di arresto nei processi chimici fotografici. L'aceto viene usato anche nella medicina popolare in Cina per impedire la diffusione di virus. Una miscela chimica di acido peracetico si forma quando l' acido acetico è mischiato con il perossido di idrogeno ( H 2 O 2) ed è usata nell'industria del bestiame per uccidere i batteri e i virus prima della refrigerazione. Una miscela d'acido acetico al cinque percento e di perossido di idrogeno al tre percento è usata comunemente in alcuni paesi asiatici come aerosol spray per controllo della polmonite Composizione chimica dell'aceto[ L'aceto si produce tramite l'aggiunta iniziale della cosidetta "madre dell'aceto." Essa è un ammasso gelatinoso di colore violaceo dove si annida l' Acetobacter aceti. L'ossidazione è effettuata dai batteri dell' acido acetico, come fu dimostrato da Louis Pasteur nel 1864. Viene definito aceto il liquido acido che è ottenuto grazie all'azione di batteri Gram-negativi del genere Acetobacter, che, in presenza di aria e acqua, ossidano l' etanolo contenuto nel vino, nel sidro, nella birra, nell' idromele (da cui si ricava l' aceto di miele ) e in altre bevande alcoliche fermentate, oppure in altre materie prime quali malti, riso e frutta (anche mosto cotto), trasformandolo in acido acetico. L'aceto contiene tipicamente un volume di acido acetico compreso fra il 3 e il 5%; gli aceti naturali contengono anche piccole quantità di acido tartarico e acido citrico. Ora vedremo come poter preparare con facilità in casa vari tipi di ottimo aceto. Esistono diversi tipi di aceto, che si distinguono in base alla materia prima utilizzata per produrli e al processo di fermentazione impiegato. Alcuni dei tipi più comuni sono i seguenti: 1. Aceto di vino: prodotto mediante la fermentazione dell'uva o del mosto di uva. Può essere rosso, bianco o rosato. 2. Aceto di mele: ottenuto dalla fermentazione del succo di mele. 3. Aceto bianco: prodotto a base di alcol derivato da cereali come mais o riso. 4. Aceto balsamico: fatto con il mosto cotto di tre tipi di uve italiane e invecchiato in botti di legno per almeno 12 anni. 5. Aceto di riso: tipico della cucina giapponese, viene prodotto con riso fermentato e utilizzato principalmente per i sushi. 6. Aceto di malt: ottenuto dalla fermentazione di orzo o altri cereali e utilizzato soprattutto nella cucina britannica. 7. Aceto di segale: fatto con la fermentazione di chicchi di segale. 8. Aceto di cocco: prodotto dalla fermentazione del succo di fiori di cocco. 9. Aceto di frutta: fatto con la fermentazione di frutta come le pere o le pesche. 10. Aceto di lamponi: ottenuto dalla fermentazione delle fragole o dei lamponi. 11. Aceto di ananas: fatto con la fermentazione del succo di ananas. 12. Aceto di rasberry: ottenuto dalla fermentazione di lamponi o mirtilli. 13. Aceto di bambù: fatto con la fermentazione delle foglie di bambù. Per preparare un buon aceto fatto in casa, è necessario seguire alcuni passaggi. Procurarsi innanzitutto la poca attrezzatura necessaria: un contenitore di vetro trasparente della capienza di cinque litri, una tazza da prima colazione di madre di aceto (un'impalcatura batterica che fermenta l'alcol in acido acetico), un coperchio non a chiusura ermetica (per consentire la circolazione dell'aria), un tessuto a maglia fine (per coprire il contenitore) e un termometro (opzionale). Selezionare il liquido base: potete utilizzare diversi tipi di liquidi, come vino, succo di frutta, birra o miele diluito con acqua. Assicurarsi che il liquido base non abbia conservanti o additivi, in quanto ciò ostacolerebbe la fermentazione. Versare il liquido che avete deciso di far diventare aceto nel recipiente ma senza riempirlo troppo(lasciarne almeno un terzo vuoto). Ora incorporate la madre al liquido con delicatezza frantumandola con un frustino se necessario. Quindi appoggiate il tappo senza chiuderlo bene sul contenitore insieme al tessuto a maglia fine per proteggere l'aceto dalle mosche della frutta, (legare il tessuto al collo del recipiente con un elastico). Posizionate il contenitore in un luogo buio e fresco con una temperatura costante di circa 20-27°C. Mescolate l'aceto ogni due o tre giorni per una fermentazione uniforme. Dopo circa due settimane, si noterà che il liquido sta diventando acido e che si sta formando uno strato di madre in superficie. Continuate a mescolare e assicuratevi che la temperatura rimanga costante. Dopo qualche mese, potete assaggiare l'aceto e, se è della gradazione preferita potete filtrarlo e imbottigliarlo per la conservazione. Usate delle bottiglie di vetro a chiusura ermetica ponendole in un luogo fresco e asciutto. L'aceto può durare diversi anni se conservato correttamente. La madre si può riutilizzare tenendola nello stesso recipiente avendo cura di non farla seccare o meglio morire aggiungendo altro liquido da trasformare in aceto.P Vi ricordo che potete anche mescolare diversi tipi di liquidi per creare un aceto personalizzato. L'aceto si presta anche ad aiutarci nelle pulizie delle nostre abitazioni. I molti prodotti detergenti come ad esempio gli sgrassatori e gli anticalcari l'aceto e l'ingrediente principale. Ecco alcuni modi in cui l'aceto può essere utilizzato per la pulizia: Pulizia dei vetri e degli specchi. Mescolate parti uguali di aceto bianco e acqua in una bottiglia spray. Spruzzate la soluzione sulla superficie da pulire e strofinate con un panno di cotone pulito. Rimozione delle macchie d'acqua e calcare sulle superfici in acciaio inox Passare l'aceto bianco sulla superficie macchiata con un panno o una spugna e lasciare agire per qualche minuto. Risciacquate con acqua tiepida e asciugate con un panno pulito. Rimozione dei cattivi odori dal frigorifero: Riempite una ciotola piccola con aceto bianco e posizionatela nel frigorifero per eliminare i cattivi odori. Potete anche strofinare le superfici interne con un panno imbevuto di aceto. Pulizia dei pavimenti: aggiungete una tazza da colazione di aceto in un mezzo secchio d'acqua calda e usate la soluzione per lavare i pavimenti. Non è consigliabile utilizzare l'aceto su pavimenti in marmo o pietra. Rimozione delle macchie dai tappeti: mescolate parti uguali di aceto bianco e acqua in una bottiglia spray. Spruzzare la soluzione sulla macchia e tamponare con un panno pulito. Ripetere fino a quando la macchia non viene completamente rimossa. Se spruzzate uniformemente i tappeti e poi li spazzolate con delicatezza si ravviveranno i colori. Pulizia del forno: riempite una ciotola di aceto bianco o rosso o mischiato e posizionatela nel forno. Accendete il forno a bassa temperatura per circa 30 minuti. Lasciare raffreddare il forno e poi pulire con un panno umido. Sbiancamento dei tessuti bianchi: aggiungete mezzo bicchiere di aceto bianco al ciclo di lavaggio per sbiancare e deodorare i tessuti bianchi. Ricordati sempre di fare una prova su una piccola area prima di utilizzare l'aceto per la pulizia, specialmente su superfici delicate. Inoltre, assicurati di risciacquare bene dopo l'utilizzo dell'aceto per evitare residui. Oltre alla pulizia degli ambienti l'aceto e un ottimo alleato del nostro corpo e quindi della nostra salute. Ma vediamo alcuni modi nei quali possiamo usare l'aceto per quanto appena detto. Agente disinfettante: L'aceto è un potente agente disinfettante naturale grazie alla sua alta concentrazione di acido acetico. Viene spesso utilizzato per pulire e disinfettare superfici e oggetti a contatto con batteri, virus e altri agenti patogeni. Rimedio per il mal di gola: Fare dei gargarismi con una soluzione di acqua e aceto di mele può aiutare ad alleviare il mal di gola grazie alle sue proprietà antibatteriche e antivirali. Trattamento dell'acne: Applicare una soluzione diluita di aceto di mele con dei batuffoli di ovatta imbevutopuò aiutare a combattere l'acne grazie alla sua capacità di eliminare i batteri e ridurre l'infiammazione. Riduzione del prurito da punture di insetti: Applicare una piccola quantità di aceto sulla zona colpita da una puntura di insetto può aiutare ad alleviare il prurito grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie. Rimedio naturale per la forfora: Risciacquare i capelli con una soluzione di acqua e aceto di mele può aiutare a ridurre la forfora grazie alle sue proprietà antibatteriche e antifungine.Questo rimedio si e rivelato molto efficace se impiegato costantemente tre volte la settimana per almeno un mese. Rimedio naturale per la dermatite da contatto: L'applicazione di una soluzione di aceto diluito può aiutare a trattare la dermatite da contatto, riducendo l'infiammazione e il prurito. Deodorante naturale: L'acido acetico presente nell'aceto può aiutare ad eliminare i batteri responsabili del cattivo odore corporeo, rendendolo un efficace deodorante naturale. Rimedio per le verruche: Applicare tramite un batuffolo di ovatta una piccola quantità di aceto sulla verruca e coprirla con una garza può aiutare a eliminare la verruca grazie alle sue proprietà antibatteriche e antivirali. Trattamento di infezioni del cavo orale: Gargarismi e sciaqui con una soluzione di acqua e aceto di mele possono aiutare ad alleviare il mal di gola e a trattare lievi infezioni del cavo orale. Dopo questa ampia panoramica dedicata a varie informazioni sull'aceto passiamo ora all'uso culinario scoprendo un po di ricettine semplicissime ma di sicuro effetto. Prima di proseguire permettetemi di spendere alcune parole su un tipo di aceto che è sicuramente un prodotto tipico italiano conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Naturalmente sto parlando dell'aceto balsamico di Modena. È un condimento originario della città di Modena, in Emilia Romagna. È un prodotto amato e conosciuto in tutto il mondo, grazie al suo sapore unico e alla sua versatilità in cucina. Per produrre l'aceto balsamico di Modena si utilizza il mosto d'uva, cioè il succo delle uve appena schiacciate, che viene cotto a fuoco lento per diverse ore. Durante la cottura, l'acqua si evapora e il mosto si concentra, diventando uno sciroppo denso e scuro. Successivamente, il mosto viene travasato in botti di legno, dove inizia un processo di invecchiamento che può durare anche diversi anni. Durante questo periodo, l'aceto balsamico di Modena acquista il suo caratteristico sapore agrodolce e il suo colore scuro. Esistono due tipi di aceto balsamico di Modena: quello tradizionale e quello industriale. L'aceto balsamico tradizionale di Modena è prodotto solo con mosto d'uva e il processo di invecchiamento avviene esclusivamente in botti di legno, senza l'aggiunta di altri ingredienti. Questo tipo di aceto è più costoso e pregiato, e viene commercializzato con il marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta). L'aceto balsamico industriale, invece, è prodotto con mosto d'uva e aceto di vino, e può contenere anche caramello e altri additivi per intensificarne il sapore e il colore. Questo tipo di aceto è più economico e viene commercializzato con il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). In cucina, l'aceto balsamico di Modena viene utilizzato principalmente come condimento per insalate, verdure, carne, pesce e formaggi. Grazie al suo sapore agrodolce, può essere utilizzato anche per preparare salse e marinare le carni. Oltre al suo utilizzo in cucina, l'aceto balsamico di Modena ha anche alcune proprietà benefiche per la salute. È ricco di antiossidanti, vitamine e minerali, e può contribuire a regolare la pressione sanguigna e a migliorare la digestione. Ricordo anche che in alcune ricette, l'aceto può essere utilizzato come agente lievitante, ad esempio per preparare salse o impasti per torte e biscotti. L'acido acetico presente nell'aceto reagisce con il bicarbonato di sodio, creando anidride carbonica e permettendo all'impasto di gonfiarsi. Grazie alle sue proprietà antibatteriche, l'aceto è spesso utilizzato come conservante naturale per verdure come carote, finocchi, cipolline, fagiolini, cavolfiori, peperoni eccetera. Per preparare i sott'aceti si possono seguire questi semplici passaggi che riporterò qui di seguito. Scegliere il tipo di alimento da conservare sott'aceto. Potete utilizzare verdure opportunamente pulite e tagliate a pezzi della stessa grandezza. Munirsi di contenitori in vetro a chiusura ermetica Assicurandovi che siano ben puliti e sterilizzati prima dell'uso. Preparare una salamoia mescolando in una pentola di acciaio inox tre tazze da colazione di acqua, 2 tazze di aceto bianco, 1/4 di tazza di sale e 2 cucchiai di zucchero. Portare appena a ebollizione,spegnere e lasciare raffreddare. SIistemare le verdure nei barattoli cercando di non lasciare troppi vuoti. Potete arricchire il gusto dei vostri sott'aceti aggiungendo spezie, erbe aromatiche o aglio alle verdure prima di versare la salamoia. Versare la salamoia assicurandovi che le verdure siano ben coperte dal liquido che li conserverà. Chiudere ermeticamente i barattoli e conservare in un luogo fresco e asciutto. Se seguite attentamente quanto sopra detto i sottaceto potranno essere conservati anche per qualche mese Teneteli in frigorifero una volta aperti per prolungarne la durata. Ora vedremo come l'aceto può essere impiegato in alcune semplici ricette di cucina. Molte di esse sono senza dosi proprio per esaltarne la loro semplicità e poi l'aceto come altri componenti gastronomici spesso si può dosare a piacere secondo i propri gusti. ---------- 1) Pollo marinato all'aceto balsamico. Mescolate aceto balsamico, olio d'oliva, aglio tritato, sale e pepe in una pirofila o altro recipiente piuttosto piano. Marinare le cosce di pollo in questa miscela per almeno 2 ore, poi grigliare o cuocere in padella fino a quando il pollo non è completamente cotto aggiungendo il liquido di marinatura opportunamente filtrato fino a che si e evaporato. 2) Insalata di patate con salsa di aceto di mele. Lessare delle patate sbucciate e tagliate a cubetti. Lasciarle raffreddare, scolarle, quindi condirle con cipolle, aceto di mele, olio d'oliva, senape, sale e pepe. Lasciare riposare in frigorifero per almeno un'ora e servire come contorno. 3) Pesce al cartoccio con aceto di vino rosso. Avvolgere del pesce come ad esempio del merluzzo o delle trote in un foglio di alluminio insieme a fette di limone, aglio, prezzemolo, sale, pepe e un po' di aceto di vino rosso. Cuocere in forno a 180°C per circa 15-20 minuti. 4) Insalata di pomodori con riduzione di aceto balsamico. Tagliare i pomodori a cubetti e aggiungerli a una miscela di olio d'oliva, aglio tritato, basilico, sale e pepe. Aggiungere,dopo che e diventata fredda, una riduzione di aceto balsamico fatto bollire fino a quando non diventa un po più denso. Servire come contorno o antipasto. 5) Insalata di cetrioli all'aceto di mele. Tagliare i cetrioli a fette sottili e metterli in una ciotola. Aggiungere aceto di mele, olio d'oliva, erba cipollina tritata, sale e pepe. Lasciare riposare in frigorifero per almeno 60 minuti prima di servire come contorno. 6) Maiale alla senape e aceto balsamico. Spalmare della senape su dei pezzi di carne di maiale e metterli in una teglia da forno. Coprire con una miscela di aceto balsamico, salsa di soia, aglio tritato, miele, sale e pepe. Cuocere in forno a 200°C per circa 30 minuti o finché la carne non è ben cotta. 7) Insalata di fagioli all'aceto balsamico. In una ciotola mescolate fagioli cannellini precotti con mais, pomodorini, cipolla rossa. condite con una vinaigrette di aceto balsamico, olio d'oliva, succo di lime, coriandolo e peperoncino. 8) Pomodori ripieni di riso e verdure all'aceto. Pelate e svuotate dei pomodori non troppo maturi. Riempite con del riso cotto, verdure a tocchetti e formaggio parmigiano grattugiato. Mettete i pomodori in una teglia imburrata e condite con una spruzzata abbondante di aceto di vino bianco. Cuocere in forno a 180 gradi fino a che il formaggio è fuso e la superficie è dorata. 9) Polpette di tacchino all'aceto. In una ciotola, mescola tritato di tacchino, uovo, pangrattato, un po di aceto di mele sale e pepe. Formate delle polpette e cuocete in una padella con olio d'oliva e una spruzzata di aceto di mele fino a che non sono cotte e dorate. 10) Insalata di asparagi con salsa all'aceto. Tagliate gli asparagi a pezzetti e cuoceteli in padella con olio d'oliva, aglio e sale. Mescolate insieme aceto di mele, miele, limone e olio di oliva per creare una salsa da versare sopra gli asparagi. 11) Verdure in agrodolce. In una padella fate saltare le verdure tagliate a julienne (come carote, zucchine, peperoni, cipolle) con aceto di vino bianco, zucchero, aglio e olio d'oliva fino a quando le verdure sono cotte ma ancora croccanti. 12) Sgombri marinati all'aceto. Mescolate aceto di vino bianco con succo di limone, aglio, prezzemolo, scorza di limone e peperoncino. Versate la marinata sui filetti di sgombro e lasciate riposare in frigorifero per almeno due ore rigirandoli ogni tanto. Cuocete in padella aggiungendo il liquido di marinatura finchè si e quasi del tutto evaporato. Servite con una fresca insalata di pomodorini e feta. 13) Peperoni ripieni all'aceto balsamico. Tagliate a metà dei peperoni colorati e riempiteli con una miscela di salsa di pomodoro, pane grattuggiato, formaggio feta, basilico tritato e aceto balsamico. Mettete in forno a 200°C per circa 20 minuti o finché i peperoni non saranno morbidi. 14) Marinata per verdure grigliate. In una ciotola mescolate insieme 1/4 di tazza di aceto di vino bianco, 2 cucchiai di olio d'oliva, 1 spicchio d'aglio tritato, 1 cucchiaino di erbe aromatiche (origano, timo o rosmarino) e sale e pepe. Usate questa marinata per verdure come zucchine, peperoni e melanzane prima di grigliarle. 15) Salsa al limone e aceto. Mescolate insieme succo di limone, aceto di mele, senape, aglio sale e olio extravergine di oliva. Perfetta per insaporire carne alla griglia o insalate. 16) Salsa tzatziki. Mescolate insieme yogurt greco, cetrioli grattugiati, aglio, aceto di mele e sale. Ottima come condimento per panini o da gustare come salsa per verdure crude. 17) Salsa balsamica per insalata. Mescolate insieme aceto balsamico di Modena, olio di oliva, senape di Digione, aglio e miele per ottenere una salsa perfetta per condire le tue insalate. 18) Vinaigrette all'aceto di mele. In un barattolo, mescolate aceto di mele, olio d'oliva, senape di Digione, miele, sale e pepe. Agitate bene e utilizzate come condimento per le vostre insalate. 19) Salsa agrodolce. Mescolate in un pentolino aceto di vino bianco, zucchero di canna, succo di limone e zenzero tritato. Portate a ebollizione e lasciate cuocere fino a quando la salsa si sarà addensata leggermente. Ideale per accompagnare carne o pesce. 20) Salsa di mirtilli all'aceto balsamico. In una padella cuocete i mirtilli freschi con un po' di zucchero di canna e un poco di aceto balsamico fino a quando i mirtilli sono diventati ben morbidi. Servite questa salsa come accompagnamento per formaggi, carni o come topping per il gelato. 21) Condimento all'aceto di sidro per insalata di frutta. Mescolate insieme aceto di sidro, succo d'arancia, zucchero di canna e cannella. Versare il condimento su una selezione di frutta fresca tagliata a dadini (come mele, pere, fragole, ecc.facendo marinare per una mezz'ora.) Servire come dessert leggero. 22) Salsa barbecue all'aceto di mele. Mescolate insieme aceto di mele, salsa di pomodoro, zucchero di canna, aglio in polvere, paprika, senape e salsa worcester. Portare ad ebollizione e poi utilizzatela per marinare carne alla griglia. Per finire vi riporterò alcuni esempi di come l'aceto si presta ad essere usato anche nelle ricette dolci. ---------- 1) Torta al cioccolato con riduzione di aceto balsamico. Una torta morbida al cioccolato accompagnata da un'agrodolce crema al cioccolato e aceto balsamico ridotto. 2) Meringhe e aceto balsamico. Gustose meringhe croccanti guarnite con gocce di aceto balsamico per un tocco di acidità che le rende particolari. 3) Crostata con uva e aceto balsamico. Una crostata con un ripieno di uva cotta condita con aceto balsamico che le dona un sapore unico e intenso. 4) Torta all'aceto. Una torta densa e umida, tipica della cucina americana, che utilizza l'aceto bianco come ingrediente principale. 5) Muffin all'aceto di mele. Dei morbidi muffin arricchiti con l'aroma dolce e fruttato dell'aceto di mele. 6) Cheesecake all'aceto balsamico. Una versione diversa del classico dolce al formaggio, in cui l'aceto balsamico dona un tocco di acidità e un sapore unico. 7) Coca de llanda. Un dolce tipico della Comunità Valenziana, preparato con farina, zucchero, uova e sopra di esso viene versato dell'aceto di vino rosso. 8) Biscotti all'aceto. Una ricetta tradizionale della cucina tedesca che prevede l'utilizzo di aceto di mele nella preparazione dei biscotti, per un gusto originale e leggermente aspro. 9) Babà all'aceto balsamico. Una variante del celebre dolce napoletano, arricchita con l'aceto balsamico che gli conferisce un gusto unico e avvolgente. 10) Carrot cake all'aceto di mele. Un dolce inglese a base di carote e spezie, al quale viene aggiunto anche l'aceto di mele per aumentarne la morbidezza. 11) Torta di mele con aceto. In questa variante della classica torta di mele, l'aceto viene aggiunto all'impasto per dare un tocco di acidità. 12) Tarte tatin con salsa di aceto balsamico. Questa variante della famosa torta francese vede l'uso di aceto balsamico nella salsa che viene versata sulla torta prima di servire. 13) Toffee all'aceto di mele. In questo dolce, l'aceto di mele viene usato per dare un sapore unico al caramello e alle mandorle tostate. 14) Gelato all'aceto balsamico Questo gelato ha un sapore sorprendente e delicato dato dall'aceto balsamico, che può essere servito con frutta fresca o dolci al cioccolato. 15) Focaccine all'aceto di sidro. in questa ricetta, l'aceto di sidro viene usato nell'impasto per dare un sapore sottile e una consistenza soffice alle focaccine. Dopo quest'ultima parte dedicata ai dolci non mi resta altro che augurarvi buon appetito e darvi appuntamento al prossimo numero con altre curiosità legate al mondo gastronomico!


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Cultura

I misteri dell'IBAN.

di Angelo De Gianni

Sappiamo tutti cos'è e a che cosa serve l'IBAN, quindi non mi dilungherò in inutili e noiose ripetizioni; qui ricordo soltanto che, dal 1 gennaio 2018, va obbligatoriamente indicato quando si effettua un bonifico o una transazione bancaria. Quello che, invece, non sappiamo o conosciamo solo in parte è come si ricava materialmente la sequenza di 27 caratteri alfanumerici che costituisce l'International Bank Account Number, il significato dell'acronimo IBAN Perciò, siccome questo mistero non è come quello della fede che o ci credi o non ci credi, andiamo a svelarlo, riempiendo, da sinistra a destra, tutte le 27 caselle, per ora vuote! Dato che il codice è internazionale, nei primi due quadratini scriviamo IT, Italia: se avessimo un conto corrente in una banca tedesca, troveremmo scritto DE, in Francia va indicato FR e così via per ogni stato. La situazione si complica quando si arriva a compilare le tre caselle successive: qui, il correntista non può proprio farci nulla, deve limitarsi a copiare un numero di due cifre, il CIN internazionale ed una lettera, il CIN nazionale, che sono determinati secondo un algoritmo, in modo non casuale, quindi, in base agli altri elementi dell'IBAN, con un sistema affine, ma non simile, a quello utilizzato per ricavare l'ultima lettera del codice fiscale. Siamo giunti alla casella 6: d'ora in poi la strada è in discesa, poichè ora è sufficiente trovare soltanto tre gruppi di numeri, per completare la stringa. Infatti, mancano all'appello il codice ABI, il CAB ed il numero di conto corrente: esaminiamoli uno alla volta. Il codice ABI, di 5 cifre, identifica la banca e va scritto nelle caselle dalla 6 alla 10 comprese: ogni istituto bancario ha il suo, proprio come ognuno di noi ha un indirizzo di casa, a meno che non sia un nomade! Solo a titolo esemplificativo, di seguito ne riporto alcuni, senza, però, indicare a quale banca appartengono, considerato che questo giornale non si finanzia con la pubblicità, né offre servizi di pubblicità gratuita. Certo, molti lettori riconosceranno il proprio, ma l'istituto di credito associato non sarà riportato in queste pagine. 07601, 03069, 02008, 01005, ecc. Riempiamo adesso le caselle dalla 11 alla 15 comprese con il Codice di Avviamento Bancario, che corrisponde alla filiale o agenzia fisica o virtuale della banca, presso la quale è gestito il conto corrente. So che non ce n'è bisogno, ma, per far comprendere meglio l'utilità del CAB, va fatto un parallelismo con il codice di avviamento postale, che tutti noi indichiamo sulle spedizioni postali e quando compiliamo documenti anche non ufficiali. Spesso il CaP è inutile, soprattutto nei piccoli comuni, dove il postino conosce praticamente tutti ed il codice è lo stesso per tutto il paese e le frazioni vicine, ma risulta importante per velocizzare lo smistamento della posta ed è fondamentale quando, come avviene spesso, il nome del comune è simile o identico ad altri centri situati magari a centinaia di chilometri di distanza. Allo stesso modo, il CAB consente di identificare univocamente, senza equivoci, il luogo in cui si trova il conto corrente, un'operazione che, nell'era telematica, può sembrare marginale, ma che, quando i flussi bancari erano gestiti su carta, in caso di errore, poteva creare ritardi e disguidi non trascurabili, con danni patrimoniali anche rilevanti. Naturalmente i codici ABI sono relativamente pochi, mentre i CAB sono tantissimi, considerata la miriade di sportelli fisici, sparsi in ogni angolo d'Italia, ai quali si aggiungono i sempre più numerosi punti virtuali creati sia dalle banche tradizionali, sia dai nuovi istituti di credito che operano esclusivamente online. Le ultime dodici caselle sono dedicate al numero di conto corrente: tuttavia, poichè difficilmente un numero di CC è così lungo, va fatto precedere da tanti zeri quanti sono i quadratini che rimarrebbero vuoti; insomma, per dirla in modo più semplice, l'IBAN non può essere più corto di 27 caratteri. Il problema è che l'errore più comune nella trascrizione del codice consiste proprio nel conteggio degli zeri, sicché, quando premiamo il tasto invio del PC, per confermare l'operazione, sentiamo spesso il suono sinistro del software, che ci avvisa che qualcosa non ha funzionato e quel qualcosa è proprio uno zero in meno o in più che non abbiamo o abbiamo digitato! In definitiva, il cuore dell'IBAN, cioè il numero del conto corrente, deve trovarsi sempre al fondo della stringa dei 27 caratteri alfanumerici descritta. Dopo questa autopsia dell'IBAN, si potrà dire che è un codice complesso, lungo ed impossibile da ricordare a memoria e, per gli anziani e gli ipovedenti, anche difficile da leggere., tutte affermazioni condivisibili! D'altro canto, però, si tratta di un sistema sicuro di individuazione del rapporto bancario che identifica univocamente il conto: cercate pure in ogni angolo d'Italia e del mondo un IBAN uguale al vostro! Non lo troverete! Se lo trovate, vuol dire che l'altro è falso, oppure che uno dei due ha sbagliato a trascrivere anche solo un numero. Sono accontentati anche i curiosi, perché, come abbiamo visto, dalla sesta alla quindicesima cifra è ricavabile l'indirizzo del luogo in cui è gestito il conto corrente. Il codice ABI e CAB sono un libro aperto! Con una rapida ricerca sul web, possiamo sapere dove il nostro parente, amico o conoscente, ha il conto, in quale banca e, soprattutto, in quale filiale si reca per gestire i suoi affari finanziari. Non si sa mai, è sempre bene saperlo! Se dovesse diventare improvvisamente ricco, potremmo agevolmente individuare il consulente finanziario che ha fatto la sua fortuna e potrebbe costruire anche la nostra!


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Parliamo di educazione.Quarta parte.

di Andrea Giachi

MI RACCOMANDO,lE REGOLE! Le regole. Rassicurano. Contengono. Danno punti di riferimento precisi. E un bambino senza regole? Cresce confuso. Disorientato. Tende a chiudersi. A lasciarsi trascinare da qualsiasi evento esterno (buono o cattivo) Le regole si devono dare. Ed anche se con qualche difficoltà, dopo averle stabilite, occorre farle rispettare con 1) Convinzione: Rispettandole noi per primi e presentandole con chiarezza, determinazione e continuità, perché nessun bambino apprende le regole, se un giorno gli si dice una cosa e il giorno dopo l'esatto contrario. 2) Coerenza: Perché non si può pretendere un comportamento dai figli e noi farne un altro. Non si può sperare di imporre delle regole, se poi siamo noi i primi a non rispettarle. Fondamentalmente perché i genitori sono i modelli educativi ed i bambini imparano prima di tutto per imitazione e non per chiacchiere. 3) Condivisione: ovvero bisogna che i genitori si mettano d'accordo. Perché se un genitore dice una cosa e l'altro il suo contrario... un bambino non sceglierà mai la regola più "giusta" ma quella più "comoda". Crescerà confuso, si comporterà come se le regole non esistessero. Le regole sono importanti perché i figli non sono pari, amici o confidenti. I figli sono figli. Ed anche se impartire le regole è un compito difficile, talvolta logorante, è fondamentale! Per loro. Per farli crescere sereni. Per aiutarli a diventare adulti.


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Le cene al buio: intervista a Massimiliano Matteoni

di Paolo Sensi

Probabilmente tra Zurigo e Parigi, a fine Novecento, le associazioni dei ciechi e ipovedenti iniziano a proporre alle comunità locali dei “percorsi al buio”, come esperienza immersiva nel mondo della disabilità visiva. Cogliendo l’ispirazione, intorno agli anni 2000 le associazioni di Milano e Roma allestiscono le prime “cene al buio”, che presto si diffondono nel resto d’Italia. Pur differenziandosi nella creatività dei vari gruppi organizzatori, le cene al buio prevedono la consumazione di un pasto serale in una sala completamente oscurata. Dal 2005, la sezione dell’Unione Ciechi e Ipovedenti Italiana di Prato organizza regolarmente cene al buio come attività di autofinanziamento e come proposta per le comunità locali. «Siamo partiti da zero, non sapendo niente, inventandoci e chiedendo consiglio ad altre sezioni dell’Unione Ciechi (come Milano e Roma). All’inizio le facevamo negli spazi parrocchiali, poi ci siamo allargati: siamo passati ai ristoranti e poi ai circoli, che tutt’ora rappresentano la nostra scelta preferenziale» spiega Massimiliano Matteoni, consigliere dell’UICI Prato per il settore “ausili e nuove tecnologie”. Senza entrare nei dettagli, che lascia alla suspense di un’esperienza diretta, Massimiliano spiega come si svolgono in questo momento le loro cene. «Ci sono tre gruppi di lavoro: il personale di cucina; i volontari; il personale di sala. Per tutta la parte che riguarda la cottura e la preparazione dei piatti ci pensa chi gestisce il locale, con i cuochi che usa di solito. Il personale di sala è interamente costituito da camerieri e cameriere non-vedenti, membri dell’UICI. Tra i due gruppi, c’è l’interfaccia dei volontari che allestiscono la sala e – durante la cena – si occupano degli impiattamenti, allestiscono i carrelli che andranno in sala e informano i camerieri sulla composizione dei tavoli (e.g. presenza di vegetariani, vegani, intolleranze varie). La sala è completamente oscurata. Dove c’è necessità, vengono messi dei percorsi a terra per aiutare i camerieri a muoversi senza urtare tavoli e persone. L’apparecchiatura è quella classica di un ristorante/pizzeria. C’è la tovaglietta di carta, un bicchiere, un tovagliolo, le posate, più alcuni accorgimenti come la bottiglia dell’acqua gassata che ha un elastico per farla riconoscere al tatto (quella del vino si riconosce con l’olfatto). Ad inizio tavolo c’è un numero in rilievo in braille che serve più che altro come “effetto di scena” da far toccare agli ospiti. L’esperienza comincia nella hall del locale, a lume di candela, dove vengono raccolte le quote di partecipazione degli ospiti. Una volta che tutti sono arrivati, spieghiamo poche semplici regole per la buona riuscita della cena: si starà al buio per circa due ore; l’assenza della vista porta a compensare alzando la voce, per cui si chiede di mantenere dei toni bassi; per qualsiasi richiesta (acqua, vino, una posata che è caduta, la toilette …) ci si può rivolgere al personale di sala; se una persona non se la sente di continuare, ha tutto il diritto di abbandonare la cena; è fatto divieto d’introdurre qualsiasi fonte di luce, anche minima. Ogni tavolo ha il suo cameriere di riferimento. I commensali si mettono in fila indiana, appoggiano la mano sulla spalla del compagno davanti e il primo mette la mano sulla spalla del cameriere che introduce il gruppo oltre la tenda oscurante, dentro la sala del pasto completamente abbuiata. Arrivati al tavolo, presenta la seduta uno ad uno e la cena ha inizio». Mangiare ad una cena al buio è un’esperienza di rovesciamento. «Cenare in una condizione di disagio, come può essere il buio totale, è una specie di “giochino”: tu provi per due ore e poi accendi la luce e torni a vedere. Non è che puoi dire “ho provato ad essere non-vedente per due ore” perché un non-vedente sa che lo sarà per tutta la vita. Però puoi sperimentare qualcosa, come il disagio di una disabilità visiva in una cosa semplice come può essere il mangiare, scoprendo che non è proprio immediata: trovare la bocca potrebbe non essere complicato, poi devi trovare le posate, il bicchiere, riempirtelo, … e succede che ti giri e fai cadere il tovagliolo, perdi la forchetta, prendi il bicchiere di quello accanto a te, lui prende il tuo…. Ti rendi conto che una cosa che può essere banale come il mangiare, alla fine non lo è. Ti senti dipendente da chi ti assiste, mentre nella quotidianità le cose sono capovolte. Alla fine, la disabilità ce l’ha l’ospite, mentre il cameriere non-vedente – in un certo senso – vive la sua quotidianità. Ci sono persone che non riescono a sostenere la cena. Entrano, si sentono male e sono costrette ad uscire. Questa non è un’esperienza negativa di per sé: ti fa rendere conto che non poter vedere è impegnativo; serve a darti la consapevolezza delle difficoltà che quella persona che ti sta servendo al tavolo può avere per tutta la vita». Questa immersione nel “buio” – che in un certo senso, caratterizza il mondo del non-vedente – ha un impatto fortemente inclusivo. «Tanti si chiedono: “Ma i non-vedenti che fanno? Sono sempre in casa? Devono essere accompagnati in tutto, anche al bagno?”. Qui scopri persone non-vedenti che riescono a muoversi talmente tanto in autonomia, da far qualcosa come servirti da mangiare a un tavolo di ristorante». Massimiliano ci tiene a sottolineare quanto, del messaggio che vogliono trasmettere, sia legato alla qualità del servizio che offrono: «C’è nell’ottica di assumere una certa professionalità. La gente paga e tu un certo tipo di servizio lo devi dare, ti devi comportare in un certo modo, cordiale, anche scherzoso ma con dei limiti. Non puoi fare come a casa tua. Devi mantenere degli standard accettabili nei confronti di chi viene a cena. Le nostre cene servono anche ad autofinanziare l’associazione, ma non è che ti puoi permettere di servire le persone con sufficienza perché tanto sono lì per fare beneficienza. Possono esserci imprevisti e speri che la gente lo capisca, ma devi partire con il fatto di essere perfetto, devi lavorare per bene. Essere cieco non è un motivo che giustifica il lavorare male. Sennò raggiungi l’effetto contrario: la gente se ne esce dicendo “guarda, poverino, lascialo stare, fa così perché non ci arriva”. Una certa professionalità la devi mantenere. L’8 marzo siamo stati chiamati a Colle Valdelsa, in un ristorante stellato, per organizzare una cena al buio a 25 persone. La clientela avrà degli standard ancora più elevati a cui dovremo saper rispondere con una certa professionalità. Non deve passare il concetto “vabbè, poverino, lo fa perché non ci vede”, perché poi ti compatiscono e sarebbe un messaggio esattamente opposto al motivo per cui facciamo le cene». Se “mettersi nei panni di” caratterizza l’approccio dell’ospite e il motore per un cambiamento di prospettiva, realizzare una cena al buio serve anche a dare un impatto positivo alla vita personale e sociale dei camerieri. «Servire ad un tavolo non è così semplice all’inizio, non basta essere ciechi. Per prima cosa, devi acquisire un buon orientamento all’interno della stanza: se non ti sai orientare o ti perdi fra i tavoli nonostante ci sia un percorso per te, diventa un problema. Poi devi avere una buona socialità, devi saperti interfacciare con le persone, devi essere estroverso. Alcuni sono chiusi di carattere e se ti innervosisci e rispondi male, non puoi servire ad un tavolo. Infine, devi saper stare in squadra: i carrelli si muovono tirati da due persone, devi entrare quando gli altri non ci sono, devi coordinarti. C’è stata gente che entrava ed usciva quando gli pareva e non l’abbiamo più chiamata per fare il servizio, perché metteva a disagio tutta la squadra, creando difficoltà. Detto questo, realizzare cene al buio e invitare a servire persone che – come noi – non vedo, è stata l’occasione per farle mettere in gioco proprio su questi aspetti. In questi quasi 20 anni, è servito a stimolarle, a fagli vedere delle potenzialità che non pensavano di avere. Ci è servito a fare gruppo, ad imparare a lavorare in squadra. È servito, a chi aveva un carattere più chiuso, come occasione per uscire fuori. Quando sei all’interno di una cena al buio, fai squadra con gli altri camerieri, con la cucina, impari a relazionarti con i “colleghi”, impari a fare gruppo, a confrontarti quando ci sono delle piccole difficoltà come possono accadere durante una cena. Soprattutto è una fonte di autostima per noi stessi, per dimostrare a noi stessi più che agli altri, che riusciamo anche a fare delle cose che mai avremmo pensato. Cose difficili, come servire una sala piena di commensali per un’intera cena. Ripeto: è già difficile orientarsi, figurarsi servire ad un tavolo». Fare incontrare i due mondi – quello dei vedenti e dei non-vedenti –, far sperimentare “sulla pelle” la disabilità visiva, ha anche lo scopo di allargare la rete sociale dei volontari UICI. «Il volontario è fondamentale per la nostra associazione e la cena al buio è anche un pretesto per agganciarli, per dirgli “Ci siamo anche noi!”. Dalle cene nascono amicizie, nascono rapporti. Le persone si rendono conto che abbiamo bisogno di supporto ed iniziano a chiederci: “Quali altre esigenze avete? Devi andare ad una visita medica? Allora posso accompagnarti anche lì”. In questo modo si crea una rete. Per non contare che, senza volontari non sarebbe possibile organizzare neanche le cene al buio: servono “abbuiatori” , serve chi accompagna i camerieri al locale, chi gestisce un po’ la cucina e i carrelli, chi smonta tutto e chi ci riaccompagna a casa, … senza queste persone una cena al buio non si può fare. La cena al buio di per sé è già il frutto di una rete sociale che ci sostiene». «Tra gli scopi non c’è quello dell’inserimento lavorativo» precisa Massimiliano. «A Colle Valdelsa siamo stati chiamati per organizzare questa cena, ma siamo molto lontani dall’assunzione di un non-vedente della nostra associazione, in un ambito professionale legato alla cucina. Conosciamo esperienze che fanno cucina con persone che hanno altri tipi di disabilità (e.g. sindrome di down), ma ci sono delle ragioni oggettive per cui la disabilità visiva si sposa male con un lavoro di cucina in senso stretto. Al tempo stesso, proprio con il gestore del locale in cui facciamo solitamente le cene al buio, stiamo pensando di allargare la nostra esperienza a dei laboratori di cucina, per provare a preparare cibi, come la pizza. Impastare aiuta ad acquisire manualità e saper gestire gli ingredienti nello spazio, aiuta ad allargare le possibilità di autonomia. Si tratterà – almeno per ora – di una cucina ad uso interno al gruppo». Chiedo a Massimiliano, a questo punto, perché abbiano scelto di perseguire questi obiettivi con un’esperienza culinaria, piuttosto che con un altro tipo di attività: «Perché è la soluzione più semplice e meno rischiosa per fare provare la cecità alle persone. Posso anche proporti “ti bendo e andiamo con il bastone in giro per la città” – che è un’altra attività che facciamo sul territorio – però è una cosa più rischiosa, anche a livello legale: puoi inciampare, battere qualcosa, farti male. Anche a livello di difficoltà, camminare in uno spazio ampio “al buio” dà molta più insicurezza. Considera che alle cene, già fare quei pochi metri dalla hall alla sedia spesso diventa faticoso. A volte accompagni la persona al tavolo, le dici “prego, questa è la sua sedia, può mettersi a sedere” e lei va già in crisi perché non riesce a fidarsi che può abbassarsi e troverà una seduta stabile e sicura. Immagina cosa possa essere un’esperienza concentrata sul movimento. A tavola è una situazione tranquillizzante. Sei seduto, non ti devi spostare… Se hai bisogno di andare in bagno, o se hai bisogno di tornare un attimo fuori a vedere, chiedi al cameriere che ti accompagni, ma non ci sono rischi importanti. È molto più alla portata di chiunque».


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Informatica

Come aggiornare tutte le app insieme su Windows 11 tramite il comando Winget

di Rocco Clementelli

Aggiornare regolarmente le applicazioni installate sul tuo computer è essenziale per garantirne la sicurezza, ma anche per sfruttare le funzionalità più recenti. Tuttavia, il controllo manuale degli aggiornamenti per ciascuna app può essere noioso e richiedere molto tempo. Fortunatamente, c’è un modo semplice e veloce per aggiornare tutte le app del tuo computer con un solo comando, utilizzando Winget. Winget è Windows Package Manager, un’utilità nascosta integrata nel sistema operativo Microsoft che ti consente di gestire le applicazioni del tuo PC dal prompt dei comandi o da Windows PowerShell. Per fare ciò, lo strumento utilizza un repository online che contiene centinaia di software. Winget ti consente di elencare le app installate sul tuo PC, trovare le app nel archivio e installarle, aggiornare le app esistenti e rimuoverle. Offre un’interfaccia della riga di comando semplice e facile da usare, che lo rende uno strumento utile per la gestione delle applicazioni sul PC. È importante sapere che Winget non è compatibile con tutte le applicazioni. Se un app che desideri aggiornare non è elencata nel archivio Winget, dovrai verificare manualmente la presenza di aggiornamenti. Questo può essere fatto aprendo l’app e controllando le impostazioni o visitando il sito Web dell’app per vedere se sono disponibili aggiornamenti. Come aggiornare le tue app insieme su Windows 11? Per aggiornare velocemente tutte le applicazioni installate sul tuo PC senza software, ecco la procedura da seguire: 1, tasto applicazioni sul menu Start, quindi selezioni su Terminale di Windows e dai invio. In alternativa, puoi anche cercare Terminale nel menu Start. 2, Per visualizzare l’elenco degli aggiornamenti disponibili, digita il comando winget upgrade e premi Invio. Successivamente, potrebbe essere richiesto di accettare i termini dei contratti di origine. Digita la lettera Y (per “Yes” o “Si” in italiano) per accettare. Tieni presente che questo passaggio è facoltativo, ma ti consente di vedere quali applicazioni possono essere aggiornate in una volta sola. 3, Per aggiornare tutte le app, digita winget upgrade –all e premi Invio. Winget scaricherà e installerà automaticamente gli aggiornamenti disponibili. 4, È anche possibile aggiornare un’applicazione specifica utilizzando il comando winget upgrade . Nota: se non si conosce il nome dell’applicazione, è possibile utilizzare il comando winget search per visualizzare l’elenco delle applicazioni che corrispondono alla ricerca. Ovviamente attendete qualche minuto prima di procedere alla chiusura della finestra per permettere gli aggiornamenti, fatto questo alt f4. Occhio se non siete un po' smanettoni evitate questa procedura e aggiornate le app con la procedura manuale una per volta, da dentro l’app/impostazioni. Alla prossima pillola di windows 11 con Rocco Clementelli.


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Gli screen reader: NVDA.

di Rocco Clementelli

Di seguito vi parlerò dello screen reader, lettore di schermo, un validissimo strumento per un disabile visivo. In particolare, vi parlerò di quello che io chiamo Kangurotto: NVDA. Personalmente lo chiamo in questo modo, in quanto la sua nascita ha origini australiane. Il suo utilizzo, ormai, ha superato la decina di anni. Questo fantastico lettore di schermo è ormai un software che i disabili visivi utilizzano a livello mondiale. Le sue caratteristiche si sono tanto evolute che gli altri screen reader commerciali devono rincorrerlo e non sempre ci riescono. Insomma, vi descriverò come funziona e soprattutto quali sono i comandi di base di questo lettore di schermo. Inoltre, vi devo ricordare che è totalmente gratuito e, cosa che non guasta, può essere usato anche in modalità portabile, modalità che consente di utilizzarlo con una chiavetta USB in qualsiasi PC ci necessiti utilizzare. Elenco delle principali combinazioni di tasti. NVDA Screen Reader è un programma progettato per non vedenti assoluti. Per questo motivo eventuali persone normalmente vedenti non dovranno considerare la posizione del mouse, ma concentrarsi esclusivamente sulla voce della sintesi incorporata. Attenzione: 1. Sulla tastiera il tasto Control è generalmente contrassegnato dal simbolo CTRL, il tasto Insert da INS, il tasto Cancel da Canc e il tasto Escape da Esc. Si tenga inoltre presente che il tasto Backspace è generalmente posto al di sopra del tasto Invio e contrassegnato da una freccia rivolta verso sinistra. Il tasto Windows, infine, è posto tra i tasti Control ed Alt ed è caratterizzato da quattro rettangoli di dimensioni e forma variabile. 2. Consigliamo vivamente di leggere il presente manuale con molta attenzione, dedicando ad ogni gruppo di comandi un minimo di tempo e pratica. Infatti, ogni combinazione di tasti è propedeutica ai comandi successivi. Dunque, in assenza di una adeguata pratica, l’utilizzo del computer potrebbe risultare difficoltoso. Tasti Generali. Per interrompere la sintesi (solo la frase corrente), tasto Control. Per interrompere temporaneamente la sintesi, Insert + S. Per riattivare la sintesi, premere Insert + S per due volte. Per spostarsi sul desktop, chiudendo qualsiasi finestra aperta, Windows + M oppure Windows + D. Per cercare una icona o un file, rispettivamente sul desktop o in una cartella, premere una o più volte l’iniziale dell’icona o del nome del file desiderato (ad esempio: W per Word). Alternativamente, usare le frecce. Per aprire gli oggetti selezionati, tasto Invio (equivalente al doppio click del mouse). Per aprire il menù di avvio, tasto Windows. Per spostarsi tra gli elementi del menù di avvio, usare le frecce. Per chiudere una finestra o una applicazione, Alt + F4. Per spostarsi tra i diversi elementi di una finestra o di un programma, Tab o Shift + Tab. Per spostarsi tra le voci di una finestra, usare le frecce. Per entrare sul menù di una applicazione, tasto Alt. Per spostarsi tra le voci del menù, usare le frecce. Per chiudere i menù o per uscire dalle finestre a comparsa, tasto Escape. Per leggere il titolo della finestra, Insert + T. Per cliccare sui pulsanti di una applicazione, tasto Spazio (equivalente al click singolo del mouse). Per passare da una finestra ad un’altra, Alt + Tab. Per la precisione, premere dapprima Alt e tenerlo premuto. Successivamente, ad ogni pressione del tasto Tab, si verrà spostati da una finestra all’altra. Per aprire un menù a tendina, Alt + Freccia Giù. Successivamente usare Freccia Su e Giù per spostarsi tra i diversi elementi ed invio per selezionarli. Per rinominare un oggetto, tasto F2. Per cancellare un oggetto, tasto Canc. Per attivare e disattivare l’aiuto tastiera (ovvero, la possibilità di premere liberamente i tasti e di ascoltarne la descrizione e l’eventuale funzione), Insert + 1. Per aprire il menù di NVDA, Insert + N. Per disattivare NVDA, Insert + Q e poi Invio. Per riattivare NVDA, Control + Alt + N. Per spegnere il computer, Windows + M e poi Alt + F4, premendo invio sulla voce Arresta il sistema. Scrittura di Testi e Comandi per la scrittura. Per cancellare l’ultimo carattere digitato, tasto Backspace. Per cancellare l’ultima parola digitata, Control + Backspace. Comandi per la correzione: Per consuetudine, durante la revisione dei testi, il cursore si trova sempre davanti alla lettera pronunciata dal sintetizzatore. Per questo motivo, se vogliamo cancellarla, non dobbiamo usare Backspace che cancella “all’indietro” ma il tasto Canc che cancella “in avanti”. Per spostarsi di carattere in carattere, tasto Freccia Destra o Freccia Sinistra. Per spostarsi di parola in parola, Control + Freccia Destra o Freccia Sinistra. Per cancellare l’ultimo carattere letto dalla sintesi, tasto Canc. Per cancellare l’ultima parola pronunciata dalla sintesi, Control + Canc. Per andare all’inizio della riga, tasto Home (o Inizio). Per andare alla fine della riga, tasto End (o Fine). Per andare all’inizio del documento, Control + Home (o Control + Inizio). Per andare alla fine del documento, Control + End (o Control + Fine). Per leggere la riga corrente, Insert + Freccia Su. Per leggere tutto il documento, dalla posizione corrente alla fine, Insert + Freccia Giù. Per selezionare una o più caratteri, Shift + Freccia Sinistra o Freccia Destra. Per selezionare una o più parole, Control + Shift + Freccia Sinistra o Freccia Destra. Per copiare il testo selezionato negli appunti, Control + C. Per incollare il testo dagli Appunti, Control + V. Per rendere grassetto il testo selezionato, Control + G. Per rendere corsivo il testo selezionato, Control + I. Per sottolineare il testo selezionato, Control + S. Per annullare l'ultimo comando, Control + Z. Posta Elettronica. Per scaricare la posta elettronica, tasto F5. Per scrivere una nuova email, Control + N. Per inviare l’email scritta, Control + Invio. Per aprire una email ricevuta, tasto Invio. Per chiudere una email aperta, tasto Esc (oppure, a seconda dei casi, Control + W). Per rispondere al mittente, Control + R. Per inoltrare una email, Control + F. Per cancellare una email, tasto Cancel. Navigazione Internet. Attenzione: i tasti per la navigazione Internet si intendono relativi al solo Internet Explorer. I presenti tasti possono peraltro subire variazioni in funzione della versione e del sistema operativo utilizzato. Per immettere l’indirizzo di un sito web, Control + O. Per gli altri browser, control + L. Per ritornare alla pagina iniziale, Alt + Home (o Alt + Inizio). Per tornare alla pagina precedente, Alt + Freccia Sinistra oppure tasto Backspace. Per andare alla pagina successiva già aperta in precedenza, Alt + Freccia Destra. Per aggiungere il sito corrente ai preferiti, Alt + P e poi Invio su Aggiungi. Per richiamare i siti preferiti, Alt + P e poi Invio sul nome del sito prescelto. Per spostarsi sulla pagina web, Freccia Su e Freccia Giù. Per spostarsi al link successivo o precedente, Tab o Shift + Tab. Per scorrere l'elenco di tutti i link presenti nella pagina, Insert + F7. Per attivare un link, tasto Invio. Per attivare un link in una nuova finestra o scheda, Control + Invio. Per cercare una parola specifica nel sito, Control + F. Per cercare ancora, tasto F3. Per commutare dalla modalità editazione alla modalità navigazione (ovvero per scrivere o smettere di scrivere nei campi di testo, solo qualora non si senta l’apposito suono “bip” o “bop”), Insert + Spazio. Alternativamente, uscire dal campo con il tasto Tab. Per aggiornare il contenuto della pagina, tasto F5. Insomma, almeno per quello che è stato scritto sin qui, una sorta di manualetto, sia ormai da conservare come promemoria per chi inizia, oppure, per chi usa NVDA da poco. Inoltre anche nel menu, aprendo il manuale d'uso in aiuto, potete trovare ulteriori informazioni ed approfondire l'utilizzo di questo splendido strumento per un cieco assoluto. Per ulteriori informazioni, scrivere a: Rocco Clementelli, cle.rocco@gmail.com


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Salute

7 modi (non per tutti) per smettere di sudare

di Chiara Guzzonato.gruppo SubLimen

Con l'arrivo del caldo il nostro corpo inizia a sudare, ma per alcuni l'ipersudorazione è una vera e propria patologia: ecco come combatterla. Stiamo vivendo giorni di caldo record, e il nostro corpo lo sente: sudiamo anche solo stando seduti, e l'unico sollievo sembra essere (per i più fortunati) fare un tuffo in mare oppure rintanarsi in edifici con aria condizionata. Sembra strano, ma il sudore è il modo che il nostro corpo ha per rinfrescarci: "Quando abbiamo caldo, l'ipotalamo invia dei segnali a dei piccoli nervi sulla nostra pelle affinché ordinino alle ghiandole sudoripare di produrre sudore", spiega al New York Times la dermatologa Whitney Bowe. SUDORAZIONE ECCESSIVA. Alcune persone, a prescindere dalla stagione, sudano sempre eccessivamente: questo può essere dovuto a infezioni, farmaci (come gli antidepressivi) o alla menopausa, ma anche a una patologia chiamata iperidrosi, che colpisce tra il 2 e il 3 % degli italiani. Non è ben chiaro quale ne sia la causa, ma è una malattia che emerge durante l'infanzia o durante la pubertà, e accompagna chi ne viene colpito per tutta la vita. L'ipersudorazione può essere fonte di disagio e, nei casi più gravi, obbligare chi ne soffre a cambiarsi i vestiti più volte al giorno. Ecco che cosa consigliano i dermatologi per combatterla e dire addio a imbarazzi e cattivi odori. 1. INDOSSA VESTITI TRASPIRANTI. Indossare vestiti in grado di far traspirare la pelle è fondamentale quando il caldo non ci dà tregua. I tessuti in poliestere fanno sudare di più trattenendo il calore, mentre quelli naturali come cotone e lino fanno respirare meglio la pelle. Molti marchi di abbigliamento sportivo offrono magliette e pantaloni a rapida asciugatura, ma può essere anche un'idea acquistare dei dischetti assorbenti da applicare sotto le ascelle. 2. UTILIZZA DEGLI ANTITRASPIRANTI. Esistono in commercio dei trattamenti topici antitraspiranti, che normalmente contengono sali di alluminio, in grado di tappare i dotti escretori delle ghiandole sudoripare, impedendo al sudore di uscire: a differenza dei deodoranti, che coprono solo l'odore di sudore, questi agiscono direttamente sulla produzione di sudore e possono essere usati non solo sulle ascelle, ma anche sui palmi delle mani, il viso o i piedi. "Il momento ideale per applicarli è la sera prima di andare a dormire, piuttosto che la mattina dopo la doccia", spiega Bowe. "Il trattamento è più efficace se applicato sulla pelle asciutta". 3. OCCHIO AL CIBO. La regola numero uno per non andare a fuoco (letteralmente) è evitare i cibi piccanti, che sul nostro organismo hanno lo stesso effetto dell'alta temperatura - ci fanno sudare per raffreddarci. Sconsigliata anche la caffeina, che stimola le ghiandole surrenali e fa sudare mani, piedi e ascelle; meglio infine fare più pasti ridotti, che non sederci a tavola davanti ad antipasto, primo, secondo e dolce: per digerire, infatti, l'organismo produce calore - e questo ci fa sudare. 4. IONOFORESI - UN TRATTAMENTO FAI DA TE. Per chi soffre di ipersudorazione, la ionoforesi può essere un trattamento risolutivo da fare a casa: consiste nell'immergere la pelle in acqua e, successivamente, utilizzare un apposito apparecchio che produce corrente elettrica in grado di bloccare le ghiandole sudoripare. La procedura va normalmente effettuata tre volte a settimana nelle prime settimane, e poi una volta a settimana per mantenere l'effetto. 5. RICORRI AL BOTOX. Il botulino (sì, lo stesso usato per distendere le rughe) riesce a bloccare la sostanza chimica del cervello che attiva le ghiandole sudoripare. Gli effetti durano dai quattro ai sei mesi per le ascelle, mentre dai due ai tre mesi per le mani. Uno degli effetti collaterali è che, dopo diversi cicli di trattamento, si può sviluppare una resistenza al botox. 6. DISTRUGGI LE GHIANDOLE SUDORIPARE. Un altro trattamento medico si chiama miraDry, e serve per ridurre in particolare la sudorazione ascellare: dopo aver anestetizzato la pelle con la lidocaina, i dottori utilizzano un dispositivo per applicare calore sull'area interessata e distruggerne le ghiandole sudoripare. Possono essere necessari da uno a tre sedute per ottenere risultati duraturi. 7. AFFIDATI AL CHIRURGO. Se nessuna delle soluzioni qui sopra fa al caso vostro, non resta che affidarsi alla chirurgia: si chiama simpatectomia endoscopica toracica, ed è un'operazione che consiste nell'effettuare piccole incisioni sulle ascelle e poi tagliare, pinzare o asportare i nervi che stimolano le ghiandole sudoripare. È questo è l'unico rimedio efficace che risolve definitivamente l'iperidrosi.


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Abbronzatura poco sana: perche' dobbiamo difendere la pelle dal sole (ma non lo facciamo abbastanza)

di Elena Meli.(gruppo SubLimen

La pelle al sole è sotto attacco e va curata per preservare la sua funzione protettiva. Bisognerebbe esporsi con gradualità, nelle ore meno calde e mettendo le creme protettive. Ma in quanti seguono questi consigli? Estate: sole, mare e abbronzatura. Ma mentre pensate alla tintarella, pensate anche alla salute della vostra pelle? Meglio ricordarsi, infatti, che proprio perché la cute è la nostra prima linea di difesa di fronte al mondo, è anche molto fragile: sono circa 3.000 le malattie che possono colpirla e perché accada basta che si spezzi l'equilibrio delicato su cui si regge.Ecco perché prenderci cura della pelle è importante, ora più che mai visto che l'ambiente attuale non è più quello dei nostri antenati e ci sono sempre più nemici da combattere, dagli inquinanti nell'aria alle sostanze chimiche con cui veniamo in contatto. DIFENDERSI DAL SOLE. Il sole è uno dei peggiori nemici della pelle: L'esposizione solare è cambiata nei secoli e oggi è maggiore, complice l'irraggiamento più persistente ma anche le abitudini di vita e i contesti socioculturali differenti, osserva Ketty Peris, presidente della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST). Oggi piace essere abbronzati e così, nonostante gli avvertimenti circa la loro pericolosità, tanti continuano ad abusare dei lettini abbronzanti. Fanno altrettanto male le vacanze mordi e fuggi, in cui il tempo per diventare scuri è poco, e si tende a non proteggersi. Il risultato sono le scottature: quando la pelle è esposta al sole i raggi ultravioletti provocano danni che sono continuamente riparati, ma se si esagera la cute non riesce a farlo e ci si scotta. Le conseguenze vanno dall'invecchiamento cutaneo precoce ai tumori e l'unico modo per evitarle è esporsi al sole con cautela, proteggendosi: per la sintesi della vitamina D sono sufficienti pochi minuti a pelle scoperta; dimenticare la protezione solare invece può essere pericoloso. QUALI CREME SOLARI E COME USARLE. Come scegliere le protezioni solari? Almeno la prima volta e specialmente se c'è una malattia cutanea, come la dermatite o l'acne, sarebbe consigliabile chiedere al dermatologo, risponde Angelo Valerio Marzano, docente di dermatologia e direttore dell'Unità di Dermatologia del Policlinico di Milano. Chi per esempio ha la pelle sensibile e tendenza allergica dovrebbe preferire filtri fisici, che hanno un minor potere allergizzante; chi ha la cute grassa può trarre giovamento da prodotti con filtri Uva e Uvb ma che lascino passare la luce blu che ha effetti benefici sull'acne; chi soffre di vitiligine può giovarsi di una protezione alta nei confronti dei raggi Uva e media per gli Uvb (gli Uva sono i più abbondanti e presenti tutto l'anno, accelerano l'invecchiamento perché alterano le fibre di sostegno della pelle; gli Uvb hanno più energia, penetrano a fondo e sono i responsabili dell'abbronzatura ma anche di eritemi e scottature. Individuato il prodotto giusto occorre usarlo bene, applicandolo ogni due o tre ore e usandolo tutto l'anno sulle parti scoperte, anche in città. Ma mettere la protezione solare non significa avere il via libera per comportamenti incauti, come non indossare il cappello o esporsi quando l'irradiazione solare è al massimo. PELLE DA FUMATORE. Ma esistono anche altri nemici. I fumatori per esempio si riconoscono perché la loro cute è più spenta e invecchia prima. Peraltro la nicotina fa male anche per contatto, come ha dimostrato a giugno uno studio dell'Università di Riverside in California (Usa): il fumo di terza mano, con cui possiamo venire a contatto tramite tessuti o altri oggetti presenti in ambienti in cui si è fumato, provoca stress ossidativo sulle cellule dell'epidermide e riduce anche la capacità di difesa della pelle, aumentando la suscettibilità alle infezioni e rendendo più difficile la guarigione delle ferite. Anche l'uso eccessivo di detergenti schiumogeni o igienizzanti idroalcolici fa male, così come l'applicazione di deodoranti aggressivi o di prodotti cosmetici di cattiva qualità, che favoriscono la comparsa di punti neri. L'uso di prodotti sbagliati può compromettere l'idratazione cutanea: il film idrolipidico che copre la pelle è indispensabile per mantenerla in salute e va preservato o ripristinato, se è stato compromesso per errori nella cura della pelle o per altri problemi. Trattare bene la pelle significa in primo luogo evitare che si secchi e si disidrati: se si fanno tante docce poi è bene idratarla a fondo. Una cute secca infatti è più fragile, perde le sue capacità di difesa e spesso compaiono fastidio e prurito. Se ci si gratta tanto, per giunta, si favorisce l'ingresso dei microrganismi e quindi le infezioni. Anche la scelta degli abiti è importante: quelli sintetici alterano la flora batterica cutanea e gli squilibri che ne derivano possono portare a vere e proprie malattie. La pelle peraltro soffre anche perché è un organo altruista, come specifica Marzano: La vasocostrizione necessaria a mantenerci caldi in inverno per esempio fa sì che nella stagione fredda la pelle sia più fragile e bisognosa di emollienti che ne evitino un'eccessiva secchezza. LA DIETA PER IDRATARE. Per avere cura della pelle però non basta applicare le creme giuste: bisogna anche idratarsi dall'interno, bevendo a sufficienza soprattutto in estate, per contrastare la perdita di liquidi col sudore che potrebbe seccare troppo la cute. Anche quello che mangiamo incide su aspetto e salute della pelle: Ian Stephen, psicologo dell'Università di Bristol in Inghilterra, ha dimostrato che le persone con un incarnato dorato come quello garantito da un'alimentazione ricca di vegetali e quindi di carotenoidi sono ritenute più attraenti rispetto a chi ha una pelle meno splendente, a prescindere dall'abbronzatura e dal colore cutaneo di base. Perfino la fotoprotezione poi può passare dal­l'interno, spiega Marzano: Gli studi recenti hanno mostrato che alcuni integratori, per esempio a base di nicotinamide, svolgono una funzione protettiva sui danni da raggi ultravioletti, consentendo addirittura di prevenire alcune forme di tumore cutaneo associate all'esposizione solare. ANCHE LA PELLE DEVE DORMIRE (NON IN SPIAGGIA). Un po' a sorpresa, altre buone abitudini sembrano aiutare a tutelare la pelle: uno studio sui topolini di ricercatori dell'Università di Irvine, in California, ha dimostrato che alterare il ritmo delle giornate, per esempio spostando a notte fonda l'orario della cena e dormendo poco, può favorire le scottature solari il giorno dopo. Succede perché di notte la pelle si rinnova e si prepara per il giorno successivo, quando al mattino attiva i geni che servono a proteggerla dai raggi Uv. Se non si dorme a sufficienza gli orologi biologici cutanei si sfasano e l'attivazione dei geni protettivi viene ritardata, lasciando la pelle indifesa di fronte ai danni del sole. Fare le ore piccole in estate e poi passare la giornata in spiaggia insomma non è una buona idea, a maggior ragione se ci si dimentica la crema solare.


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L 'ABBRONZATURA È ANCORA SEXY?

di Anadela Serra Visconti

ABBRONZARSI CON INTELLIGENZA Ma non sono un pó passati di moda gli anni 60' che vedevano Brigitte Bardot a Saint Tropez e i playboys internazionali in lussuose decapottabili abbronzati tutto l'anno? Tintarella come status-symbol e tutta la vita, una eterna vacanza, una "dolce vita" al sole nelle prómemades della costa azzurra? "Fair facial complexion" ovvero carnagione chiara e "dark facial complexion" ovvero carnagione scura devono proteggersi nello stesso modo ?Abbandonarsi al rito più amato dell'estate senza invecchiare la pelle si puó ? Tutte le etnie sono rappresentate nel nostro paese . Ma chi ha la fortuna di avere un'incarnato scuro è meno sensibile ai danni solari, ma solo in quanto a scottature. La pelle invecchia lo stesso ai raggi UV. Gli uomini usano la protezione solare più o meno dle donne? Gli taliani sono ancora fan dell'abbonzatura: 8 su 10 la considerano sexy. Eppure bisogna fare un bilancio tra bellezza e scienza. La pelle ha una memoria che è massima nei primi 12 anni di vita, ecco perchè è importante per la prevenzione tumori e per l'invecchiamento precoce della pelle iniziare a proteggere la pelle dei bambini. E ovviamente, proseguire da grandi. Infatti il sole crea un'infiammazione cronica della pelle che dura a lungo, anche dopo mesi di sospensione . Ecco perchè dovremmo sempre far passare 6 mesi, dopo, ad esempio, un viaggio ai tropici, prima di rimetterci al sole ( cosa che invece facciamo buttandoci in spiaggia puntualmente al ritorno). Piccole regole: - essere generosi i spalmare molta crema prtotettiva 30 minuti prima di uscire di casa - riapplicarla ogni 2 ore , anche la waterprooof e dopo ogni immersione. - assumere integratori a base di licopene ,astaxantina e carotene per tutta l'estate. Proteggono la pelle dall'interno. - preferire: carote albicocche melone zucca e broccoli ( ricchi in sulforafani antiox utili per il topless e per la retina) e crostacei, ricchi in astaxantina. PROTEZIONE Potezione 50+ su viso, collo e decoltè per tutta l'estate. Per il corpo, prima settimana 50+, poi passare a protezioni 30/20 per il resto dell'estate. Questo vale per tutti i tipi di pelle , dalla chiara alla scura, alla vera e propria dark complexion delle varie etnie ( e questo per non invecchiare la pelle). E vale anche per l'uomo di tutte le età. Pertanto àChi va pianoà. Va sano e va lontano, anche con l'abbronzatura. QUALCHE SEGRETO IN PIÙàPER UNA ABBRONZATURA SANA - 5 mandorle o noci o olio di borragine la mattina - no bagno schiuma ma oli da bagno - dopo-sole prolungatori dell'abbronzatura a base di tirosina e diidrossiacetone (canna da zucchero) - no peelings e scrub o spugne abrasive - sgombri, sardine, salmone, tonno ricchi in omega 3 e mantengono la pelle morbida e idratata.


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Diario estivo del benessere

di Anadela Serra Visconti

Le vacanze estive sono oramai imminenti, quindi quale occasione migliore per iniziare un percorso di benessere! "In ogni clima, in ogni ora del giorno e della notte bisognerebbe migliorare ogni momento per stare in quel punto d'incontro tra due eternità, il passato ed il futuro, che è il momento presente". Così scrive Henry David Thoreau nel suo "Walden, vita nel bosco", libro al quale si sono ispirati i movimenti ecologisti e ambientalisti di mezzo mondo e anche Ghandi. Un semplice diario ( ne consiglio la lettura estiva!) che riflette sulla semplicità della vita quotidiana, della vita nei boschi fatta di suoni, silenzi, di paesaggi reali ed immaginari. Prendiamone esempio per un nostro vero diario di relax in vacanza, per svuotare la mente e distendere il corpo. Piccole regole: passeggiamo nei boschi, a cellulare spento almeno 3 volte a settimana per 40 minuti In alternativa, passeggiamo sulla spiaggia lungo il mare al tramonto o la mattina presto, quando non c'è confusione. Non pensiamo ai problemi, ma concentriamoci sull'osservazione dei dettagli del paesaggio e sull'ascolto dei suoni , degli uccelli, delle foglie al vento, delle onde Durante la camminata, inspiriamo ed espiriamo a braccia aperte per 10 volte ogni 15 minuti Dopo 40 minuti sdraiamoci a terra a contemplare il cielo e possibilmente a fantasticare sui nostri " sogni nel cassetto" finché non ritornano le energie. Così facendo,è molto probabile che poco a poco troviamo la forza di realizzarli. Ogni cosa prima di essere realizzata materialmente, deve prima essere PENSATA. Questa pratica svuota la mente, facendo posto per nuove idee. Non solo: ossigena i tessuti e stimola il metabolismo in modo dolce ed efficace, aiutandoci a mobilizzare i grassi che stazionano nel nostro corpo per la sedentarietà, per lo stress e per le irregolarità alimentari. Un piccolo diario del benessere, se vogliamo appuntarci queste passeggiate, ci ricorderà in autunno le nostre priorità , stimolandoci ad avere più cura di noi stessi e più fiducia nelle nostre potenzialità. Buone vacanze!


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Racconti e poesia

Parole stropicciate

di Tiziana Lupi

Parole stropicciate
E mi arrivano improvvisamente dal cuore
parole increspate,
un po’ stropicciate.
Con tanto amore riuscirò
ad appianare quel grinzoso frangente…
Non lasciare mai la strada vecchia:
se bruttissima, starò attenta alle strade cieche,
a non cadere nel vuoto.
Non cancellerò nessun giorno della mia Vita.
 I giorni belli mi hanno regalato la Felicità,
quelli più brutti mi hanno dato l'Esperienza,
i peggiori mi hanno insegnato a Vivere.
Quando guarderai la luna,
rubagli un sogno…
Per sognarlo insieme,
per dargli colore,
appagare la mente e il cuore
e il sogno rubato,
magicamente si realizzerà!


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Dubbi

di Antonella Iacoponi

Il sole scruta il mondo dall'alto,
vede vacillare certezze,
la poesia cerca nuove identità,
a passo lento: è malferma sulle gambe,
e dire che non calza più tacchi alti,
ma i sandali sdoganati dal film Barbie!
La sicurezza è lusso troppo costoso,
così Oreste abbraccia la madre,
stringe la mano a Egisto; le Erinni
danzeranno radiose alle nozze con Ermione,
anche Antigone e Emone si sposeranno,
felici balleranno sulla tomba di Polinice…
Ciò che era chiaro, improvvisamente si oscura,
ciò che era solido, evapora,
scatoloni di dubbi attendono
nascosti nei giardini, sul retro delle case,
persino il netturbino non sa dove gettarli.


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Noi insieme

di Carla Vinci

Non posso camminare
ma vedo i passi che non farò ,
mi riempirò gli occhi dei colori di ciò che incontro,
scambierò sguardi per riconoscere amici o opportunità …
Non potrò sentire ,
ma leggerò ciò che dici dalle tue labbra ,
il silenzio si riempirà dei miei pensieri quando guarderò gli uccelli volare nel cielo
quel cielo che non ha bisogno di suoni ,
mi farò bagnare da un mare in tempesta che urla le sue onde verso le mie mani
e ruggerò per lui nella mia anima ,
se non capirò messaggi complessi vivrò felice nella semplicità di chi mi capisce solo perché mi ama
e le cose semplici diventeranno ogni giorno routine della vita che mi completerà e mi farà crescere .
Ma se c’è il buio
, dovrò colorare tutto nella mia mente ,
cercare passi sicuri ,
ascoltare per imparare a distinguere chi sei ,
e imparerò con tanta fatica che il buio più nero è solo quello dell’arrendersi e quello del cuore .
Illuminare vite sta agli altri
ma solo quando io deciderò di indicare loro la strada ,
una strada che solo io posso vedere !
Grazie se sarai con me!


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Il dolore si raggomitola

di Annalisa Conte

Il dolore non passa, il dolore trova un posto e si raggomitola, resta lì, e diventa una parte di te, che certe volte, in alcuni giorni, fa capolino. quando ero piccola, di notte, non c'era neanche bisogno di chiamarti, bastava che mi girassi nel letto e tu eri già lì, vicino a me, ma c’è stata una notte, quella notte, di qualche anno fa, che io ricorderò sempre come la notte più lunga della mia vita, perché avrei voluto chiamarti, avrei voluto gridare con tutto il fiato che avevo, ma tu non avresti potuto più sentirmi, perché in una fresca serata di aprile, hai deciso di andare via. Lo so che sei stata forte mamma, sei stata tanto forte e coraggiosa, hai lottato fino all'ultimo,e lo so che hai combattuto ,perché avresti voluto restare con noi e noi avremmo voluto tanto trattenerti, ma poi abbiamo capito che tu eri troppo stanca, e meritavi finalmente di riposare. Avevi sempre pensato solo a noi mamma, ma quel giorno era giusto che iniziassi a pensare soltanto a te per sempre. Ed io mamma, quando mi hai lasciata ero distrutta, devastata, lacerata ,strappata, trafitta, dispersa, smarrita, impaurita, caduta, inginocchiata, tra le lacrime che non riuscivo a smettere di versare, perché il dolore mi aveva fatto smettere di respirare insieme a te. Quel giorno, quel 22 aprile, c’era stato per tutto il giorno un sole tiepido, Che scaldava la pelle, ma quando il sole si è spento, tu ti sei spenta con lui. Non credevo che il giorno seguente potesse sorgere di nuovo il sole, non era possibile che il sole scaldasse ancora senza di te, invece il giorno dopo ancora quel sole, ancora quel calore, in netto contrasto con quello che avevo nel cuore, e pensavo che non fosse giusto che il sole continuasse a splendere così, a scaldarmi la pelle, se tu non c’eri più. spesso ho stupidamente pensato che sarebbe stata più opportuna una giornata cupa e piovosa, pensavo sarebbe stato più rispettoso nei tuoi confronti, più rispettoso nei confronti del mio dolore, perché quel dolore non poteva essere accompagnato da quel sole caldo, da quella giornata meravigliosa, perché sarebbe stato giusto che tu la potessi vedere quella giornata, sarebbe stato giusto che tu avessi ancora potuto sentire quel sole sulla tua pelle, invece tu te ne eri andata. Quel giorno continuava a tornarmi in mente la canzone di Fabrizio De André:” ninetta mia morire di maggio ci vuole tanto troppo coraggio, ninetta bella diritto all’inferno, avrei preferito andarci d’ inverno”. Era aprile non maggio quando sei andata via, ma continuavo a pensare che la primavera stonasse con la tua morte. Sai mamma, ho pensato, e forse un po’ ho desiderato, che finisse tutto lì, perché non credevo che la mia vita potesse andare avanti se tu non c’eri più. Non è stato facile, ho dovuto imparare di nuovo a respirare, perché l’aria aveva smesso di entrarmi nei polmoni, nell’istante in cui tu sei andata via. perché magari uno lo sa che i genitori prima o poi vanno via, ma non credevo così presto, chissà, forse perché quando sono nata tu avevi solo 18 anni, e io e te eravamo due bambine che sono cresciute insieme, impreparate a quello che ci aspettava. Due bambine che hanno perso tanto del loro tempo a non capirsi, e quando te ne sei andata io mi sono sentita ancora più piccola, ancora più sola, ancora più smarrita. È strano, ma da quando non ci sei, ho l’impressione che la mia percezione del tempo sia cambiata, perché da una parte ho la forte sensazione che tutto stia scorrendo via troppo velocemente, ma se penso che non ci sei più, il tempo sembra qualcosa di doloroso ed infinito. Lo sai mamma, non saprei dirti se da quando sei scomparsa sia passato tanto o poco tempo,ma posso dirti che ogni giorno senza di te sembra un giorno interminabile, posso dirti che quel dolore nel tempo non è mutato,ma mi ha accompagnata e continua ad accompagnarmi perché ha trovato un posto suo, in un punto indefinito del mio corpo, a volte si ferma al centro del petto, altre volte nella gola oppure arriva spesso nella testa, o anche nella mia pancia, ma sta sempre lì da qualche parte, sempre nascosto dentro di me. Mi stupisco ogni giorno, se penso che la vita continua anche se tu non ci sei più, ma è così. Mi manchi mamma, e la tua assenza continua a farmi male, mi manca anche soltanto poter dire:” mamma “, così qualche volta, quando mi manchi troppo, sussurro piano questa parola semplice: “mamma” come se tu mi potessi sentire...” e quando dico mamma le mie labbra si baciano per te”


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Invocazione al mare

di Antonella Iacoponi

Marina di Pisa, 01 gennaio 2024
Mare, siimi tu medicina,
contro i giorni tristi, i pacchi di ansia,,
siimi tu taumaturgo di lacrime e dolori…
Se d’un tratto il cuore batte più forte,
se mi sorprende il fragore di un tuono,
cullami, col tuo magico canto,
inebriami, con l’intenso aroma,
infuso in zampilli di vento.
Mare, siimi amico,
a cui tutto confidare,
ogni segreto chiuso in un rivolo d’oro, siano le onde mani complici,
a lambire le mie, in tocco affettuoso.
Mare, siimi tu ispirazione,
per formare la poesia più profonda, sofferta,
affinché scuota le coscienze,
e le strofe più soffici, lievi,
sì da allietare i cuori, con un sorriso.


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Voleremo insieme

di Vito Coviello

alla giornata del 8 marzo, giornata dedicata alle Donne.
Voleremo insieme:
Voleremo insieme, come garrule rondini, nel dorato cielo del mattino ai primi raggi del sole nascente, felici della nostra primavera...
Ci rincorreremo in voli radenti, ed in picchiate a capofitto fino a sfiorare le onde del mare azzurro, felici di essere insieme
... Voleremo insieme, nel cielo azzurro della nostra estate, rincorrendoci e giocando a nascondinotra le bianche nuvole, felici come bambini.
Voleremo insieme, nel rosso di un maturo tramonto.
Voleremo insieme, nel cielo blú della nostra sera all'arrivo della bianca proserpina e delle sue lucenti ancelle.
Voleremo nella nostra vita, sempre. Voleremo nel cielo eterno diamantato di stelle, rispettosi gli uni gli altri delle nostre vite, dei nostri pensieri e delle nostre differenze.
Voleremo liberi di farlo liberamente, nei nostri cieli, per poi ritrovarci, a volare, ancora ed ancora, insieme, rispettosi gli uni gli altri.
Vito Coviello


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Riflessioni e critiche

Racconto autobiografico: la mia vita (prima parte)

di Michele Di Monaco

 Cologno Monzese, Marzo 2024 Se la mia vita fosse un film, mi piacerebbe che iniziasse così: C’era una volta un piccolo paese in provincia di Caserta, di nome San Tammaro. È là che sono nato. Erano passati circa otto anni dalla fine della seconda guerra mondiale e l’Italia, piano piano, aveva ricominciato a condurre una vita più serena. Il lavoro non mancava, le famiglie erano sempre più numerose con tanti figli, il cibo era nostrano e buono, il verde della campagna profumava, inquinamento zero, l’acqua dei fiumi era quasi potabile, il cielo era azzurro, non come adesso che è malato. Il paese era una comunità dove tutti si conoscevano e in caso di bisogno, bastava bussare ad una porta o ad un portone e di sicuro chi ti apriva era sempre pronto a darti una mano. Spesso ci rivolgevamo al parroco o al sindaco, anche loro sempre pronti ad ascoltarti e, quando necessario, ad intervenire di persona per risolvere problemi complessi e a volte anche molto delicati. Certamente, sto parlando dei primi anni cinquanta, ma passiamo al punto dolente: i miei genitori. Mia madre, Teresa, un po.’ contadina ma soprattutto casalinga, era sempre molto attenta e protettiva e sempre pronta a sacrificarsi per difenderci da tutto e da tutti, iniziando da mio padre, la cui unica qualità era quella di essere un grande lavoratore e un vero professionista nel suo campo: l'edilizia. Grazie al suo mestiere aveva costruito una bella casa per la famiglia e non ci ha fatto mai mancare niente. Purtroppo però era una persona violenta e autoritaria il che controbilanciava questo aspeto positivo. Nei nostri confronti e anche con nostra madre, era il tipico padre padrone, non gli andava mai bene niente. Ecco in breve, un ritratto dei miei genitori che mi hanno donato la vita. Sono il terzo genito di nove figli tutti maschi. Siamo nati in un arco di tempo che va dal 1948 al 1970, anno in cui mio padre ha detto stop! Non nascondo che la mia infanzia è stata molto burrascosa e molto movimentata. Ero un ragazzino sempre pronto ad aiutare altri ragazzini come me che magari, anche per scherzo, venivano un po'’ bullizzati. Ero sempre pronto a prendere le loro difese, facendo anche a botte se necessario, e a volte le ho anche prese, perché non guardavo ne l’età ne la stazza di coloro con cui mi battevo: attaccavo chiunque mi pestasse i piedi, insomma ero un po' ribelle, non c’era giorno che qualcuno non venisse a bussare al portone di mia madre per chiedere conto dei danni che causavo a cose e a persone. Anche a scuola era sempre un problema+ Con i vari insegnanti che ho avuto alla scuola elementare c'è stato sempre un rapporto di amore e odio tanto che molto spesso potevo entrare in classe solo se accompagnato da mia madre. Come di rito, ogni fine anno, veniva un fotografo professionista chiamato dalla scuola per fare la tradizionale fotografia del gruppo classe. Fra l’altro il fotografo che ovviamente faceva le foto a tutte le classi dell'istituto, era sempre lo stesso, perché era l’unico in paese. Ecco: non c’è una foto di gruppo dove io non avessi un occhio gonfio, qualche taglio, lividi o addirittura qualche braccio rotto. Vero è che spesse volte le meritavo le botte da mio padre, ma non si insegna l’educazione ai bambini con le botte... e che botte! Spesso ho rischiato veramente di finire male. Non ricordo per niente la mia infanzia, ricordo solo che ho iniziato a lavorare in campagna, dove si seminava e si raccoglieva di tutto: per esempio verdure, legumi, frutta, ortaggi e addirittura anche fiori. Bei tempi che Ancora oggi porto nel cuore. Dopo la scuola elementare, non volli continuare con le scuole medie, perché non mi andava di studiare, ma solo di lavorare. Per questa mia decisione, ho preso anche botte da mio padre, però se potessi tornare indietro, avrei proseguito gli studi. Comunque per cause di forza maggiore, all’età di trentacinque anni con grande fatica e studiando da autodidatta, ho preso la licenza di terza media, che serviva per lavorare. Ancora ragazzo, intorno ai dodici anni iniziai a fare il lavoro che mi piaceva, cioè ho iniziato a lavorare nel campo dell’edilizia, con un'impresa molto seria, che vedendo le mie qualità, mi ha dato subito la possibilità di imparare il mestiere e diventare un bravo operaio. Bene o male tutta la mia famiglia lavorava in quel campo, però il mio sogno è sempre stato quello di emigrare al nord Italia. Appena ho avuto la mia carta d’identità a 15 anni e con il permesso dei miei genitori ho preso il treno per milano. Il treno era rumoroso e lento e così affollato che risultava difficile persino andare in bagno per via delle molte valigie che ne ostruivano l'entrata. pensate ai bagni di quell'epoca: i vari bisogni che si facevano andavano a finire a terra sui binari! Provo a immaginare quei poveri operai che facevano manutenzione, lungo la linea ferroviaria e non li invidio se penso a ciò che potevano trovarci! Credetemi, a quei tempi si sapeva quando si partiva e non si sapeva quando si arrivava... La durata di un viaggio aveva tempi biblici. E pensare che adesso da Milano a Napoli con treni ad alta velocità, ci si mettono 4 ore. A quei tempi, se mi andava bene, viaggiavo in piedi tra una carrozza e l’altra, certamente con tanto di biglietto pagato. L’altro punto dolente e triste corrisponde al giorno in cui ho lasciato il mio paese, perché il pensiero di non vedere più gli amici, i miei familiari, i miei parenti a me molto cari e perché no, anche la fidanzatina che avevo allora e che dovetti lasciare mi rattristava. Però il sapere di raggiungere una città metropolitana come Milano mi dava una gioia immensa. stiamo parlando dell’anno 1969. Girando per le vie di Milano, un giorno potei osservare attraverso le vetrine dei negozi di elettrodomestici, i televisori accesi che trasmettevano l’atterraggio sulla luna della navicella spaziale apollo 11. Mi sembrò di vivere in un film di fantascienza. È proprio vero, Milano mi ha accolto a braccia aperte. l'aiuto di mio fratello è stato prezioso e importante per me. Mio fratello viveva a Milano insieme a sua moglie già da qualche anno quando arrivai io. Poi dopo qualche tempo ha deciso di ritornare al nostro paese con mia cognata, non prima di avermi indirizzato sulla strada giusta aiutandomi ad inserirmi nel mondo del lavoro. Il resto l'ho ottenuto grazie alle mie capacità che mi hanno permesso di diventare un bravo professionista nel campo edile. Sono diventato uno stuccatore e decoratore, molto apprezzato, tanto che già a quei tempi ero richiesto da molte aziende, nonostante la mia giovane età. All’età di 17 anni, nonostante mi fossi inserito benissimo e lavorassi presso una società edile molto seria i cui responsabili mi tenevano in grande considerazione, avendo investito molto tempo per far di me un bravo professionista, decisi anche se a malincuore di lasciarli con la scusa che dovevo tornar al paese perché mia madre stava male, poiché un mio carissimo amico, che lavorava nel trentino, mi aveva fatto una proposta di lavoro, molto allettante. In Trentino mi offrivano cioè un compenso molto alto e in più avrei avuto vitto e alloggio pagati, arrivando così a guadagnare cinque volte di più rispetto a quello che guadagnavo a Milano. Così è stato, anzi, le mie entrate si sono rivelate addirittura superiori alle aspettative.


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Un mondo di silenzi

di Marco Cefalù

Il diabete non si vede… è subdolo; noi genitori lo sappiamo bene e così, anche in uno sguardo con le occhiaie ravvisiamo facilmente ciò che la gente non può sapere e si fa ciò che è necessario: somministrare l’insulina, controllare il valore della glicemia, poco importa il luogo in cui ci si trova… ogni luogo è quello giusto se bisogna agire. Per noi, l’ambiente di casa, fino a qualche tempo fa, era l’unico nel quale si svolgeva, un “rito” ben preciso, quello del cambio del sensore glicemico: movimenti e azioni precise da compiere sempre allo stesso modo, protetti dalle mura di casa. La scorsa settimana il bambino ha manifestato un desiderio: “Andiamo al Forum?”, un centro commerciale dove lui ama andare per giocare con le giostrine. E perché no? Unico giorno possibile il venerdì… ahi! Proprio il giorno del cambio sensore. Che si fa? Con mia grande sorpresa, mia moglie si convince che possiamo andarci, il sensore lo cambieremo… strada facendo. Così, ci siamo trovati a vivere il nostro rito… in pubblica piazza, si! Proprio nella piazza centrale del centro commerciale, perché quel luogo ha scelto mio figlio… il posto più bello, dove ci sono fontane, panchine e una serie di sagome dalle forme di pesce che dondolano dall’alto del soffitto. Così il nostro rito è diventato anche la nostra “epifania” … la nostra rilevazione, il nostro renderci manifesti… con estrema naturalezza, perché tutto ciò fa ormai parte della nostra vita attuale. Seduti nella panchina, abbiamo preso l’occorrente, esposto il braccio del bambino, applicato il sensore… TAC! Tutto fatto. Chi si è accorto di noi? Del nostro gesto? Del suo significato? Credo nessuno di tutti quelli che apparentemente ci stavano vicini: mamme, papà, zii forse anche nonni e nonne… nessuno! Mi sono girato per guardarli… ma non ho sentito nessuno sguardo curioso addosso. Poi ho alzato gli occhi, dal lucernaio, scendeva una calda luce pomeridiana, ed è stato all’ora che li ho visti: ecco a chi ci siamo manifestati, a quelle sagome silenziose, loro i nostri muti astanti…i pesci, che con i loro grandi occhioni aperti ci hanno seguito in ogni nostro gesto, ci hanno letto dentro… Da questa esperienza mi viene in mente una sola considerazione: il diabete non ci può fermare, il diabete ci condiziona ma, non ci potrà mai togliere la nostra “normalità” quella, che a fatica ogni giorno ci conquistiamo. Anche se alla fine nessuno di chi ci sta accanto potrà davvero capire… I nostri piccoli passi sono conquiste vere…fatte di gioie…fatte di silenziosi dolori!


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Dove sono finite le rane?

di Francesca Loddo

Questo inverno l'inverno non c'è stato, almeno in Sardegna. Le giornate si allungano piano piano e il sole diventa sempre più caldo. Esco fuori nel mio piccolo giardino a godermi questo accenno di primavera e provo ad ascoltare i rumori che mi circondano. Dove sono finite le rane? Quando ero piccola ce ne erano talmente tante da fare un rumore assordante e nelle sere d'estate giocavamo ad acchiapparle e guardare quanto potevano allungarsi quelle zampine, nel tentativo di fuga dalle nostre mani. Mio figlio ha sei anni, e non ha mai avuto una rana tra le mani. Come lo spiego io il colore delle rane a chi le ha viste solo in TV? Come la spiego quella sensazione di eccitazione e paura nell' averle tra le mani? Con il timore che saltino da un momento all'altro e finiscano tra i capelli, nel petto o sulle braccia. Ok, è tutto cambiato e io sto invecchiando e iniziando a diventare una brontolona a 37 anni, ma certe cose dovrebbero essere eterne. Il profumo della pioggia sull'erba, gli arcobaleni, le luci spente e i lampi che illuminano, le rondini a primavera che sanno quando andare via, le angurie messe a raffreddare in riva al mare. Potrei fare elenchi lunghissimi, con la consapevolezza che i miei figli non proveranno mai certe emozioni così semplici, ma di cui ho una nostalgia eterna. Però sono bravissimi con i dispositivi elettronici. Non sono solita lasciare in mano loro il mio telefono, eppure sanno sbloccarlo, fare foto e video. Hanno un loro tablet con giochi istruttivi e lo usano come se lo avessero avuto in mano appena nati. Saranno, come tutti i bimbi di oggi, informati, svegli, tecnologici, ma non conoscono il fresco viscido di una rana tra le mani e io mi sento fortunatamente boomer


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Tempo libero

La mia passione per la metereologia

di Marco Poltronieri

Tutto è cominciato nella mia tenera età, oltre 40 anni fa, allora avevo un minimo residuo visivo, quando frequentavo i primi anni delle elementari, un bel giorno entrai in possesso di un termometro ad alcool. Per curiosità, in un pomeriggio d'estate lo esposi al sole e notai con miagrande meraviglia che la colonnina di alcool rossa, si estese lungo tutto il bulbo del termometro, salendo oltre i 50°. Cominciai anche a seguire i vari servizi meteo che davano alla tv, allora erano molto più curati di adesso per quanto possa sembrare strano, dopo qualche anno mi regalarono un libro di meterologia così da poterla studiare in maniera un po' più professionale e cominciai a dotarmi del primo termometro a mercurio a temperatura minima e massima, che per quei tempi era uno strumento che a livello amatoriale permetteva già un discreto controllo sulle variazioni di temperatura nell'arco della giornata. Acquistai anche il primo igrometro a capello per l'umidità e poi mi costruii anche un pluviometro per misurare la pioggia con un recipiente con stampata una scala graduata e sopra un imbuto. Comprai anche un barometro per misurare la pressione dell'aria. Iniziai anche a raccogliere giornalmente i dati climatici della mia zona, li posseggo infatti dal 1991. Avvenne poi nel 1994 che ahimè, persi definitivamente quel poco di vista che mi era rimasta. Questo portò ad un inevitabile cambiamento radicale sia della mia vita, e sia per quanto riguardava la mia passione. Infatti sorsero dei problemi a livello pratico, gli strumenti erano consultabili solo da una persona vedente, ma non mi persi d'animo. Infondo le difficoltà sono fatte per essere superate, e dopo l'iniziale sconforto trovai alcune soluzioni che risultarono molto efficaci. Infatti, mi procurai una caraffa graduata dalla parte interna per sentire con le dita il livello della pioggia caduta, tolsi il vetro di protezione dell'igrometro, posi delle tacchette adesive per sentire il suo indice con le dita, acquistai un barometro tattile, quello esisteva già costruito per i non vedenti, dopo un po' acquistai anche un termometro a minima e massima con sintesi vocale, quindi parlante. Ma come fare per intercettare le condizioni meteo, se il cielo era sereno, nuvoloso, nebbioso, ecc. ora che non potevo più usare la vista? All'inizio non fu facile, dato che non esistevano ancora una rete capillare di stazioni meteo collegate via web come adesso, quindi ho imparato a riconoscere lo stato del cielo, dagli odori e dall'umidità dell'aria, infatti se c'è nebbia l'aria ha un quantitativo di umidità spesso superiore a quando piove, ma non ha la stessa pesantezza e compattezza, a distinguere i tipi di vento, se è libeccio, scirocco, bora o maestrale, ciascuno di essi infatti ha caratteristiche fisiche peculiari che trasportano fino a noi dai loro luoghi d'origine. Ho imparato anche a captare l'arrivo di un temporale dalle scariche elettriche udibili alla radio nella banda a m. Ma proseguendo nel mio racconto. ecco la vera svolta! Con l'avanzare della tecnologia e soprattutto con l'abbassamento dei costi, (le stazioni meteo elettroniche infatti esistevano anche prima degli anni 50, ma per il loro costo erano utilizzate solo in campo militare), a metà degli anni 2000 sono riuscito ad averne una che ho collegato al computer, tramite un software che scarica i dati dalla consolle, e una sintesi vocale che li legge, riesco ad archiviare ogni 5 minuti tutti i parametri meteorologici, quali appunto pressione, temperatura, umidità, precipitazioni,, vento ed altri ancora. Questo sistema ha innumerevoli vantaggi, infatti non si ha la necessità di essere sempre presenti, in quanto i dati sono immagazzinati dapprima in una memoria di massa della stazione meteo, e quindi quando si accende il pc, si scarica in automatico riversandosi nell'hard disck della macchina, e successivamente essere elaborati facilmente in fogli di calcolo per conteggiare le medie statistiche. Per me fu una enorme soddisfazione e un traguardo indimenticabile. Non si riesce però, con gli ausilii attuali a disposizione di noi non vedenti, a consultare le mappe meteorologiche, infatti esse sono disegni grafici, anche se, con l'avvento dell'intelligenza artificiale si stanno aprendo molte possibilità in questo senso. Anche il radar meteorologico non è per noi accessibile, ma qui mi danno una mano i molti amici che ho conosciuto in rete che mi descrivono a parole, quello che vedono nelle immagini. Mi ritengo molto soddisfatto di portare avanti da tanti anni questa passione, anche se appena perduto il poco di visus mi ponevo questa domanda: vale la pena che un non vedente coltivi questa passione con i limiti oggettivi che essa comporta? Se pensiamo infatti che l'osservazione del cielo è fondamentale nel prevedere per esempio il tipo di temporale in avvicinamento, ma anche se le nubi porteranno piogge o meno, per citare solo alcuni aspetti; dopo alcuni anni ho trovato la risposta. Nella vita penso che conta infatti quello che riesci a fare, non quello che non puoi fare. Questo vale per tutti gli aspetti. e' l'impegno e la capacità di mettersi in gioco ciò che va tenuto presente, siamo più propensi a vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto, e non ci accorgiamo che spesso invece è tutto pieno fino all'orlo, anzi, sembra impossibile, a volte basta chiedere nel modo giusto e si riesce anche a farsi molti amici e a dar coraggio anche agli altri nonostante le nostre difficoltà. Ecco che, con l'aiuto altrui riesco quindi ad avere tutte le informazioni che mi mancano. Se vi svegliate in una bella giornata di sole, volgete lo sguardo all'insu, e riflettete su quell'azzurro puro e immacolato, se piove, provate ad ascoltare il picchiettìo della pioggia, diverso se piove sui tetti, sul cemento del cortile, sugli alberi, sui prati; se nevica provate a tendere l'orecchio, e scoprirete che tutti i rumori sono ovattati perché distorti, per dirla così, dalla caduta della neve che li modifica; se soffia il vento, provate a contemplarlo mentre corre nei prati ampi, mentre si infila tra gli alberi o fischia negli infissi di casa; o quando si ode il possente rombo del temporale in avvicinamento e si sente il presagio nell'aria. Dopo tutto ciò, considerate dentro quale preziosa meraviglia di mondo ci troviamo a vivere.


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Il torball

di Giovanni Ciprì

Il CIP è il Comitato italiano Paralimpico, e come il CONI (Comitato Olimpico), al suo interno racchiude le federazioni sportive. Tra le federazioni rappresentate dal CIP, ve ne è una che tratta le discipline prettamente per non vedenti. Questa federazione è la FISPIC e Tra le discipline di codesta federazione(Federazione italiana sport per ipovedenti e ciechi) c’è il Torball. Si tratta di una disciplina giocata sia da non vedenti, sia dagli ipovedenti, sia dai normo vedenti, con 2 squadre che si affrontano tra loro. Si gioca in 3 contro 3, e tutti gli atleti vengono bendati, in modo che nessuno possa trarre vantaggi dal residuo visivo o dal vedere. La palla è sonora, cioè contiene al suo interno dei sonagli che la rendono sonora appunto. Tra le 2 squadre non vi è contatto fisico, in quanto il campo è suddiviso in 3 aree: le 2 aree rispettivamente da 6 metri cadauna, sono poste alle 2 estremità del campo da gioco che è lungo 16 metri ed è largo 7 metri. In mezzo alle 2 aree dove stazionano i giocatori, vi è un’area neutra di metri 4. In quest’area non può accedere nessun giocatore anche perché ai fianchi di quest’area vi sono posti dei paletti che tengono tese delle cordicelle che nessuno deve toccare altrimenti commette un fallo. Nel tiro effettuato con le mani dai giocatori, il pallone che pesa 500 grammi, deve passare sotto le cordicelle, poste a 40 cm da terra. Il campionato di serie A, è composto da 12 squadre, e queste, si affrontano in partite di andata e ritorno dividendosi in terzine. Cioè 3 squadre viaggiano sempre insieme e affrontano altre 3 squadre in una località scelta dalla federazione, e si affrontano in quel fine settimana giocando insieme il sabato e la domenica. Nello stesso Week end, ci saranno altre sei squadre che si affronteranno in un’altra città. Nel campionato appena concluso, la squadra che ha vinto lo scudetto è stata la Reggina, squadra calabrese che ha bissato lo scudetto vinto l’anno scorso. I reggini hanno meritatamente vinto, in quanto hanno battuto quasi tutte le pretendenti al titolo. Sorprendente anche il secondo posto dell’Augusta NO.VE, che malgrado 1000 vicissitudini e infortuni, alla fine del torneo ha chiuso la competizione sul secondo gradino del podio. Al terzo posto si è classificata una squadra del Nord Est, si tratta dell’alto Adige, data da molti tra le favorite per il titolo. Le finali si sono disputate a Reggio Calabria e a Roma. Retrocedono in B inveceil Cosenza, il Bergamo 2 ed i siciliani dell’Enna. La stagione sportiva prevede un prologo il prossimo 25 e 26 Maggio a Bolzano per le final six di Coppa Italia. Oltre alla Reggina, si troveranno in Trentino Alto Adige squadre come l’Augusta, l’omero Bergamo,, il Teramo il Torino e i padroni di casa del Bolzano appunto. Lo spettacolo sarà assicurato, in quanto le sei squadre rappresentano il gota del Torball Nazionale.Giovanni Ciprì


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L'enorme mela (prima parte)

di Silvano Conciarelli

Una delle mete turistiche più ambite è certo che sia New york e infatti quando nel "lontano" secondo semestre del 2019 uno dei nostri amici ci propose di andarci, tra l'altro sfruttando una vantaggiosa offerta, ci siamo catapultati nell'intento di intraprendere questo bellissimo viaggio assieme ai nostri due figli ed ad un'altra coppia di nostri amici... Purtroppo quel viaggio avrebbe avuto, essendo programmato per maggio 2020, un parto, molto travagliato. Infatti i primi due tentativi, per maggio e per ottobre 2020, fallirono miseramente, nel 2021 non è stato possibile farne neppure uno, ad aprile 2022 si è aperta una finestra, il che finalmente ci ha permesso di gettare delle solide e ahinoi, anche un pò più costose basi per questa avventura turistica transoceanica. Nel frattempo dentro di me, cominciavano a farsi mentalmente spazio, essendo ipovedente, alcune naturali perplessità: Riuscirà il nostro eroe a godere di questa ghiotta opportunità, senza avere o creare difficoltà nell'affrontare a viso aperto la grande mela? I miei amici e miei familiari hanno rapidamente dissolto questi miei dubbi lasciando dentro di me la sola ragionevole preoccupazione, che però è propria per chiunque debba per la prima volta, affrontare una meta così, diciamo complessa. La data di partenza è per sabato 2 aprile e così con i bagagli già pronti e la sveglia puntata in piena notte, si arriva all'aeroporto di Peretola con grande anticipo. Con un piacevole e ben ristorato volo, caffè inbevibile a parte, dopo 2 orette si arriva all'immenso aeroporto di Amsterdam dove, per uno scalo tecnico, dobbiamo attendere più di 5 ore prima di prendere il volo per gli States. Alle 14.40 dopo un rapido imbarco prendiamo posto nel gigantesco boeing da 350 posti, praticamente tutto esaurito che transvolerà l'atlantico. Durante il volo, le simpatiche, credo olandesi hostess, ci rimpinzano di cibo, bevande e simpatia. Facendo un piccolo inciso c'è da dire che per la gioia di Carlo, sono stato io il prescelto a trasvolare accanto a lui. A poco a poco quella gioia si è trasformata in euforia pura, soprattutto quando sono arrivate le pietanze. Galeotto è stato il piccolo piano d'appoggio che, un pò difettoso, faceva pericolosamente scivolare il cibo verso...i miei pantaloni. Carlo ha cominciato, usando francesismi mai sentiti fino ad ora, ad assumere un atteggiamento non più tranquillo e serafico, arrivando fino all'incandescenza, nel momento in cui una delle ultime portate, scivolata per la forza inerziale verso la fine del ripiano, prima che precipitasse è stata stoicamente da lui recuperata, con una serie mista di verbi, sostantivi e aggettivi inenarrabili. Chiusa tutto sommato positivamente questa penosa parentesi, atterriamo, puntuali all'orario previsto. Devo fare per chiarezza, un piccolo riepilogo temporale: siamo partiti alle 7.30 atterrando al JFK di New york alle 22.30 ore italiane, ma 16.30 ora locale, quindi con davanti ancora molte ore, prima di poggiare la testa nell'ambito guanciale della stanza d'albergo. Qui incontriamo la prima, assolutamente non snella problematica difficoltà burocracontrollopandemistica. Devono controllarci tutte le documentazioni necessarie e vidimare il nostro poco trionfale ingresso negli Usa con una bella foto e una impressione delle nostre impronte digitali negli appositi scanner. Qui ho temuto, data la ormai famosa fantozziana fortuna, che le mie fossero combacianti con un personaggio, magari ricercato da mesi e finalmente trovato! No, per fortuna anche se con un pò di difficoltà linguistica e di inquadratura per la foto, dato che a mia volta avevo problemi nell'inquadrare lo schermo, alla fine dopo solo quasi tre ore di fila completiamo questa non poco complessa operazione. Poco male, abbiamo il taxi prenotato che appena fuori ci prenderà tutti e 7 per condurci in poco tempo a Long island, all'agognata meta...peccato che il tassista indispettito e...l'altro aggettivo qualificativo mettetelo voi, se n'è andato, costringendoci ad un ulteriore sforzo per trovare 2 taxi disponibili ad accogliere questi individui che dopo quasi 24 ore, perché sono le 19.30 che corrispondono alle 1.30 ora italiana, ancora vedono il primo obiettivo non facilmente raggiungibile. Finalmente a furia di "spallate" linguistiche e soprattutto grazie ai nostri figli che con l'inglese hanno una buona dimestichezza, raggiungiamo l'ingresso dell'hotel, lasciando al tassista quella che da lì a poco capiremo essere obbligatoria, oltre alla cifra indicata dal tassametro, dobbiamo infatti dare anche la mancia per il servizio. Espletate le operazioni di accettazione ed essendo certi di avere nei limitrofi dintorni dell'hotel diverse opzioni ristorative, solchiamo per la prima volta fiduciosi, il suolo statunitense...peccato che al di fuori di uno sgangherato e non proprio pulito pub, vicino all'albergo non c'è granché, che è un eufemistico modo per dire che non c'è proprio nulla! Appoggiato con la mano destra sulla spalla sinistra di mia moglie, passeggiando facciamo le prime scoperte: che i locali tendenzialmente chiudono molto presto, che i carburanti vengono venduti a prezzi molto più bassi dei nostri e a galloni, che corrispondono a 4,5 dei nostri litri, poi sempre camminando, faccio amicizia con un palo, il quale non corrispondente e offeso se la rifà con i miei poveri occhiali, i quali, dopo un'iniziale agonia, qualche giorno dopo per fortuna si riprenderanno. Alla fine, stanchi, ma non troppo affamati, per la ricca ristorazione ricevuta nel boeing, decidiamo alle 22.30 dopo oltre 24 ore di no stop di veglia, di tornare in albergo, giusto in tempo per intraprendere un vero e proprio combattimento notturno nei confronti del jet-lag, che ci lascerà solo e non senza strascico, un paio di giorni dopo. Al mattino, 3 aprile, non prima di aver litigato anche con i cervellotici meccanismi delle docce e aver annotato la proverbiale assenza del bidè, ci ritroviamo al 1°R, piano destinato alle colazioni, con un menu non troppo assortito, ma con il giusto necessario per cominciare bene la giornata. Prendiamo, facendo un abbonamento settimanale, confidenza con la metro e tutte le sue, per me e non solo, austere barriere architettoniche, quali molti scalini, pochi servizi mobili e l'assenza quasi totale di segnalazioni acustiche, senza contare che stiamo parlando di una rete composta da 32 linee e da quasi 1400 km di binari sotterranei. All'interno del convoglio facciamo la conoscenza di Charlie, la simpatica voce registrata che con tono apparentemente irrisorio avvisa i passeggeri di allontanarsi dalle porte. La prima meta è il comprensorio posto nel cuore di New york che comprende l'immensa stazione centrale e lo storico, ma sempre intrigante Empire state building. Dentro la stazione, attratti dalla presenza di...veri chicchi di caffè, decidiamo di fare un primo tentativo, chiamiamolo aromatico, con primo sciacquone e primo salasso: 4 caffè e un dolcino, al banco, 18.60$! Non certo rinfrancati, usciamo e "approfittando" del clima non troppo clemente decidiamo di andare a visitare il MoMa, uno dei più famosi musei di arte moderna e percorrendo a piedi una delle street, non possiamo non notare l'incredibile ampiezza dei marciapiedi con la loro quasi infinita larghezza. Prima di entrare nel museo abbiamo avuto il modo di gustare il primo di un numero infinitesimale di cheeseburger and chips che mangeremo di lì a seguire. Al MoMa diviso su più piani, al di là della iniziale e parziale difficoltà nella comprensione delle prime opere, è proseguita nella totale delle successive, toccando il massimo, quando ci siamo trovati davanti ad un quadro, che all'interno della sua cornice, aveva dominante uno splendido...candore. Bellissime davvero alcune opere di Andy Warhol, di Frida Khalo, qualche scultura e alcuni video ben strutturati. Usciti da lì ci siamo imbattuti in un fantomatico personaggio che travestito da Donald Trump, davanti al "suo" palazzo, in mezzo alla strada, dirigeva e smistava con istrionica sagacia, le vetture sfreccianti nella Fifth Avenue. Dopo una breve sosta ristoratrice per i nostri poveri piedi, la sera torniamo nel tempio della vitalità e luminosita, quale è Times Square. È bellissimo starci, ma per non più di 15 minuti! Decidiamo di concludere la serata cenando nei pressi, in un ristorante Americano. Appena entrati ci rendiamo conto che le nostre orecchie dovranno ancora aspettare prima di riassaporare un pò di silenzio. Ordinando da bere, mi renderò solo alla presentazione del conto di quanto il mio bicchiere di vino incida sul totale dello stesso. Un'altra strana peculiarità del locale era quella che più o meno ogni quarto d'ora si sentivano piatti e bicchieri andare in frantumi. Il menù è molto allettante, ma alla fine, senza quasi accorgersene finiamo per prendere il solito cheeseburger and chips! Al 1°R la mattina dopo scopriamo che oltre allo scarso assortimento, anche per varietà il breakfast non eccelle, infatti un giorno si e l'altro pure, vengono proposte le stesse cose del giorno...prima. Oggi, 4 Aprile essendo una discreta giornata decidiamo di dedicarla agli esterni, ad alcuni altissimi osservatori mozzafiato e a qualche escursione di tipo fluviale. Nel tentativo di raggiungere il Rockfeller, elegante grattacielo posto anch'esso non lontano dalla quinta strada, mi scontro, chiedendo prontamente scusa in inglese prima di accorgermi che l'urtato era un palo della sesta strada, rimasto assolutamente impassibile allo scontro. Saliamo fino al terzo dei tre piani di osservazione posto a 270 mt di altezza con una splendida terrazza che permette di godere di una fantastica visuale a 360°. Per andare nell'altro osservatorio, l'Edge building, passiamo attraverso il Vessel, una splendida costruzione moderna, non molto alta, ma dotata di più di 2500 gradini, che permettono di osservare con più prospettive le zone sottostanti. Per l'Edge, un grattacielo, più alto come livello di osservazione del Rockfeller, pur cambiandone l'asse, possiamo tranquillamente fare, rispetto al precedente, copia e incolla. Scesi con i rapidissimi ascensori, decidiamo di compiere il giro turistico fluviale in battello della baia e del fiume Hudson. Dopo aver percorso qualche miglio marino ed aver apprezzato per la prima volta il nuovo One Trade Center, grattacielo alto 567 metri che di fatto ha sostituito il world trade center che aveva al suo centro le splendide Torri gemelle, abbiamo raggiunto, quasi sfiorandone la sua base, il monumento più rappresentativo dell'intera nazione, ovvero l'iconica gigantesca statua della libertà! Non pago, il battello, con la guida che dagli altoparlanti ininterrottamente in americano ci martellava in modo quasi persecutorio, percorrendo l'ampissimo bacino fluviale, ci ha fatto passare, prima di rientrare, per la nostra gioia per ben due volte sotto il ponte di Brooklyn. Prima di andare a cena, pensiamo che non c'è due senza tre e così approfittando della bella serata, saliamo su di un'altra icona della città e cioè sull'Empire State Building dal quale osserveremo dall'86° piano, l'impellente tramonto e la città avvolta dalle prime luci serali. Spettacoli inenarrabili! Finalmente una cena alternativa: al Messicano! Nulla di speciale...ma almeno niente cheesburger! Stanchi, ma super appagati rientriamo in Hotel. Il giorno dopo, il 5 aprile, la prima tappa ci porta la prima triste forte emozione, ci ritroviamo infatti silenziosi e rispettosi ai bordi delle due vasche posizionate alla base, da dove fino a qualche anno fa spiccavano le torri gemelle. In quel luogo si è come avvolti da un silenzio surreale che neppure il dolce flusso a ciclo continuo delle acque riesce a...coprire. Ho provato ad alzare lo sguardo e per un attimo ho rivissuto magicamente quell'immagine che guardandole dal basso, le torri sembravano volgere verso l'infinito. Passando da Wall street e accarezzando i famosi attributi del suo Toro, dopo aver notato con stupore, la presenza di alcuni scoiattoli a poche decine di metri dal centro mondiale della borsa, ci incamminiamo verso un'altra icona della città, il ponte di Brooklyn che attraverseremo a piedi. A differenza del Memoriale, sopra il ponte, è il rumore che è assordante, centinaia di auto sfrecciano infatti negli asfalti sottostanti, a pochi metri da noi che a migliaia passeggiamo su di una passerella di legno in un contesto comunque straordinario. Per fortuna a pranzo, al di là del ponte, a poche miglia ci aspetta un bellissimo cheeseburger...ma stavolta gratis! Infatti il titolare dell'esercizio, non avendo rinnovato la convenzione ci ha fatto regolarmente pagare... Le ultime tappe giornaliere sono Chinatown, dove una signora, dalle indubbie origini asiatiche, ci ha lungamente raccontato la storia di quel quartiere, Little Italy, che di Italy ha solo le insegne, avendo come proprietari delle attività, tutti personaggi di svariate etnie esclusa quella proveniente dallo stivale ed infine l'Iron plata, un antichissimo palazzo, dalla strana e caratteristica forma a ferro da stiro. La serata si chiude rientrando prestino, un pò stanchi con dei discreti tranci di pizza consumati all'interno dell'albergo Al mattino dopo, il 6 aprile, scopriamo che il museo del Memoriale è chiuso per due giorni, costringendoci a deviare verso il Madame Tussaud, il particolare, bellissimo, anche se un pò buio, museo delle cere. Fra le altre ricerazioni molto fedeli, mi sono intrufolato fra Jack e Jakie Kennedy facendomi immortalare come loro Son e senza farmi notare da lei, mi sono fatto fare una foto a pochi millimetri dalla Marylin più famosa al mondo. A pranzo abboziamo un pitstop giappocinese, mangiando un poco di...Pokè, poi non contenti affrontiamo senza paura, si fa per dire l'ennesima lunghissima fila per entrare al museo di scienze naturali, quello di una notte al museo, per intenderci. Talmente è tanto il tempo occorso per entrare che a malapena e per me anche male perché anch'esso buio, riusciamo ad osservare il piano jurassico, tirex compreso, per l'imminente chiusura della struttura. A conclusione della giornata, indicato da conoscenti andiamo ad assaggiare il miglior cheeskake di New york...non so se fosse il migliore, di sicuro, il più grande e facendo una nota citazione, mi vien da dire: una fagottata di robba!


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La chiacchierata di Pino con, Margherita Carbone.

di Giuseppe Lurgio

Rieccoci qui carissimi nel nostro salottino virtuale che con un po di immaginazione potrebbe anche sembrare reale! Seduta qui davanti a me su queste comode poltroncine a forma di fiore ci stà, guardate che coincidenza,una bella ragazza di nome Margherita!!! Il pretesto di questo incontro e stato innanzitutto la partecipazione di Margherita alla produzione di un cortometraggio che l'ha vista calarsi nen ruolo di attrice. Naturalmente Margherita non ci parlerà solo di questo evento ma anche di tanto altro! Buona lettura! ---------- D) Ciao Margherita,prima di inoltrarci nella nostra chiacchierata parlaci un po di te per i nostri lettori che non ti conoscono. R) Ciao Peppe. Grazie prima di tutto per avermi invitata in questo belissimo salottino virtuale. Mi chiamo Margherita come hai anticipato. hai lettori, sono cieca dalla nascita, ma nella mia vita mi sono impegnata sempre nel superare questa difficoltà visiva cercando di essere quanto più attiva possibile, sia in campo professionale che personale. Ho raggiunto tanti obiettivi, tra cui una laurea con il massimo dei voti, ma anche un lavoro, oggi con la crisi che c'è mi reputo fortunata! Nel tempo libero mi occupo del sociale,amo la lettura, viaggiare, stare con gli amici, chiacchierare un sacco,passeggiare, insomma non posso dire di osservare la vita seduta in poltrona! D) Certo che con tutti questi impegni sicuramente non ti annoi! C'è qualcosa che ti appassiona di piu a cui vorresti dedicare piu tempo? R) sicuramente quello che mi piace fare è dedicarmi al prossimo, quindi vorrei avere maggiore collaborazione nel fare rete sul mio territorio, ma non mi arrendo e prima o poi ci riuscirò! D) Ora parleremo un pò del cortometraggio prodotto dall'Associazione "OLTRE IL GUSCIO". Di cosa si occupa questa associazione? R) Tra le mille associazioni con le quali collaboro sul territorio, come hai giustamente detto tu una è l'Associazione Oltre il Guscio, che è un'associazione nata dall'idea di alcuni genitori per far conseguire attività ai figli con disabilità, ma la loro idea va oltre questo, ed è in linea con il mio pensiero, ossia fare inclusione, quindi coinvolgere persone che non abbiano nessun genere di disabilità nel frequentare l'associazione e condividere le attività. Lo spirito giusto quindi per partecipare alle attività dell'associazione Oltre il Guscio è: non porsi in due "schieramenti" da un lato i disabili e dall'altro i cosidetti normodotati, ma fare insieme, questa è vera inclusione! una delle tante attività promosse da questa associazione che mi vede protagonista insieme a ragazzi disabili e non, è proprio un cortometraggiocome hai accennato, èstato realizzato un mese fa. D) Il video parla del bullismo che purtroppo dilaga sempre di piu specie tra i giovani.LO scopo di questa produzione e semplice informazione oppure il suo intento e quello di lanciare un messaggio? R) Peppe... Il bullismo è un grosso problema oggi giorno, sono vittime le persone bulle e i bullizzati. Oltre il Guscio vuole andare al di là della pura informazione del problema del bullismo che dilaga sempre maggiormente. talvoltanon ci rendiamo conto di quanto queste situazioni si verificano proprio accanto a noi, sotto i nostri occhi. L'associazione vuole puntare l'attenzione sulle varie sfaccettature che presenta il fenomeno attraverso la proiezione del video, inoltre si pone l'intento di far comprendere che ognuno di noi avendo una storia potrebbe assumere dei comportamenti di sopraffazione nei confronti di coetanei che scaturiscono proprio dai vissuti quotidiani complessi che appaiono all'esterno comuni,ma in realtà non è così, infatti il bullo tende a nascondere le sofferenze e per chi osserva i suoi comportamenti di prepotenza risulta difficile capire cosa lo spinge a compiere queste azioni. Solitamente il nostro sguardo verso l'altro è superficiale. fermo a alle manifestazioni di arroganza, ma le ferite possono provocare reazioni inaspettate anche di violenza verso dei simili che appaiono più deboli, ognuno ha la propria storia, bisogna comunicare per trovare un canale per aiutarsi a vicenda. Nella nostra società così interconnessa sembra che attualmente non sappiamo più dialogare Eppure grazie a internet tale capacità dovrebbe essere maggiormente rinforzata sembra un paradosso quanto affermo ma non è così, bastavisionare proprio il video di cui stiamo parlando. D) Quale personaggio interpreti nel video e come mai hanno scelto proprio te? R) Io sono una delle ragazze che chiacchiere in piazza con un'amica. La mia amica vedendo quanto sta accadendo tra ragazzi disabili e non subito mi. informa dell'accaduto e andiamo in loro soccorso, ovviamente io mi sento coinvolta inquanto anch'io ho una disabilità.quest'ultimo aspetto sia nella finsione del video che abbiamo girato, sia nella realtà. però la parte forse mi è stata assegnata perchè gli autori conoscono il mio carattere, io sono una persona che solitamente si pone in difesa dei più deboli, che faccio valere i miei diritti con le unghie e i denti, sono decisa in ciò che affermo, ma sempre pronta al dibattito costruttivo, non è la prima volta che mi conferiscono un ruolo simile. L'anno scorso in una rappresentazione teatrale che aveva come titolo: la vita è uguale per tutti, ho dovuto impersonare il ruolo di un avvocato, in difesa di un'altra persona con disabilità motoria che interpretava il ruolo della mia "cliente. Ci siamo divertiti tantissimo anche in quell'occasione, ma abbiamo trattato comunque temi rilevanti, ma con leggerezza. Nella mia arringavolevo dimostrare che una persona con disabilità compie le medesime azioni per raggiungere un obiettivo adottando strategie diverse rispetto a chi non ha nessun impedimento, nello specifico affermavo che "la mia assistita non riesce a correre con le sue gambe ma si muove senza canninare... io non vedo con gli occhi ma riesco a leggerecome tutti" Il copione l'avevamo in questo caso realizzato noi attori sempre con la supervisione degli attori che seguono l'associazione in questo percorso teatrale, in modo che ogni singolo sketch fosse in linea con l'argomento dello spettacolo. Durante la rappresentazione c'è stato anche un contrattempo, ossia nel momento in cui io e la mia amica stavamo recitando salta la corrente, ma noi abbiamo proseguito imperterrite. D) La tua disabilità visiva ti ha aiutato o penalizzato nell'interpretare il tuo personaggio? R) non ho riscontrato nessuna difficoltà in rapporto alla mia minorazione visiva riguardo alla scena, posso dire che il mio problema è stato più nell'organizzarmi per recarmi sul posto. Ogni territorio ha le sue difficoltà, sicuramente io vivo in un contesto bellissimo ossia la penisola sorrentina,meta ambita da tanti turisti. Purtroppo come ogni medaglia che ha il suo rovescio posso affermare che se da un lato quest'oasi turisticaè tanto ospitale nei confronti delle persone che vengono a trascorrere delle vacanze presso la nostra terra.dall'altro lato è ancora poco incline a un supporto reale per chi vive una disabilità in particolare quella visiva. Il non vedere è uguale per tutti, ma diventa una difficoltà maggiore o inferiore a seconda delle risorse che ci vengono messe a disposizione. D) Ti piacerebbe rifare questa esperienza, magari nel cast di un film? R) non saprei, perchè fare l'attrice è molto impegnativo. Ma apparte l'impegno che comunque è necessario in ogni attività nella quale ci cimentiamo, bisogna avere anche un'attitudine nel fare l'attrice. Potrei cambiare idea solo se mi firmano un bell'assegno con un po' di zero per la mia interpretazione! ma apparte gli scherzi a me comunque piace fare cose nuove, ad esempio mi piacerebbe sfilare su una passerella di moda, oppure non so lanciarmi con il paracadute. Quindi perchè no, sarebbe una delle esperienze che sicuramente metterei con piacere nel mio album dei ricordi,ma questo genere di attività non sono prioritarie, perchè io amo fare altro! come avete intuito dalle mie battute iniziali di questa intervista. D? Ora parleremo un po di te! Sei coinvolta in qualche iniziativa che a breve vedrà la luce? Sai,ci piacciono le notizie in anteprima! R) sì, con quest'associazione in particolare ho un progetto che è un sogno, già se ne sta interessando un'esperta, non posso ancora svelarlo. magari in una prossima intervista potremo parlarne, chissà! D) Margherita Carbone ha un sogno nel cassetto? Qualche volta abbiamo portato fortuna a chi lo ha raccontato! R) Uno è quello che vi ho accennato ma il sogno più grande è quello di riuscire a far in modo che veramente ci sia più inclusione reale e non virtuale. D) I miei ospiti lasciano sempre un aforisma,una frase o una citazione che hanno per così dire,"adottato!" Vuoi lasciarla anche tu? R) Non è un vero e proprio aforisma perchè non ricordo precisamente chi l'abbia detto, ma è il contenuto che è importante e deve far pensare per non scoraggiarci mai, la mia frase è la seguente; "la luce non ha paura del buio, ma è il buio che ha paura della luce, perchè quando si accende il buio scompare" Noi persone prive della vista siamo immersi nel buio, ma se siamo coraggiosi, intraprendenti, non ci piangiamo a dosso, ma siamo pronti a reaggire alle difficoltà, ci accendiamo e accendiamo gli altri e il buio pian piano scomparirà D) Bene,siamo giunti alla fine di questa simpatica chiacchierata. Io e tutta la Redazione ti ringraziamo per la tua simpatica e interessante partecipazione. Naturalmente ti strappo la promessa diritornare per comunicarci nuove iniziative che sicuramente ti vedranno protagonista! R) grazie a voi e tutta la redazione di avermi dedicato il vostro tempo e grazie ai lettori che hanno avuto la pazienza di leggermi e ascoltarmi. Sicuramente mi farà piacere ritornare in questo salottino virtuale.


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Per sorridere un pò

di Giuseppe Lurgio

1) Due alpinisti stanno scalando faticosamente il Monte Bianco. A un tratto uno dei due perde l'appiglio. e precipita in basso. Ma l'altro subito gli lancia una bottiglia di whisky urlandogli dietro: "Presto! Bevine un sorso che ti tira su...". 2) Al telefono: "Pronto?". "È il Sig. Rossi?". "Sì, sono tutto orecchie...". "E chissà quanto sei brutto!". 3) Un uomo con un bambino per mano entra in un salone di parrucchiere e decide di farsi fare barba, capelli e manicure, poi fa sedere il bambino e dice al parrucchiere: "Intanto che fa i capelli a Marietto, non troppo corti mi raccomando, io vado a fare una commissione". Dopo più di un'ora il tizio ancora non è tornato. Il parrucchiere dice scherzando al bambino: "Ehi Marietto, tuo papà dev'essersi perso...". E il bambino: "Io non mi chiamo Marietto e quel signore non è mio papà ma un tale che mi ha preso per mano qui fuori e mi ha detto: Vieni piccolo, che ci facciamo tagliare i capelli gratis...". 4) Una passante mentre dà l'elemosina a un finto cieco si accorge che non è cieco: "Ma lei non è cieco!". "E per 10 centesimi vorrebbe che lo fossi sul serio?". 5) Una giovane donna all'ottavo mese di gravidanza va a consultare il ginecologo. Questi le chiede: "Al momento del parto il padre del bambino, secondo lei, vorrà essere presente?". E la donna: "No, non credo. Lui e mio marito non si possono vedere...". 6) Perché le zanzare si sentono delle dive? Perché dove passano, tutti applaudono! Un uomo in viaggio d'affari si reca in uno dei più lussuosi alberghi della città. La sera, al bar, attacca discorso con una splendida ragazza e, in breve, decide di portarsela a letto. Prima di salire in camera fa registrare la ragazza come sua moglie. Il giorno dopo, dovendo ripartire, chiede il conto e, con enorme sorpresa, vede che ammonta a oltre 10 mila euro. "Guardi che ci deve essere un errore - dice al portiere - Io sono stato qui soltanto una notte!". "Lei sì. - risponde il portiere - ma la sua signora viene qui da un mese!". 7) Credevo di essere un amante eccezionale, finché non scoprii che lei aveva l'asma... 8) Un giornalista di un canale televisivo conclude la sua intervista a un 99enne dicendo: "Spero di potere tornare l'anno prossimo a celebrare il suo centesimo compleanno". " Perché? Non si sente bene?". 9) Un Carabiniere telefona all'ufficio informazioni dell'aeroporto: "Quanto tempo impiega il volo Bologna-Roma?". La centralinista: "Un attimo...". E il carabiniere: "Grazie" e riattacca. 10) A una fermata dell'autobus un'anziana signora incontra un ragazzino con in braccio un cane. "Il tuo cane mi morde se gli accarezzo la testa?" chiede la signora. Il ragazzo risponde di no, così la signora cerca di toccarlo, ma, non appena la sua mano sfiora il cane, questo ringhia tentando di azzannare la mano. "Hai detto che il tuo cane non mordeva!" urla impaurita la signora." E il ragazzino: "Il mio cane non morde, è a casa. Questo è il cane del mio vicino: è cattivissimo, vero?". 11) Un manager è gravemente malato con forti dolori al cuore, ma nessun medico europeo è capace di guarirlo. Viene chiamato un medico cinese che dopo aver visitato il paziente le dice: Signore,lei per guarire deve bendare entrambi gli occhi almeno per un anno. Ma come dottore,chiede il paziente atterrito da tale responso,non potrò vedere nulla. Il medico risponde. Dice il saggio, occhio non vede cuore non duole! 12) Un vecchietto di 90 anni si sposa con una bella figliola di 20 anni e dopo pochi mesi il tizio si reca dal dottore e gli dice che la sua donna aspetta un bambino. Il dottore allora gli dice: "Le voglio raccontare una storia. Un uomo molto distratto parte per la caccia, ma invece di prendere il fucile per distrazione prende l'ombrello. Durante la battuta di caccia un orso lo vede e si lancia contro di lui. L'uomo allora punta l'ombrello verso l'orso, spara e uccide l'orso". Il vecchietto lo interrompe subito: "Impossibile! Qualcun altro ha sparato contro l'orso uccidendolo". "Esattamente" risponde il dottore... 13) Due pappagalli si incontrano dopo tanti anni: uno vestito bene e uno tutto malandato. Il primo: "Io faccio il pappagallo in una grande banca". Il secondo: "Io faccio il pappagallo in un ospedale!". 14) Un tipo rientrato a tarda notte ubriaco si sveglia la mattina e chiede alla moglie: "Cara, ma aprendo la porta del bagno la luce si accende automaticamente?". "No, caro, perché?". "Allora ieri sera devo averla fatta nel frigorifero!". 15) Un uomo entra in un ristorante e ordina una zuppa. Il cameriere gliela serve. Un attimo dopo l'uomo richiama il cameriere. "Cameriere, venga qua!". "Mi dica signore". "Assaggi questa zuppa". "La zuppa ha qualcosa che non va?". "Assaggi questa zuppa". "È troppo salata forse?". "Assaggi questa zuppa...". "Allora c'è poco sale! Se vuole glielo...". "Assaggi questa zuppa!". "È fredda? È troppo calda? basta che me lo dica e...". "Assaggi questa zuppa!". "Ma insomma mi vuol dire cosa c'è che non va in questa zuppa?". "LA VUOLE ASSAGGIARE O NO QUESTA ZUPPA?". "E VA BENE LA ASSAGGIO! NON C'È BISOGNO DI GRIDARE! ASSAGGERÒ LA SUA ZUPPA! Dov'è il cucchiaio?". "A-HA!".


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Quartieri inclusivi dove sentirsi tutti a casa

di Luigi Palmieri  Presidente di Amici di Omero ASD  APS

Lo scorso 4 e 5 maggio la nostra associazione è stata invitata a partecipare alla festa che ogni anno organizza il Comitato dei residenti di uno dei quartieri più popolati della città di Crotone, per sensibilizzare la collettività sui problemi che i disabili incontrano nella vita di quartiere. L’occasione ci ha consentito di rivolgere un invito all’amministrazione comunale, agli enti pubblici, associazioni e cittadini ad un maggiore impegno collettivo nella creazione di spazi più inclusivi ed accessibili, sottolineando l’importanza di iniziative concrete per l’abbattimento non solo di ostacoli e barriere fisiche ed architettoniche ma, soprattutto, di quelle sociali e relazionali che derivano spesso da pregiudizi e limitazioni mentali. Quindi, oltre a ricordare che esistono leggi e regolamenti sull’abbattimento delle barriere architettoniche che spesso, tuttavia, restano disapplicati, abbiamo apprezzato l’impegno dell’amministrazione comunale per le opere fino ad oggi eseguite (semafori sonori, attraversamenti pedonali segnalati, ecc…), sollecitando tuttavia l’implementazione e la maggiore diffusione della segnaletica tattile e sonora, di scale con corrimano o senza gradini irregolari, della necessità di informare ed educare i cittadini a non apporre ostacoli improvvisi sul marciapiede (monopattini, piante, cestini, biciclette, ecc.), di segnalazione degli attraversamenti pedonali anche presso le fermate degli autobus e nei pressi della stazione ferroviaria... Nello stesso tempo, abbiamo sottolineato l’importanza, nel percorso di inclusione sociale, della partecipazione ATTIVA dei residenti, suggerendo di organizzare incontri periodici all’interno dei quartieri e gruppi di lavoro per pensare e ideare piani d’azione e proposte di soluzioni pratiche, recependo le esigenze e le criticità lamentate dai disabili e dalle loro famiglie. Abbiamo quindi proposto l’organizzazione di campagne informative per sensibilizzare sui temi dell’accessibilità e della disabilità visiva attraverso, ad esempio, l’organizzazione di giornate sull’ambiente, coinvolgendo anche i nostri associati nella pulizia del quartiere e nella piantumazione di alberi, oppure la riqualificazione dei parchi e degli spazi condominiali allestendoli con arredi fruibili anche dai disabili, più spazi pedonalizzati nei centri storici, riqualificazione dei centri culturali con il coinvolgimento dei giovani, sostenendo e finanziando laboratori creativi, ludico-ricreativi, culturali, sportivi o di intrattenimento nei quartieri in cui possa concretamente ed efficacemente realizzarsi inclusione e crescita collettiva. Solo insieme riusciremo!


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Libri

I punti di vista di Tiziana sul "Libro parlato"

di Tiziana Lupi

Con soddisfazione ho visto pubblicato nel catalogo Novità del Libro Parlato la mia raccolta di pensieri e considerazioni a cui ho dato il titolo di “Punti di vista”. Sul Libro parlato è stato possibile condividere soltanto gli scritti e purtroppo tutto il corredo fotografico è solamente per chi leggerà la copia cartacea e ha il dono della vista. Con piacere ho avuto un bellissimo riscontro da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Santo Padre, Papa Francesco, a cui ho fatto dono di questa piccola pubblicazione. Mi sono state rivolte parole incoraggianti di continuare in questa mia passione. La prefazione e la lettura del testo sono stati realizzati da Martina Bartolacci, leggendo e trasportando emozioni tramite la propria voce. Con le mie parole stropicciate, con tante esperienze di viaggi e di vita spero che con questa condivisione possiate ritrovare anche voi tratti del vostro vissuto. E per chi scaricherà e ascolterà questi miei “Punti di vista”, BUONA LETTURA! Cordiali saluti, il Presidente Cav. Tiziana Lupi


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Comunicati

Un mondo virtuale, mareale: il Mondo Incantato

di Margherita Carbone

Conclusosi il Lockdown ho pensato che sarebbe stato bello inventarsi un mondo artificiale dove poter dimenticare un po' tutto quello che avevamo vissuto, così ho iniziato a coltivare l'idea di creare un gruppo Whatsapp dove, poter attraverso le parole inventate o vissute, far immergere il lettore in un mondo un po' magico che dia speranza. Pian piano ho iniziato a condividere con varie persone queste finalità. È nato il Mondo Incantato, gruppo Whatsapp, dove è possibile inviare racconti scritti dall'autore stesso oppure cercati sul web in formato testo, audio o video. Così come possono essere inviati al gruppo poesie o frasi scritte di proprio pugno oppure trovate sul web in formato testo, audio o video. Ci si può anche dilettare a leggere i racconti, le frasi, le poesie. Siccome esistono tanti gruppi dove si chiacchiera e ci si inviano saluti o tutto ciò che ci capita a tiro sul web o che ci viene inoltrato,qui è vietato inviare saluti: buongiorno, buona sera, oppure, qualsiasi messaggio di cortesia tra i partecipanti. Siccome il gruppo vuole essere tematico E' proibito inviare canzoni, barzellette oppure altro materiale non inerente alle finalità del gruppo in modo da non snaturalizzarlo. Se proprio si volessero inviare canzoni si può fare in formato testo. Per riscoprire la saggezza popolare è possibile inviare detti e proverbi. E' necessario dopo l'invio di racconti frasi, testi di canzoni o poesie, proverbi e detti indicare la fonte o l'autore per garantire il copyright, la persona che non si atterrà a tale indicazione ovviamente è responsabile in prima persona di quanto invia. i partecipanti ammessi nel gruppo faranno una breve presentazione e la sottoscritta che, amministra il gruppo, darà loro il benvenuto a nome di tutti per non intasare la chat. Le foto accettate saranno solo quelle che sono accompagnate da citazioni. Sono ben accette tutte le informazioni relative a corsi creativi, concorsi o eventi che riguardano la scrittura, si possono anche condividere notizie di autori appartenenti a qualsiasi nazione, orientamento politico ed epoca. In passato si è anche avviato un discorso di scrittura collettiva, infatti prerogativa del gruppo è quella di invitare i componenti a realizzare scritti a più mani o singolarmente proponendo un tema o un personaggio al quale far riferimento. Si può decidere di restare solo in ascolto, chi deciderà di partecipare al gruppo riceverà un regolamento al quale attenersi. Tale regolamento potrebbe essere fonte di ulteriori modifiche durante l'evoluzione del gruppo. Per aderire contattare il seguente numero telefonico: 3385497174 Margherita Carbone


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La mia India

di Flumen viaggi

Sulle strade del Rajasthan tra fortezze grandiose, palazzi preziosi, deserti silenti, stelle cadenti. E poi La sacra Varanasi sulle rive del maestoso Gange, pregne di spiritualità e pullulanti di vita. E gli occhi scuri, perle nere brillanti e sorrisi luminosi di donne e uomini innamorati del presente. Da giovedì 7 a domenica 24 novembre 2024 Grafica senza etichettaGrafica senza etichettaGrafica senza etichettaPROGRAMMA 1° giorno: giovedì 7 novembre 2024 Incontro con i viaggiatori all’aeroporto di Milano Malpensa per il volo diretto a Nuova Delhi, con scalo a Dubai (verrà attivata l’assistenza per coloro che la richiedono). 2° giorno: venerdì 8 novembre 2024: Nuova Delhi Arriviamo nel pomeriggio, incontriamo la nostra guida locale per una visita orientativa, così abbiamo il tempo per coglierne lo spirito… Namasté. Dopo esserci sistemati in hotel proviamo la prima cena indiana! 3° giorno: sabato 9 novembre 2024: New Delhi – Jaisalmer, in volo verso il deserto In volo raggiungiamo Jaisalmer. Il sapore secco del deserto e l’odore acre del nuovo asfalto ci conduce fino alle ciclopiche mura della città fortezza. Attraverseremo le porte, penetreremo le mura a piedi fino alla piazza. La nostra haveli ci accoglierà per un breve riposo. Il pomeriggio tardo prenderemo confidenza con i vicoli del forte e ci godremo il nostro primo "chai" (tè) al tramonto. Cena in hotel sulla terrazza del nostro alloggio, al fresco della notte del deserto. Il sonno sarà pesante e sereno. 4° giorno: domenica 10 novembre 2024: Jaisalmer il forte ed i dintorni Sveglia presto per “gli uccelli del mattino” per un giro delle mura, prima della colazione. La dimensione della città fortezza si può apprezzare solo camminandoci intorno. Poi la prima colazione indiana tra dubbi e curiosità. La guida ci raggiungerà nella nostra dimora e ci inviterà ad immergerci tra i vicoli del forte per una visita al palazzo, al tempio Jain e alla torre, da cui l’aria del deserto ci arriva direttamente alle narici. Poi fuori dalle mura per un pranzo leggero, per apprezzare alcune specialità tipiche. Pomeriggio dedicato alla conoscenza di una haveli e a una passeggiata al lago Gadisar. Poi in tuk-tuk verso il cenotafio Bada Bagh a conoscere la storia di questo insediamento di frontiera. E a goderci il tramonto. La cena sarà in un ristorante tipico accompagnati dalla musica. 5° giorno: lunedì 11 novembre 2024: Jaisalmer e la vita dei villaggi nel deserto Anche stamattina sveglia con il sole per una camminata intorno al forte. Prima del rientro, assaggi di street food chiacchierando con i locali. Poi a colazione, leggera, nella nostra dimora, con un chai grintoso e rivitalizzante. Oggi ci immergeremo nella vita locale. Faremo amicizia con un gruppo di artisti che ricamano la pietra, saremo ospiti di una fattoria nel deserto, assaggeremo specialità tipiche, conosceremo signore che lavorano tessuti preziosissimi, incontreremo una famiglia locale e saremo ospiti per una cena all’aria aperta. La sera rientreremo stanchi, accolti dalla nostra dimora per un sonno ristoratore. Per chi ha ancora un po’ di energia, un chai della staffa per apprezzare la notturna brezza del deserto. 6° giorno: martedì 12 novembre 2024: Jaisalmer La scoperta del deserto in cammello Dopo la sorprendente colazione e il rilascio delle camere, mattinata molto quieta dedicata allo shopping e ad una passeggiata nel borgo fuori dalle mura. Pranzo tipico in un ristorante popolare. Nel primo pomeriggio partenza per il deserto. Sarà l’esperienza più forte della nostra permanenza a Jaisalmer. Prima la visita ad un villaggio, poi un’escursione in cammello di due ore per immergerci nel deserto sabbioso. La sera nel deserto riscaldati e illuminati dal fuoco ceneremo accampati, con le stelle a farci buona guardia. La notte con il cielo sopra di noi, ben coperti nel silenzio rotto solo dai nostri pensieri, faremo sogni da Lawrence. 7° giorno: mercoledì 13 novembre 2024: Jaisalmer Jodhpur verso il cuore del Rajasthan Colazione nel deserto. Poi di nuovo in cammello e rientro in città. Ultimo pranzo in un buon ristorante e partenza in treno per Jodhpur. Primo contatto con questo mezzo di trasporto tra i più usati dagli indiani. E per 5 ore avremo modo di fare un breve bilancio e scambiarsi le prime impressioni. Ma in India tutto è provvisorio, la nostra mente sarà agile e pronta ad accogliere tutte le novità. La cena sarà in treno. Arrivo in hotel in serata, check in e pernottamento. 8° giorno: giovedì 14 novembre 2024: Jodhpur la nobile città tra la cultura Rajput e la contaminazione d’Occidente Colazione indiana, ormai siamo amici dei sapori e dei profumi rajastani. Partenza e visita a un piccolo villaggio per assistere alla cerimonia dell’oppio e intrattenersi con i locali. Il pomeriggio, una passeggiata al forte ci darà il senso del potere simboleggiato dall’altezza. Poi: Jaswant Thada (il crematorio), il baori (il pozzo) e il cuore pulsante della città, la Piazza dell’Orologio. La cena sarà un’ulteriore occasione per gustare ancora una prelibatezza del deserto. 9° giorno: venerdì 15 novembre 2024: Jodhpur Jaipur verso la capitale del Rajasthan Prima colazione gustosa, poi via in autobus verso la prossima meta. Saranno 5 ore di strade indiane: un’esperienza! Il pranzo sarà in un ristorante sulla strada. Altra occasione per entrare nel cuore pulsante di questa cultura. Arrivo nel pomeriggio nella capitale di questo stato del nord ovest. Saremo accolti in una casa privata. Primo assaggio dello spirito della città, penetrando nel melting-pot di sensi: il bazar. Per cena torneremo dalla famiglia che ci ospita e proveremo a cucinare un piatto indiano che poi gusteremo. Notte in famiglia quieta e leggera. 10° giorno: sabato 16 novembre 2024: Jaipur la città degli scambi e dei palazzi color del deserto Dopo la colazione in famiglia, partenza per fort Amber dove conosceremo l’altro mezzo di trasporto tradizionale indiano, l’elefante. Arrivati al forte, l’ampiezza dello spazio ci darà l’idea della potenza e dell’importanza politica e militare di queste strutture. Al rientro una visita al tempio Hindu Jagat Shiromani ci metterà in contatto con la dialettica tra il potere religioso e il potere laico. Poi verso l’edificio più iconico della città, Hawa Mahal (il Palazzo del Vento). Infine, il parco astronomico, un’opera architettonica sconvolgente se lo collochiamo nel XVI secolo. La serata sarà allegra con danze e buon cibo locale. 11° giorno: domenica 17 novembre 2024: Jaipur Agra alla scoperta del mondo Moghul Colazione indiana oggi non troppo piccante e rilascio delle camere. Partenza in autobus direzione est verso l’Uttar Pradesh, il cuore del regno Moghul. Il lungo trasferimento ci permetterà di ordinare le immagini della nostra mente. Quei lampi ci riportano ai giorni passati in questo mondo. Il pranzo, on the road, ci permetterà ancora un contatto ravvicinato con il mondo indiano. L’arrivo a Fatehpur Sikri ci avvicina all’apice della civiltà indo persiana e allo straordinario personaggio di Akbar. In serata, arriveremo ad Agra, antica capitale del regno Moghul del XVI/XVII secolo. Cena organizzata con specialità locali e sistemazione nelle camere. 12° giorno: lunedì 18 novembre 2024: Agra e l’anima persiana La colazione sarà di buon mattino e gustata sulla punta della sedia. Ci aspetta l’essenza della nostra idea di India. Tra la nebbia e un timido sole appaiono le torri e la cupola del Taj Mahal. Mantiene ancora impregnato nei suoi marmi il grande amore e il grande dolore di cui è frutto. Il pranzo discreto, consumato con ancora dentro l’emozione appena vissuta, sarà in un ristorante locale. Il pomeriggio lo passeremo in un laboratorio dove si lavora lo stesso marmo di cui è costruito il grande palazzo bianco. In serata davanti a una fumante Dal Fry rifletteremo ancora sulla potenza dei sentimenti umani. 13° giorno: martedì 19 novembre 2024: Agra e la contaminazione tra le culture Colazione profumata di spezie, di vie di mercanti afgani e persiani. Poi in mezzo al traffico tra clacson e rantolo dei tuk-tuk che sbuffano verso la cima del colle. Siamo al Forte Rosso, lì dove il mondo persiano e quello Rajputs si sono contaminati. Una passeggiata tra i giardini, i marmi e i mattoni rossi ci darà il senso della grandezza e della maestosità di questo mondo. Poi l’immersione nell’altra India, per percepire il contrasto stridente e fascinoso. Nel bazar gusteremo il cibo di strada, forte e gustoso come il mondo che lo esprime. Nel pomeriggio visita al Itmad-Ud-Daula (Piccolo TajMahal), tomba del nobile persiano Mirza Ghiyas primo ministro di Jahangir e padre di Nurjahan che fu sposa dell’imperatore. Qui la vista, il tatto, l’olfatto partecipano alla percezione dello spazio. In serata avremo modo di girare tra i banchetti del bazar e avvicinarci ancora a questo mondo. Cena gustosa a base di piatti locali 14° giorno: mercoledì 20 novembre 2024: Agra Khajuraho in viaggio verso il profondo cuore Hindu Colazione all’alba quieta e riflessiva. Partenza in treno. Abbiamo assorbito tante esperienze, avremmo bisogno di assestare le nostre memorie. All’arrivo a Khajuraho, giornata di riposo e/o massaggio ayurvedico. La cena sarà in hotel…. speriamo siano indulgenti con le spezie piccanti! Anche questo è il fascino dell’India! La notte ci porterà un sonno quieto e ristoratore. 15° giorno: giovedì 21 novembre 2024: Khajuraho ed il mistero dei templi erotici. Varanasi notte in treno Il giorno successivo, dopo una sapida e vigorosa colazione, ci immergeremo nello spazio sacro dei templi di Khajuraho. Tanto ci verrà detto e tanto potremo toccare. L’aria ci porta suoni e voci di pellegrinaggi, di danze e canti di un rapporto leggero e gioioso con la divinità. E la giornata passa veloce fino a cena, un momento in cui il gruppo cercherà una sintesi dell'esperienza fatta. Poi, bagaglio in spalla, il treno notturno ci aspetta, un'altra grande avventura ci attende. Riusciremo a dormire in questa cuccetta? 16° giorno: venerdì 22 novembre 2024: Varanasi la città santa L’arrivo a Varanasi sarà assonnato e foriero di sorprese. Siamo in uno dei poli di santità più importanti della cultura indù. Siamo sulle rive del fiume sacro per eccellenza: il Gange. Dopo una doccia e una colazione tardiva, si raggiunge il cuore della città, I Ghat, la colorata e vivacissima scalinata lungo la riva del fiume. Il pranzo è leggero e sbadato. Altro oggi afferra la nostra attenzione! Tutto accade lungo i Ghat. Si prega, si dorme, si mangia, si lavano i panni, si curano i bufali, si cremano i morti. Tutto chiassoso e colorato. Passeggeremo lungo i Ghat sostando tra la gente per assorbirne la cultura o almeno tentare, mettendo in conto il fallimento. Dopo cena, la preghiera collettiva sarà il coronamento di questa giornata eccezionale. 17° giorno: sabato 23 novembre 2024: Un saluto speciale a una città speciale Alba di preghiera lungo il Gaht e prima colazione robusta. Prima di partire, faremo visita a una scuola di ragazzi non vedenti. Il pranzo sarà ancora un tentativo di essere dentro: mangiare con le mani, con il coraggio di ungersi le dita. Nel tardo pomeriggio, volo per Delhi. All’arrivo cena di saluto nella metropoli e pernottamento in hotel. 18° giorno: domenica 24 novembre 2024 Delhi Italia Dopo una colazione rilassante si parte per l’aeroporto, ci aspetta una lunga giornata di viaggio… e a sera Milano è lì ad accoglierci con la sua atmosfera occidentale. Grazie India! L'ordine delle visite potrebbe essere modificato per garantire l'ottimale svolgimento del programma. Quota di partecipazione € 3900,00 (Minimo 14 - max 18 partecipanti) Supplemento singola € 600,00 Supplemento per persona per accompagnatore in loco € 800,00 (Facoltativo: si prevede un accompagnatore per massimo due persone, a disposizione per l’intera giornata fino al rientro in hotel. Al momento sono disponibili n° 2 accompagnatori) La quota comprende: -Volo intercontinentale Milano Malpensa/Delhi tasse aeroportuali incluse per un valore di € 80,00 a persona, passibili di aumento fino all’atto dell’emissione della biglietteria aerea ; -2 voli interni in India Delhi/Jaisalmer e Varanasi/Delhi tasse aeroportuali incluse; - giornata nel villaggio indiano come da programma; - giornata nel deserto come da programma; - trattamenti alberghieri e di ristorazione pernottamento, prima colazione e cena (incluso acqua minerale e tè con esclusione di altre bevande); - l’accompagnatore/guida parlante italiano; - accompagnatore dall'Italia; - i trasferimenti nel corso del tour in bus privato con aria condizionata e autista (compreso carburante, pedaggi autostradali e parcheggi); - i biglietti dei treni JAISALMER/JODHPURAGRA/JHANSI-KHAJURAHO/VARANASI; - le visite indicate nel programma; - la lezione di cucina indiana; - 2 bottigliette di acqua al giorno a persona in auto; - tasse locali pari al 5% della quota servizi; - spese per visto d’entrata; - assicurazione medico/bagaglio e annullamento. La quota non comprende -i trasferimenti per l’aeroporto di partenza in Italia, tutti i pranzi, le spese personali (bevande, telefono, lavanderia, biglietti macchina fotografica e videocamera, etc.), le mance per il personale alberghiero e per il deposito delle scarpe nei templi e moschee e tutto ciò che non è indicato nell’elenco ne “La quota comprende”. Operativo voli Emirates (soggetto a riconferma): DA MILANO MALPENSA 07/11/2024 Milano Malpensa 21.35 – Dubai 06.45 08/11/2024 Dubai 09.55 – Nuova Delhi 14.40 24/11/2024 Nuova Delhi 10.35 – Dubai 13.00 24/11/2024 Dubai 15.55 – Milano Malpensa 19.50 Hotel proposti: sistemazione in hotels 3/4 stelle e in haveli (alloggi caratteristici indiani) Iscrizioni entro il 20/05/24 con acconto di € 1000,00 a persona fino a esaurimento posti contattando Luigia cell. 348/3056471 – luigia@flumenviaggi.it Saldo entro il 01/10/24 ORGANIZZAZIONE TECNICA: FV FLUMEN VIAGGI di Fiume srl – Agenzia di viaggi Online Sede operativa: Via Trento, 2 34075 San Canzian d’Isonzo (GO) - SCIA 287198 - Unipolsai Assicurazioni SPA (RC) n° 190115696 Tel. +39 348 3056471 - Facebook e Instagram: Flumen Viaggi www.flumenviaggi.it - luigia@flumenviaggi.it - flumenviaggi@legalmail.it Sede Legale: Via Bassi, 2 - 33080 Fiume Veneto (PN) Iscrizione al Registro delle Imprese di Pordenone-Udine e C.F. 03048230274 - PARTITA IVA 01416330932 Capitale sociale Euro 45.000,00


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Viaggio a Lisbona

di Destinos Accesibles

VIAGGIO A LISBONA 7 giorni, 6 notti Grafica senza etichettapiazza del commercio ALLA RICERCA DELLA SAUDADE, L'ANIMA PORTOGHESE La saudade è l'unica parola portoghese che non ha una traduzione, la sua definizione è difficile perché esprime un sentimento primario, un misto di nostalgia, tristezza, che si comprende meglio conoscendo un po' la storia del quartiere dove è nato il fado: Alfama. Il Portogallo fiorì grazie ai suoi grandi navigatori che cercarono le migliori rotte commerciali attraverso l'Atlantico, inventarono la caravella e con la fortuna che fecero nelle loro spedizioni, la meravigliosa costruzione gotica manuelina del convento di Jeronimos fu costruita sui resti di un antico eremo per commemorare il ritorno di Vasco de Gama dalla sua spedizione in India nel 1499. PROGRAMMA Giorno 1: Arrivo a Lisbona Trasferimento dall'aeroporto alla città di Lisbona, a circa 7 km di distanza, e check-in in hotel. Per iniziare a conoscere e capire la cultura portoghese, non c'è niente di meglio che visitare il Lisboa Story Centre, un museo che racconta gli eventi principali della città di Lisbona dal passato al presente. Questo giorno potrebbe variare a seconda dell'orario di arrivo dei viaggiatori. Cena e pernottamento. Giorno 2: Belem Il Portogallo è stato il primo impero mondiale e tutto è iniziato in questo affascinante quartiere chiamato Belem. Le navi salpano da questi porti verso l'ignoto, sfidando i pericoli degli oceani. Pranzo. Belém è considerata una delle zone più belle di Lisbona, con i suoi edifici storici, come il Convento dos Jeronimos, Patrimonio dell'Umanità, e i monumenti che hanno segnato tappe di grande importanza nella storia del Portogallo, come il Monumento alla Scoperta, a forma di caravella con entrambi i lati scolpiti con 33 grandi personalità come Vasco da Gama o Magellano. Cena e pernottamento.Giorno 3: quartieri storici di Lisbona: Baixa, Chiado, Bairro Alto e Alfama. Giornata intensa per conoscere le zone più rappresentative di Lisbona da un lato all'altro. Insieme alla guida, conosceremo i quartieri più rappresentativi di Lisbona, conosceremo la storia delle figure più importanti che hanno influenzato la città e la storia più importante come il famoso terremoto del 1755, la battaglia di Aljubarrota e la Rivoluzione dei Garofani, visitando i punti emblematici. Giorno 4: Sintra Trasferimento in treno alla bellissima Sintra, a 25 km da Lisbona, una zona montuosa ricca di palazzi di re e nobili. Pranzo. Visiteremo il villaggio di Sintra, dove palazzi e castelli sembrano spuntare dalla montagna, il luogo in cui la corte portoghese decise di collocare la propria residenza estiva. Visiteremo la Quinta da Regaleira, il cui proprietario era un ricco proprietario di miniere in Brasile che, affascinato dagli ordini religiosi segreti dei Cavalieri Templari e dei Massoni, fece costruire il suo palazzo e i suoi vasti giardini con passaggi segreti, torri e un pozzo iniziatico che è come una torre rovesciata con una scala a chiocciola aperta con archi attraverso i quali si può scendere. Pranzo libero nella zona. Pomeriggio salita al Castelo dos Mouros, costruito nel IX secolo dagli arabi provenienti dal Nord Africa, un punto di osservazione fortificato da cui potevano osservare tutto il territorio; oggi è possibile percorrere le sue mura, le merlature e le torri difensive. cena e pernottamento. Giorno 5: Lisbona-Porto Al mattino trasferimento a Porto arrivo in Hotel, check-in. Pranzo. Pomeriggio: iniziamo a conoscere la città di porto camminando tra le sue caratteristiche stradine e visitando il popolare "Mercado do Bolhão”. Il mercato conserva l’essenza della città il vero biglietto da visita di Porto 6° giorno: visitare Porto Dopo colazione continuiamo la conoscenza della città. Durante la mattina durante un free tour, camminiamo lungo “l’avenida dos Aliados” conosciamo la “torre de los Clérigos", la torre più alta del Portogallo, visitiamo l'Università di Porto per scoprire se le leggende che legano questa scuola alla scuola di magia dell'universo di Harry Potter sono vere, sino alla stazione ferroviaria di São Bento, famosa che con le sue oltre 20.000 piastrelle raffigurano la storia del Portogallo. Pranzo. Nel pomeriggio continuiamo il nostro giro in autonomia arrivando all'iconico “Ponte Luis I”, e visitando “Se do Porto” l’antica cattedrale di Porto, uno dei principali e più antichi monumenti del Portogallo . Giorno 7: Ritorno Trasferimento all'aeroporto di Porto per il ritorno a casa. Questo giorno può variare a seconda dell'orario di partenza dei viaggiatori. Il programma del primo e ultimo giorno potrebbe cambiare a seconda dell’orario dei voli aerei. Modalità di viaggio: pacchetto turistico L’accompagnamento: è fornito dall'Associazione. Viene garantito un accompagnatore massimo ogni 2 viaggiatori e sarà presente per l'intera durata del viaggio. Per garantire al meglio il nostro servizio, non ci affidiamo a volontari o altri viaggiatori che si prestino per aiutare.Biglietti aerei: La quota del biglietto aereo è da confermare al momento della prenotazione in quanto nessun biglietto è stato acquistato perché vincolante e non rimborsabile Volo aereo: Incluso un bagaglio a mano da 10 KG e una borsa piccola per persona. Quotato per un valore di € 130.00 Quota totale di partecipazione su base 4 viaggiatori (da confermare al momento della prenotazione dei voli): ⮚ per ogni viaggiatore con accompagnatore condiviso: € 1725,00 ⮚ per ogni viaggiatore senza accompagnatore condiviso: € 1475,00 Su richiesta si può organizzare il viaggio anche per 2 persone La quota totale di partecipazione include: ⮚ Voli aerei da a A/R ⮚ Voli accompagnatori (prezzo da confermare come per i viaggiatori) ⮚ 6 notti con colazione in camera doppia in hotel 3 stelle ⮚ Accompagnamento di gruppo ⮚ Accompagnamento condiviso dedicato ⮚ Trasferimento di andata e ritorno in hotel/aeroporto ⮚ Tour guidato come da programma ⮚ Ingressi come da programma ⮚ Trasporti ⮚ Materiali di supporto come mappe tattili ⮚ Assicurazione medica e bagaglio ⮚ Organizzazione tecnica La quota non include: ⮚ Pasti personali e accompagnatori ⮚ Tassa di soggiorno ⮚ Viaggio di avvicinamento all’aeroporto di partenza ⮚ Politica di cancellazione del viaggio (opzionale) ⮚ Tutto quanto non espressamente indicato nel prezzo: La quota include. Informazioni: Il prezzo stabilito prevede l'alloggio in camere doppie se si desidera una sistemazione diversa, o non si può disporre della doppia, il valore maggiore sarà a carico del cliente. Disponibilità e tariffe dei servizi soggette a riconferma al momento della prenotazione. Eventuali modifiche al programma previa verifica della disponibilità. Per conoscere le condizioni contrattuali consulta il sito o richiedile all'agenzia. Per maggiori informazioni: Paolo Casarin cel. +39 328 86 28 934 Viky Mateos cel. +34 685 48 93 90 e-mail: info@destinosaccesibles.com Web: www.destinosaccesibles.com Organizzazione tecnica Travel Xperience Viatges Experiencia 2010, SL, L-711815-P Carrer de Pau Casals 8, Andorra laVella, Principat d’Andorra, teléfono +34911875940 info@travel-xperience.com, Associazione culturale & ricreativa “Destinos Accesibles” CF 92259320924 Cod Univoco 0000000 Via Nigra 6 09045 Quartu Sant’Elena (CA) Italia Cell +39 328 86 28 934 info@destinosaccesibles.cominfo@destinosaccesibles.com www.destinosaccesibles.com


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Ebbene venga maggio!

di La Girobussola

Amiche e amici de La Girobussola, Tempo fa si bussava alle porte cantando e stornellando per l'arrivo del maggio giocondo, il più bello dei mesi! Noi non bussiamo più alle vostre porte, ma meno poeticamente, vi mandiamo via mail le nostre notizie. Eccole! ultimi posti per la valle Cervo, dal 17 al 20 luglio: è una piccola valle incastonata tra Valle Sesia e Valle d’Aosta, nell’entroterra montano biellese. I suoi minuscoli borghi in pietra punteggiano la valle, ricca di boschi di faggi e castagni. I sentieri di collegamento tra le frazioni si snodano ovunque e rendono piacevoli le passeggiate nei boschi, per godere il silenzio e la tranquillità in tutte le stagioni. L’Oasi Zegna è un luogo di pace ricco di boschi tra alta Valdilana e alta Valsessera nel biellese, uno dei luoghi più incontaminati di tutte le Alpi. Costo sei partecipanti 675,00 € ; quattro partecipanti 825€ (con 4 persone accompagnate). Il prezzo comprende accompagnamento, vitto e alloggio accompagnatori, pernottamento camera doppia con colazione, pranzi e cene come da programma. Esclusi viaggio di avvicinamento e allontanamento. E POI * Lego Braille: abbiamo tradotto in italiano tutti i 108 giochi da fare coi mattoncini del kit Lego! E' materiale utilissimo per insegnare il braille, naturalmente, ma anche per avvicinare e sensibilizzare tanti al braille e alla sua importante funzione inclusiva. Tra l'altro, si tratta di giochi pensati per essere giocati alla pari tra bambini dello stesso gruppo, vedenti e non, e sono corredati da un importante apparato pedagogico. Su richiesta sono disponibili gratuitamente da questa settimana tutti e tre file con i 54 giochi prebraille. Dalla prossima volta cominciamo a distribuire anche quelli per l'insegnamento del braille. Se volete possiamo inviarveli anche stampati in braille: 10 euro a fascicolo, 27 per tutti e tre. * Donare denaro non è solo un anagramma! E' anche facile con il 5 per mille! Provate a farlo con il codice fiscale de La Girobussola Aps: 91362990375 Che poi, aiutare noi vuol dire soprattutto aiutare tutti voi che siate o vogliate diventare soci, perché a questo serviranno i vostri contributi. Non lasciatevi scappare questa magnifica occasione! * nuove mappe per la storia: sono disponibili le seguenti otto mappe in formato a3 corredate da una dettagliata guida per l'esplorazione autonoma: Mappa delle confische napoleoniche in Bologna nel 1797 che offre anche un bel panorama sulla Bologna del '700 e sulla moltitudine di enti religiosi; mappa dell'Impero napoleonico nel 1812, prima della campagna di Russia; Italia 1815, con i confini di tutti gli staterelli dopo il Congresso di Vienna Italia 1860, con il percorso dei Mille e dei Piemontesi fino a Teano; Italia 1870, dopo la breccia di porta Pia; Caporetto 1917, con gli spostamenti delle truppe in seguito alla rotta; Porta Pia, facciata esterna.. Casa Carducci, palazzo che ospita a Bologna una delle residenze del poeta nonché, oggi, il museo del Risorgimento. Per ora è tutto, ma chiamateci per richieste e chiarimenti: siamo disponibili! Buona giornata Paolo e il team della Girobussola email: girobussola@viaggiemiraggi.org tel: 334 8300187


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